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Autore Discussione: Il Po come il Gange ceneri sparse nei fiumi  (Letto 2492 volte)
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« inserito:: Marzo 30, 2008, 03:52:46 pm »

29/3/2008 (13:3) - DOCUMENTO

Il Po come il Gange ceneri sparse nei fiumi
 
Dispersione fuori dai cimiteri, via libera del Comune

BEPPE MINELLO
TORINO


E’ dal 1888 che i torinesi possono farsi cremare, ma solo ora i parenti potranno sistemare in salotto l’urna con le ceneri del nonno. E a fine anno, se va come ipotizzato dal Comune, i resti potranno essere dispersi nel verde della collina oppure in un angolo tranquillo del Po o di qualche altro specchio d’acqua cittadino. Un problema da poco? Tutt’altro. Sono centinaia le urne dei torinesi «parcheggiate» nel cellario della Socrem, la società concessionaria del servizio di cremazione, in attesa delle modifiche al regolamento comunale del Servizio mortuario approvate giusto ieri dalla Commissione consigliare presieduta da Gioacchino Cuntrò (Pd). Una sistemazione provvisoria, ma chiesta espressamente dal defunto, va da sè, quando era ancora in vita, oppure dai parenti. Era noto da tempo che la legge regionale che detta le regole ai comuni per disciplinare - sì, disciplinare - la dispersione delle ceneri sarebbe stata attuata con appositi regolamenti dai comuni, Torino compreso. E ora la disciplina c’è e il prossimo consiglio comunale le darà l’imprimatur definito. Per ora, la delibera portata avanti dal vicesindaco Dealessandri stabilisce poche, ma essenziali, cose: innanzitutto che le ceneri si possono spostare dal cimitero a casa (o in qualsiasi altro luogo autorizzato), che la consegna dell’urna avviene sotto la responsabilità di chi la riceve il quale è tenuto a dichiarare dove la custodirà e il Comune potrà controllare.

Infine, se qualcuno dovesse trovare un’urna è tenuto a consegnarla al cimitero. Perdere un’urna? «Può capitare - spiega Dealessandri -. Il caso più comune è quello di una persona sola che conserva un’urna in casa e muore». Ma la vera novità, che ha fatto esultare Monica Cerutti di Sinistra democratica e lo stesso presidente Cuntrò, è che la giunta ha capitolato sull’originaria decisione di impedire la dispersione delle ceneri su tutto il territorio cittadino perchè la legge regionale vieta espressamente tale operazione nei «centri abitati». «Ma era un’interpretazione - spiega Cerutti - solo apparentemente corretta, perchè allora tutta l’Italia è da considerasi un “centro abitato” con maggiore o minore intensità». La giunta s’è quindi impegnata entro la fine dell’anno a individuare aree dove sarà possibile disperdere le ceneri. Candidate sono le sponde di Po, Stura e Dora o la collina, ad esempio il Parco della Rimembranza. «Non sarà facile» mette le mani avanti Dealessandri, ma sarà sempre meglio di oggi che le ceneri si possono disperdere solo nel Roseto del cimitero Monumentale. E’ avvenuto, dall’inizio degli Anni ‘90, per oltre un migliaio di defunti. Altri hanno scelto le cellette della Socrem che, complessivamente, sono 30 mila. Per dare un’idea: le tombe «attive» in città sono circa mezzo milione distribuite tra 5 cimiteri. I resti di altri 180 mila defunti sono conservati negli ossari.

Ogni anno si svolgono mediamente 6 mila funerali. Farsi cremare costa circa 600 euro ai quali occorre aggiungere i costi della destinazione scelta: fino ad oggi una celletta (l’affitto si aggira sul migliaio di euro ma dipende dalla durata) o il conferimento al Roseto. Un funerale classico che si conclude in un loculo può invece comportare una spesa che varia dai 2 mila ai 4 mila euro.

da lastampa.it
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