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Autore Discussione: Generali, Consob boccia i Benetton  (Letto 2759 volte)
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« inserito:: Aprile 08, 2008, 06:01:27 pm »

8/4/2008 (7:18) - POLEMICA SULLE LISTE DI MINORANZA PER I SINDACI.

ALGEBRIS PENSA A UN RICORSO

La battaglia delle Generali

Benetton: non comandiamo
 
Replica a Consob: nessun collegamento con Mediobanca

FRANCESCO MANACORDA
MILANO


Benetton tira dritto sulla lista di minoranza per i sindaci di Generali. Dopo che la settimana scorsa la Edizione Holding della famiglia trevigiana aveva depositato una propria lista di minoranza per il collegio sindacale del Leone, la Consob - stimolata anche da un esposto dell’hedge fund Algebris - aveva chiesto spiegazioni. In particolare l’autorità voleva che Edizione chiarisse «l’inesistenza di rapporti di collegamento» con Mediobanca, a sua volta maggior azionista di Generali con il 15,6%.

In soldoni la questione è semplice: se la compagnia di Trieste ha come primo azionista Mediobanca e se nel patto di sindacato dell’istituto ci sono anche i Benetton con una quota di oltre il 2%, come si può sostenere che la lista presentata per il collegio sindacale venga da un vero socio di minoranza delle Generali e non sia invece una lista «fiancheggiatrice» di quella di maggioranza, presentata dallo stesso consiglio della compagnia? Questo è quello che voleva chiarire la Consob e che interessa molto anche ad Algebris. L’hedge fund, che ha presentato una lista di minoranza per i sindaci di Generali, vede infatti la mossa dei trevigiani come tesa principalmente a limitare le sue possibilità di eleggere almeno un sindaco. Ieri, ultimo giorno utile per la presentazione delle liste, ecco la risposta. Edizione ha già dichiarato che non ci sono rapporti di collegamento con piazzetta Cuccia - spiega una nota - perché non ha il «potere di determinare, congiuntamente ad altri, sulla base di un accordo contrattuale, le politiche finanziarie e gestionali di Mediobanca, azionista di maggioranza relativa delle Assicurazioni Generali». Inoltre, si spiega, nel patto Mediobanca non c’è Edizione, la ma sua controllante, l’accomandita di famiglia che si chiama Ragione. Una risposta che si ripete in sostanza anche in un altro comunicato chiesto dalla Consob, questa volta alle stesse Generali. La compagnia, infatti, «non ha trovato alcun riscontro a livello normativo, ne ha evidenza del fatto» che l’accomandita Ragione eserciti il «controllo congiunto» su Mediobanca. Consob aveva chiesto chiarimenti al Leone anche sull’inusuale pratica di presentare la lista di maggioranza per il consiglio sindacale - che ha compiti di controllo proprio sull’operato del consiglio - su iniziativa dello stesso cda. In questo caso Generali risponde che «ha esercitato una facoltà prevista da una norma statutaria» la quale «non incide... sui diritti dei soci» e anzi «risponde ad una naturale esigenza di quelle società che, come la nostra, hanno un azionariato diffuso». Infine anche Mediobanca ha replicato - non pubblicamente - a un quesito Consob. La Commissione voleva sapere se il suo comitato nomine si fosse riunito per decidere la lista dei sindaci presentata dallo stesso cda del Leone. La risposta è stata un no.

Le dichiarazioni dei Benetton e di Generali potrebbero essere anche sufficienti per la Consob - che ieri stava ancora studiando i testi con i suoi legali - ma difficilmente lo saranno per Algebris.L’hedge fund che ha presentato una propria lista di minoranza per il collegio sindacale capeggiata dall’avvocato Filippo Annunziata - mentre Assogestioni ha presentato ieri la sua lista con Eugenio Colucci e Michele Paolillo - ha detto subito ieri di essere «sorpreso» dalle argomentazioni usate da Edizione. Ora starebbe pensando a qualche mossa in tribunale per ostacolare la presentazione della lista dei Benetton.

da lastampa.it
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« Risposta #1 inserito:: Aprile 12, 2008, 04:15:14 pm »

12/4/2008 (9:14) - L'AUTORITA' DI BORSA INTERVIENE SULL'INTRECCIO DELLE PARTECIPAZIONI CON MEDIOBANCA

Generali, Consob boccia i Benetton
 
La lista presentata da Edizione Holding non può essere considerata di minoranza

FRANCESCO MANACORDA


MILANO
No, con i Benetton non si può. Secondo la Consob la Edizione Holding della famiglia trevigiana non può presentare una lista per il collegio sindacale delle Generali, qualificandola come lista «di minoranza», perché lo stesso gruppo Benetton collegato a Mediobanca - che a sua volta è il principale azionista della compagnia di Trieste con il 15,6% - attraverso la presenza nel patto di sindacato esercita un «controllo congiunto» su piazzetta Cuccia.

Il collegamento tra la Edizione Holding e Mediobanca, dice la Commmissione, è legato sia «alla struttura del patto e all’andamento storico delle assemblee di Mediobanca», sia al fatto che tra Mediobanca e le società del gruppo Benetton ci sono «ulteriori rapporti», le partecipazioni detenute in Sintonia, in Gemina, in Telco e in Pirelli. In particolare la Consob evidenzia come il patto Mediobanca non sia un semplice accordo di voto, ma abbia come oggetto anche la missione, la struttura e la composizione degli organi dell’istituto. Assodato così che Edizione è collegata a Mediobanca - dice la Commissione - in base al Testo unico della finanza «una lista presentata e votata da soci che risultino collegati ai soci di riferimento non può essere considerata di minoranza e da essa non potrà in alcun caso essere eletto l’eventuale sindaco di minoranza».

Inoltre la Commissione pone l’accento anche sul nome del sindaco designato da Edizione: se il candidato Giuseppe Pirola fosse nominato la società di revisione PriceWaterhouseCoopers che oggi svolge la revisione contabile per Generali diverrebbe incompatibile. Questo perché il fratello dello stesso Pirola svolge attività di revisore presso la sede milanese della società.

Dopo dieci giorni di schermaglie legali tra la Commissione da una parte e Generali ed Edizione Holding dall’altra, la Consob assume dunque la posizione ultimativa e la comunica agli interessati. Adesso toccherà a loro muoversi di conseguenza, ma il gesto forte di Lamberto Cardia e dei suoi Commissari - il collegio ha deciso in composizione completa - cambia lo scenario in vista dell’assemblea del 26 aprile. L’hedge fund Algebris, che aveva presentato una sua lista di minoranza e si era rivolto subito alla Consob per contestare la legittimità della lista di Edizione - ma la Commissione si era già allertata in modo autonomo - segna un punto a suo favore. E infatti già ieri sera un comunicato di Algebris esprime «soddisfazione» per quanto deciso dalla Consob e «dalla lettura del provvedimento... rileva che i voti espressi dai soci partecipanti al patto di sindacato di Mediobanca, e da soggetti a loro collegati, non potranno essere computati ai fini dell’elezione del sindaco di minoranza di Generali, se determinanti».

Algebris, poi, «auspica che, a seguito di questo provvedimento, Edizione Holding ritiri quanto prima la propria lista». E in effetti questa potrebbe essere una delle conclusioni possibili della vicenda adesso che la Commissione si è espressa. Un altro scenario possibile, secondo alcune interpretazioni, è che sia lo stesso cda delle Generali ad avere il potere di non ammettere più la lista di Edizione, ma questo parrebbe contrastare con le parole dell’ad del Leone Giovanni Perissinotto, che l’altro ieri ha parlato della compagnia come di una «parte terza» di fronte a uno scontro fra azionisti. Infine resta l’ipotesi di un ricorso giudiziario di Algebris - che sulla questione si è rivolta anche all’Isvap e alla Banca d’Italia - o di qualsiasi azionista. Grazie all’interpretazione autentica della Consob chiunque si presentasse in tribunale per contestare la validità della lista di Edizione avrebbe buone ragioni da spendere. Nessuna reazione, invece, ieri sera, nè da Edizione nè dalle stesse Generali. A Ponzano Veneto, sede delle società dei Benetton, si sta studiando il caso e una risposta arriverà - dopo aver sentito il parere dei legali - nei prossimi giorni.

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