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Autore Discussione: Massimo GRAMELLINI.  (Letto 332060 volte)
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« Risposta #480 inserito:: Luglio 19, 2013, 11:49:15 am »

Buongiorno
18/07/2013

Il ministro ombra

Massimo Gramellini

È possibile che travestire una palestra da prima casa sia colpa infinitamente più grave che consegnare moglie e figlia di un dissidente al satrapo di un Paese fornitore di petrolio. Quindi non le dimissioni della perfida Idem si pretendono dal timido Alfano, ma semmai un’immissione sulla poltrona di ministro dell’Interno, che per sua stessa ammissione è attualmente disabitata. Alfano ha un vero talento nel non abitare le poltrone che occupa. Sarà per questo che gliene offrono in continuazione. Se fosse stato effettivamente il segretario del Pdl, quando il proprietario del partito gli fece ringoiare la promessa delle primarie avrebbe dovuto dimettersi. Ma lui non è il segretario del Pdl, lui non è il ministro dell’Interno, lui probabilmente non è neanche Alfano, ma un cortese indossatore di cariche per conto terzi. Tra le tante squisitezze che ha pronunciato l’altro giorno al Senato vi è l’affermazione perentoria che al cognato della signora kazaka (o kazakistana, per citare quell’acrobata del vocabolario di La Russa) i poliziotti non abbiano torto un capello. E pazienza se nell’intervista al nostro Molinari il cognato racconta di essere stato preso a pugni e ceffoni, come conferma il verbale del pronto soccorso pubblicato dall’«Espresso». Alfano era e rimane all’oscuro di tutto: pugni, ceffoni, cognati, forse anche che esista una polizia e che sia alle sue dipendenze.

 

Rimane la speranza che certi giudizi come questo lo offendano a morte e che in un soprassalto di dignità il ministro ombra di se stesso si dimetta, preferendo passare per responsabile che per inutile. Ma la nostra è, appunto, solo una speranza. 

 da - http://lastampa.it/2013/07/18/cultura/opinioni/buongiorno/il-ministro-ombra-qmxPLUfSkumxDGYXo8gxdM/pagina.html
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« Risposta #481 inserito:: Luglio 20, 2013, 06:31:48 pm »

BUONGIORNO
20/07/2013

Chiuso per indignazione

MASSIMO GRAMELLINI

Anche ieri in Italia diversi negozi hanno chiuso per eccesso di debiti e di creditori insolventi. Invece i negozi milanesi di Dolce & Gabbana hanno chiuso per indignazione, come si può leggere in italiano e - per i diversamente lombardi - in inglese («Closed for indignation») sui cartelli delle loro vetrine ostinatamente sigillate. Riapriranno fra tre giorni (la coincidenza evangelica si presume involontaria), affinché i clienti inconsolabili possano meditare sull’ingratitudine umana, reincarnatasi nelle fattezze di un assessore di Pisapia che ha rinfacciato a D & G la condanna in primo grado per evasione fiscale. «Fate schifo!!!», ha scritto G in un breve messaggio prodigo di esclamativi, e in quel plurale fin troppo ampio per un solo assessore avrà inteso inglobare tutti i radical chic che si ostinano a considerare le sentenze più rilevanti dei fatturati.
La serrata di D & G si è meritata la pronta solidarietà di B (inteso come Briatore), che non aveva sottomano niente da chiudere, ma in compenso si è indignato moltissimo. Mi accodo alla scia di quella luminosa cometa per accendere un abat-jour sul destino dei tanti negozianti più o meno dolci che la crisi continua a gabbare. Non potendo permettersi il lusso di chiudere per indignazione, a loro è concessa la magra consolazione di indignarsi perché sono stati costretti a chiudere.

P.S. Anche il Buongiorno chiude per un po’, ma non indignatevi. 

da - http://www.lastampa.it/2013/07/20/cultura/opinioni/buongiorno/chiuso-per-indignazione-a9BH7zigHl44mdOOcj3dhK/pagina.html
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« Risposta #482 inserito:: Agosto 23, 2013, 11:38:33 pm »

Buongiorno
22/08/2013

Dove le parole non arrivano


Massimo Gramellini


Vi chiediamo scusa per l’intrusione. È estate, i tempi sono già abbastanza duri e da un giornale si pretende, giustamente, un alito di speranza.
Ma la speranza si nutre di consapevolezza e invece intorno a noi avvengono cose che ci rimbalzano addosso. Abbiamo imparato a difenderci dalle parole: svuotandole, rendendole innocue. Solo le immagini hanno ancora il potere di svegliarci. Sbattendoci in faccia la vita in ogni sua espressione, anche inaccettabile, tanto da non potere più fare finta che non esista o che non ci riguardi. 

Ieri, durante la riunione del mattino, al giornale è planata la notizia che, secondo l’opposizione, le truppe di Assad avevano compiuto una strage nei sobborghi di Damasco utilizzando gas nervino. Cento, duecento, mille caduti. Il collega degli Esteri riportava l’incerta contabilità senza suscitare reazioni particolari: atrofizzata in una statistica, la morte di massa non fa scalpore. Poi sono arrivate le foto e il clima è cambiato.
I numeri sono diventati volti. E corpi, serrati dentro i lenzuoli. L’assenza di ferite d’arma da fuoco, quindi di sangue, rendeva i cadaveri quasi metafisici: sembravano angeli, specie i bambini.

Il governo siriano nega l’uso dei gas, che le immagini parrebbero invece suggerire. Ma al di là di ogni interpretazione o speculazione di parte, le foto di quei bimbi, e di quelle madri, sono lì per ricordarci che qualcosa di indicibile sta avvenendo da troppo tempo a non troppa distanza da noi. Qualcosa che si è inghiottito anche il nostro inviato Domenico Quirico, che era andato lì per raccontarlo. Prenderne finalmente coscienza è un esercizio doloroso, ma forse non del tutto vano. 


da - http://lastampa.it/2013/08/22/cultura/opinioni/buongiorno/dove-le-parole-non-arrivano-O0PcqXjB6mwvc91ozw9e0H/pagina.html
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« Risposta #483 inserito:: Agosto 23, 2013, 11:44:10 pm »

Buongiorno
23/08/2013

Punto e non a capo

Massimo Gramellini

Se anche gli avvocati lo convincessero a seguire la strategia adottata dal soldato-talpa Manning - chiedere la grazia dopo un cambio di sesso - o se una fata Toghina particolarmente misericordiosa facesse sparire condanna e pene accessorie con un colpo di bacchetta magica, il nodo scorsoio a cui si è impiccata la vita pubblica italiana non si scioglierebbe comunque. Una cucciolata di processi schiumanti aspettano al varco, dalle cene eleganti alla compravendita dei parlamentari. 

Qualsiasi partito al mondo, persino nelle nazioni dove di partito ce n’è uno solo, riunirebbe i propri vertici per costringere il leader a farsi da parte. Capitò nella Dc di Forlani e nel Psi di Craxi, di cui Forza Italia si considera erede, ma succederebbe anche nella Dc tedesca e fra i conservatori inglesi, francesi, svedesi, neozelandesi. Qui invece no, perché il leader non è un capo ma un proprietario e i dirigenti sono in realtà dei dipendenti. Manca un Dino Grandi in grado di dirgli la banale verità: che il suo tempo in politica è finito. Che ha perso la partita e a batterlo non è stata la magistratura e tantomeno quei molluschi litigiosi del vecchio Pd, ma il fallimento delle sue promesse di panna montata: l’incapacità di fare riforme liberali, di ridurre le tasse, di tagliare la spesa, di snellire la giustizia contro cui si è limitato a inveire per tornaconto personale. In vent’anni l’uomo del popolo ha dimezzato i consensi elettorali. Ecco un’ottima ragione, in un partito normale, per indurlo a uscire di scena, salvando il centrodestra, il governo e anche l’Italia, che non ne può più. 

da - http://lastampa.it/2013/08/23/cultura/opinioni/buongiorno/punto-e-non-a-capo-qXBMCkx48f3bR7YYD7g1xO/pagina.html
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« Risposta #484 inserito:: Agosto 29, 2013, 04:21:09 pm »

BUONGIORNO
28/08/2013

Canzonissima

MASSIMO GRAMELLINI

Ieri era la storia dei due coniugi ottuagenari che dopo una vita attraversata insieme si spengono a undici ore di distanza l’uno dall’altro. Oggi è quella di Fred, centenario stonato dell’Illinois che scrive una canzone sulla moglie appena scomparsa, la spedisce a un concorso per musicisti esordienti e lo vince. Il video di «Oh sweet Lorraine», affidato alla voce vagamente melensa di qualche gorgheggiatore professionista e scandito dalle fotografie di un amore durato settantacinque anni, sta provocando proditori attacchi di commozione sul web. 
 
Bestia contraddittoria, l’uomo. Soffre i legami stabili, li irride persino, ma ne è affascinato fino alle lacrime. Non perché confronta la vita pianeggiante di una coppia eterna alle montagne russe della propria esistenza, ma al contrario perché avverte le difficoltà dell’impresa. Quei campioni di longevità sentimentale gli appaiono i cavalieri di un poema epico. Dietro le loro gesta intuisce la pazienza nel sottoporre l’energia rivoluzionaria dell’amore nascente a manutenzioni continue, la capacità di accettare e accettarsi, di adattarsi e perdonare. Immagina ombre e precipizi, fughe e retromarce, tradimenti e rinunce, malattie e scelte sofferte. Un susseguirsi di avventure domestiche che nulla ha da invidiare ai combattimenti coi draghi o ai rischi affrontati da un guerriero o da un acrobata. I Fred e le Sweet Lorraine non hanno vissuto felici e contenti, come tendono un po’ troppo a semplificare le favole. Però hanno vissuto. E forse è proprio questa consapevolezza, inesprimibile con le parole, che muove alle lacrime chi li osserva.

da - http://www.lastampa.it/2013/08/28/cultura/opinioni/buongiorno/canzonissima-mMuw1HxNJwFH3ILT46FT8I/pagina.html
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« Risposta #485 inserito:: Agosto 29, 2013, 04:23:01 pm »

Buongiorno
29/08/2013

Il carisma assolutorio

Massimo Gramellini

Chi vive in una grande città fatica a comprendere perché Saluzzo sia così restia a prendere le distanze dal professore di italiano che le intercettazioni ambientali inchiodano al ruolo abietto di prevaricatore sessuale di allieve minorenni e plagiate. Vero è che a Rignano andò in scena il fenomeno opposto e il paese fece il vuoto intorno alle maestre accusate ingiustamente di avere molestato i bambini a loro affidati. Ma lì la denuncia partiva dalle madri: la comunità era parte attiva del dramma, addirittura causa scatenante.

 

Qui invece l’attacco arriva dall’esterno e colpisce la star locale, l’insegnante carismatico che ha cucinato le prelibatezze di Dante a generazioni di studenti. La prima reazione della comunità è allora la chiusura: di sicuro sarà un complotto, una persona tanto brava e perbene, proprio qui dovevate venire a fabbricarvi il mostro, magistrati e giornalisti della malora?

 

E’ probabile che questo umore assolutorio, o comunque minimizzante, si tramuterà in rabbia giustizialista al processo, non appena i particolari dei consessi erotici diventeranno di dominio pubblico. Ma per ora il pregiudizio popolare sta con l’imputato, in base all’assunto che una persona simpatica e di successo non può essere capace di turpitudini (accade anche in politica, quando un leader molto votato viene accusato di reati infamanti). E ad alimentare questo pregiudizio interviene l’istinto auto-assolutorio della comunità, vivisezionato in centinaia di romanzi: riconoscere di avere vissuto accanto al male significherebbe infatti ammettere di non averlo saputo vedere.

da - http://lastampa.it/2013/08/29/cultura/opinioni/buongiorno/il-carisma-assolutorio-ABWPfEVAtWIDeCGoho4abO/pagina.html
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« Risposta #486 inserito:: Agosto 31, 2013, 05:20:16 pm »

Buongiorno
31/08/2013

Ritorno a casa

Massimo Gramellini


Se la cronaca vi disgusta e tutto - dai pasticci di Siria ai capricci di Silvio - vi provoca una sensazione sconfortante di già visto, nel fine settimana potreste sempre chiedere asilo emotivo alla repubblica di Poesia. È una terra non troppo frequentata e questo presenta i suoi vantaggi: si trova facilmente parcheggio e gli abitanti sono riservati e accoglienti. L’occasione è particolarmente propizia perché oggi e domani la repubblica festeggia l’arrivo di un suo figlio prediletto, Séamus Heaney, che proprio ieri ha lasciato le terre d’Irlanda per tornare a casa. È stato il poeta di un popolo e di un premio Nobel, ma i cerchi immensi della sua anima hanno abbracciato orizzonti imprevedibili, trovando una connessione con la poesia lirica del nostro tempo, la musica pop. 

La prima canzone di «The Unforgettable fire», l’album degli U2 che gli altoparlanti diffonderanno nelle piazze ombreggiate di Poesia per l’intero weekend, si chiama «A sort of homecoming», «Una specie di ritorno a casa». Il titolo, bellissimo, lo dobbiamo a un altro nobile cittadino della repubblica, Paul Celan. Ma la trama e l’umore del testo sono ispirati alla poetica di Heaney. Questa canzone lo ha strappato all’altare austero delle lettere per farlo conoscere ai ragazzi di mezzo mondo. Oggi quei ragazzi sono cresciuti e lo salutano come lui vorrebbe: senza lacrime, sussurrando i primi versi quasi fossero una preghiera silenziosa: «E lo sai che è ora di andare, in mezzo al nevischio e alla neve sospinta, attraverso i campi del lutto verso una luce che c’è in lontananza». La luce di casa.

da - http://lastampa.it/2013/08/31/cultura/opinioni/buongiorno/ritorno-a-casa-SE1UdWEZhDovaOd85gFJsL/pagina.html
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« Risposta #487 inserito:: Settembre 06, 2013, 09:16:58 am »

Buongiorno
06/09/2013

Se il Giaguaro mangia il Caimano


Massimo Gramellini

Fra i tentativi di scongiurare la crisi di governo va segnalato il severo monito di Madre Natura. Nella regione brasiliana del Pantanal un caimano giunto alla sesta replica del film di Nanni Moretti si appisola a bordo acqua senza avvedersi che alle sue spalle, in libera uscita dalla tintoria di Bersani, è in agguato il giaguaro meno smacchiato della storia. Le primarie tra i due predatori producono un verdetto incontestabile: il giaguaro toglie l’agibilità politica al caimano, pappandoselo in un boccone. 

 

L’assenza di pitonesse urlanti ci impedisce di trascinare la metafora alle estreme conseguenze, ma il messaggio appare ugualmente chiaro. Anche qui siamo immersi in un Pantanal. E il giaguaro che inghiotte il caimano è il politico che ingloba l’imprenditore, dando vita alla bestia mitologica del conflitto di interessi. Se fa cadere il governo, si vendica dei suoi nemici ma precipita la savana in una crisi che può mandare a rotoli le sue aziende. Per placare la fame di vendetta, finisce per divorare se stesso. Meglio non appisolarsi (almeno noi). 

da - http://lastampa.it/2013/09/06/cultura/opinioni/buongiorno/se-il-giaguaro-mangia-il-caimano-gKfJABnIzCnZWjeREB86sO/pagina.html
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« Risposta #488 inserito:: Settembre 06, 2013, 11:28:15 pm »

Buongiorno
04/09/2013

Domanda di grazia

Massimo Gramellini


E così vorreste condannarlo ai domiciliari. Costringerlo a trascorrere un anno sul divano della trisnonna, intrappolato fra pareti color salmone, al lume fioco di una lampada a forma di fungo atomico, tra le braccia di una giovane donna che lo soffoca con promesse di amore eterno, quando lui chiede soltanto libertà. 

Fanatici senza cuore, ma non vi tormenta il destino di quest’essere incolpevole che una serie inaudita di coincidenze ha trascinato negli abissi domestici documentati dalla foto? Abbiate il coraggio di guardarlo, tremate davanti al suo smarrimento, date sfogo all’imbarazzo e al rimorso che vi suscita il suo atteggiamento di resa. Dove sono l’antica fierezza, la passione per gli ambienti promiscui e la spregiudicatezza che gli consentiva di oltrepassare ogni porta socchiusa, infischiandosene di regole e divieti? 

Neanche un mostro merita di finire così. E lui non è un mostro. Chiunque abbia lo sguardo puro di un Bondi lo troverà bellissimo. È solo troppo orgoglioso per chiedere la grazia. E allora la chiediamo noi: libertà per il cagnolino Dudù.


da - http://www.lastampa.it/2013/09/04/cultura/opinioni/buongiorno/domanda-di-grazia-lrYBrL9q9ZeTMXPuALO4JM/pagina.html
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« Risposta #489 inserito:: Settembre 06, 2013, 11:29:42 pm »

Buongiorno
05/09/2013

Gufo abusivo

Massimo Gramellini

Non sempre le cassandre fanno una brutta fine. Talvolta si fanno la piscina abusiva. Nouriel Roubini, cognome da mago e fama di gufo, è l’economista che da anni allieta i risvegli dell’umanità con le sue analisi sulla crisi, che ieri era terribile e oggi è un vero schifo ma domani sarà molto peggio, sempre che un serpente a sonagli non vi morsichi prima i talloni. Poiché semina il panico e deprime l’umore, Roubini gode di una certa considerazione presso le classi dirigenti del pianeta, che lo rimpinzano di dollari per accaparrarsi l’esclusiva delle sue iettature. Più lui sprofonda il mondo in cantina, più il suo conto in banca lievita verso le stelle. E, tra la cantina e le stelle, c’è il superattico di Manhattan che il furbone ha comperato coi proventi delle profezie di sciagura, dotandolo di una vasca idromassaggio nella quale accoglie processioni ottimistiche di modelle. Al termine della nuotata Roubini esce dall’acqua, si infila l’accappatoio e, ancora tutto gocciolante, scrive analisi disperate sulla situazione economica e lancia invettive implacabili contro le orge di Berlusconi. 

Impegnato ad annunciare il crollo del Pil di qualche lontano isolotto mediterraneo, questo genio del nostro tempo ha mancato una sola previsione nefasta in vita sua: che il comune di New York scoprisse l’origine abusiva della sua piscina e gli intimasse di rimuoverla dal terrazzo. Ma chi lo conosce sostiene che Roubini, quando si tratta dei fatti suoi, non è tipo che si deprima facilmente. Si limiterà a spostare la vasca e le modelle all’interno dell’attico, da dove continuerà a godersi la vita e a rovinarla a quelli che lo pagano. Contenti loro (beato lui). 

da - http://lastampa.it/2013/09/05/cultura/opinioni/buongiorno/gufo-abusivo-Eci93E9ZuVl46WvgEKXdxI/pagina.html
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« Risposta #490 inserito:: Settembre 07, 2013, 07:26:54 pm »

Buongiorno
07/09/2013

La Patria è mobile

Massimo Gramellini

Quando al G20 sulla Siria hanno fatto la conta delle nazioni schierate con Obama e di quelle che concordavano con la posizione opposta sostenuta da Putin, un solo Paese si è ritrovato inserito in entrambi gli elenchi. Inutile scriverne il nome. Lo conoscete dai tempi della scuola, dai libri di storia dove leggevate di questo popolo di mercanti e mediatori apparentemente astutissimi che non aveva mai finito una guerra, un conflitto, un litigio per il parcheggio dalla stessa parte in cui lo aveva iniziato. La terza guerra di indipendenza, per dirne una, fu un tripudio di equilibrismi e giravolte come non se ne vedono neanche al Cirque du Soleil. Alla fine, pur perdendo tutte le battaglie, riuscimmo nell’impresa di riportare a casa il Veneto. L’imperatore francese Napoleone III commentò sprezzante: «Ah, gli italiani, ancora una sconfitta e mi avrebbero chiesto Parigi!» Dopo Caporetto e la «vittoria mutilata» che ne seguì, saltò su un dittatore smanioso di trasformarci in antichi romani. Ci trascinò in una catastrofe e non trasformò un bel nulla. La mattina di settant’anni fa, il re che da poco lo aveva fatto arrestare ricevette l’ambasciatore nazista per rassicurarlo sulla fedeltà all’alleanza con la Germania: il giorno seguente sarebbe stato l’Otto Settembre. 

Considerati i precedenti, la partita doppia sulla Siria rappresenta una bazzecola. Siamo d’accordo con Obama nel ritenere Assad un criminale di guerra e siamo d’accordo con Putin nel non volerlo bombardare. È così complicato? A me sembra di una chiarezza cristallina. Ma non faccio testo: sono un italiano.

da - http://lastampa.it/2013/09/07/cultura/opinioni/buongiorno/la-patria-mobile-lpVxAsWb2K5hBhfsLw5pPL/pagina.html
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« Risposta #491 inserito:: Settembre 11, 2013, 04:49:10 pm »

Buongiorno
11/09/2013

Super partes

Massimo Gramellini


Il Pd è peggio del Pdl, afferma nell’aula di Montecitorio un oratore dei Cinquestelle, Di Battista. E la presidente Boldrini subito lo interrompe: non offenda. Tre volte - non offenda, non offenda, non offenda - per sottolineare la gravità inaudita del paragone. Dopo avere consultato l’ufficio Arrampicata sugli Specchi siamo pronti a credere alla teoria dell’equivoco: l’imperativo che Boldrini ha intimato con la consueta voce marmorea dai riflessi color ghiacciolo era rivolto al tono del Di Battista più che al contenuto.

Altrimenti dovremmo pensare che il nome di uno dei partiti rappresentati alla Camera da lei presieduta sia da considerarsi un insulto.
«Pdl a me? Badi come parla: Pdl sarà sua sorella». «Sai che hai proprio una bella faccia da Pdl?».
Oppure uno spauracchio da utilizzare con i bambini più impressionabili. «Se non mangi la verdura, da adulto diventerai un capogruppo del Pdl».
«Se non smetti di piangere, chiamo una Pdl con la faccia di plastica e la scopa di pitone».

Naturalmente ciascuno può avere sul Pdl l’opinione che crede. Berlusconi, per dire, ne ha una talmente pessima che ha deciso di rottamarlo.
Però rimane il fatto che alcuni milioni di italiani lo hanno votato. Questo accidente, piuttosto frequente in democrazia, non giustifica - per quanto ne so - un trattamento preferenziale per qualche leader di quel partito che eventualmente incappasse in una sentenza di condanna definitiva. Ma dovrebbe indurre i rappresentanti delle istituzioni a una forma elementare di rispetto. Dire che il Pd è peggio del Pdl non è un insulto.
Anche se, dal punto di vista politico, non è nemmeno un complimento. 

da - http://www.lastampa.it/2013/09/11/cultura/opinioni/buongiorno/super-partes-7ZqXBd7zZe3Vlp5C0aPdHP/pagina.html
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« Risposta #492 inserito:: Settembre 14, 2013, 07:37:53 pm »

BUONGIORNO
13/09/2013

La diplomazia di Budetti


MASSIMO GRAMELLINI

Gentili nuovi ambasciatore e ambasciatrice degli Stati Uniti, abbiamo apprezzato il video di saluto che avete avuto la cortesia di inviarci dalla Casa Bianca. Non date peso all’ironia di qualche mattacchione. È vero, parlate l’italiano come Rutelli parlava l’inglese in un celebre video destinato all’estero (voi un po’ meglio). Ma il desiderio di piacerci traspare da ogni fotogramma e la notizia che il gatto Budetti si trasferirà con voi a villa Taverna riempirà di commozione tutte le gattare di Roma. 
 
A me tocca uno sporco lavoro: avvertirvi che l’Italia che troverete non è la cartolina degli Anni Cinquanta da voi descritta con tanto afflato. In particolare lei, signor ambasciatore, si dichiara smanioso di giocare a bocce e di assaggiare «i deliziosi piatti di ogni regione». Di campi per le bocce ne sono rimasti pochi. In compenso il boccino non si muove da vent’anni, e non ha idea della fatica che si sta facendo per spostarlo. Quanto ai piatti, rischiano di andarle di traverso per colpa delle portate assai meno deliziose che le toccherà assaggiare: dal brodo di pitonessa all’insalatona delle larghe intese. Stia poi attento a certi visitatori: Budetti potrebbe non legare con il cagnolino Dudù. 

da - http://www.lastampa.it/2013/09/13/cultura/opinioni/buongiorno/la-diplomazia-di-budetti-4VwSwLDs6VvL2neTQzr8FP/pagina.html
 
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« Risposta #493 inserito:: Settembre 15, 2013, 05:27:22 pm »

Buongiorno
14/09/2013

SOS Concordia

Massimo Gramellini

Quando, la sera di un venerdì 13, la Concordia a furia di inchinarsi si piegò su un fianco, anche i meno versati nell’arte dei simboli capirono di trovarsi di fronte a una Tac. Quella balena di metallo spiaggiata per futili motivi era la politica imbelle, l’economia stagnante, la società immobile. Fu allora che in tanti di noi scaturì l’esigenza di una scena liberatoria: un giorno la grande nave si sarebbe rimessa in piedi e quel giorno avrebbe rappresentato l’alba della riscossa.

 

Dopo venti mesi di stallo e di buio illuminato dai lampi fiochi delle larghe intese, sembrerebbe che ci siamo. La Concordia sta per darsi una mossa, e proprio in concomitanza con l’annuncio di una conclusione possibile della recessione. Una notizia buona, finalmente. O almeno discreta, se non ci fosse di mezzo la crapa giuliva degli italiani. L’ingombrante malata non è ancora in salvo e già i porti di Piombino e Palermo se ne contendono il ricovero a colpi di allusioni, sospetti e intrallazzi: il solito mare nostrum in cui naufragano tutte le buone intenzioni. Da questo scoglio lancio il mio disilluso SOS: e se per una volta provassimo a non farci del male? Ringrazio con un inchino. 

http://lastampa.it/2013/09/14/cultura/opinioni/buongiorno/sos-concordia-DuCyBwBwEpBO61JTdZXAEJ/pagina.html
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« Risposta #494 inserito:: Settembre 20, 2013, 04:38:42 pm »

Buongiorno
17/09/2013

Eugenio e Ofelia

Massimo Gramellini

Ogni tanto succede. Un liceale in vacanza, a passeggio sul lungomare di qualche cittadina ligure, incrocia lo sguardo di una coetanea. Lui è un Eugenio di Cusano Milanino, lei un’Ofelia di Rivalta Torinese. Insieme sono una storia d’amore, la prima per entrambi. Ma le vacanze finiscono, le famiglie e le distanze stemperano gli entusiasmi, le comunicazioni rigorosamente cartacee (siamo negli Anni 50), che celano i messaggi di passione sotto i francobolli, col tempo si diradano. Eugenio e Ofelia si perdono, trovano i compagni delle loro vite e costruiscono famiglie resistenti. Passa mezzo secolo, anche di più, e i fidanzati dell’adolescenza sono diventati due vedovi anziani. Ofelia incontra casualmente un vecchio vicino di casa che è tuttora in contatto con Eugenio. Dopo qualche giorno, a casa di Ofelia suona il telefono: «Ciao… (la chiama con un diminutivo che solo loro conoscono e che dopo sessant’anni non hanno dimenticato). Mi vuoi sposare?». Sabato 14 settembre, nella chiesa di Gignese sul Lago Maggiore, l’ingegnere Eugenio Griziotti e la signora Ofelia Filip, presidente onoraria di un’associazione benefica dal nome profetico di Amar, si sono uniti in matrimonio. 

Non a tutti è concesso di ritrovare il primo amore perduto. Ma tutti hanno un sogno o un talento coltivato negli anni della giovinezza e poi messo da parte per tanti motivi. Eugenio e Ofelia sembrano volerci dire che ogni desiderio negato, purché profondo, è ancora vivo, e che lo si può realizzare finché si è vivi. Forse si comincia a morire proprio quando si smette di credere che quel che solo ogni tanto succede potrebbe succedere sempre.

da - http://lastampa.it/2013/09/17/cultura/opinioni/buongiorno/eugenio-e-ofelia-brrtILsq2KygS7UlSgNswI/pagina.html
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