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Autore Discussione: «Come si può scherzare su un dramma...»  (Letto 2429 volte)
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« inserito:: Marzo 14, 2008, 06:28:19 pm »

«Come si può scherzare su un dramma...»

Maria Zegarelli


«Io, da padre le consiglio di cercare di sposare il figlio di Berlusconi o qualcun altro del genere e credo che, con il suo sorriso, se lo può certamente permettere».

Ministro Pollastrini, il candidato premier del Pdl ha dato questa ricetta ad una giovane precaria che chiedeva consigli per il suo futuro.

La ministra per le Pari Opportunità Barbara Pollastrini fa un sospiro profondo. «Il linguaggio esprime più di ogni cosa l’identità e la visione del mondo di una persona. Le battute sono un po’ il mood. E se penso a quello che ha detto Berlusconi l’unico aggettivo che mi viene in mente è “deprimente”».

Molti esponenti di Fi liquidano la battuta come una espressione della simpatia del «presidente». Non le sembra che questo Paese si stia abituando un po’ troppo alle cosiddette «battute» dei politici, anche quando sono offensive?

«È una sorta di «revenant»: in Europa ci ha fatto spesso vergognare per le sue battute. Questa è l’ultima, arrivata dopo molte altre, a partire dalle shampiste di Gasparri. Tutto ciò è tipico di una mascolinità di altri tempi».

Berlusconi scherza sul matrimonio di interesse per risolvere il problema della precarietà lo stesso giorno in cui un operaio si suicida perché non ha lavoro. Come fanno gli elettori a riavvicinarsi alla politica?

«Anche per questo motivo non ci sto a sottovalutare le parole del leader del Pdl. Antonio Stramandoli mercoledì è morto di lavoro, Luigi Roca è morto sognando un lavoro. Come si fa, nelle ore in cui si apprende che un uomo si uccide scrivendo alla moglie “ho perso il lavoro e con quello la dignità” a scherzare su questi temi? Credo che sia difficile, per quel candidato premier del centrodestra e i suoi uomini in lista, riappropriarsi di una creibilità. Berlusconi è lo stesso signore che durante la scorsa campagna elettorale disse che gli elettori erano come bambini di sette anni».

Lei ha lanciato un appello per non sopprimere il Ministero delle Pari Opportunità durante la prossima legislatura. Allarme giustificato?

«I Berlusconi e i Gasparri che offendono le donne e i Ciarrapico che inneggiano al fascismo dimostrano che non sono cambiati affatto. E questo è solo l’inizio di quello che può succedere se tornano a governare le destre. Storicamente, dove governano le destre e il centrodestra le donne fanno passi indietro in termini di rispetto, immagine, diritti. Se fanno un passo indietro le donne è lo stesso civismo ad arretrare. Berlusconi ha già dato prova di quanto sa fare: basta guardare le sue liste e vedere la percentuale di candidate: non superano il 25%. Vorrei ricordare un particolare di cui nessuno parla più: alle ultime elezioni l’Ulivo ha vinto grazie alle donne. Non è un caso: le donne sanno guardare al futuro e sanno riconoscere chi le pensa al passato, relegate in casa, con meno diritti e meno opportunità. Anche stavolta possono essere le donne a fare la differenza».

Ha letto l’ultima proposta di Giuliano Ferrara?

«Si riferisce alla scritta “Abort macht frei”»?

Sì, proprio a quella. Anche questa sarà definita una «battuta»?

«La politica seria è quella che sa restituire un’etica alle parole. Già ritenevo gravemente offensivo paragonare il patibolo al dramma dell’interruzione di una gravidanza; pensavo e penso che l’amore per la vita debba essere riconosciuto a tutti: be’, siamo arrivati a superare ogni limite. È pesante, doloroso, per chi sa cosa sono stati i lager e il nazismo sentire affermazioni come quelle. Siamo impegnati affinché nessuna donna debba mai abortire. Anche per questo il nostro dovere è quello di applicare la legge 194, legge dello Stato, pienamente, in tutte le sue parti».

Quali risposte possono dare le donne?

«Intanto non votarli. Non votare chi ha già dimostrato di non rispettare le donne e di non riconoscere le loro domande e i loro meriti come chance per l’intera società».

Pubblicato il: 14.03.08
Modificato il: 14.03.08 alle ore 13.33   
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