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Autore Discussione: D'Angelo: a Napoli non basta il sole  (Letto 2435 volte)
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« inserito:: Marzo 31, 2008, 12:34:46 am »

D'Angelo: a Napoli non basta il sole

Toni Jop


«Berlusconi in tv non ha perso i denti: li ha lasciati sulle immondizie in Campania e sull’Alitalia, due formidabili spot elettorali giocati sulla pelle dei napoletani»: Nino D’Angelo, poeta, attore, autore, interprete, direttore del teatro Trianon, vede grigio. Quei due spot, dice, ce li porteremo come sono fino alle urne. La colpa del caos spazzatura è di Bassolino? «Così sta scritto che bisogna rispondere, ma non ci sto: qui nessuno ha fatto abbastanza, nessuno ha mai spiegato ai napoletani che cos’è la raccolta differenziata». E, nel silenzio degli intellettuali, annuncia: «a nessuno venga in mente di riproporre il patto con la camorra per uscire dalla tragedia...»

«Te lo dico io perché Berlusconi questa volta ha voluto dare l’impressione di uno che affronta la campagna elettorale con dolce stil novo: perché i denti del caimano sono altrove, nelle montagne di immondizia che ammalano la Campania e nella vicenda Alitalia, e dove li trova più due spot così?». Ha ragione Nino D’Angelo, non li trova più. Napoli soprattutto, perché non è un luogo della terra che puoi permetterti di infilare sotto il tappeto mentre fai le pulizie. Togli Napoli dalla storia di questo paese e ti resta un buco nero incolmabile, togli Napoli dalla storia di questo vecchio continente e il gran tavolino del tempo traballa, sottrai i napoletani dall’immagine e dai suoni delle genti del mondo e ti viene la depressione, come a voler estirpare l’umorismo ebraico dalla vita passata e presente di ogni tipo di spettacolo dell’Occidente. Ecco un samba scaramantico: Napoli è solo lei, Napoli è grande, Napoli è un accordo fondamentale, Napoli è un genio pigro, il capriccio di un dio che si è divertito a rendere necessaria l’assenza di funzioni. Fine. Nino è napoletano, anzi ‘nu piezz’e’Napule. E si vede. L’altra sera era da Chiambretti a Markette e c’era quel simpatico signore che fa il cromatologo, bel personaggio, difficile renderlo eccentrico rispetto alle telecamere quando è il suo momento; Nino se lo è «bevuto» o «mangiato» se preferite proprio in quel momento, lo ha “bruciato” non per protervia da palcoscenico, ma solo perché è napoletano e il teatro scorre nelle vene di Napoli come i trigliceridi e il colesterolo; il problema, semmai, appunto, è starci attenti, tenere tutto questo un po’ a bada. Oppure, fai teatro per mestiere e Nino così fa. D’Angelo dirige da qualche anno il Trianon, piccola scena di grande respiro che attinge a un repertorio e a una tradizione che, al mondo, solo questa sciantosa città può permettersi. Fino a Viviani, il Ruzzante del Sud. E fa scuola ai ragazzi, trasforma il teatro in una flebo di positività iniettata in un organismo sociale che oggi è ancor più sofferente di ieri.

Nino, domanda da amico: come ti senti?

«Come uno che fa una gran fatica a parlare dei Napoli. Troppo grande è il magone, troppo il dispiacere per come stanno le cose. Lasciami, da amico, fare il filosofo: “come stanno le cose” ora non si può più sapere, perché oggi sappiamo “come devono stare” per essere usate da un gioco molto duro, un gioco di immagini che hanno a che fare col mito...»

Siamo in piena Magna Grecia, prendiamone atto. Vuoi dire che la questione dell’immondizia viene gonfiata ad arte?

«Se dicessi una cosa simile sarei matto. Non solo, ammetto che la situazione è anche peggio di quel si vede talvolta in tv, almeno in certe zone. Il problema è che queste montagne di spazzatura oggi non sono, come dovrebbero, un problema che va risolto con il concorso di tutti e rapidamente, ma un’opportunità politica che viene intensamente sfruttata e questo mi fa disperare, fa disperare ogni buon napoletano o campano. Perché si dovrebbe intravvedere la soluzione se c’è chi usa la questione come fosse il grilletto di un fucile puntato contro il nemico politico? Spero che i napoletani si accorgano di essere usati come uno spot non soggetto alla par condicio e neppure tassabile mentre sputano sangue. Per colpa...»

Per colpa di chi, o di che cosa? Che ti sembra dalla visuale del Trianon?

«Il teatro è un buon osservatorio, ma anche Casoria, la zona da dove vengo, è un buon punto di osservazione. Ogni volta che senti questa domanda sai già che ti viene chiesto di rispondere: la colpa è di Bassolino. Ma a Napoli sappiamo che è troppo facile rispondere “Bassolino”, troppo comodo, fa parte dello spot elettorale. Qui nessuno ha fatto abbastanza, nessuno, men che meno chi ora sta facendo campagna elettorale con le foto dell’immondizia. A Bassolino non glieli hanno voluti far fare i termovalorizzatori. D’altra parte capisco che tutti un po’ di ragione ce l’abbiamo, ce l’hanno...»

Intanto, siamo di fronte a un evento che non ha ancora smesso di vomitare veleno: Napoli è minacciata, l’economia barcolla, il turismo evita il Vesuvio, la mozzarella, in Europa, ce la tirano dietro come fosse una palla di neve che, per favore, non va messa in bocca. Ci vuol poca paranoia per immaginare che ciò che sta accadendo a Napoli è la proiezione di un futuro prossimo assegnato all’intero paese...

«Per via di quel “grilletto” e della sua perfetta funzionalità, non c’è stata coscienza nel trattamento della vicenda. Non c’è stata in tv per ovvi motivi, non c’è stata nella risposta degli intellettuali, quei signori che parlano tanto volentieri di ogni cosa e che adesso se ne stanno inspiegabilmente zitti, silenziosi, mentre la scena viene occupata interamente dalla paura. Perché tutti hanno consapevolezza di aver a che fare con un cancro per il quale si deve ancora inventare la cura. Questo è lo stato d’animo dei napoletani, gente brava e forte, credimi a moltissimi dei quali nessuno ha mai spiegato cosa cavolo vuol dire “raccolta differenziata”. Prova a girare in città e chiedi se hanno idea in proposito, vedrai che ti guarderanno come si guarda uno che viene da Marte. Ma non lo sapresti nemmeno tu se qualcuno non te lo avesse spiegato, non è che uno nasce e nel dna sta scritto “raccolta differenzata”. A proposito di responsabilità e di furbizie elettorali. Ma siamo in un vicolo cieco, chissà, forse dopo le elezioni...»

Poco fa dicevi una cosa strana: che solo i napoletani ce la possono fare... Mi ricordi i friulani del grande terremoto...

«Non è uno slogan, non sto parlando a vanvera, ci credo, non è nemmeno patriottismo da ultimi giorni. È un fatto che i napoletani siano un popolo, è un fatto che sappiano stare assieme come pochi altri, è un fatto che siano dotati di grandi difetti ma anche di virtù pazzesche, quelle per cui sono giustamente famosi nel mondo, perché togli i napoletani e di Napoli resta solo un gran bel golfo. Lo so che le risorse le hanno, le abbiamo, dobbiamo solo far mente locale, ricordarci che siamo tutti figli di questa terra, tutti , destra sinistra e centro e di più...»

Se la camorra non fosse tra i soggetti che hanno massacrato e umiliato Napoli, qualcuno potrebbe essere tentato, come in passato, di allargare il patto per la rinascita anche alle organizzazioni criminali...

«Speriamo che non accada più. Che Stato sarebbe?...

Scusa: quello che è Stato è Stato, basta la memoria, sempre a caccia di responsabilità...la Dc era lo Stato...

«Alla larga dalla camorra. Già Napoli le paga un tributo pesante, pensa a tutti quei ragazzi senza lavoro e senza prospettive che affidano le loro esistenze ai boss. E poi servono interessi che mettono nel conto di sommergere la città e soprattutto la periferia di rifiuti. E così si ammalano i loro figli, le loro madri e sorelle. Destino crudelissimo, non è vero?»

L’altra sera, si sono tenuti gli stati generali dell’immondizia, qui a Napoli. È un modo per rispondere e vincere lo choc. Poi partirà questo festival internazionale di teatro che sulla carta pare una gran cosa...

«Già. Ma noi del Trianon non ci siamo. Non chiedermi perché, non lo so. Vien da pensare che esistono teatri di seria A e che il Trianon, che è piccolo, sta in altra categoria. Ma non mi far dire, devo stare tranquillissimo, il mare è in tempesta e se mi lamentassi nessuno mi sentirebbe. E va bene così, queste sono sciocchezze».

Pubblicato il: 30.03.08
Modificato il: 30.03.08 alle ore 8.47   
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