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Autore Discussione: Conti in Liechtenstein, ecco i nomi  (Letto 3278 volte)
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« inserito:: Marzo 28, 2008, 11:57:58 pm »

Nella "lista italiana" di 156 nomi titolari di depositi all’estero anche alcuni tra i più noti imprenditori e professionisti della nostra provincia 


Conti in Liechtenstein, ecco i nomi 
Nicola Amenduni, i gioiellieri Chimento e i progettisti Altieri figurerebbero tra i correntisti la cui posizione è sotto esame
 
Vicenza
Sarebbero tre i gruppi vicentini i cui nomi figurano sulla lista dei conti in Liechtenstein e quindi potenzialmente coinvolti nella maxi-inchiesta sul trasferimento illecito di ingenti capitali all'estero.

Ieri l'Ansa ha diffuso una "lista italiana" di 156 nominativi che sarebbero in possesso della Procura della Repubblica di Roma. Tra questi figurano Nicola Amenduni, noto industriale del settore siderurgico, i Chimento, famiglia che dà il nome ad uno dei più prestigiosi marchi della gioielleria italiana, e gli Altieri, titolari di un affermato studio di progettazione e architettura.

Al momento però non risulta che la magistratura vicentina abbia intrapreso alcuna iniziativa nei loro confronti. Ad Amenduni, secondo fonti d'agenzia, sarebbero attribuiti depositi bancari per quindici milioni e mezzo di euro, ma la famiglia ha già avuto modo nei giorni scorsi di escludere categoricamente il possesso di beni all'estero in violazione o elusione della normativa fiscale o tributaria.

«Le partecipazioni in alcune società estere collegate con l'attività imprenditoriale del gruppo - avevano detto gli Amenduni attraverso una nota quando il loro nome era uscito alla ribalta una prima volta - sono state a suo tempo acquisite nel pieno rispetto della normativa tributaria e regolarmente denunciate al fisco».In ogni caso, i fatti risalirebbero al 2002 e potrebbe quindi profilarsi per tutti gli eventuali coinvolti la prescrizione. In questi giorni la Procura di Roma ha inviato a diverse procure del nord Italia gli atti relativi all'inchiesta, suddivisi per competenza territoriale ma non risulta che finora siano arrivati alla Procura berica i "fascicoli vicentini".

 
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Roma
C'è anche una studiosa ...
 
 
Roma
C'è anche una studiosa di Santa Caterina da Siena, catalogata come «professoressa e scrittrice», nella «lista italiana» dei conti in Liechtenstein: Adriana Cartotti Oddasso. A fianco del suo nome la cifra di 34 milioni di euro. Alla donna vengono attribuite proprietà immobiliari a Monaco possedute attraverso strutture offshore. È una delle titolari dei 157 conti - molti dei quali però riconducibili a più persone, spesso della stessa famiglia o gruppo industriale - su cui si sta concentrando l'attenzione della Guardia di finanza. L'ammontare complessivo del "tesoro" italiano in Liechtenstein è di 1 miliardo 337 milioni 250mila euro.

La magistratura di Roma ha distribuito a 37 procure in tutta Italia, per competenza territoriale, gli atti relativi ai titolari di depositi nel Liechtenstein. Tra queste figurano Padova, Treviso, Belluno, Vicenza, Pordenone, Udine e Trieste. Complessivamente sono 390 gli indagati per omessa e infedele denuncia dei redditi,

Il maggior numero di «soggetti» (non necessariamente singole persone) al centro di indagine si trova nella provincia di Milano: sono 97. A Roma e provincia risultano 37, 33 a Bolzano, 11 a Vicenza (tra questi l'imprenditore dell'acciaio Nicola Amenduni, il gioielliere Chimento e i progettisti Altieri), 10 a Verona, 3 a Treviso. I friulani sono 5: Raoul Konstandt e Gianna Wagner De Polo Saibanti (gruppo Wagner) a Trieste, Antonio Sibau (gruppo Sibau) a Udine, Antonio e Antino Zanussi a Pordenone. Antonio Zanussi ha detto di «non saperne nulla» e di aver appreso dai giornalisti che il suo nome e quello del fratello è nell'elenco.

Per loro la possibilità di prescrizione, trattandosi di fatti risalenti ad un'epoca che finisce nel 2002, è concreta. Tra le persone in elenco, comunque, diversi potrebbero già aver sanato la loro posizione, mentre per altri, magari residenti all'estero o non cittadini italiani, potrebbe non ravvisarsi alcun reato.

Tra i conti più ricchi contenuti nell'elenco quelli che fanno riferimento al gruppo farmaceutico Menarini che assommerebbero a 476 milioni, mentre depositi riconducibili al gruppo Mian (che opera nello stesso settore) sono pari a 200 milioni. Hanno conti al di sopra dei 10 milioni la famiglia Bax (20 milioni di euro); la famiglia di industriali Ryan (15 milioni di euro); gli industriali Pichler (35 milioni), gli imprenditori Amenduni (15.500.000); il gruppo familiare (moglie, figlio, madre ed una persona indicata come il suo «migliore amico») che fa capo all'ex direttore sportivo della Ferrari Marco Piccinini (60 milioni); le famiglie Groppo (13 milioni) e Garbagnati (15 milioni), Alessandra ed Enrico Marcora (20 milioni), il gruppo Ferrazzini (30 milioni) e quello Italcementi (33 milioni). Nell'elenco anche gli industriali Manini (l'azienda di cancelli automatici Faac spa) che sarebbero titolari di conti per 18 milioni e la famiglia di origini albanese Ferra (31 milioni); i titolari del Gruppo Pessina (costruzioni) sono indicati con conti per 32 milioni e Gianpaolo Corabi con 15 milioni.

Tra gli altri nomi quello di Raoul Konstandt (650 mila euro) che avrebbe «proprietà immobiliari in Israele», mentre Julian Astolfoni (250mila) in Germania; ci sono poi Clotilde Baretieri Sforza (650 mila), il medico Carlo Mazzi (5 milioni), i De Polo (1 milione 200 mila) del Museo nazionale Alinari della fotografia, gli orafi Vaschieri (6 milioni) e Sbragi (650 mila), i gioiellieri Vittorio Boni (3 milioni) e Chimento (6 milioni e 300mila), il cittadino di origini iraniane Massoud Mowlazadeh (650 mila) indicato come presidente della Vercellese Calcio, che figura nell'elenco insieme alla moglie e a due figli; gli/ imprenditori Facchini (7 milioni e mezzo), gli allevatori di cavalli Bonora (650 mila euro); Paul Prast, attivo nel settore macelleria (5 milioni e mezzo), l'imprenditrice Cecilia Conti (3 milioni), i pellicciai Barbieri (9 milioni e 300 mila), l'ex presidente dell'Ordine degli agenti di cambio Gian Paolo Gamba (2 milioni). Insieme a Piero Mascherpa, «ingegnere», risultano titolari dello stesso conto da 3 milioni di euro anche due «pensionate Inps», così come pensionato è Stefano D'Archino (700 mila euro).Tra i nomi già trapelati quello Maria Ilvia Biolcati, in arte Milva - insieme alla figlia e alla sorella risulta titolare di un conto di 7 milioni e mezzo di euro - e quello di Mario D'Urso, con 250 mila euro, indicato come «politico con residenza in Gran Bretagna». E ancora: la stilista romana Simonetta Colonna (2 milioni) con il figlio fotografo; Pasquale De Vita (1 milione) presidente dell'Unione petrolifera, gli imprenditori Zanussi (con somme di diversa entità), il conte Pietro Arvedi D'Emili, Enrico Giuliano (5 milioni e 500 mila) del Partito Italiani nel mondo, esponenti delle famiglie Sama e Ferruzzi (5 milioni 250mila); Francesco, Vito e Luca Bonsignore (5 milioni 600mila), Luigi Grillo (650 mila).
 
da gazzettino.quinordest.it
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