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Autore Discussione: GRILLO...  (Letto 24570 volte)
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« Risposta #15 inserito:: Settembre 13, 2007, 10:49:42 am »

La sfida tra i «censurati» Luttazzi: Beppe populista, fa flash mobbing

 
ROMA — Hanno fatto parte tutti e due della nazionale censurati: Beppe Grillo dopo la storiella sui socialisti in Cina (Fantastico 7), Daniele Luttazzi per l’intervista a Marco Travaglio su Berlusconi (Satyricon). Hanno danzato a lungo sulla sottile linea rossa che divide la satira dall’impegno. Adesso — dopo l’8 settembre del vaffa... e la manifestazione di Bologna — le loro strade si separano. Daniele Luttazzi attacca Beppe Grillo. Critica nel merito il suo disegno di legge popolare, «fa acqua da tutte le parti». E lo accusa di fare «populismo», di «pensare che una legge possa risolvere la pochezza umana, e questa è demagogia».

Non c’è nemmeno una parola di apprezzamento nelle tre pagine che Luttazzi ha inviato al sito internet di Micromega. No al limite di due legislature proposto da Grillo perché «l’esperienza può essere utile». No al divieto di elezione per chi è condannato in appello perché «i gradi di giudizio sono tre e il problema è la lentezza della giustizia ». E no anche al terzo punto della legge d'iniziativa popolare, il più popolare persino fra i politici: quel ritorno al voto di preferenza che, secondo Luttazzi, in passato «non ha impedito ai partiti di far eleggere chi volevano né impedito di scegliere autentici filibustieri ».

Fin qui il merito. Ma le parole più appuntite devono ancora arrivare. E colpiscono proprio con quello stile alla David Letterman che Luttazzi ha portato a casa nostra: «Di Pietro aderisce alla sua iniziativa e Grillo dice che è uno per bene. Brrrrrr. Quindi chi non la pensa come Grillo non lo è? Populismo ». E ancora: «Se parli alla pancia, certo che riempi le piazze,manon è democrazia dal basso: è flash mobbing». Fino all’accusa di «ambiguità» perché «vuole ergersi a leader di un movimento politico, continuando a fare satira, un passo che Dario Fo non ha mai fatto ».

Con un invito finale che sa di sberleffo: «Scegli, Beppe! Magari nascesse il tuo partito. I tuoi spettacoli diventerebbero davvero dei comizi e nessuno dovrebbe pagare il biglietto. Oooops». Sembra esserci qualcosa di personale. Eforse c’è. Quando tempo fa Luttazzi aprì il suo blog dove parlava anche di politica in molti gli scrivevano per invitarlo ad «unire gli sforzi con Grillo», e dare insieme a lui una «lezione alla politica ».

Lui ha sempre declinato, preferendo rimanere in seconda linea. L’anno scorso a Padova, durante uno spettacolo di Luttazzi, i fan di Grillo invasero il palazzetto di volantini con la scritta wanted e le foto dei politici condannati. Luttazzi li fece togliere. Quello che teme è essere confuso e fuso con il comico genovese che, forse, in caso di alleanza gli ruberebbe la scena. Anche ieri Grillo è tornato a difendere la sua manifestazione: «Altro che antipolitica — ha scritto sul suo blog—quel popolo andrebbe ringraziato. È la valvola di sfogo di una pentola a pressione che potrebbe scoppiare. Un momento di tregua per riflettere sul futuro, un momento di democrazia ».

Poi cita un’altra persona che ha danzato a lungo su quella linea sottile che divide satira e impegno: «La libertà è partecipazione», Giorgio Gaber. Meglio la piazza che stare sopra un albero.

Lorenzo Salvia
13 settembre 2007
 
da corriere.it
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« Risposta #16 inserito:: Settembre 14, 2007, 03:16:37 pm »

Ma la Bindi: non va sottovalutato.

Pezzotta: sono io l'anti Beppe

D'Alema: Grillo non riempie i vuoti

Distrutti i partiti, vince chi ha soldi e tv

Il vicepremier: «Se su Unipol fosse emerso qualcosa sarei già indagato. Fassino? Non cerca un posto» 
 
DAL NOSTRO INVIATO


BOLOGNA — Messaggio da Massimo D'Alema ai magistrati di Milano: «In qualsiasi momento ritengano di dovermi sentire sul caso Unipol, eccomi, sono disponibile. Certo, se fosse emerso qualcosa, sarei stato a questo punto già indagato...».

Festa dell'Unità, Bologna, sala «14 ottobre». Bianca Berlinguer intervista il ministro degli Esteri. Nella platea piena, il sindaco- simbolo della Bologna rossa, Renato Zangheri e il sindaco di oggi, Sergio Cofferati.

La domanda della giornalista arriva alla fine: «Prima dell'estate lei e Fassino vi pronunciaste per il sì del Parlamento all'uso delle intercettazioni sul caso Unipol-Bnl. Ora nelle vostre memorie difensive vi rimettete alle decisioni del Parlamento... D'Alema prima alza un sopracciglio, poi: «Abbiamo sempre detto che attendiamo le decisioni del Parlamento. Abbiamo presentato le memorie per confutare che in quelle telefonate si possano configurare complicità e reati. Non è un problema personale. Sono stato già indagato per 9 anni come capo di un'associazione per delinquere fra il nostro partito e il movimento cooperativo e sono stato assolto. Ho piena fiducia nella giustizia e credo sia lecito che la politica si occupi dei grandi fatti economici».

Quindi, insiste Berlinguer, lei è favorevole al sì del Parlamento sull'utilizzo delle intercettazioni... «Deciderà il Parlamento». Parliamo di Grillo, aveva esordito la giornalista Rai.

Amato ha detto che i calci nel sedere fanno bene, Bertinotti ha detto che Grillo colma un vuoto politico... «Provo un fastidio antropologico verso le mode. Grillo non riempie vuoti, perché non dà risposte. Il suo movimento sostiene che vanno distrutti i partiti. Ma i partiti sono già quasi distrutti! I partiti sono strumento di democrazia. Il problema è ricostruirli. Negli anni '90 furono annullati i partiti. E chi ha vinto? Berlusconi. Che aveva i soldi e le tv».
Prima di salire sul palco D'Alema aveva detto: «Mi preoccupa chi dice che si devono spaccare i denti ai politici, vedo una carica di violenza totalmente inutile, che non produce niente di positivo».

Era stato D'Alema a lanciare l'allarme sulla marea antipolitica, in un'intervista sul Corriere. E per lui la vera risposta alla disgregazione del sistema, alla fragilità delle istituzioni, è ricostruire gli strumenti di partecipazione, rafforzare le istituzioni. Quindi, la costruzione del Partito Democratico.

«Pensiamo al 15 ottobre, quando tutti insieme coloro che hanno corso per la leadership dovranno lavorare nel nuovo partito. Pensiamo alla novità dell'elezione dal basso dei segretari regionali. Una volta i segretari regionali erano il braccio operativo del segretario nazionale...».

Parole da saggio, segnala l'intervistatrice. E D'Alema: «Ricordo quella canzone di De André: chi non può più dare il cattivo esempio, può dare buoni consigli».

Su Grillo sono intervenuti anche Rosy Bindi e Savino Pezzotta. Per il ministro della Famiglia «c'è una venatura di qualunquismo ma il fenomeno non va sottovalutato, c'è domanda di buona politica». Mentre per l'organizzatore del Family Day «Grillo è la pancia del Paese. Tocca a noi cattolici essere i custodi della democrazia».

D'Alema ha parlato poi di welfare: «Se i lavoratori bocciano l'accordo, si apre una fase nuova. In teoria dovremmo cancellare anche gli aumenti delle pensioni minime, i contributi per i giovani, e ripristinare lo scalone».

Il rimpasto di governo: «È intollerabile aver pensato che Piero Fassino abbia posto il problema perché cerca un posto. Fassino non cerca lavoro, lungo è l'elenco delle cose importanti che potrà fare».

Andrea Garibaldi
14 settembre 2007
 
da corriere.it
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« Risposta #17 inserito:: Settembre 14, 2007, 03:17:42 pm »

CRONACA

Il ministro degli Esteri critica anche Bertinotti: "Il comico pone problemi, non dà risposte. Quindi non riempie vuoti"

D'Alema contro Grillo "Nel V-day inutile carica di violenza"

di LUCIANO NIGRO

 
BOLOGNA - "Il problema non è distruggere i partiti, o rompere i denti ai politici. Io non parlo di Grillo, ma mi preoccupa una carica di violenza totalmente inutile che non produce niente di positivo. I partiti, per altro, sono già distrutti, il problema è ricostruirli". Arriva a Bologna cinque giorni dopo il ciclone Beppe Grillo, Massimo D'Alema e prende il toro per le corna proprio mentre Marco Travaglio propone già un Vaffa-bis. Il campione della politica-politica è appena uscito dal consueto bagno di folla tra gli stand della festa dell'Unità.

Parla del Partito democratico e delle riforme come di un possibile antidoto, ma non nega la malattia. "Non mi sorprende quello che sta accadendo - dice - due mesi fa avvertii che la crisi della politica sta producendo una pericolosa distanza tra i cittadini e la democrazia, un clima pericoloso come quello dei primi anni Novanta al quale la politica deve reagire con coraggio".

D'Alema non attacca direttamente Grillo, ma chiarisce subito che "ogni volta che si manifesta un fenomeno nuovo, o una moda, ci sono quelli che tendenzialmente sono favorevoli e quelli che, al contrario, sono critici: io tendo a dichiararmi contrario". La ragione? I 300 mila di sabato scorso "pongono un problema, non danno risposte. Sono più d'una manifestazione di malessere che un'indicazione. E noi dobbiamo ricordare che, distrutti i partiti, all'inizio degli anni Novanta chi ha vinto? Berlusconi che aveva i soldi e i mezzi d'informazione. E anche oggi se saltano i partiti non vincerà il blog di Beppe Grillo". E le famose tre proposte gridate da Grillo in piazza Maggiore?

"Condivido le cose scritte da Scalfari - dice il ministro degli Esteri - non rieleggiamo persone che hanno commesso gravi reati, ma il resto è discutibile".
Dunque, le riforme, a partire da quella elettorale: "Berlusconi, quando si parla di Tv, chissà perché ha scatti d'ira, ma quando sarà passata forse si renderà anche lui della necessità di una riforma". E il partito democratico? D'Alema si propone si propone come un vecchio saggio ("Come diceva De Andrè, chi non può più dare il cattivo esempio, dà buoni consigli") e come una sorta di ministro degli esteri responsabile dei rapporti internazionali. Non parla di Fassino al governo, D'Alema, anche se ritiene "intollerabile, anzi una porcheria", aver pensato che un'eventuale riorganizzazione della squadra di governo dovesse rispondere all'esigenza di sistemare il segretario dei Ds".


(14 settembre 2007)

da repubblica.it
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« Risposta #18 inserito:: Settembre 16, 2007, 07:25:52 pm »

CRONACA

Sul suo blog il comico invita i cittadini che hanno partecipato al V-Day a partecipare alle prossime amministrative.

"Definirò i requisiti necessari"

V-day, Grillo lancia le sue liste civiche

"Chi lo merita avrà il mio bollino"

Fassino: "Non è mandando a quel paese i partiti che si salva l'Italia"

 
ROMA - "E adesso? Dopo il V-day? La parola è ai cittadini. Ogni Meetup, ogni gruppo può, se vuole, trasformarsi in lista civica per le amministrazioni comunali". Il via libera arriva direttamente da Beppe Grillo, che affida al suo blog il passo avanti della 'V-generation': dalla protesta alla proposta, come si dice in casi del genere. Con tanto di 'bollino' di garanzia rilasciato ai chi rispetterà i requisiti-tipo.

"I cittadini - chiarisce, senza lasciare spazio a equivoci - devono entrare in politica direttamente. Per la loro tutela e per quella dei loro figli". Perché? Grillo lo spiega così: "I Comuni decidono della vita quotidiana di ognuno di noi. Possono avvelenarci con un inceneritore o avviare la raccolta differenziata. Fare parchi per i bambini o porti per gli speculatori. Costruire parcheggi o asili. Privatizzare l'acqua o mantenerla sotto il loro controllo. Dai Comuni si deve ripartire a fare politica con le liste civiche".

Antipolitici sì, ma non proprio in completa autogestione e con le idee molto chiare da parte dell'animatore del 'Vaffa-day' : "Le liste che aderiranno ai requisiti che pubblicherò sul blog tra qualche giorno - anticipa infatti il comico-blogger - avranno la certificazione di trasparenza 'beppegrillo.it'. Tra i requisiti ci saranno, ad esempio, il non essere iscritti a partiti ed essere incensurati. Le liste potranno comunque chiamarsi come gli pare ed essere autonome nella loro azione".

"Ci potranno anche essere più liste in una stessa città. Le liste certificate saranno pubblicizzate dal blog e messe in condizione di scambiarsi informazioni e esperienze attraverso una piattaforma comune on-line che sarà messa a disposizione, sempre attraverso il blog". Grillo tiene però a mantenere una certa distanza dal mondo della politica al quale sembra invece avvicinarsi sempre di più.

"Io - puntualizza - non parteciperò a nessuna manifestazione nei prossimi mesi. Non sto promuovendo la presentazione di nessuna lista civica, nè locale, nè nazionale. La loro voce, i partecipanti del V-day non la prestano a nessuno. Sono i megafoni di sè stessi. I cittadini che si fanno politica. Per le liste civiche rimanete sintonizzati sul blog. Stay tuned".

Ma a Grillo, dalla Festa de l'Unità si rivolge Piero Fassino. "Non è mandando a quel paese i partiti che si salva l'Italia", ha detto il segretario dei Ds. "La politica - ha continuato Fassino - è anche quella cosa che può riempire degnamente una vita. A Beppe Grillo, che dichiara di voler distruiggere i partiti vorrei dire di guardare a questa Festa, alle nostre feste. Non può essere svilito l'impegno e la disponibilità di tanti ".

Con il comico si schiera Antonio Di Pietro. "Finalmente una ventata di novità nel panorama politico italiano", dice il ministro. "E' in questo modo - dice ancora il leader dell'IdV - che si dà anche luogo al ricambio generazionale della classe politica italiana. Soprattutto lascia che sia il cittadino a scegliere i propri candidati. Ci auguriamo il successo dell'iniziativa e assicuriamo il nostro contributo".

(16 settembre 2007)

da repubblia.it
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« Risposta #19 inserito:: Settembre 17, 2007, 06:36:17 pm »

«Gradimento dal 50%»

Il sondaggio: il comico piace a sinistra Il 17 % lo «voterebbe sicuramente», «simpatia» dal 33%

Successo soprattutto nell'ala radicale della maggioranza 


C'è tra gli italiani un'estesa voglia di votare Beppe Grillo, dopo le ultime esternazioni del comico genovese. Il 17% preannuncia senz'altro il proprio suffragio, il 33% «lo prenderebbe comunque in considerazione». E i consensi appaiono maggiori tra chi oggi vota per i partiti del centrosinistra.

Il successo delle iniziative di Beppe Grillo ha scosso il mondo politico e suscitato commenti preoccupati da parte di leader e osservatori. Motivati, per la verità, più dal timore che le performance del comico possano scombussolare l'assetto politico attuale che dal merito delle proposte avanzate, rimaste, tranne rare eccezioni, completamente ignorate.

Dal punto di vista dell'opinione pubblica, il consenso per le attività di Grillo è invece assai ampio, tanto che Diamanti lo ha stimato nel 43% della popolazione.

E' un dato che non deve sorprendere. Grillo è infatti riuscito sapientemente a legare la politica all'antipolitica, attirando al tempo stesso i consensi di molti «militanti» o comunque interessati alla politica, provenienti specie dalla sinistra, e quelli di chi è più sensibile alle tematiche dell'ant ipolitica tout-court. Quest'ultima, come si sa, ha sempre avuto un relativo successo nel nostro Paese (e in tanti altri), sin dai tempi dell'«Uomo Qualunque». Ancora oggi, se si domanda agli italiani «che cosa le viene in mente quando pensa alla politica?», gli attributi e le definizioni negative costituiscono la maggioranza, arrivando a toccare il 60% delle risposte: le più frequenti sono «rabbia», «disgusto», «diffidenza». Anche per questo, non a caso, tre italiani su quattro affermano oggi che «i politici non si preoccupano di quello che pensa la gente come me» o che «la gente come me non ha alcuna influenza su quello che fa il governo» o, ancora, che «i politici sono interessati ai voti dei cittadini, non alle loro opinioni».

Ma, come si è detto, il movimento di Grillo, diversamente da quello di Giannini e di molti altri, giunge a coniugare la larga diffusione degli atteggiamenti legati all'antipolitica con la protesta «politica» più radicale.

Con quali possibili effetti dal punto di vista elettorale? C'è tra gli italiani una estesa «voglia» di votare per Grillo, se si presentasse alle elezioni. Il 17 per cento preannuncia senz'altro il proprio suffragio. E un altro 33 per cento dichiara che «lo prenderebbe comunque in considerazione». Esiste, insomma, un mercato potenziale che sembra comprendere addirittura metà dell'elettorato. I consensi appaiono relativamente maggiori tra chi oggi vota per i partiti del centrosinistra, ma sono presenti in larga misura anche tra gli elettori del centrodestra, tra gli indecisi e tra i potenziali astenuti. Ed è molto significativo che la disponibilità verso Grillo sia più accentuata tra i giovani.

Ovviamente, una cosa è l'intenzione (o la potenzialità) al voto espressa in un sondaggio, un'altra è il comportamento di voto vero. Tra chi dichiara la possibilità di optare per Grillo, molti sono oggi «appartenenti» ai partiti già esistenti. In particolare, il favore per il comico si trova in misura maggiore nell'estrema sinistra, ove si connota anche come protesta radicale. Si tratta di un segmento di elettorato che difficilmente abbandona il «proprio» partito.

Ciò suggerisce che il seguito elettorale effettivo di Grillo si possa ragionevolmente collocare a livelli molto inferiori di quello potenziale. Ma ciò che conta non è la quantità di voti che il comico potrebbe raccogliere. E' il fenomeno dell'antipolitica, così fortemente enfatizzato e stimolato da Beppe Grillo, a dover forse preoccupare, per la sua presenza trasversale in tutti i partiti, anche tra gli elettori più fedeli. Abilmente mescolato alla protesta «politica» radicale, esso forma un mix potenzialmente esplosivo, una sorta di fuoco sotto le ceneri. Dagli effetti imprevedibili.

Renato Mannheimer
17 settembre 2007
 
da corriere.it
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« Risposta #20 inserito:: Settembre 17, 2007, 06:37:10 pm »

17/9/2007
 
O Grillo o Dio
 
SAPEGNO
 
Vorrei chiedere a Beppe Grillo solo due o tre cose. Per esempio, vorrei chiedergli se è davvero convinto di fare antipolitica. E poi vorrei chidergli se è incensurato, o se è sicuro di esserlo, visto che fa il paladino della buona politica.

E con questo non è che gli farei un'accusa. Anzi. Io con il mio lavoro è difficile che riesca a stare incensurato, perché c'è sempre qualcuno che ti querela, che ti denuncia, che ti riempie di guai, e c'è pure molto spesso qualche giudice che gli dà retta. Uno potrebbe pure disquisire che molte volte anche le condanne sono ingiuste perché sono le leggi a essere ingiuste. Però, lasciamo perdere. Non è questo il problema.

Ma come fa a scagliare la prima pietra chi è colpevole di qualcosa? Glielo chiederei solo per curiosità, mica per attaccarlo, perché a me Grillo è sempre stato simpatico, anche quando non stava sulle prime pagine dei giornali, anche quando non stava da nessuna parte dopo che l'avevano esiliato. Per il resto, come si fa a dar torto a Grillo: in fondo dice più o meno le cose che pensiamo tutti, che sentiamo dentro. Parla alla pancia, e parla al cuore.  E qualche volta spara pure sulla Croce Rossa.

I ds stanno così male come non sono mai stati che difatti si sciolgono e finiscono nel nuovo partito. Hanno avuto il primo segretario della loro storia che ha votato per sbaglio le leggi del governo Berlusconi (lo fece, mi sembra, ma non vorrei sbagliarmi, per la legge sulla tv e fu beccato da una telecamera: vedi gli scherzi della vita), un bravo signore torinese che in tutta la sua vita non hai mai detto una cosa cattiva contro nessuno, neppure contro i suoi nemici, che se uno gli spara contro dice che forse aveva pure ragione quello, che qualche motivo gli è stato dato, anche se la ragione non sta mai da una parte sola e poi non bisogna solo pensare alla ragione ma allargare la vista...
 
Certo, se io devo farmi difendere da qualche parte, scelgo tutta la vita uno come Grillo al posto di Fassino. Non so perché, ma così, d'istinto. Magari mi sbaglio, ma Fassino sarebbe capace di dare ragione all'accusa, perché bisogna essere obiettivi e bisogna sforzarsi di capire e dare il buon esempio, o altri salamelecchi come questi. Però, voi da che parte state? Mica per Fassino. Dico su Grillo e la politica, Grillo e la casta. Dove soffia il vento? Dove ci porterà? 
 
 
da lastampa.it
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« Risposta #21 inserito:: Settembre 19, 2007, 04:39:14 pm »

19/9/2007 (15:14) - I SIMPATIZZANTI DEL COMICO TORINESE

Il gran rifiuto dei grillanti "Non seguiremo Beppe nelle sue liste civiche"
 
Gli Amici torinesi di Grillo riuniti ieri sera in via Martini 4

Non piacciono le proposte di un nuovo partito e del bollino-imprimatur

LUCIANO BORGHESAN
TORINO


Grilli, grillini o grillanti? Grill-esi, torinesi e cortesi, ma non chiamateli «falsi». Della sincerità, di più, della schiettezza hanno fatto la loro qualità. Come lui, Beppe (per l’amico Antonio Ricci «Giuseppa, ma non posso dirvi perché») il fondatore.
Qui, in città, si riuniscono dal luglio 2005. Guarda caso, la partenza è avvenuta in corso San Maurizio a pochi metri dal luogo dove si trovavano i «ragazzi che volevano fare la rivoluzione», a inizio Anni Settanta, con Adriano Sofri, nell’ultima sede di Lotta Continua. Altra storia, gran parte degli Amici di Grillo non erano neppure nati.

«Noi ci siamo trovati in una pizzeria, da Mamma Mia», ricorda Simone Lattes, 24 anni, studente con il sogno di diventare direttore d’orchestra, una famiglia che si occupa di editoria.

Che cosa ha spinto i web-viaggiatori a conoscersi a due passi da Palazzo Nuovo? «Andavamo a sentire Grillo, agli spettacoli si rideva, ma c’era da piangere. Eravamo presi dallo sconforto. Che cosa possiamo fare? Proviamo a incontrarci. Pensavamo di essere quattro gatti. Ci demmo appuntamento attraverso il blog. Dagli iniziali quaranta siamo arrivati a 1400», ai giovani si sono aggiunti pensionati e madri di famiglia.

I primi organizzatori erano un ragazzo di cui non si ricorda più il nome e Cristina, che continua, saltuariamente, a partecipare alle serate. Poi - febbraio 2006 - il compito di trovare sedi e stilare ordini del giorno passò ad Andrea Sacco, 35 anni, titolare di un negozio di arredamenti, e dal luglio scorso ad «Alissa» Elena Sargiotto, 42 anni, impiegata («Ancora per poco, temo che tra qualche mese sarò disoccupata»). In questi due anni il gruppo si è occupato di ambiente, energia pulita, di informazione. Anche di elezioni.

«In occasione delle amministrative in cui fu rieletto Chiamparino, un partito chiese di candidarmi - racconta Sacco -, ne parlai al gruppo, decidemmo per il “no”, un orientamento già mio». Riecco il problema: ieri sera, in un locale di via Martini (ospitati dal Partito Umanista), i Grill-esi si sono cimentati con l’idea dell’artista-leader sulle liste civiche. Sono emerse più contrarietà che adesioni: no al metodo, al bollino-imprimatur. «Se faranno liste, mi comporterò come con gli altri partiti, li misureremo sui fatti», commenta Alissa. «Io temo liste civetta o che il meetup venga etichettato come partito di Grillo», dice Simone. Ma che cosa non va di questo mondo? «Il partitismo, l’economia, l’informazione». Perché? «Scadenti. Tutti succubi dei poteri. Nessuno fa bene la propria parte». E i Grill-esi? «Controlleranno».

da lastampa.it
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« Risposta #22 inserito:: Settembre 24, 2007, 10:55:36 pm »

24/9/2007 (7:21) - UNO CONTRO TUTTI

L'ultima di Grillo. Attacca il Papa sul lavoro nero

Da Jesolo il comico contro il Vaticano: «E' l'amministratore delegato tedesco»

MARCO I. FURINA
ROMA


Il Papa? «Un amministratore delegato tedesco che gestisce due milioni di lavoratori in nero». Nella sua foga polemica Beppe Grillo non risparmia neppure Joseph Ratzinger e dal palco di Jesolo dove è in tournée con il suo spettacolo attacca tutto e tutti, nessuno escluso. E dopo aver invitato ieri i grillonauti ad affollare le sale dei consigli comunali d’Italia, torna a sferzare il mondo della politica: Il Parlamento? Con una media di un pregiudicato ogni 10 parlamentari - attacca il comico -, «spaventa perfino il Bronx, dove di pregiudicati ce n’è solo uno su 15».

Ma le parole più dure il comico genovese le riserva a Clemente Mastella. L’ultimo post lasciato da Grillo sul suo blog è tutto per il ministro della Giustizia: «Parlare di Mastella è come sparare su un tonno in scatola. Non riesco più a stargli dietro». Questa volta a finire sul banco degli imputati è il blog di discussione aperto dal leader dell’Udeur, che non garantirebbe la totale libertà di espressione tipica di internet. «La Rete è nata libera - spiega il comico -. Una delle sue leggi è la trasparenza. Non si può nascondere nulla in Rete e non si possono raccontare balle.

La Rete è la fine dei politici che dichiarano una cosa e ne fanno un’altra». Mentre Mastella «ha aperto un blog per dialogare con i cittadini, ma - ironizza Grillo - non pubblica le migliaia di commenti negativi. Quelli positivi arrivano solo da Ceppaloni. La Rete non tollera questo tipo di comportamento». E Grillo, che sul sapiente uso del web ha costruito il suo successo, gongola per la sorte dell’avversario, ribattezzato per l’occasione «ministro dell’indulto»: «Hanno clonato il suo blog per poter commentare. Quando il Ministro dell’Indulto pubblica un post lo pubblicano subito anche loro consentendo i commenti». Commenti del tipo: «Mastella ha uno sguardo da banconota falsificata male».

Non è solo il Guardasigilli il bersaglio del comico più discusso del momento. Destra e sinistra, il leader del V-day ha una parola per tutti. A Pier Ferdinando Casini che il giorno del V-day lo aveva definito un terrorista risponde così: «Si deve vergognare: proprio lui che fa il genero di Caltagirone di professione, e nel cui partito c’era Mele (il deputato dimessosi dal gruppo dell’Udc dopo essere stato scoperto in un festino a base di droga e sesso, ndr) e che va al Family day con due famiglie». Di Walter Veltroni ripete: «Un topo Gigio alla guida di un Partito democratico nato morto».

Il premier è di nuovo «il valium Romano Prodi che ha l’encefalite letargica». E al viceministro dell’Economia, Vincenzo Visco chiede: «Dove sono finiti i soldi che mancano derivanti dagli appalti sulle concessioni dei macchinari per i giochi d’azzardo. Pari a 4 Finanziarie». Ma non è per nulla tenero nemmeno col ministro delle Telecomunicazioni, Paolo Gentiloni, colpevole, a suo dire, di tergiversare sulla questione di Rete 4: «Dice di essere nato vecchio e che ora si sente giovane ma è nato solo str... e rimane str...».

Le critiche a 360 gradi del comico al mondo delle istituzioni e dei partiti non scoraggiano però gli esponenti politici dal tentare un’analisi del fenomeno Grillo. Per il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero su «moralità politica», esigenza che la «politica riprenda in mano l’economia» e «lotta alla precarietà», Grillo ha ragione. Mentre un uomo di spettacolo come Gerry Scotti invita a non fidarsi dei proclami del comico: «Grillo è bravo, furbo, intelligente e con delle caratteristiche uniche», ma sinceramente - dice il presentatore di Canale 5 - sono stupito «dal fatto che tutti sono riusciti a cascarci».

da lastampa.it
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« Risposta #23 inserito:: Settembre 26, 2007, 12:07:30 pm »

26/9/2007 (8:17) - RETROSCENA

Ma è già nata l'oligarchia dei grillanti
 
Liti e scomuniche: come in un partito

JACOPO IACOBONI


E su, ci vorrebbe anche un «vaffa» autoironico, che Beppe Grillo si alzasse e urlasse «not in my name», non vi scannate tra voi a nome mio. Ecco, e sia scusata visto il tema la franchezza: quand’è che Grillo manderà affanculo anche i custodi dell’ortodossia del V-day?

Già perché fa un po’ ridere quel che sta capitando nel mondo dei fan di Beppe, i grillanti già si dividono e litigano, un’aristocrazia che si sente legittimata direttamente dal comico attacca quelli che invece usurperebbero il marchio “V” come se fosse il simbolo di una Udeur qualsiasi; oltretutto è probabile che tutto accada malgré Beppe, come spesso succede a chi ha fatto detonare una bomba, e non può sapere quante schegge ci saranno, e se colpiranno i bersagli voluti oppure no. Lunedì un gruppo di fan del comico ha creato un falso blog di Casini in cui l’ex presidente della Camera assicurava di esser pronto a entrare a Palazzo Chigi, stampellando la maggioranza.

Per un po’ qualcuno c’ha creduto - sorpreso semmai che Casini lo dicesse. I giornali l’hanno riportato. Anche Pier ne è venuto a conoscenza, e ha querelato i burloni. Tutto normale, «ce l’aspettavamo», dicono adesso questi grillanti di serie B; perché esistono, si scopre ora, quelli di serie A, gli oligarchi o i sacerdoti del verbo: che ieri li hanno scomunicati un po’ come si faceva a Campo de’ Fiori.

Ricordate? Una delle trovate più sussiegose seguite al V-Day è stata l’idea di marcare con un bollino i meet-up autentici, i comitati di grillanti di origine controllata. Parve fin da subito idea meno travolgente della raffica di vaffa che ci aveva fatto sganasciare a Bologna, qualunque cosa pensassimo delle accuse di populismo rivolte al comico. «All’inizio era un grande show, e almeno in parte doveva restare così», dice uno dei grillanti di serie B, tra gli autori della burla ai danni di Casini. Ma siamo tutti così seri, in Italia...

E Casini, querelando, non è neanche stato quello che s’è arrabbiato di più; a prendersela davvero sono stati i grillanti che «siamo noi i veri grillanti», quelli della purezza tradita, che già vedono la Forza originaria dell’Idea sbiadire in un «cazzeggio demenziale» (parole loro). Ma non era nato tutto appunto dal «cazzeggio»? E quand’è il momento della vita (o della storia) in cui si diventa irrimediabilmente seriosi? I grillanti di serie A l’hanno doppiato alla velocità della luce se accusano gli altri con toni così, «siete dei c..., se volete prendere iniziative personali (e ovviamente potete), non nascondetevi dietro il simbolo del V-day! Cosa c’entra il V-day, scusate?».

Qualcuno ha difeso i reprobi, «non cadiamo in errore, dare una forma al V-day significa dare la possibilità di minarlo e strumentalizzarlo»; ciononostante il peso degli insulti è stato così forte da indurre i falsari a un classico alla Giordano Bruno: le scuse sulla pubblica piazza (la Rete, stavolta). «Su richiesta di molti abbiamo tolto il simbolo del V-day. Con tutti i problemi che ora abbiamo non vogliamo scatenarci contro anche 300 mila persone (delle quali abbiamo fatto parte anche noi), per carità. Certo è che non ci aspettavamo che la V fosse diventata più sacra della Madonna di Loreto.

Non sapevamo che ci fossero dei sacerdoti custodi del pensiero puro». Pensavano che la protesta potesse declinarsi in diverse forme, che non ci fosse un canone, un vangelo sacro della contestazione. «Non avevamo capito che Grillo fosse diventato un guru e che ci fossero degli adepti superortodossi da non offendere, non ci eravamo accorti che ne fosse nata una nuova religione. Eppure ci era sembrato che lo stesso Beppe avesse fatto capire più di una volta che “sta storia del guru è una c...”».

Come i fratelli grillanti, anche i fratellastri sono ragazzi con parecchio tempo libero nella giornata; ma sono poi colti, autoironici, raffinati, colpe insopportabili in ogni transizione dalla rivoluzione al termidoro. Il loro portavoce, scusandosi di aver turbato gli ortodossi, sul blog si firma Diadorim Riobaldo, unendo i nomi di due personaggi del «Grande Sertão», il romanzo di João Guimarães Rosa, storia di briganti, di uomini in guerra, di donne inafferrabili; storia di un ex bandito, Riobaldo, narrata da lui stesso a un dottore silenzioso in viaggio nel Sertão. Un ex bandito? Coi grillanti? Era chiaro che non gli avrebbero dato il bollino chiquita.

da lastampa.it
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« Risposta #24 inserito:: Ottobre 06, 2007, 10:48:09 pm »

POLITICA

Il comico-politico genovese spara a zero dal suo blog contro l'Europa a 25 e chiede perché non è stata fatta una moratoria o, "almeno un serio controllo all'ingresso"

Grillo: "I rom sono una bomba a tempo Sconsacrati dai politici i confini della Patria"

 
ROMA - "Una volta, i confini della Patria erano sacri, i politici li hanno sconsacrati". Beppe Grillo riparte all'attacco e, questa volta, sul suo blog si occupa dei rom. "Una bomba a tempo" la definisce "che va disinnescata".

"Un Paese non può vivere al di sopra dei propri mezzi - scrive Grillo sotto il titolo "I confini sconsacrati" -. Un Paese non può scaricare sui suoi cittadini i problemi causati da decine di migliaia di rom della Romania che arrivano in Italia". Ed ecco la critica diretta a Prodi e al suo governo: "L'obiezione di Valium è sempre la stessa, 'la Romania è in Europa', ma cosa vuol dire Europa? Migrazioni selvagge di persone senza lavoro da un Paese all'altro? Senza la conoscenza della lingua, senza possibilità di accoglienza? Ricevo ogni giorno centinaia di lettere sui rom. E' un vulcano, una bomba a tempo. Va disinnescata".

"Si poteva fare una moratoria per la Romania, è stata applicata in altri Paesi europei. Si poteva fare un serio controllo degli ingressi. Ma - recrimina Grillo - non è stato fatto nulla". "Un governo che non garantisce la sicurezza dei suoi cittadini a cosa serve, cosa governa? Chi paga per questa insicurezza sono i più deboli, gli anziani, chi vive nelle periferie, nelle case popolari. Una volta - conclude - i confini della Patria erano sacri, i politici li hanno sconsacrati".

E nel suo blog, Grillo rafforza il concetto citando un ampio stralcio di una lettera di un certo Nicola B. che ha casa, amici, azienda e parenti in Romania, ma non sopporta i romeni e ritiene "una follia" l'allargamento a 25 dell'Europa: "Mia moglie è rumena! Mia nonna era croata! Ma io sono italiano! I miei figli saranno italiani! Mia moglie è diventata italiana! Dà un contributo anche lei alla mia famiglia... alla mia casa... a questa nazione! Chi non lo merita BASTA! fuori! Fuori da questo Stato! Schengen non è servito a nulla! Non serve a noi italiani o ai tedeschi! Serve solo a questi ad approfittarne per venire qui e fare quello che vogliono! Lottiamo ogni giorno contro la mafia! La povertà! Di problemi in Italia ne abbiamo infiniti! Non siamo neppure noi pronti ad accoglierli! Non possiamo dargli le case! I nostri padri hanno sudato e lavorato per costruire questa nazione! BASTA! Sono di sinistra... ero di sinistra! Ora basta! Fuori il marcio dai nostri confini... dalle nostre carceri... dalle nostre strade!! Benvenuto chi invece ha voglia di lavorare e progredire insieme! VIVA l'ITALIA!"

(5 ottobre 2007)

da repubblica.it
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« Risposta #25 inserito:: Gennaio 01, 2009, 07:47:12 pm »

31 dicembre 2008, 14.41.58

Discorso di Capodanno



"Umanità! Popolo italiano!

Siete tutti in vacanza, siete in ferie, eh? Con la social card, eh! Social Card, due parole inglesi per prendervi per il culo in italiano.

Siete in ferie, ma non lo siete solo voi: è l'Italia che è in ferie. L'Italia va in ferie un mese, riaprirà il 12 gennaio... chissà se riaprirà, l'Italia.

Signori, abbiamo una grande occasione: il 2009 andremo contro un muro, ci sbatteremo una facciata pazzesca ma ci farà svegliare da questo coma e ci farà capire in che situazione siamo.Ci farà solo bene, questo shock. Sarà uno shock traumatico. Siamo tutti nel tunnel, e c'è gente che va in televisione a dire: "bisogna uscire dal tunnel, ci usciremo nel 2010".State nel tunnel! State nel tunnel! Fuori è ancora peggio!

Signori, la democrazia se n'è andata sotto i nostri occhi, i cittadini sono tagliati fuori, cinque persone hanno eletto questo social network di pregiudicati, ruffiani, amici degli amici, avvocati che fanno leggi per gli amici degli amici.

Signori, in Abruzzo il 50% non è andato a votare: è il nostro partito. Lo dicevamo noi di non andare a votare, perché erano elezioni illegali e anticostituzionali. 50% più quello che ha preso Di Pietro: noi siamo la maggioranza del Paese! Loro sono la minoranza, e lo vedi dai loro sguardi: hanno paura.

Noi esportiamo cose meravigliose: prima la pizza, la cultura... adesso esportiamo delinquenti e pregiudicati o presunti tali, in Europa. Ci andranno Del Turco, Bassolino... questa è la grande caratteristica che abbiamo.

Ma il 2009 farà nascere delle cose meravigliose: siamo in guerra, siamo in guerra! Per cortesia, ogni cittadino si deve mettere un elmetto, uscire e farsi la democrazia fai da te! Farsi la sua politica, e voi avete un potere enorme: quello del vostro piccolo portafoglio, come spendere e come non spendere. Io sto seguendo i consigli dello psiconano, che ormai vaneggia sui consumi. Siamo noi, quelli vogliono risparmiare, che creano il delirio dell'economia.
Siamo veramente in un momento strano, in un momento in cui all'asta dei buoni del Tesoro, BTP e CCT, due aste sono andate deserte. C'è qualcosa che non quadra più se i grandi istituti non comprano. Il nostro debito sta salendo, le imprese che chiudono non danno più tasse quindi non ci sarà più reddito per lo Stato. L'IRPEF non la si pagherà, il debito salirà, è già oltre 1700 miliardi e dobbiamo pagare 80 miliardi di euro di interessi all'anno e ci rompiamo i coglioni col lodo Alfano...Lo vediamo dalla faccia di Tremonti, che è un fantasma che si aggira.
Signori questa sarà una grande battaglia, è una grande occasione per cambiare le cose e le cambieremo. Le cambieremo, perché partiremo dal basso con le liste civiche, rovesciamo la piramide. I cittadini entrano nei comuni, creano trasparenza con gli altri cittadini. Dai comuni alle Regioni, poi dalle regioni in Parlamento. Rovesciare la piramide, è questa la nostra battaglia. Però i cittadini devono avere un'informazione corretta, che potete trovare solo sulla Rete, perché i giornali sono ormai una questione del passato.

Non c'è più nulla da trovare nei giornali, la verità non c'è più. Sarà qualcosa di straordin... Ciro! Ciro! Non toccare i sacchetti di sabbia alla finestra!
Lascia stare il fucile a pompa! Dicevo... dovete stare sereni.

I giovani mi chiamano, i ragazzi mi chiedono: "che futuro abbiamo?". Ragazzi non preoccupatevi per il futuro: non ce l'avete. Una preoccupazione in meno.
Dove andremo a finire? Andremo a finire che cento imprenditori, cento zecche hanno salassato questo sistema.

Questi politici che sono lì da venti, trent'anni. La moglie di Fassino, del globulo, la signora Serafini è trent'anni in politica e non ho capito che cazzo ha fatto in trent'anni. La Carfagna... abbiamo delle cose che ci guardano allucinati da tutto il mondo.

Abbiamo nani... non bastava uno psiconano, ce n'è un altro, Brunetta che è un iPod nano.

Abbiamo cose che non si riescono a capire, siamo nel delirio, nella controtendenza.

Il mondo va verso le energie rinnovabili, Obama parla di rifiuti zero, di rinnovabili e noi parliamo di inceneritori e discariche, di diossina, di tumori.Il mondo va verso le rinnovabili e noi parliamo di nucleare. Il nucleare. Siamo in mano a dei malati di mente, malati di mente: ve l'immaginate una centrale nucleare costruita da Ligresti e controllata da Tronchetti Provera?

Siamo oltre ogni limite, però il 2009 daremo una di quelle facciate, ma una di quelle facciate che sarà la nostra resurrezione. Noi risorgeremo, cari amici, risorgeremo dal basso. Forti, forti con l'elmetto in testa. Lo faremo per noi e se non lo faremo per noi lo faremo per i nostri figli e i nostri nipoti.

Se i cittadini saranno esautorati da qualsiasi diritto... perché le leggi popolari le insabbiano - noi abbiamo fatto una legge popolare per mandare via i pregiudicati, due legislature, voto di preferenza - è nella commissione. Devono decidere se discutere quelle leggi popolari. Quattrocentomila persone sono andate a firmarle. Se non le discutono verremo noi lì, a farvele discutere, ve le discuteremo sulla faccia, vi guarderemo negli occhi.

I cittadini sono tolti da qualsiasi diritto costituzionale, dai referendum alle leggi popolari, alle petizione. Li mandano via dai comuni. I cittadini devono riappropriarsi della democrazia. Quindi buona guerra, buon 2009. State su e soprattutto state sereni! Ciro! Lascia stare i sacchetti!" Beppe Grillo


dal blog di Beppe Grillo.
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« Risposta #26 inserito:: Gennaio 08, 2017, 09:48:57 pm »

Focus
Stefano Cagelli - @turbocagio
· 8 gennaio 2017

Grillo divorzia dall’Ukip e lancia (a sorpresa) la votazione online

L’obiettivo ora è l’adesione al gruppo parlamentare europeo ALDE con lo scopo di dar vita “a una nuova identità europea, che chiameremo DDM (Direct Democracy Movement)”

Divorzio dagli indipendentisti britannici dell’Ukip, padri della Brexit, e negoziato per l’adesione al gruppo parlamentare europeo ALDE (Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa) con lo scopo di dar vita “a una nuova identità europea, che chiameremo DDM (Direct Democracy Movement)”.

E’ la proposta che il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, lancia oggi sul suo blog, dove si apre (a sorpresa e senza preavviso) la votazione on line. Gli iscritti potranno esprimersi oggi fino alle 19 e domani dalle 10 alle 12, quando la consultazione sarà chiusa.

Grillo spiega: “I recenti avvenimenti europei, come la Brexit, ci portano a ripensare alla natura del gruppo EFDD” (Europe of Freedom and direct democracy) del quale M5S fa oggi parte assieme a Ukip e altre formazioni più piccole. “Abbiamo studiato le percentuali di voto condiviso con Ukip e le atre delegazioni minori: la cifra non supera il 20%. Molto poco”, scrive Grillo, secondo cui “rimanere in EFDD equivale ad affrontare i prossimi due anni e mezzo senza un obiettivo politico comune, insieme a una delegazione che non avrà interesse a portare a casa risultati concreti. Ci ritroviamo nelle condizioni di rimanere in Parlamento con le prerogative derivanti dall’appartenenza a un gruppo politico, ma senza la possibilità di fare il massimo per realizzare il programma del MoVimento 5 Stelle in Europa. Non nascondiamo anche – continua il leader dei cinque stelle – un certo disagio rispetto all’utilizzo improprio di capitali delle Fondazioni (a cui noi abbiamo rinunciato e continueremo a rinunciare) da parte di alcuni colleghi di EFDD, in riferimento alle notizie pubblicate e da cui prendiamo le dovute distanze”.

Ma stare in un gruppo parlamentare è necessario perché finire nel raggruppamento dei non iscritti “significa occupare una poltrona con le mani legate: significa non poter lavorare”. Si cerca dunque un’altra ‘casa’, e “gli unici ad aprire il dialogo con noi sono stati gli eurodeputati di ALDE”, riferisce Grillo, che racconta: “Abbiamo fatto un tentativo di dialogo anche con il gruppo dei Verdi, che ha rifiutato la nostra richiesta di confronto. Ci è stato comunicato che un eventuale ingresso del MoVimento 5 Stelle nel gruppo dei Verdi avrebbe infatti ‘sbilanciato’ gli equilibri del gruppo “stesso “.

Il leader pone poi le “condizioni politiche alla base dei negoziati con ALDE”. Ovvero: “Condivisione dei valori di democrazia diretta, trasparenza, libertà, onestà; totale e indiscutibile autonomia di voto; partecipazione dei cittadini nella vita politica delle Istituzioni europee; schieramento compatto nelle battaglie comuni come la semplificazione dell’apparato burocratico europeo, la risoluzione dell’emergenza immigrazione con un sistema di ricollocamento permanente, la promozione della green economy e lo sviluppo del settore digitale e tecnologico con maggiori possibilità occupazionali”.

In tal modo, secondo Grillo, “il MoVimento 5 Stelle manterrebbe la sua piena autonomia con l’opportunità di dare vita a una nuova identità europea, che chiameremo DDM (Direct Democracy Movement) un progetto ambizioso che apre a un futuro in cui sempre più realtà europee condivideranno il valore della democrazia diretta”.

Da - http://www.unita.tv/focus/grillo-divorzia-dallukip-e-lancia-a-sorpresa-la-votazione-online/
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