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Autore Discussione: Massimo GRAMELLINI.  (Letto 288930 volte)
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« Risposta #645 inserito:: Novembre 02, 2014, 12:00:04 pm »

Chi è Stato?

01/11/2014
Massimo Gramellini

Recita il ritornello: le sentenze si rispettano. Però non possono diventare lotterie, come accade quando sugli stessi fatti il giudizio d’appello smentisce, ribaltandolo, il processo precedente. Per l’accusa Stefano Cucchi è morto in carcere di botte e di stenti. Per il primo giudice «soltanto» di fame e di sete. Per la corte d’assise neanche di quello. Ne dovremmo dedurre che sia ancora vivo. O che si sia ammazzato da solo. E infatti è questa la versione che ci vogliono apparecchiare: Cucchi si sarebbe lasciato morire di inedia. Se medici e infermieri hanno una colpa, è di non avere insistito con la forza per nutrirlo. 

Una «responsabilità morale» ammette persino Giovanardi. E le fratture? E gli occhi pesti? E il corpo preso in consegna vivo dallo Stato e restituito cadavere alla famiglia? Una famiglia che ha sempre rispettato e aiutato le istituzioni, al punto di fornire prove a carico del figlio sul possesso di droga. Toccherà alla Cassazione mettere il timbro su questa storia allucinante, dove il latinorum dei giudici è contraddetto dalla potenza persuasiva delle foto. Purtroppo abbiamo fin d’ora una certezza: che quando una delle due sentenze risulterà sbagliata, nessun magistrato pagherà per il suo errore.

P.S. Solidarietà ai poliziotti e agli agenti penitenziari che accettano di farsi odiare dal prossimo per 1200 euro al mese. Ma il portavoce di un loro sindacato che - di fronte alla morte impunita di un uomo - dichiara: «Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute e conduce una vita dissoluta, ne paghi le conseguenze», dovrebbe fare soltanto una cosa. Vergognarsi.

Da - http://www.lastampa.it/2014/11/01/cultura/opinioni/buongiorno/chi-stato-GNCigF2jCtKrLzPaRILfiP/pagina.html
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« Risposta #646 inserito:: Novembre 03, 2014, 06:06:05 pm »

Tiriamo diritto

31/10/2014
Massimo Gramellini

Anche se ogni tanto la giustizia italiana fa disperare, restano intatti i suoi pilastri: certezza e rapidità. Della rapidità parleremo dopo, senza fretta. Della certezza abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione ieri, quando il Tar della Campania ha reinsediato Giggino de Magistris sullo scranno di sindaco di Napoli, da cui era stato scalzato in seguito a una sentenza di condanna. Noi banali pensavamo che per restituirgli la poltrona occorresse attendere un giudizio assolutorio di appello e invece non si finisce mai di imparare. Intendiamoci: i giudici amministrativi avranno tutte le ragioni tecniche del mondo ed è possibile che la legge Severino (che fa decadere dalla carica) si applichi solo ai parlamentari condannati in via definitiva come Berlusconi e non ai Giggini che hanno perso in primo grado. Ma è proprio questo il problema: che le leggi nostrane sono scritte così male da consentire indifferentemente a tutti di avere torto o ragione.

E ora, la rapidità. Era martedì quando Napolitano testimoniava per tre ore al Quirinale nel processo sulla trattativa Stato-mafia. In un sistema giudiziario superficiale, la bobina contenente la registrazione del suo verbo sarebbe stata trascritta la sera stessa. Da noi ha prevalso un’interpretazione più riflessiva. Mercoledì la bobina è volata a Palermo, ieri si è riposata per le fatiche del viaggio, oggi si acclimaterà e potrebbe persino cominciare a scorrere sul nastro per la trascrizione, se non fosse che incombe il ponte dei Morti e l’immane impresa verrà tentata solo la settimana prossima. Tema per le vacanze: tradurre le venti righe precedenti in tedesco.

DA - http://www.lastampa.it/2014/10/31/cultura/opinioni/buongiorno/tiriamo-diritto-WwQ5SQ41tpNdRNlZVLINiJ/pagina.html
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« Risposta #647 inserito:: Novembre 09, 2014, 11:04:12 am »

Signore e Signorini

06/11/2014
Massimo Gramellini

«Chi», la Pravda berlusconiana a fumetti, pubblica quattro foto rubate in macchina al ministro Marianna Madia mentre lecca un cono, corredandole di allusioni da quinta elementare (sezione ripetenti) che Pierino si sarebbe vergognato di copiare. L’impressione è di uno schizzo di fango fuori tempo massimo che rilascia soltanto un senso di sconfinata tristezza. Come il clown che arriva in scena quando il circo ha già smontato le tende. Come la mano del morto nei film dell’orrore che riaffiora per l’ultima volta prima di irrigidirsi per sempre. Ma dai, ancora lì a fare battute da baùscia sfigati come negli anni della Milano da bere e dell’Italia da infinocchiare? Quale mondo si ostina a rappresentare il fermo immagine della presunta fellatio al pistacchio della Madia, se oramai persino l’utilizzatore finale galleggia arreso tra carezze ai cagnolini e visite ai pensionati? 

E’ tutto così stantio che anche la difesa del direttore Signorini assomiglia a un riflesso condizionato: perché non suscitarono altrettanto sdegno le immagini di Francesca Pascale, non ancora assurta agli altari di Arcore, eternata nell’atto di succhiare un calippo a Telecafone? Ma perché lei armeggiava con il ghiacciolo a favore di telecamera, riferendosi volutamente a quella roba lì. Invece la Madia lecca un cono da due gusti senza alcuna volontà di lanciare messaggi alla nazione. Signorini si rassegni. La ricreazione è finita e ci tocca rientrare nelle classi diroccate e allagate: a studiare qualche modo per venirne fuori.

Da - http://www.lastampa.it/2014/11/06/cultura/opinioni/buongiorno/signore-e-signorini-2m383MDEqEKQEkVXAvRnmI/pagina.html
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« Risposta #648 inserito:: Novembre 12, 2014, 04:17:00 pm »

Chiampa cavallo

11/11/2014
Massimo Gramellini

Per tagliare le tasse ai cittadini il governo toglie i soldi alle Regioni, che per recuperarli aumentano le tasse ai cittadini. Carta vince, carta perde: e a perdere siamo sempre noi. Mentre un Chiamparino allegro come il cielo di novembre annunciava i ferali ritocchi all’addizionale Irpef e al bollo auto dei piemontesi, mi è tornato alla mente quando Corrado Guzzanti, nei panni del ministro Tremonti, teorizzava lo schemino di cui sopra. Ma per un contribuente cosa cambia, chiedeva la Dandini. E lui: «Niente. Ma poiché negli enti locali comanda la sinistra, noi potremo dire che il governo di destra ha abbassato le tasse e che ad alzarle sono stati i comunisti». L’unica differenza tra la satira profetica e la realtà è che al governo e agli enti locali adesso c’è lo stesso partito.

Affiora l’essenza politica di Renzi: talentuosa e superficiale. Ci vuole del talento per capire che i pezzi ingordi delle istituzioni possono essere indotti a cambiare dieta solo se vengono resi ancora più odiosi ai cittadini: senza i denari statali a coprire loro le spalle, le burocrazie locali sono costrette a scegliere tra il taglio del superfluo e il taglio dei voti alle prossime elezioni. Ma ci vuole della superficialità per mettere sullo stesso piano le Regioni sprecone e quelle virtuose (ancorché appesantite come il Piemonte da un deficit frutto di errate speculazioni finanziarie). Se togli i soldi a uno sprecone, lo induci a ridurre gli sprechi. Ma se li togli a chi sprechi non ne fa, lo costringi a tagliare i servizi. Oppure a farseli pagare con un aumento delle tasse che ridurrà gli effetti del cambiamento annunciato alla solita muffa di chiacchiere.

Da - http://www.lastampa.it/2014/11/11/cultura/opinioni/buongiorno/chiampa-cavallo-z5EVvDQ4eVPGixA7boHjEL/pagina.html
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« Risposta #649 inserito:: Novembre 17, 2014, 05:12:49 pm »


Val d’Amore

14/11/2014
Massimo Gramellini

La più bella dichiarazione d’amore che ha fatto a sua moglie è stata morire. Italo Risini era una roccia valdostana. Uno di quegli splendidi pazzi che a ottantuno anni fanno ancora il bagno nei torrenti gelidi, ma anziché la polmonite si prendono un grappino. E ovviamente lo reggono benissimo. In tutta la sua vita non breve, mai aveva conosciuto un raffreddore. Una discreta tartaruga di muscoli continuava a sonnecchiargli sullo stomaco addestrato a sopportare la fame dalla pratica salutista dei digiuni con cui si curava, nella convinzione che soltanto un corpo liberato dagli impegni assillanti della digestione potesse dedicarsi alla riparazione continua di se stesso.

Ma anche questo Superman della Valle aveva la sua kryptonite: la moglie Orietta, un’erborista di Donnas con cui aveva diviso i sogni, gli entusiasmi e gli inevitabili sbadigli di un’esistenza intera. Quando Orietta nei mesi scorsi se n’è andata, l’uomo che non si ammalava mai ha deciso di raggiungerla. I figli erano grandi, l’orto e gli amici in buone mani, la vita vissuta già sufficientemente lunga e memorabile, dal momento che l’aveva abitata assieme a lei. Non c’era più alcuna vera ragione per restare indietro. Così Italo si è spento in pochi mesi senza un perché medico, ma soltanto esistenziale. Aveva capito che noi non siamo solo noi, ma anche qualcun altro che ci portiamo dentro. Vorrei salutare lui e la moglie con le parole di Neruda: «Così vicino che la tua mano sul mio petto è mia, così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno». 

Da - http://www.lastampa.it/2014/11/14/cultura/opinioni/buongiorno/val-damore-9cQHtSyYTUAXwy0K5ClM0N/pagina.html
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« Risposta #650 inserito:: Novembre 26, 2014, 05:27:56 pm »

Bambole e bambocci

26/11/2014
Massimo Gramellini

Il Pd ha presentato un disegno di legge per abolire dai libri delle elementari le immagini di bambine che cucinano e cullano bambole, nella beata convinzione che siano quegli stereotipi ad alimentare il maschilismo della società e le violenze contro le donne. A me sembra che ancora una volta si giri cerebralmente intorno al punto. E il punto non riguarda la scarsa consapevolezza del ruolo della donna, ma la totale ignoranza del significato dell’amore. La mancanza, cioè, di un’educazione sentimentale. I sentimenti sono stati espulsi dal discorso pubblico. L’orrore può essere raccontato in ogni sua forma, così come la retorica melensa. Ma il sentimento no. Il sentimento viene confinato alla sfera privata per false ragioni di pudore. Solo che, a furia di confinarlo, nessuno sa più cos’è. 

Il maschio che picchia una donna è anzitutto un maleducato sentimentale. Uno per cui l’amore si esprime attraverso il possesso di un’altra persona. Mentre l’amore, come ci ha invano ricordato Platone due millenni e mezzo fa, consiste nel desiderare il bene della persona amata anche quando non coincide con il nostro. Consiste nel dare, non nel ricevere. Perciò l’amore è più forte del senso di sconfitta che ti infligge un rifiuto o un abbandono. Perché ti permette di accettare la perdita senza sentirti ferito nell’orgoglio né menomato nella tua personalità. Amare significa sapere accogliere e lasciare andare. E’ l’esatto opposto del possesso. E’ la forma più alta di libertà. Spieghiamo questo ai bimbi delle elementari, e lasciamo in pace le bambole.

Da - http://www.lastampa.it/2014/11/26/cultura/opinioni/buongiorno/bambole-e-bambocci-lHKm7ZBYcmnFYehL3qK2TL/pagina.html
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« Risposta #651 inserito:: Novembre 27, 2014, 03:31:15 pm »

’Na Bce

27/11/2014
Massimo Gramellini

La notizia è di quelle che massaggiano il cuore: il novanta per cento della produzione mondiale di euro fasulli è fabbricato in Italia, per la precisione in una stamperia di Napoli e in una zecca nei pressi di Roma. Perché sulle cose serie il Made in Italy non delocalizza. Anzi, si appoggia a una manodopera altamente specializzata, nel solco di una tradizione manifatturiera che discende da Totò e Peppino. Novanta per cento. Un monopolio conquistato sul campo che restituisce al nostro Paese quel ruolo di guida continentale che ci era stato ingiustamente scippato dai tedeschi. Ci davano per spacciati, loro. E invece siamo stati noi a spacciare in Germania una banconota da trecento euro, mai esistita prima. Abbiamo saputo costruire una Bce alternativa, molto più creativa e ramificata dell’originale, grazie all’apertura di filiali in tutta Europa. Una sorta di Erasmus parallelo in cui i migliori esperti del settore vanno a tenere lezioni di contraffazione. 

I soliti gufi che amano parlare male dell’Italia rimarranno stupiti dall’efficienza della filiera produttiva, composta da undici associazioni a delinquere, ciascuna delle quali dedita armonicamente a un singolo aspetto della lavorazione: lo stoccaggio, il trasporto, la vendita al dettaglio. Anche noi, quando serve, sappiamo fare squadra. La nobile funzione sociale dell’impresa - aumentare le dosi di denaro in circolazione per stimolare la crescita - ha lasciato insensibili i carabinieri, che ieri hanno arrestato cinquantasei liberi professionisti. Il patriota Salvini potrebbe liberarli al più presto per riconvertire la produzione dai falsi euro alle false lire. 

Da - http://www.lastampa.it/2014/11/27/cultura/opinioni/buongiorno/na-bce-MTf2tdfz9nFG9zcELysC6J/pagina.html
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« Risposta #652 inserito:: Dicembre 01, 2014, 04:19:27 pm »

Fattore umano

28/11/2014
Massimo Gramellini

Il progetto intorno al quale Nichi Vendola intende rifondare la sinistra italiana si chiama «Human Factor» e non è una battuta, come sulle prime mi ero augurato, soprattutto per lui. Chi arriccia il naso quando Renzi va da Maria De Filippi ha scelto un nome che strizza l’occhio a un programma televisivo di successo e lascia immaginare selezioni di candidati affidate ai compagni Morgan e Mika (molto più autorevoli degli attuali addetti alla compilazione delle liste elettorali). Chi combatte gli algidi sacerdoti del capitalismo finanziario ha deciso di ricorrere alla stessa lingua universale e impersonale che quelli usano per tagliare teste e spostare denari. Il classico esempio di un’iniziativa politica che nell’atto stesso della sua nascita riconosce di avere già perduto la partita culturale, scimmiottando l’avversario che vorrebbe sconfiggere. 

I nomi non sono un’etichetta delle cose. Sono le cose. E «fattore umano» è espressione talmente forte. C’era davvero bisogno di tradurla nel latinorum parlato da una società che di quel fattore fa sistematicamente strame? L’inglese va bene per strappare un applauso nei convegni delle élite. Ma per chi ha bisogno di ritrovare consensi nei supermercati sarebbe auspicabile rivolgersi ancora all’italiano, come ha imparato a fare persino Salvini. Se il modello di riferimento restano i greci di Syriza e gli spagnoli di Podemos, il primo passo potrebbe consistere nell’accorgersi che si chiamano Syriza e Podemos, mica Left Coalition e We Can.

DA - http://www.lastampa.it/2014/11/28/cultura/opinioni/buongiorno/fattore-umano-9YwBhZU2mi9NxsToBAcCTI/pagina.html
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« Risposta #653 inserito:: Dicembre 01, 2014, 04:36:28 pm »

Scuola Pound

29/11/2014
Massimo Gramellini

L’immagine rilanciata dai titoloni dei media sembra l’inizio urticante di un film dove nessuno si salverà. Eccola: in un punto della sterminata periferia romana appaiono cinquecento ragazzi che inalberano cartelli dai caratteri fascisti inneggianti all’italianità offesa e cercano di impedire ai bambini del vicino campo rom di andare a scuola. Nella totale assenza di qualsiasi rappresentante dello Stato, per esempio la polizia. 

Poi fioccano le ricostruzioni. I manifestanti di Casa Pound sostengono di essersi limitati a picchettare due istituti superiori, bersaglio nei giorni scorsi di un lancio di pietre da parte dei rom. Le cooperative di sinistra che lavorano con i nomadi negano il lancio di pietre e ribadiscono la versione emotivamente più dura: il picchetto fascista ha impedito ai bambini rom che frequentano le elementari di uscire dal campo per raggiungere le loro classi. Mi auguro con tutto il cuore che abbiano torto, perché picchettare una scuola è la cosa più feroce e stupida che si possa fare. La scuola è l’unica timida speranza che abbiamo di porre fine a queste guerre tra poveri che non si parlano, non si capiscono e perciò si odiano. Altro che impedire ai piccoli rom di frequentarla. Bisognerebbe trascinarvi anche quelli, purtroppo ancora moltissimi, che vengono indotti a sfuggirla per andare a mendicare. Quanto ai fascisti di Casa Pound, non riesco a credere - ma nemmeno a dimenticare - che Grillo e Salvini li abbiano legittimati come interlocutori democratici, in questa Repubblica che ha ripudiato i propri genitori e vaga sbandata e vergognosa in cerca di identità.

Da - http://www.lastampa.it/2014/11/29/cultura/opinioni/buongiorno/scuola-pound-lP2k1raejejGk2NYoNxR7J/pagina.html
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« Risposta #654 inserito:: Dicembre 03, 2014, 03:18:01 pm »

L’Uomo Nero

03/12/2014
Massimo Gramellini

Bisogna pur farsi una cultura. E allora scorriamo insieme la fitta biografia del cinquantaseienne Massimo Carminati, alias Il Nero di «Romanzo Criminale», figura di punta della retata di malviventi che hanno regnato su Roma negli ultimi anni, grazie al silenzio tremebondo e in certi casi al sostegno convinto della classe politica locale. 

Picchiatore neofascista ai tempi della scuola. Terrorista nei Nuclei Armati Rivoluzionari (Nar). Esperto nello spaccio e nell’uso di esplosivi. Accusato dell’omicidio di due giovani militanti della sinistra milanese, Fausto e Iaio. Protagonista di una famosa rapina alla Chase Manhattan Bank dell’Eur. Killer affiliato alla banda della Magliana, tanto che il suo nome ricorre in decine di stragi, assassini e rapine, nonché in due omicidi avvenuti nel mondo delle scommesse dei cavalli (una delle vittime cementificata, l’altra stesa direttamente in sala corse). Accusato per il delitto Pecorelli e per un tentativo di depistaggio relativo alla strage di Bologna. Ferito gravemente alla testa durante uno scontro con la polizia, mentre tentava di espatriare illegalmente in Svizzera. Custode di un deposito di armi nascosto nientemeno che dentro il ministero della Sanità. Dedito nel tempo libero a traffico di stupefacenti, estorsioni e riciclaggio. Imputato, e condannato, per associazione a delinquere di stampo mafioso. Indagato per un furto nel caveau del Palazzo di Giustizia di Roma. Coinvolto nello scandalo del calcio scommesse. Il 2 dicembre 2014 viene arrestato...

Ma perché, fino a ieri dov’era? 

Da - http://www.lastampa.it/2014/12/03/cultura/opinioni/buongiorno/luomo-nero-95aAqRYVTQbtnkY2dgmTdP/pagina.html
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« Risposta #655 inserito:: Dicembre 06, 2014, 05:18:30 pm »

Grazie di cuore
05/12/2014

Massimo Gramellini

Ieri i lettori dell’edizione torinese de La Stampa hanno trovato una pagina di pubblicità firmata da due bambine, Sara e Irene, ritratte a carboncino. Erano lì per raccontare una storia di buona sanità. Quella di Stefania, la loro madre, colta da arresto cardiaco nella sala d’attesa del pronto soccorso delle Molinette e sottratta a morte certa dall’intervento immediato del personale di turno e da un’operazione d’urgenza, condotta dall’équipe di Cardiochirurgia «contro ogni logica e con una tenacia fuori dal comune». Il testo rivela la presenza di un adulto dietro le bambine. E la scelta della comunicazione pubblicitaria? Che per leggere una buona notizia bisogna pagarla. Sui media soltanto il male ha diritto a continue citazioni gratuite. 

Però è intorno a un altro sentimento che vorrei concentrare la vostra attenzione. La gratitudine. L’adulto senza nome che parla attraverso le bambine (immagino sia il padre) ha speso tempo e denaro per ringraziare. Una sorta di ex voto postmoderno. Una candela di carta che brucia i cinismi, gli imbarazzi, le autodifese, riportando in auge una pulsione dimenticata. Rendere grazie. Invece di dare tutto per scontato, o per dovuto. «Ringrazia, Massimo» è una voce che mi insegue dall’infanzia, la voce di mia madre. Troppe poche volte le ho prestato ascolto. Ringraziare sempre, chiunque e comunque è impresa da illuminati. Eppure anche noi che ci illuminiamo di rado, e solo a intermittenza, potremmo riscoprire che esprimere gratitudine almeno verso chi ci fa del bene non è solo un sintomo di educazione, ma un balsamo esistenziale, forse addirittura un moltiplicatore di fortuna.

Da - http://www.lastampa.it/2014/12/05/cultura/opinioni/buongiorno/grazie-di-cuore-q024Yq7HsK6vdYJelHcEyJ/pagina.html
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« Risposta #656 inserito:: Dicembre 07, 2014, 05:37:39 pm »

Capitale umano

04/12/2014
Massimo Gramellini

E poi, per fortuna, ci sono ancora storie come questa. Leonardo Martini era un artista dei cruscotti per auto. Intorno al suo talento imprenditoriale aveva costruito una piccola azienda che dava da vivere a venticinque famiglie nel Vicentino. Alla boa dei settant’anni è stato colto da un male rapido e implacabile. Non aveva figli e la sua ossessione era che la fabbrica a cui aveva dedicato l’esistenza finisse in mani asettiche o malfidate. Così, sul letto di morte, ha deciso di lasciarla ai suoi operai. I quali forse adesso si scanneranno, dando ragione alla massima secondo cui l’unica società che funziona è quella dove gli azionisti sono in numero dispari inferiore a tre. O magari no, perché l’esempio non muore necessariamente con chi lo dà.

Ma qualunque sarà l’esito finale dell’eredità di Leonardo Martini, nulla potrà cancellare la speranza che il gesto di quell’uomo ha donato a questi giorni tristi e terribili, attraversati da lupi mannari che straziano le carni di una comunità nazionale già indebolita dalla crisi con sopraffazioni continue. Il capitalismo sociale non è un controsenso, ma un pezzo di storia italiana che forse ci eravamo dimenticati. In Italia non tutto è mafia, corruzione o finanza spietata che sposta i capitali come fiches, infischiandosene delle conseguenze sulla vita delle persone. Esistono, e resistono, tanti Martini che si ostinano a considerare la loro azienda un bene comune e i loro dipendenti degli esseri umani, degli amici, talvolta persino dei figli.

Da - http://www.lastampa.it/2014/12/04/cultura/opinioni/buongiorno/capitale-umano-HvorB2KAg02TGWa6PYhmTJ/pagina.html
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« Risposta #657 inserito:: Dicembre 09, 2014, 03:12:10 pm »

Italiani da esportazione

09/12/2014
Massimo Gramellini

Una fondazione filantropica con sede a Dubai ha messo in palio un milione di dollari per il professore più bravo del mondo. Dopo scremature estenuanti sono rimasti in cinquanta a contendersi il premio, e tra loro due italiani. Equamente distribuiti, una donna del Nord e un uomo del Sud. Due su cinquanta è percentuale quasi clamorosa, di sicuro superiore a quelle avvilenti che l’Italia è solita racimolare nei rapporti internazionali sulla qualità dell’istruzione. Dove sta l’inghippo? Da nessuna parte. L’inghippo, come sempre, siamo noi. E basta scorrere le storie dei due fuoriclasse nostrani per rendersene conto. Daniela Boscolo insegna ai diversamente abili di Rovigo e Daniele Manni agli informatici di Lecce, ma per il resto sembrano gemelli. Entrambi hanno colpito gli esaminatori per la passione contagiosa e lo scarso rispetto dei programmi tradizionali. Lei ha aiutato gli studenti a creare un supermercato all’interno dello scuola. Lui diverse micro-imprese già in grado di produrre utili. Entusiasti, creativi, allergici alle regole. Capaci di supplire con lo spirito di iniziativa alle carenze del sistema. Due italiani, insomma, così come se li immagina uno straniero. Quelli che, su una scacchiera in cui tutte le pedine si muovono in linea retta, sanno scartare con la mossa del cavallo. 

In una cosa il machiavellico Renzi ha ragione: l’italiano rassegnato, abulico e prevedibile di questi anni di crisi è peggio di un controsenso. E’ una controfigura che il mondo si rifiuta di consolare e finanche di comprendere. Il mondo è disposto a lasciarsi incantare, e all’occorrenza buggerare, soltanto dall’originale. 

Da - http://www.lastampa.it/2014/12/09/cultura/opinioni/buongiorno/italiani-da-esportazione-ALjjhFq36H2pIRZOBsqczK/pagina.html
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« Risposta #658 inserito:: Dicembre 14, 2014, 05:21:25 pm »

Vietato invecchiare

12/12/2014
Massimo Gramellini

Signor vigile che a Pinerolo, provincia di Torino, ha dato la multa a un pensionato di 85 anni rallentato dall’artrosi perché attraversava la strada a passo di lumaca, mi potrebbe togliere una curiosità? Mi potrebbe spiegare per quale motivo in questo Paese strabico le regole scattano come tagliole solo quando a calpestarle sono i deboli e gli indifesi? Ho visto la faccia di quel pensionato, l’ho sentito parlare sullo sfondo di un classico tinello italiano, modesto e curato. E ho pensato che, se fosse ancora vivo, sarebbe potuto essere mio padre. Ecco, lei ha appena multato mio padre. Forse ne andrà orgoglioso. Le divise fanno strani scherzi, a volte. 

La legge è sicuramente dalla sua. Il pericoloso soggetto solcava le strisce pedonali con l’andatura di un alpino che marcia in montagna controvento. Incurante del troppo rapido susseguirsi dei colori: verde, giallo, rosso. E a quel punto, come un falchetto, è intervenuto lei, sorprendendolo in flagranza di reato. Immagino che sia altrettanto reattivo e implacabile quando sulle medesime strisce sfreccia una macchina a cento all’ora, guidata da un balordo munito di coltello. E’ intervenuto e, probabilmente, ha pensato: «Poveretto, zoppica, potrei dargli una mano ad attraversare, magari accompagnarlo al bar e offrirgli un caffè... ma se mi comportassi così, infrangerei il comma f) dell’articolo 1256 bis del regolamento, come risulta modificato dal dpr 146/68 ai sensi della delega n.1128». E di fronte a una simile sfilza di numeri è evidente che la sua umanità aveva i minuti contati. 

Da - http://www.lastampa.it/2014/12/12/cultura/opinioni/buongiorno/vietato-invecchiare-8QfrXLqWjb2aSZWxrfS2sI/pagina.html
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« Risposta #659 inserito:: Dicembre 14, 2014, 11:20:58 pm »

La famiglia

10/12/2014
Massimo Gramellini

Le due notizie viaggiano sui siti l’una accanto all’altra ed è difficile sfuggire alla tentazione di prenderle per mano. La mamma di Santa Croce Camerina, accusata di avere strangolato il figlio di otto anni. E il fratello maggiore di Mango che muore di crepacuore durante la veglia funebre del cantante fulminato da un infarto trentasei ore prima. Due storie e un’unica protagonista, la famiglia. Questa struttura protettiva ma anche innaturalmente costrittiva che Platone voleva abolire, almeno per le classi dominanti, nella convinzione che estraesse il peggio dagli esseri umani. In realtà tira fuori quello che c’è. La famiglia è un pennarello evidenziatore.

Se sei di pasta buona come il fratello di Mango, talmente in equilibrio da non avere mai consentito all’invidia per il suo successo di prevalere sull’amore, la famiglia diventa il luogo dei legami indissolubili e dei sentimenti assoluti. Ma se hai qualche baco nel cuore o nel cervello e, magari una madre così immatura e incosciente da dirti che sei nata per sbaglio, non assocerai la famiglia al rifugio di un abbraccio ma all’umiliazione di un rifiuto. Puoi salvarti, e in tanti si salvano. Qualcuno evolvendo, altri accettando la menomazione e rinunciando a perpetuarla in una nuova famiglia. Oppure puoi reagire da bestiolina ferita e riprodurre il trauma che ti ha segnato la vita. Allora sarai anche tu una madre-bambina, anche tuo figlio nascerà per sbaglio, anche a lui lo farai pesare. A quel punto nella tua psiche alterata potrà scaturire di tutto. Persino l’impulso di sacrificare un innocente per regolare idealmente i conti con tua madre e con te stessa. 

Da - http://www.lastampa.it/2014/12/10/cultura/opinioni/buongiorno/la-famiglia-dYZb0RxQZ1s9mUWyz41ZqN/pagina.html
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