Al Senato è in discussione il testo sulle intercettazioni
Sulle intercettazioni occorre bilanciare tre diversi interessi:indagini, privacy e informazione
di Cesare Salvi
La Corte Europea in una recentissima sentenza ha condannato la Francia per aver violato l’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo: i tribunali francesi, infatti, avevano giudicato colpevoli due giornalisti per aver raccontato il sistema di intercettazioni illegali attuato durante la Presidenza Mitterand, ma la Corte – pur considerando che i due autori avevano violato le norme sul segreto istruttorio - ha riconosciuto prevalente l'esigenza del pubblico di essere informato sul procedimento giudiziario in corso e sui fatti oggetto del libro dei due giornalisti, al quale erano tra l’altro allegati persino alcuni verbali di intercettazioni.
Questa sentenza sulla libertà di stampa e informazione non può non essere tenuta in considerazione anche dal Parlamento italiano, ora che è in discussione alla Commissione Giustizia del Senato il disegno di legge proposto dal ministro Mastella sulle intercettazioni telefoniche: ci sono troppe affinità tra la Francia, incappata nelle sanzioni europee, e il nostro Paese. In materia di pubblicazione di intercettazioni, infatti, la Francia ha una normativa molto simile a quella che il disegno di legge Mastella vuol introdurre in Italia. Una normativa contro la quale i giornalisti hanno già scioperato e annunciato nuove forme di protesta. Vero è che il Parlamento è sovrano, ma la convenzione sui diritti dell'uomo è vincolante anche per l'Italia e dovremo tenerne conto.
Tra l’altro la Corte europea con la sua sentenza ha rafforzato il ruolo della stampa, considerando la buona fede e il rispetto delle regole deontologiche della professione, soprattutto quando sono coinvolti i politici: in questi casi i limiti di critica ammissibili vengono considerati più ampi, perché sono interessate persone che si espongono volontariamente a un controllo sia da parte dei giornalisti, che della collettività. L’audizione di oggi in Commissione dei rappresentanti dei giornalisti, la Fnsi e dell’Unione Cronisti, Paolo Serventi Longhi e Guido Colomba, è stata utile proprio per approfondire alcuni aspetti professionali e deontologici. A questo punto è chiaro che, decidendo di intervenire con forza di legge su questo tema, è necessario bilanciare tre interessi: la possibilità della magistratura di usare questi strumenti per le indagini, la tutela della riservatezza della privacy delle persone e il diritto della stampa di informare. E’ quest’ultimo aspetto che nel testo che viene dalla Camera non è tenuto in troppa considerazione. Serve, dunque, un bilanciamento più equo di questi diversi interessi.
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