LA-U dell'OLIVO
Novembre 23, 2024, 11:53:46 am *
Benvenuto! Accedi o registrati.

Accesso con nome utente, password e durata della sessione
Notizie:
 
   Home   Guida Ricerca Agenda Accedi Registrati  
Pagine: 1 2 3 [4] 5 6
  Stampa  
Autore Discussione: MARIO MONTI. -  (Letto 44688 volte)
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #45 inserito:: Agosto 07, 2012, 04:47:34 pm »

L'elogio del quotidiano, mentre Monti va all'attacco: «con Berlusconi spread a 1.200»

Wsj con Monti: «Parole dure per salvare l'Euro»

E il premier attacca il precedente governo

Secondo il quotidiano Monti si trova però «in un circolo vizioso» con i partiti che «minacciano di toglierli l'appoggio»


«Se il precedente governo fosse ancora in carica, ora lo spread italiano sarebbe a 1200 o qualcosa di simile»: lo ha detto il premier Mario Monti in un'intervista rilasciata il mese scorso al Wall Street Journal e pubblicata sul sito. Fonti di Palazzo Chigi, interpellate in merito all'intervista del premier Monti al Wsj, precisano che comunque non c'è alcuna intenzione polemica nei confronti del passato esecutivo e che la stima di uno spread a 1200 viene da una proiezione degli effetti della speculazione sul nostro paese se non si fossero dati segni di discontinuità con il passato.

LO SPREAD - È infatti noto - spiegano - che lo spread in sei mesi era salito dai 150 punti base di maggio ai 550 di novembre. Le stesse fonti ricordano che anche per tale motivo si ricorse al governo tecnico, che potesse raccogliere consensi parlamentari tali da poter mettere mano a riforme fondamentali per il paese oltre che per far approvare misure anche impopolari ma non più procrastinabili.

LA MENTALITA' - Il premier ha poi aggiunto: «Spero che il mio governo possa aiutare gli italiani a modificare la loro mentalità». «Questo non vuol dire - ha aggiunto - che io voglio sostituire la mentalità degli italiani con quella dei tedeschi. Ma ci sono alcuni aspetti dei comportamenti italiani, come per esempio la solidarietà spinta fino a livello di collusione, che sono alla radice di cose come l'evasione fiscale, che il mio governo sta combattendo con impegno e strumenti senza precedenti».

GLI ELOGI - E così a pochi giorni dalla bufera scatenata da un'intervista a Der Spiegel, per Mario Monti è il momento di incassare un po' di sostegno. L'elogio arriva in un articolo «The italian job: Premier Talks Tough to Save Euro»: «Il compito dell'Italia: il premier parla duro nel tentativo di salvare l'euro», spiega il quotidiano che dedica due pagine al presidente del Consiglio.

L'ANOMALIA- Secondo il quotidiano finanziario americano, il professore è «un'anomalia in Europa: un leader non eletto chiamato a realizzare impopolari cambiamenti nei cui confronti i politici del Paese erano riluttanti. Monti fa affidamento sulla tolleranza dei principali partiti politici italiani e non ha un suo potere di base, ad eccezione della sua credibilità personale».

«CIRCOLO VIZIOSO»- «La sua natura disciplinata è più tedesca che italiana», prosegue il Wsj, mentre il suo senso dell'umorismo «è decisamente più britannico». Da questa estate il presidente del Consiglio italiano si trova però «in un circolo vizioso», sottolinea il panegirico del quotidiano, a firma Alessandra Galloni e Marcus Walker, visto «che più propone misure impopolari, più i partiti politici minacciano di ritirare l'appoggio al suo governo». Per il Wall Street Journal, «lo spettro dell'instabilità politica ha scosso i mercati e ha spinto ulteriormente verso l'alto i costi dell'indebitamento dell'Italia. A Monti serviva più aiuto dall'Europa per portare l'Italia fuori dal mirino dei mercati, ma nessuno è stato disponibile. La Germania ha invece chiesto riforme interne più dure».

Redazione Online

7 agosto 2012 | 15:51© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/economia/12_agosto_07/wsj-elogio-monti-euro_a93ff362-e052-11e1-8d28-fa97424fa7f2.shtml
Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #46 inserito:: Settembre 11, 2012, 10:16:29 pm »

Monti al salone del tessile: ho contribuito alla crisi. Era l'unico modo per dare un futuro all'Italia.

Squinzi: serve piano nazionale per promozione all'estero

11 settembre 2012

«Quando leggo titoli che dicono "Monti ha contribuito alla recessione" io rispondo "Certo": solo uno stolto può pensare di incidere su elementi strutturali che pesano da decenni senza provocare, almeno nel breve periodo, un rallentamento dovuto al calo della domanda». È la provocazione lanciata dal presidente del consiglio, Mario Monti, nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione della XV edizione di Milano Unica, il salone italiano del Tessile. «Solo in questo modo - ha aggiunto - si può avere speranza di avere più in là sanate queste situazioni» per favorire una crescita sostenibile e duratura.

La spending review è «pesantissima»
«Il governo ha affrontato nodi essenziali che per anni erano stati trascurati o in cui si era intervenuti in modo parziale e non risolutivamente efficace», ha continuato Monti. Il premier cita la riforma delle pensioni e la spending review fatta «con una difficilissima opera di incisioni chirurgiche delicatissime da fare e pesantissime da ricevere, come ci stiamo accorgendo». Non solo, i tagli vanno ad «intaccare tessuti in cui le commistioni tra politica e amministrazione avevano nei decenni creato spesa pubblica e opacità».
video

Monti: ridurre il costo del lavoro per aumentare la produttività; necessario sforzo congiunto di imprese e sindacati

Imprese e sindacati devono fare di più
«Incoraggeremo le parti sociali a procedere le une con le altre e ci aspettiamo, così come sta facendo il governo, direi esigiamo a nome del paese e dei cittadini che imprese e sindacati riescano a fare qualcosa di più con il loro diretto impegno».

La casta siamo noi
«La casta siamo tutti noi cittadini italiani che ci siamo abituati a dare prevalenza più ai particolari che al generale e che poi ci lamentiamo se il generale funziona male».

Oggi si discuterà del cuneo fiscale con i sindacati
«Il cuneo fiscale sarà sul tavolo di oggi con i leader sindacali», a Palazzo Chigi. «È importante guardare bene dentro quel cuneo se vogliamo dare più competitività alle imprese italiane».

Squinzi: l'Italia deve rimanere un grande paese
«L'Italia é grande paese e merita di continuare ad essere tale». Così il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, nell'intervento con cui ha aperto il salone. Ribadita la «sfida della crescita, ripartendo dalla politica industriale che sta alla radice delle iniziative da percorrere». L'attuale recessione, ha sottolineato invece il presidente del Consiglio, è una tappa del percorso del risanamento a lungo termine avviato dal Governo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-09-11/squinzi-confindustria-italia-grande-121726.shtml?uuid=AbQGdqbG
Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #47 inserito:: Settembre 11, 2012, 10:17:42 pm »

CRISI

Monti incontra i sindacati a Palazzo Chigi "Fare di più, momento carico di tensione"

Il presidente del Consiglio in mattinata esorta le parti sociali ad affrontare il tema della produttività, poi riceve i segretari di Cgil,Cisl e Uil ed esprime le sue preoccupazioni. Ma ammette: dietro i pessimi risultati del Pil ci sono anche le recenti misure adottate dal governo.
La Cgil avverte: "Produttività non dipende solo da noi"

ROMA - "Ci vediamo in un momento carico di tensioni e di preoccupazioni, vorremmo ragionare con voi e con il vostro contributo di produttività come uno degli elementi essenziali della crescita e dell'occupazione". Secondo quanto riferiscono alcuni partecipanti al confronto, Mario Monti usa toni concilianti nel corso del vertice pomeridiano a Palazzo Chigi con i sindacati. Recuperare la competitività delle imprese, avrebbe detto ancora, è ora una sfida del paese da prendere in considerazione, forse ancora più importante dello spread.

Superati dai Pigs. Non a caso il Professore avrebbe fatto notare che "mentre la Grecia, la Spagna, l'Irlanda e il Portogallo hanno aumentato la produttività è diminuito il costo unitario del lavoro invertendo il trend negativo, l'Italia non ha migliorato la produttività e ha peggiorato il costo del lavoro".

L'accordo disatteso. Più fermo il presidente del Consiglio lo era stato in mattinata, quando dalla Fiera del tessile di Milano non aveva risparmiato toni critici nei confronti delle parti sociali, industriali compresi. "Esigiamo nel nome dell'interesse generale - aveva sottolineato - che le imprese e i sindacati riescano a fare qualcosa di più. Serve uno sforzo congiunto delle parti sociali che prevalga sui particolarismi". "Ci chiediamo - ha proseguito - se siano stati fatti tutti gli sforzi necessari per mettere in atto gli accordi del 28 giugno 2011" siglati tra
l'ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e i sindacati. Il presidente del Consiglio ha anche sottolineato la necessità non di "moderazione ma di modernizzazione" dei rapporti tra imprese e sindacati, come avviene in altri Paesi europei.

Il dossier nelle mani di Passera. Concetti che avrebbe poi ribadito anche nel pomeriggio al tavolo con i rappresentanti sindacali. Per il premier, "il ruolo del governo è quello di cogliere il problema e farlo cogliere alle parti sociali e all'opinione pubblica. Facilitare le due parti a confrontarsi su questo tema e seguire le modalità". Monti nel corso dell'incontro a Palazzo Chigi aveva annunciato infine che "data la materia, sarà il ministro Passera ad occuparsi di questo confronto, come è accaduto con il ministro Fornero per il mercato del lavoro. "Ci sono margini per mettere più soldi in tasca alla gente", avrebbe sostenuto il ministro dello Sviluppo economico, spiegando però che "senza aumenti di produttività, aumenti salariali saranno impossibili".

Camusso respinge le accuse. Alle sollecitazioni del premier, ha replicato Susanna Camusso. "La crescita non può dipendere da quello che le parti sociali possono fare in termini di produttività aziendale", ha osservato la segretaria della Cgil. Occorrono piuttosto "nuove norme sulla legalità e sulla corruzione che incidono pure sulla produttività". Posizione condivisa dal responsabile economico del Pd. "Tutti dobbiamo fare il massimo possibile, ma il governo non può delegare lo sviluppo alle parti sociali, ci deve mettere del suo", avverte Stefano Fassina.

Bonanni disponibile. Più conciliante invece il leader della Cisl Raffaele Bonanni. "Siamo disposti a lavorare insieme sugli elementi che ostacolano la maggiore produttività per alzare i salari", oggi "troppo bassi", ha detto. "Bisogna migliorare la produttività con un gioco forte tra potere centrale e locale e parti sociali" e "la responsabilità di ciascuno".

L'ammissione di Monti. Ma a colpire nell'intervento alla fiera milanese del premier era stato anche un altro passaggio: "Le nostre decisioni hanno contribuito alla recessione", aveva ammesso, chiarendo poco dopo il senso della sua affermazione. Una recessione a breve termine, come quella fotografata impietosamente dai dati economici diffusi ieri 1, ha osservato, è il prezzo inevitabile da pagare per mettere in piedi una opera di "risanamento duraturo".

"Io penso - ha spiegato il Professore - che in parte le nostre decisioni abbiano contribuito ad aggravare la situazione congiunturale. E' ovvio, solo uno stolto può pensare di incidere su un male strutturale, nato da decenni, senza determinare un aggravamento nel breve periodo che deriva da una riduzione della domanda interna". Monti è "convinto" che le parti sociali "se ne rendano conto, solo così si può avere qualche speranza di aver lavorato per un risanamento durevole".

Siamo tutti casta. Monti aveva poi avvertito che "casta siamo tutti noi cittadini italiani che continuiamo a dare prevalenza più al particolare che al generale e poi ci lamentiamo che il generale funziona male".

(11 settembre 2012) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/economia/2012/09/11/news/monti_recessione_a_breve_per_risanamento_duraturio-42334588/?ref=HREA-1       

Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #48 inserito:: Novembre 27, 2012, 06:03:42 pm »

Monti: "Servizio sanitario nazionale a rischio"

ll presidente del Consiglio lancia l'allarme: "Potremmo non riuscire più a garantirlo se non si trovano nuove forme di finanziamento"


ROMA - "Il nostro Sistema sanitario nazionale, di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantito se non si individuano nuove modalità di finanziamento". Lo dice Mario Monti intervenendo in collegamento a Palermo durante l'inaugurazione di un centro biomedico della fondazione Ri.Med. E, rammaricandosi di non aver potuto partecipare "dal vivo", il presidente del Consiglio ha aggiunto: "Non sono tante le occasioni per me e per i ministri per guardare l'oggi con conforto e il domani con grande speranza, anche per questo mi dispiace non essere stato lì con voi".

Vedere la luce. "Il momento è difficile - ha premesso il premier - la crisi ha colpito tutti e ha ci ha impartito lezioni. E il comparto medico non è stato esente né immune" dalla crisi. "Il governo - ha continuato Monti - è però un vostro alleato prezioso". L'obiettivo, adesso, è quello di rivedere la luce "dopo una fase in cui abbiamo rischiato di essere travolti dall'emergenza finanziaria". Secondo il professore il nostro Paese deve dunque al più presto "andare in avanti verso la costruzione del proprio futuro, che non è scindibile dal futuro della comunità internazionale".

Il merito per battere la mafia. Il presidente del Consiglio si è poi soffermato sulla valorizzazione della meritocrazia come antidoto contro la mentalità mafiosa. "L'iniziativa della Fondazione RiMed ha rilevanza internazionale - ha spiegato- in grado non solo, in ossequio al merito, di trattenere i migliori talenti italiani ma di attrarne". La mafia condiziona il futuro delle persone oneste, "ma la si vince affermando un modello alternativo che costituisca un ambiente sfavorevole alle logiche mafiose. Indispensabile in questo modello è il merito". Il merito, per Monti, "è l'esatta antitesi delle clientele, della raccomandazione e delle opacità  in cui prendono piede i germi della corruzione. Una rivoluzione culturale in cui le istituzioni devono essere parte attiva adottando comportamenti coerenti", ha spiegato il premier. "Chi crede nel merito - ha aggiunto - è più esigente nei confronti della scuola chiedendo insegnanti presenti e programmi aggiornati, chi crede nel merito non ha paura del confronto ma lo sollecita".

La ricerca crea occupazione. "La ricerca e l'innovazione nel campo delle scienze della vita sono i presupposti per un sentiero di crescita virtuoso, in grado di generare investimenti esteri, miglioramenti, e occupazione di qualità" ha poi sottolineato Monti.  Si tratta, ha detto il premier, di un "processo di sviluppo che tutti sottoscriverebbero come miglior lascito per le future generazioni".

(27 novembre 2012) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/politica/2012/11/27/news/monti_servizio_sanitario-47544859/?ref=HRER1-1
Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #49 inserito:: Dicembre 04, 2012, 05:17:53 pm »

politica

04/12/2012 - cerimonia sull’invecchiamento attivo

Monti: “Sanità da ripensare”

 Napolitano: “Patto fra generazioni”


Per il premier occorre “imparare a gestire il divenire del processo demografico in corso” Per il Capo dello Stato “serve un patto fra giovani e meno giovani foriero di un modello di sviluppo sostenibile per la costruzione di una società più giusta, più coesa e più inclusiva”

«La nostra sanità pubblica è chiamata a ripensarsi in vista di una rimodulazione e adattamenti di cui dobbiamo avere consapevolezza.
Dobbiamo imparare a gestire il divenire del processo demografico in corso in modo più efficiente»: lo afferma Mario Monti alla cerimonia
sull’invecchiamento attivo.  


Per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è in corso «Una grande sfida di solidarietà che intende superare particolarismi ed egoismi attraverso un patto fra le generazioni che sia foriero di un modello di sviluppo sostenibile per la costruzione di una società più giusta, più coesa e più inclusiva».  

Il presidente della Repubblica, per il tramite del Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, in occasione della cerimonia di chiusura dell’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni, ha espresso l’apprezzamento per la manifestazione promossa dal Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi «che si inserisce tra le iniziative promosse nell’ambito dei programmi di Europa 2020 e che vedrà anche la presentazione della Carta nazionale predisposta su questi temi».
«Il processo di invecchiamento della popolazione registrato nei paesi occidentali, e in modo rilevante in Italia, induce ad una approfondita riflessione - prosegue il messaggio - sulle iniziative possibili per offrire agli anziani un sempre maggior grado di autonomia e di sicurezza nelle quotidiane scelte di vita, così evitando situazioni di emarginazione ed esclusione sociale e valorizzando il patrimonio di esperienza e di conoscenza maturato nel corso della loro vita. Come ha più volte sottolineato il Presidente Napolitano, l’attuale grave congiuntura economica impone un ulteriore impegno delle istituzioni e della collettività nel difendere e nel salvaguardare la vita e la dignità delle persone anziane, oggi ancor più impegnate a mantenere salda la tenuta sociale del Paese. Si tratta di una grande sfida di solidarietà che intende superare particolarismi ed egoismi attraverso un patto fra le generazioni che sia foriero di un modello di sviluppo sostenibile per la costruzione di una società più giusta, più coesa e più inclusiva», conclude

da - http://lastampa.it/2012/12/04/italia/politica/monti-sanita-da-ripensare-napolitano-patto-fra-generazioni-F9pl40bjiaEjtpDB2RgTQI/pagina.html
« Ultima modifica: Febbraio 18, 2013, 12:04:27 pm da Admin » Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #50 inserito:: Dicembre 17, 2012, 04:07:27 pm »

politica
17/12/2012

Monti: “Servono persone preparate”

Messaggio agli studenti al Gr1

«Oggi bisogna essere consapevoli che ogni rinuncia è una perdita grave. Non possiamo e non dobbiamo permettercela, bisogna reagire, non dobbiamo essere rinunciatari neanche nelle circostanze più difficili. Abbiamo messo in sicurezza il paese nel 2012 e ora dobbiamo ripartire. Occorreranno sempre più persone preparate, serie, capaci di leggere il cambiamento e di saperlo guidare». Lo afferma il premier Mario Monti in un messaggio agli studenti trasmesso dal Gr1.

 

«Il governo che mi è stato affidato un po’ più di un anno fa - ha spiegato Monti - ha fatto proprio della questione giovanile una priorità e sono sicuro che chiunque verrà dopo di noi dovrà impegnarsi per rendere più efficiente e più moderno il sistema scolastico, le università e insieme a favorire l’accesso al mercato del lavoro. Sono convinto che se questo non verrà fatto, se non aprissimo per voi nuove possibilità di occupazione, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro sarebbe persa non solo per voi ma per tutto il paese». 

 

Per Monti «Bisogna fare di più e meglio».«Per ripartire si potrebbe proprio cominciare da un investimento straordinario in capitale umano al quale concorrano tutte le forze del Paese e soprattutto le imprese, perché se lo Stato da solo non può risolvere ogni problema questo non significa che non possano riuscirci gli italiani nel loro insieme come paese, non solo come Stato, e soprattutto quelli più giovani, se sapremo affrontare uniti i problemi che abbiamo di fronte». 

 

«Avete certamente ragione quando affermate che bisogna fare di più e meglio, sono il primo a dire che non basta enunciare per voi la speranza ed esortarvi a coltivarla, occorre organizzare la speranza, stimolare una creatività più fresca, una fantasia più liberante, la gioia turbinosa dell’iniziativa, dobbiamo convincerci che per crescere occorre spalancare la finestra del futuro, progettare insieme, osare insieme, cambiare insieme», dice tra l’altro il premier. 

 

Mario Monti auspica poi che il 2013 «possa essere finalmente l’anno in cui l’Italia ricominci a vedere una concreta prospettiva di crescita, a guardare al futuro con speranza e non con timore, ad essere protagonista di una ripresa economica che ridia qualche certezza soprattutto a voi giovani che vedete sempre più avvicinarsi il tempo delle scelte e cercate un’occupazione stabile e dignitosa». «Nel 2012 l’Italia ha fatto uno sforzo straordinario proprio per porre le premesse di un 2013 e di anni successivi più capaci di soddisfare le aspirazioni che tutti abbiamo -spiega il presidente del Consiglio . I problemi che voi ragazzi vi ponete per il vostro futuro, sono gli stessi che si pongono per il futuro dell’Italia, perché un paese che non ascolta che non indirizza le nuove generazioni è un paese stanco e che difficilmente riuscirà a vincere le sfide alle quali è chiamato».

da - http://lastampa.it/2012/12/17/italia/politica/monti-servono-persone-preparate-18QJyFJI98fqoTVpqSISPL/pagina.html
Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #51 inserito:: Dicembre 24, 2012, 07:01:22 pm »

In economia Monti riparte da eguaglianza, mercato e crescita.

E a Bersani dice: il vero progressismo non è quello della Cgil

commento di Fabrizio Forquet con articoli di Dino Pesole e Emilia Patta

23 dicembre 2012

Un radicalismo riformista di centro per contrastare le nuove diseguaglianze senza frenare la crescita. È nella citazione dell'editoriale dell'Economist la chiave dell'agenda economica che Mario Monti propone al Paese. In quell'articolo si parla di «vero progressismo» in una chiave tipicamente liberale. La priorità si dice è l'attacco ai monopoli e alle barriere protettive, «che siano le grandi imprese di Stato in Cina o le grandi banche di Wall Street». Perché - dice l'Economist - non è possibile che l'uomo più ricco del mondo sia Carlos Slim, che ha accumulato il suo patrimonio nel settore protetto delle telecomunicazioni messicane.
Lotta alle posizioni di rendita, trasparenza, buon funzionamento del mercato, dunque, in primissimo piano. Un riformismo moderno, invoca Monti. E si capisce subito qual è il suo cruccio e il messaggio che vuole dare: la crescita economica può venire dalle riforme fatte da una politica che non si nasconde, che non si svende per farsi rieleggere, che non si mette sotto la protezione dei gruppi di interesse.

È anche un modo di rileggere questo anno di governo. L'aver dovuto fronteggiare l'emergenza finanziaria ha avuto un impatto inevitabilmente negativo sulla crescita, dice Monti. Ma certamente si poteva fare di più. Si poteva fare di più e meglio sulle liberalizzazioni, frenate in Parlamento e nell'attuazione dal peso delle lobby. Si poteva fare di più sulle semplificazioni. Si doveva, soprattutto, fare di più e meglio sul lavoro.
Eccolo il punto centrale. Qui l'obiettivo polemico è stato forte e chiaro: la Cgil e una certa sinistra che pensano di difendere il lavoro attraverso «un arroccamento nel passato su tutele che oggi in realtà penalizzano i lavoratori». L'auspicio di Monti è che quelle forze evolvano, «perché così danneggiano i lavoratori italiani».

Torna quindi il concetto di «vero progressismo». E sul lavoro Monti non potrebbe essere più chiaro nell'elencare le priorità: semplificazione delle leggi e delle regolamentazioni che ingessano il mondo del lavoro, superamento del dualismo tra lavoratori protetti e non protetti, spostamento della contrattazione verso i luoghi di lavoro collegando le retribuzioni alla produttività.

La vicinanza alle ricette di quel Pietro Ichino che rischia oggi l'emarginazione definitiva nell'ambito del Pd è evidente. Monti sembra quasi parlare a Bersani: il vero riformismo è su queste ricette, non in quelle della Cgil. Qui l'operazione di Monti si fa anche politica, perché è evidente la volontà di collaborare con il Pd dopo il voto (non con il Pdl di Silvio Berlusconi, costante obiettivo polemico della conferenza stampa), ma possibilmente un Pd depurato dai vincoli delle ideologie più di sinistra e da un rapporto asfissiante con la Cgil. Per un «vero progressismo», appunto.

Resta un dubbio: può questa battaglia di riformismo moderno contro le posizioni di rendita camminare sulle gambe di piccole forze politiche tradizionalmente vicine alla spesa pubblica indiscriminata e a un certo assistenzialismo clientelare al Sud?
Clicca per Condividere

©RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-12-23/economia-monti-riparte-eguaglianza-151631.shtml?uuid=AbAYshEH&cmpid=nl_7%2Boggi_sole24ore_com
Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #52 inserito:: Dicembre 29, 2012, 07:50:43 pm »

   
"Ridurre tasse, più carico sui grandi patrimoni sì al salario minimo di sostentamento"

Venticinque pagine, con i "titoli" di ogni capitolo che il premier dimissionario affronta, definendo così la sua "Agenda per l'Italia e l'Europa".

Dal fisco, all'Europa la ricetta del professore



ROMA - "Cambiare l'Italia, riformare l'Europa". Con questo titolo il professore mette il suo programma sul web a disposizione delle forze politiche che vorranno farne il cardine della loro campagna elettorale e che il professore si dice pronto a guidare, "se richiesto". L'agenda consiste in 25 pagine di proposte centrate sull'idea di non disperdere i risultati ottenuti dal governo nei 13 mesi di vita e di proseguire sulla strada delle riforme strutturali.

Europa. E' il punto numero uno dell'agenda. Monti sostiene che bisogna costruire "un 'Europa piu' integrata e solidale, contro ogni populismo". Per il premier l'Italia "deve battersi per un'Europa più comunitaria e intergovernativa, più unita e non a più velocità ". Ma per contare di più in Europa "non serve battere i pugni sul tavolo". Bisogna guadagnarsi la credibilità; solo così l'Italia può chiedere all'Europa "politiche più orientate alla crescita".

Crescita. Il conseguimento della crescita non può essere realizzato ricorrendo al debito pubblico. Il primo atto, al contrario, è avere "finanze sane". Questo significa: attuare il pareggio di bilancio dal 2013 e ridurre lo stock del debito pubblico di un ventesimo all'anno a partire dal 2015.

Tasse. La riduzione del debito consente di agire sulla leva fiscale. Per Monti, se si mantiene la rotta, "ridurre le tasse è possibile". Si comincerà con la riduzione del carico fiscale su lavoro e impresa. Per farlo si potrà intervenire sui grandi patrimoni e sui consumi di lusso.

Liberalizzazioni. Monti propone di continuare su quella strada e di "intensificare l'apertura dei mercati". Parallelamente va resa più efficiente la pubblica amministrazione. La spesa pubblica deve  essere riqualificata, la spending review deve diventare un metodo permanente.

Impresa. L'agenda prevede il decentramento contrattuale, la riduzione del costo dell'energia, la facilitazione dell'accesso al credito per le imprese. Bisogna puntare a portare il livello degli investimenti stranieri in Italia al livello della media europea.

Lavoro. dopo la riforma Fornero e quella sul mercato del lavoro "non si può fare marcia indietro". Monti propone  di semplificare ulteriormente la normativa, di spostare la contrattazione collettiva a livello aziendale, di varare un piano per l'occupazione giovanile , con incentivi per chi assume gli under 30.

Lotta alla povertà. Monti pensa a un reddito di sostentamento minimo, subordinato alla frequenza di corsi di formazione e inserimento professionale.

Legge elettorale. Secondo Monti il "primo atto" del nuovo Parlamento deve essere la riforma della legge elettorale per ridare ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti.

Casta. Con lo slogan "meno casta meno costi" Monti propone una drastica riduzione dei contributi pubblici ai partiti e ai gruppi parlamentari, con l'obbligo di bilanci trasparenti e un tetto ai finanziamenti privati.

Evasione e corruzione. "Tolleranza zero per corruzione, evasione e attività sommerse". Monti prevede una stretta sul falso in bilancio e sulla legge anti-corruzione. Va rivista la disciplina sulle prescrizioni per colpire più efficacemente i reati.

Conflitto interessi. Monti auspica l'adozione di una più robusta disciplina di prevenzione  dei conflitti di interesse.

Incandidabilità. Il provvedimento appena approvato è un segnale importante ma bisogna "andare oltre" e prevedere norme ancora più stringenti.

(23 dicembre 2012) © Riproduzione riservata

http://www.repubblica.it/politica/2012/12/23/news/ridurre_tasse_pi_carico_sui_grandi_patrimoni_riforma_elettorale_e_riduzione_finanziamento_partiti-49367304/?ref=HREA-1
« Ultima modifica: Gennaio 05, 2013, 04:23:34 pm da Admin » Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #53 inserito:: Gennaio 03, 2013, 06:12:23 pm »

Monti a Bersani: "Tagliare le ali estreme sarebbe una buona cosa"

Il premier dimissionario, ospite di Uno Mattina, prospetta un'alleanza con il Pd, a patto che vengano esclusi "quegli elementi estremisti e conservatori" che impediscono di spingere a fondo con le riforme.

E attacca di nuovo a sinistra Stefano Fassina e la Cgil, a destra Renato Brunetta.

Spunta il nome della lista che potrebbe essere "Con Monti per l'Italia"


ROMA - "Tagliare le ali è una brutta espressione ma tagliare gli estremismi è una buona cosa". Lo dice Mario Monti ospite di Uno Mattina a proposito di possibili alleanze con il Partito democratico. L'apertura a Bersani sarebbe dunque possibile, a patto però che il segretario si liberi delle "frange estreme" - da Stefano Fassina a Nichi Vendola, a Cgil e Fiom - ferme su posizioni conservatrici e che impediscono di spingere a fondo con le riforme. E loda la "considerevole parte riformista del Pd", rappresentata ad esempio da esponenti come Pietro Ichino, "che addirittura ha lasciato il Pd per venire nel nostro movimento, ma anche Morando, Tonini, Vassallo che hanno scritto una lettera a un quotidiano rivendicando che il Pd stia con Monti". Ma poi affonda: "Spero che Bersani convinca ma non vinca".

La statura 'accademica' di Brunetta. Monti critica anche il Pdl dove, a suo avviso, ci sono delle "lobby che hanno impedito di andare avanti con la liberalizzazione di alcune professioni". E annovera Renato Brunetta tra coloro che hanno ostacolato le riforme per favorire più concorrenza. Il Professore sottolinea che "ci sono molte posizioni nel Pdl che hanno impedito riforme per iniettare più concorrenza nei mercati delle libere professioni. Per esempio, dal punto di vista economico generale, penso all'onorevole Brunetta" ed all'ex ministro della Pa, Monti si riferisce osservando che "sta portando, con l'autorevolezza di un professore di una certa statura - sottolinea con impercettibile ironia- 'accademica', il Pdl su posizioni piuttosto estreme e, se posso permettermi di dire, settarie". "Nel Pdl - aggiunge Monti - c'è molta vicinanza agli ordini professionali, ad esempio di farmarcie e altre professioni, e questo ha impedito di andare un pò più avanti nelle liberalizzazioni".
 
Il nome della lista. "Il mio nome non sarà quello di una persona che prende l'iniziativa per diventare presidente del Consiglio - continua il premier dimissionario -. Non ci sarà una lista 'Monti presidente' ma rappresenterà un movimento di cittadini, di organizzazioni della società civile e del volontariato per coinvolgere me, e ci sono riusciti, e per fare insieme qualcosa per Italia". Il Professore non rivela l'effettiva denominazione ma spiega che "sarà, quindi qualcosa tipo 'con Monti per l'Italia'".

Un caso di coscienza. "Non avevo nessuna intenzione di continuare un'esperienza politica dopo quella atipica di questo governo - spiega poi Monti in risposta a Berlusconi che ieri lo ha accusato di non aver mantenuto la promessa di non candidarsi - e sarebbe stata nella mia natura stare nella mia posizione di senatore a vita ed eventualmente essere disponibile a certi incarichi se si fossero profilati, ma mi sono posto un caso di coscienza, perchè sollecitato da tanta gente che ci ha detto 'andate avanti'". "Mi sono chiesto - ha aggiunto - se nel mio piccolo posso contribuire a trasformare l'Italia in un paese moderno per cercare di portare nella politica quelle energie che ci sono ma che hanno guardato la politica con distanza. Allora ho cercato di scendere dalla mie altezze e salire in politica per fare questo".

Berlusconi? Giudizi volatili. Il Professore replica poi a Silvio Berlusconi e ricambia il "poco credibile" arrivatogli ieri, definendo invece il leader Pdl "persona che ha mostrato una certa volatilità di giudizio sulle vicende umane e politiche negli ultimi tempi".

Fassina? Si aggiorni. "E' simpatica la definizione di 'lista rotary' che ha offerto l'onorevole Fassina - si difende poi Monti -  Ha immaginazione, io non la conosco ancora la lista Monti". E sottolinea di essere ricordato in Europa per le sue battaglie contro le grandi lobby e i poteri forti, come quando da commissario alla Concorrenza multò la Microsoft con una sanzione record.
 
Non sono un tassatore cattivo. "Vorrei che ci fosse qualcosa di simile a un governo 'Monti due'  - spiega il presidente del Consiglio - per far vedere che nel mio volto non c'è la cattiveria del tassatore ma che ho fatto delle cose per il bene degli italiani". E sulle questioni fiscali aggiunge: "I redditi sono già abbastanza tassati". In merito alla possibilità di una patrimoniale, il Professore ha spiegato che "tutta la nostra agenda mira a smitizzare luoghi comuni, non si possono fare slogan. Già oggi esistono elementi di tassazione patrimoniale come l'Imu, introdotta dal governo Berlusconi che abbiamo avuto noi l'onore di battezzare. Credo che non è un discorso che debba essere evitato come se fosse il diavolo. Ho la forte convinzione - ha chiosato Monti - che il sistema fiscale debba avere la sua funzione di distribuzione".
 

(03 gennaio 2013) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/politica/2013/01/03/news/monti_a_bersani_tagliare_le_ali_estreme_sarebbe_una_buona_cosa-49842844/?ref=HREA-1
Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #54 inserito:: Gennaio 03, 2013, 06:19:48 pm »

Monti a Bersani: "Tagli le ali estreme"

Il leader Pd: "Non chiudo la bocca a nessuno"

ll premier ancora in tv. Da Uno Mattina messaggio al Pd: "Tagli ali estreme e silenzi Fassina".

La risposta del segretario: "Chiedo rispetto". Al Pdl: "Accuse di lobby".

Camusso: "Da lui poche proposte e molte critiche".


ROMA - "Tagliare le ali è una brutta espressione, ma tagliare gli estremismi è una buona cosa". Lo dice Mario Monti ospite di Uno Mattina a proposito di possibili alleanze con il Partito democratico. L'apertura a Bersani sarebbe dunque possibile, a patto però che il segretario abbia il coraggio di "silenziare" le "frange estreme" - da Stefano Fassina a Nichi Vendola, a Cgil e Fiom - ferme su posizioni conservatrici e che impediscono di spingere a fondo con le riforme. Pronta la risposta del segretario: "Chiedo il rispetto per tutto il Pd - dice Bersani - Noi siamo un partito liberale che non chiude la bocca a nessuno e troverà sempre la sintesi".

Il premier loda invece la "considerevole parte riformista del Pd", rappresentata ad esempio da esponenti come Pietro Ichino, "che addirittura ha lasciato il Pd per venire nel nostro movimento, ma anche Morando, Tonini, Vassallo che hanno scritto una lettera a un quotidiano rivendicando che il Pd stia con Monti". "Spero che Bersani convinca, ma non vinca", dice infine. Il "messaggio" al Pd, per quanto non nuovo, è forse la parte più rilveante del discorso del premier nell'intervista a "Unomattina". Poi c'è stata la replica al Pdl.

La statura accademica di Brunetta. Monti critica il Pdl dove, a suo avviso, ci sono delle "lobby che hanno impedito di andare avanti con la liberalizzazione di alcune professioni". In testa a tutti, il premier mette Renato Brunetta. Il Professore sottolinea che "ci sono molte posizioni nel Pdl che hanno impedito riforme per iniettare più concorrenza nei mercati delle libere professioni. Per esempio, dal punto di vista economico generale, penso all'onorevole Brunetta che "sta portando, con l'autorevolezza di un professore di una certa statura accademica - sottolinea il premier con impercettibile ironia - il Pdl su posizioni piuttosto estreme e, se posso permettermi di dire, settarie". "Nel Pdl - aggiunge Monti - c'è molta vicinanza agli ordini professionali, ad esempio di farmarcie e altre professioni, e questo ha impedito di andare un po' più avanti nelle liberalizzazioni".
 
Il nome della lista. "Il mio nome non sarà quello di una persona che prende l'iniziativa per diventare presidente del Consiglio - continua Mario Monti - . Non ci sarà una lista 'Monti presidente', ma rappresenterà un movimento di cittadini, di organizzazioni della società civile e del volontariato per coinvolgere me, e ci sono riusciti, e per fare insieme qualcosa per Italia". Il Professore spiega che "sarà, quindi qualcosa tipo 'con Monti per l'Italia'".

Un caso di coscienza. "Non avevo nessuna intenzione di continuare un'esperienza politica dopo quella atipica di questo governo - spiega poi Monti sollecitato a rispondere alla accusa di Berlusconi che ieri gli aveva contestato la promessa mancata di non candidarsi - e sarebbe stata nella mia natura stare nella mia posizione di senatore a vita ed eventualmente essere disponibile a certi incarichi se si fossero profilati, ma mi sono posto un caso di coscienza, perché sollecitato da tanta gente che ci ha detto 'andate avanti'". "Mi sono chiesto - ha aggiunto - se nel mio piccolo posso contribuire a trasformare l'Italia in un paese moderno per cercare di portare nella politica quelle energie che ci sono ma che hanno guardato la politica con distanza. Allora ho cercato di scendere dalla mie altezze e salire in politica per fare questo".

Berlusconi? Giudizi volatili. Un'altra replica con ironia a Berlusconi che lo ha definito "poco credibile": "Un giudizio autorevole", dice Monti, anche se viene da una "persona che ha mostrato una certa volatilità di giudizio sulle vicende umane e politiche negli ultimi tempi".

Fassina? Si aggiorni. "E' simpatica la definizione di 'lista rotary' che ha offerto l'onorevole Fassina - si difende poi Monti - . Ha immaginazione, io non la conosco ancora la lista Monti". E sottolinea di essere ricordato in Europa per le sue battaglie contro le grandi lobby e i poteri forti, come quando da commissario alla Concorrenza multò la Microsoft con una sanzione record.
 
Non sono un tassatore cattivo. "Vorrei che ci fosse qualcosa di simile a un governo 'Monti due'  - spiega poi il presidente del Consiglio - per far vedere che nel mio volto non c'è la cattiveria del tassatore, ma che ho fatto delle cose per il bene degli italiani". Sulle questioni fiscali aggiunge che "i redditi sono già abbastanza tassati" e che, pur non guardando alla patrimoniale come fosse il diavolo, non è quello il discorso che intende affrontare.

"Tutta la nostra agenda - dice - mira a smitizzare luoghi comuni, non si possono fare slogan. Già oggi esistono elementi di tassazione patrimoniale come l'Imu, introdotta dal governo Berlusconi (con il d. lgs. n. 23 del 14 marzo 2011 che ne stabiliva la vigenza a partire dal 2014, limitatamente alle seconde case, ndr), che abbiamo avuto noi l'onore di battezzare. Ho la forte convinzione - dice - che sui redditi il sistema fiscale debba avere la sua azione di redistribuzione, e quindi ha ragione Obama. E' molto meglio - spiega - che una certa attività redistribuitiva, che ogni Stato si propone di fare, avvenga con lo strumento proprio del fisco, che non interferendo con il funzionamento del mercato".

Le reazioni. "Chi ha deciso di candidarsi alle elezioni dovrebbe discutere dei suoi programmi", commenta il leader della Cgil, Susanna Camusso. "Trovo che Monti abbia poche proposte e molte critiche". Il Pd reagisce con ironia alle parole di Mario Monti che chiede a Bersani di 'silenziare' Stefano Fassina (foto). Sul sito dei democratici, i fermi immagine presi da varie trasmissioni alle quali ha partecipato Monti. E cinque righe di corsivo sull'invito a "silenziare" rivolto a un partito che si chiama "democratico".

Nichi Vendola parla di "respingere l'arroganza" del premier: "Monti è sceso pesantemente in campo - dice il leader di Sel - con la presunzione di chi vuole partecipare ma vuole anche sentirsi arbitro della partita e decidere chi ha vinto questa partita: l'ha vinta lui. C'è un elemento di arroganza che va respinto".

Anche il Pdl critica la scelta del verbo "silenziare" riferita anche a Brunetta e l'"alterigia" del Professore. Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, accusa Monti di sembrare "non più un tecnico un demagogo alla caccia dei voti". Mentre per Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, "la presunzione di Monti sta diventando intollerabile". Brunetta definisce il premier su Fabebook "un tecnocrate autoritario e pasticcione" e polemizza contro il termine "silenziare" rivolto da Monti a lui e Fassina: "Tutto mi divide sul piano dei contenuti da stefano Fassina- aggiunge-, ma farò ogni sforzo perchè nessuno possa ridurre lui o altri al silenzio. Abbiamo toccato il fondo, prof. Monti. Intimare il silenzio a qualcuno mentre si ricopre il ruolo del capo del governo non ha cittadinanza in democrazia, ma ci riporta a tempi bui e dolorosi".

Anche Massimo Donati, cofondatore di Centro democratico, giudica infelice la scelta del verbo "silenziare": "Monti, nominato premier in circostanze eccezionali, dovrebbe essere più attento alle regole della democrazia e fare ammenda dell'intollerabile arroganza verbale di chi vuole silenziare chi la pensa diversamente. Silenziare qualcuno -conclude- è un linguaggio inaccettabile soprattutto per un leader politico. Monti dimostra di essersi lasciato prendere la mano da un estremismo tecnocratico che pretende di essere verità assoluta".

(03 gennaio 2013) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/politica/2013/01/03/news/monti_a_bersani_tagliare_le_ali_estreme_sarebbe_una_buona_cosa-49842844/
Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #55 inserito:: Gennaio 05, 2013, 04:18:32 pm »



Monti svela il simbolo: 'Scelta civica per l'Italia'

Alla Camera tre liste: una del Professore, senza ex parlamentari, una dell'Udc e una di Fli

04 gennaio, 23:23

Mario Monti a Otto e mezzo


Agenda per un impegno comune di Monti


 
A sostegno di Mario Monti "ci sarà una Lista unica per il Senato. Per la Camera in coalizione ci saranno tre distinte liste: una della società civile senza parlamentari, una dell'Udc immagino col nome Casini, una di Fli immagino col nome Fini": lo annuncia il premier uscente in una conferenza stampa.
 
"Con Monti per l'Italia - Scelta civica". E' il testo contenuto nel simbolo della Lista Monti per la Camera mostrato alla stampa dal presidente del Consiglio. Al Senato, dove sarà presentata una lista unica, scomparirà dal simbolo la scritta 'Scelta civica'. Arriveranno nei prossimi giorni i nomi dei candidati della lista Monti, annuncia poi il premier a Otto e Mezzo. Alla domanda se i nomi saranno annunciati martedì prossimo, come il Pd, Monti risponde: "I tempi sono quelli". Monti glissa invece tutte le domande su chi saranno i suoi candidati, su quanti ministri ci saranno, se lo chiederà anche a Passera e se candiderà Frattini o altri ex berlusconiani.
 
Il Professore annuncia inoltre severi criteri di candidabilità. E anticipa che anche per Udc e Fli verrà applicato un tetto al numero dei mandati già svolti: ci saranno "limiti legati all'attività parlamentare pregressa con un massimo di due deroghe per ciascuna lista". "I criteri di candidabilità ai quali saranno tenuti coloro che intendono partecipare e senza distinzione di lista saranno più esigenti rispetto a quelli attuali sulla candidbilità", afferma il premier. "I criteri riguarderanno condanne e processi in corso, conflitto di interesse, il codice deontologico antimafia, limiti legati all'attività parlamentare pregressa con un massimo di due deroghe per ciascuna lista (per quelle liste cui sono ammesse persone che hanno già svolto attività parlamentare)".
 
"Sono lieto di dare atto dell'entusiastico apporto manifestato da Italia Futura, Verso la Terza Repubblica, da altre associazioni, dall'avvocato Montezemolo, da Casini, Fini, Riccardi e da tantissime espressioni della società civile e della vita politica. Segnalo come interessante e meritevole di attenzione l'interesse dimostrato da parlamentari non solo di Udc e Fli ma anche del Pdl e del Pd", sottolinea Monti.
 
Alla fine alla Camera ci sarà dunque una lista Monti, "accompagnata" da quelle dei partiti che sostengono il ritorno del professore a Palazzo Chigi. Il premier uscente ha presentato il simbolo in una conferenza stampa organizzata dopo averne parlato in un vertice blindatissimo con Casini e Fini.
 
Gli incontri iniziati ieri tra Mario Monti ed i rappresentati dei partiti e delle associazioni della "società civile" sono proseguiti senza sosta. Anche oggi il professore ha proseguito nel suo tentativo di sintetizzare le proposte che arrivano da una parte e dall'altra e, soprattutto, di mettere d'accordo esigenze spesso contrapposte. Lunghi incontri sui quali c'è il diktat di mantenere il massimo riserbo.
 
"Le riunioni sono convocate ad horas. Si lavora senza sosta perché ormai il tempo stringe", spiega chi sta lavorando alle liste. Monti è pressato dalle richieste dei rappresentanti dell'associazionismo, contrari all'ingresso dei 'politici' in una lista con il suo nome. Ma vuole tener conto anche dell'insofferenza dell'Udc che teme di rimanere penalizzata dalla concorrenza alla Camera di una lista Monti. Per questo forse, ma anche per il timore che la mancanza di chiarezza sulle liste possa creare disorientamento tra gli elettori, si è scelto di presentare velocemente il simbolo con la convocazione di una conferenza stampa all'ultimo momento, fortemente voluta da ItaliaFutura. I partiti, intanto, lavorano alle proprie liste. Alla Camera Gianfranco Fini ha riunito i suoi per fare il punto: i posti disponibili sono pochi.
 
MONTI A CAV, NON RINUNCIO A CARICA SENATORE A VITA - "No, non lo prendo in considerazione. Non vedo i motivi e non lo prendo in considerazione". Così Mario Monti, ospite di 'Otto e mezzo' replica a Silvio Berlusconi che lo ha invitato a dimettersi da senatore a vita. "Ma... ha detto veramente quella cosa?", aggiunge il premier sottolineando di non "aver notato" la richiesta.
 
"Per me è questione morale: posso lasciare la scena come senatore a vita ma sarei servito all'Italia non credo. Così posso servire all'Italia? Spero", dice Monti. "Non mi andava di lasciare campo a una situazione polarizzata su posizioni un po' populiste che non vivono in modo naturale appartenenza dell'Italia in Europa e che danno più peso a interessi breve periodo".
 
"Mi sarei sentito a disagio andando nella mia dorata nicchia al senato e vedere dissipare buona parte di quello che l'Italia ha costruito in quest'anno", aggiunge. "Mai pensato nella mia vita di candidarmi a qualcosa, più che titubante ero decisamente contrario, per la prima volta scelgo nella vita una cosa al di fuori della mia natura", dichiara.
 
MONTI, SILENZIARE? VERBO INFELICE MA PRESO DA BLOG FASSINA - "Silenziare... Essendo io un noto dittatore, un despota e intollerante alla democrazia... Il termine l'ho preso dall'onorevole Fassina, dal suo blog dove ha scritto che ha silenziato il grillismo. Forse ho usato un verbo infelice". Lo afferma Mario Monti, ospite di 'Otto e mezzo' su La7.
 
MONTI, SI' A CONFRONTO TV A TRE CON BERSANI E BERLUSCONI - Un confronto a tre con Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi? "Sì, è utile. Se sarò invitato, verrò volentieri. Mi auguro che vangano pure loro". Lo dice a Otto e Mezzo il premier uscente Mario Monti a proposito di un confronto tv tra gli sfidanti alle elezioni.
 
"Sto forzando la mia natura, non chiedetemi troppo. Sarebbe bello provare ma non chiedetemi troppo", risponde Monti a Lilli Gruber che gli chiede se farà "comizi in piazza durante la campagna elettorale".
 
ICHINO, SARO' CAPOLISTA LOMBARDIA IN SENATO - Per il Senato sarò capolista in Lombardia. Lo scrive Pietro Ichino su Twitter parlando della lista Monti il cui simbolo tra poco sarà presentato ufficialmente nel corso di una conferenza stampa con il premier uscente.
 
CASINI, COMPETIZIONE E' FRA BERSANI E MONTI - "La competizione è fra Bersani e Monti. Poi vinca il migliore". Lo afferma il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini a Uno mattina, sottolineando come il Pdl sia in "uno stato confusionale e come Berlusconi non abbia realizzato neanche l'unità intorno a sé.
 
"Noi giochiamo per vincere e non abbiamo alcun complesso di inferiorità e le polemiche concentriche da sinistra e destra sono la certificazione della novità rappresentata da Monti". E' quanto sottolinea il leader centrista. "Tutti i riformatori, di sinistra e di destra - aggiunge - scelgono il rinnovamento" e dunque l'Agenda Monti. ''E' un successo se si vince, altrimenti è magari un'ottima affermazione ma non è un successo. Dopodiché il giorno dopo, dell'intelligenza, del prestigio e della capacità di Mario Monti questo Paese avrà sempre bisogno"
 
ALFANO,CALO SPREAD CON DIMISSIONI MONTI DIMOSTRANO IMBROGLIO - "Cade il governo e cala lo spread. Ma le dimissioni di Monti non dovevano impaurire i mercati? Ô successo il contrario". Lo scrive il segretario del Pdl, Angelino Alfano su Twitter hashtag "grandeimbroglio
 
DI PIETRO, NOI SOSTENIAMO INGROIA PREMIER, E GRILLO? - "Io ho grande rispetto per il M5S che non è solo Grillo. La differenza tra loro e noi è che noi vogliamo costruire una alternativa, non solo sfasciare la baracca. Il nostro candidato premier è Ingroia, un magistrato che ha messo a nudo un problema gravissimo, la trattativa Stato-mafia, e adesso si sta scoprendo che ad essere sotto controllo non erano i delinquenti ma i magistrati che facevano indagini sui delinquenti e che ora compie un atto di responsabilità. Sapete forse chi è il candidato premier del M5S?". Lo chiede il leader di Idv Antonio DiPietro in una videochat su 'La Stampa'. "Io - rileva - non sono contro il Pd ma voglio capire che ci sta a fare con il centrodestra visto che Monti non ha fatto niente di diverso rispetto a Berlusconi. Una cosa è certa: non decidono i cittadini, faranno il grande inciucio il giorno dopo", conclude, aggiungendo: "Si sono mesi d'accordo perché il premier sia Bersani e Monti presidente della Repubblica. Con una spartizione basata su un accordo sulle spalle degli elettori".
 
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

da - http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2013/01/04/Monti-18-conferenza-stampa-simbolo-lista-_8026652.html
Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #56 inserito:: Gennaio 05, 2013, 04:24:33 pm »

LA «SALITA» IN POLITICA DEL PREMIER: «non mi dimetto da senatore a vita»

Monti svela le carte per la «salita in campo»

«Tre liste alla Camera, unica al Senato»

A Montecitorio il professore sarà sostenuto da liste Udc, Futuro e Libertà e della società civile: «Obiettivo è il Monti-bis»


MILANO- Lista unica al Senato, tre liste alla Camera. Ecco la formula scelta dal premier uscente Mario Monti per la corsa alla rielezione.
In una conferenza stampa all'Hotel Plaza di Roma ha presentato alla stampa i simboli e anticipato i criteri per le candidature.

REGOLE SEVERE PER CANDIDARSI -A Montecitorio il professore sarà sostenuto da una lista dell'Udc che fa riferimento a Casini, un'altra di Futuro e Libertà collegata a Fini e da una terza composta da esponenti della società civile («non saranno parlamentari» ha spiegato Monti). Il simbolo con un tricolore al l'interno ha come slogan: «Scelta civica con Monti per l'Italia» per la Camera, mentre al Senato ci sarà un logo uguale ma senza la dicitura «Scelta Civica». Entro tre giorni si sapranno i criteri per chi vorrà candidarsi, ma Monti anticipa regole severe «ancora di più di quelli vigenti con riferimento a processi in corso su conflitto di interessi, sull'antimafia e sui limiti legati ad attività parlamentari pregresse di un massimo di due deroghe per lista».

LE DOMANDE SU TWITTER- Appena il tempo di finire la presentazione e Monti attraverso il suo account su Twitter annuncia che sabato alle 11.15 risponderà alle domande inviate dei cittadini. Una scelta che arriva dopo la brevissima conferenza stampa - meno di 10 minuti- alla quale i giornalisti non hanno avuto la possibilità di fare domande al candidato premier.

L'INTERVISTA - Poi Mario Monti è stato anche protagonista di un'intervista a Otto e mezzo. Subito dopo aver presentato la sua lista ha risposto alla Gruber di volere «salire» in politica anche per superare le resistenze delle lobby, auspicando di attuare le riforme per il Paese e per i giovani. Il Professore ha però detto di voler rifiutare le facili promesse, ma di proseguire nel cambiare la politica, incapace in questi ultimi anni di rispondere alle esigenze dei cittadini, per «un insano scollamento» tra classe dirigente e società civile. Monti ha anche motivato la sua scelta di entrare nell'agone politico, perché aveva il timore di «vedere dissipare quanto costruito» in un anno di governo.

LA CARICA - L'ex presidente del Consiglio ha comunque precisato di non essere candidato alle elezioni, perché è e resterà a senatore a vita. Replicando alle accuse di Silvio Berlusconi che lo aveva invitato a lasciare la carica onoraria: «No, non lo prendo in considerazione. Non vedo i motivi e non lo prendo in considerazione», ha risposto piccato chiedendo alla Gruber se davvero il Cavaliere avesse fatto questa richiesta. E lo indirettamente attaccato ricordando di «sorridere poco rispetto ad altri, che invece hanno contribuito a far andare male l'Italia». L'ex presidente della Bocconi ha indicato che il suo obiettivo è un Monti-bis, di fatto smentendo l'ipotesi di un eventuale carica di ministro dell'Economia in un governo di centro-sinistra.

PRONTO A UN CONFRONTO TV- Niente comizi in piazza -«sarebbe bello provare ma non mi ci vedo»- sì a un confronto in televisione con gli altri candidati Bersani e Berlusconi. «Se invitato parteciperò» ha detto Monti rispondendo a una domanda di Lilli Gruber, «mi auguro lo facciano anche loro». Il senatore a vita ha anche chiesto alla Rai di pubblicare i dati sulle presenze dei politici in televisione per fare chiarezza sulle reali partecipazioni. «Ho una lunghissima lista per quanto riguarda il mio predecessore, sono sicuro che la Rai lo farà».

Redazione Online

4 gennaio 2013 | 22:32© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/politica/13_gennaio_04/lista-monti-presentazione_9dda5336-5696-11e2-9534-ad350c7cbb97.shtml
Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #57 inserito:: Gennaio 21, 2013, 07:25:20 pm »

Il premier racconta i retroscena della «salita in politica».

«Troppe tribù in questo Paese»

Monti: «Togliamo l'Italia agli incapaci»

Lavoro, possibili cambi alla riforma Fornero

Nella nuova Agenda possibili modifiche alla riforma Fornero



La domanda è una sola. Semplice. Perché ha deciso di «salire in politica»? Quali sono le vere ragioni di una scelta che chi scrive, pur conoscendola da molto tempo, mai avrebbe immaginato? Monti fa un grande sospiro. Siamo nel suo ufficio a Palazzo Chigi, in una piovosa mattinata romana. «Credo di aver fatto una cosa giusta, non quella più utile per me». Il racconto del presidente suddivide il suo periodo di governo in due parti. La prima, la più drammatica, con l'incubo quotidiano di restare senza i soldi per pagare gli stipendi pubblici («Quando incontravo Angela Merkel sapeva esattamente quanti titoli di Stato avevamo bisogno di vendere»). Poi i primi risultati, l'emergenza che si allontana. «Allora, pensavo che, dopo aver contribuito a salvare il Paese, restando al di sopra delle parti avrei svolto tranquillamente le mie funzioni di senatore a vita, in attesa che qualcuno, forse, mi chiamasse».

E invece no. «A un certo punto, con l'avvicinarsi delle elezioni, le riforme incontravano ostacoli crescenti, erano sempre più figlie di nessuno. La strana maggioranza cambiava pelle sotto i miei occhi. Il Pdl ritornava ad accarezzare l'ipotesi di un nuovo patto con la Lega, non con il Centro, ed emergeva un fronte populista e antieuropeo; il Pd alleandosi esclusivamente con Sel riscopriva posizioni radicali e massimaliste in un rapporto più stretto con la sola Cgil». E che altro poteva aspettarsi, professore? Che i partiti si suicidassero tutti sull'altare del rigore? «Ho intravisto due rischi. Uno a breve, che il governo cadesse prima che i partiti si accordassero finalmente su una riforma elettorale; uno più a lungo termine, e assai più grave, ovvero che sei mesi dopo le elezioni si dissipassero tutti i sacrifici che gli italiani avevano fatto, con grande senso di responsabilità, per sottrarre il Paese a un sicuro fallimento. Tutto inutile, pensavo. Sarebbero tornati al governo i vecchi partiti, i vecchi apparati di potere, veri responsabili del declino dell'Italia. In quello stesso periodo si erano poi moltiplicati gli incoraggiamenti di molti leader europei e internazionali, da Barack Obama a François Hollande, che però - chiarisco subito - non sono stati determinanti». Nemmeno l'incoraggiamento del Papa? «Non trasciniamo il Santo Padre nelle nostre vicende così terrene...». L'appoggio della Chiesa? «Gli auspici sono stati autorevoli, ma sono anche venuti da espressioni più semplici, parroci per esempio. Il mondo cattolico è articolato e composito. Va ascoltato e rispettato, non strumentalizzato». Il Partito popolare europeo? «Una scelta di campo significativa, soprattutto se si tiene conto che non appartengo a nessun partito, mentre il Pdl di Berlusconi è uno dei partiti più grandi nel Ppe».

Insomma, alla fine il dado è stato tratto. «È cambiata in me la percezione di che cosa sarebbe stato moralmente più giusto. Un amico milanese, che lei conosce bene, direttore, ma di cui non le dirò il nome, mi disse in un lungo colloquio che con il passare del tempo la bilancia delle valutazioni morali, dentro di me, sarebbe cambiata. Avrebbe pesato meno il piatto di ciò che io ritenevo in linea con il mio stile, di persona al di sopra delle parti; sarebbe invece aumentato il peso del senso del dovere, il dovere di fare in modo che i sacrifici che avevo dovuto chiedere agli italiani per salvare il Paese non venissero dissipati e costituissero invece la base di un'Italia più solida, capace di tornare a crescere, dopo tanti anni». La bilancia si è mossa e lei, professore, ha fatto il gran passo. Una scelta immorale, secondo D'Alema. «Ma sarebbe stato immorale se io avessi pensato a me stesso, non trova? Gratificazioni di prestigio non sarebbero mancate. Così, invece, rischio tutto». Il presidente della Repubblica non ha apprezzato. (Lungo silenzio). «Credo di averlo sorpreso, questo sì, ma penso che oggi abbia compreso le ragioni della mia scelta. Veda, il nostro è un rapporto di reciproca e profonda stima, e di grande riconoscenza da parte mia. Ma anche di pudore sui nostri personali sentimenti. Quando cominciai a dirgli che sentivo qualcosa cambiare in me, non mi sconsigliò, mi diede ascolto...».

La linea di confine fra l'immagine del tecnico super partes e del politico necessariamente «in erba», viene tracciata dalla sua conferenza stampa del 23 dicembre, poi dalla cosiddetta Agenda, con la quale nasce un nuovo soggetto politico, Scelta Civica, una lista che si apre alla società civile per farla finita con la vecchia politica, giusto? «Sì, e sa qual è stata l'altra considerazione di fondo che mi ha spinto a salire in politica?». Quale, presidente? «Anche dopo aver celebrato il centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia, questo Paese continua ad avere bisogno di essere unificato. Oggi, più di qualche decennio fa, sembriamo a volte non un Paese, con un senso del bene comune, ma quasi un insieme di tribù, di corporazioni, di fortini intenti a difendere interessi di parte, di incrostazioni clientelari. La mia iniziativa politica è stata sollecitata dalla società civile. E alla società civile io mi rivolgo, noi ci rivolgiamo. La risposta si sta rivelando straordinaria». E vi siete alleati con Casini e Fini che nella politica tradizionale hanno sguazzato per anni, mah... «Certo, può apparire una contraddizione, ma entrambi hanno avuto il merito di vedere per tempo quali guasti producesse un bipolarismo incompiuto e conflittuale. E nell'ultimo anno sono stati più disponibili del Pdl e del Pd a sostenere anche i provvedimenti sgraditi agli ambiti sociali a loro vicini. Infine, hanno accettato di sottoporre anche le loro liste ai criteri più esigenti da me richiesti. Quanto alla nostra lista per la Camera, Scelta Civica, faccio notare che è la prima volta che viene proposta agli elettori, su base nazionale, una formazione che non include alcun ex parlamentare, ma solo esponenti di valore del volontariato, del mondo dei lavoratori dipendenti, delle professioni, dell'associazionismo, dell'imprenditoria, della scienza, gente capace, persone che hanno scelto di rischiare, con coraggio e avendo fatto rinunce significative. Quanti colloqui, quante telefonate, quanti dubbi, quante crisi di coscienza. Ma quanta gioia, mi ha dato fare questa esperienza di mobilitazione! Li ringrazio tutti perché dimostrano una cosa importante, vitale». Quale? «Un'altra delle ragioni della scelta che anch'io ho fatto. Un tempo potevamo dire: io aiuto il mio Paese facendo bene e con onestà il mio mestiere, la mia parte. Oggi non basta più. Se non ci impegniamo direttamente, se non sacrifichiamo qualcosa di personale, questo Paese non avrà futuro e su di noi cadrà una colpa grave. Una colpa che non avrà prescrizione».

Presidente, Berlusconi dice che nessuno, dopo Mussolini, ha avuto tanti poteri come lei. «È evidente l'improponibilità storica del paragone. Ogni provvedimento proposto dal mio governo si avviava verso le Camere in perfetta solitudine. Zero deputati, zero senatori (o uno, il sottoscritto). Il mio governo partiva sempre da zero, doveva convincere volta per volta una maggioranza chiamata a decidere spesso qualcosa di contrario alla natura dei partiti che la componevano, ma necessario per salvare l'Italia». E dunque, ha ragione il Cavaliere a invocare riforme straordinarie che attribuiscano all'esecutivo maggiori prerogative? «La nostra è una repubblica parlamentare. Si può snellire la funzionalità del Parlamento, ma è soprattutto la composizione politica del Parlamento che va cambiata, con le elezioni, se vogliamo che vi siedano persone con la cultura del cambiamento e non della conservazione, delle riforme e non delle clientele». Ma non le conveniva, sul piano più squisitamente politico, accettare l'offerta di essere lei il federatore dei moderati, sotto l'egida del Partito popolare europeo? «Io apprezzai molto quell'offerta di Berlusconi. Ma gli dissi subito che, se mai, all'Italia sarebbe occorso un federatore dei riformisti, finora domiciliati in tre poli diversi e perciò incapaci di dare un maggiore impulso alle riforme di cui il Paese, i giovani hanno bisogno. È quello che ora mi propongo di fare». Le sollecitazioni e le offerte di attuali parlamentari sono state numerose? «Sì, sia dal Pdl che dal Pd, molti deputati, senatori e parlamentari europei sono venuti a dirmi: vorrei stare con lei, sono pronto. In alcuni casi non è stato possibile trovare una piena convergenza, in molti altri sì».

La Banca d'Italia, nel suo bollettino, afferma - e certo questo può essere letto anche come una critica autorevole e circostanziata al governo dei tecnici - che gli effetti dell'austerity sul prodotto interno lordo, previsto in calo dell'1 per cento anche quest'anno, sono maggiori del previsto. Il rigore non è una dieta. Per molte imprese, specie quelle piccole, e per tante famiglie, assomiglia a un drammatico digiuno. «Noi stiamo vedendo, al contrario, qualche risultato positivo grazie al sacrificio degli italiani: sui tassi d'interesse, sulle esportazioni, sull'andamento dei titoli pubblici. E dobbiamo sempre chiederci che cosa sarebbe accaduto se quelle decisioni non fossero state prese e se ci fossimo trovati nei panni dei greci. La Banca d'Italia non credo sostenga che bisognasse fare meno risanamento. Ma più riforme strutturali. Ha ragione. È anche per questo che oggi a Bergamo dirò che non possiamo rimettere l'Italia nelle mani degli incapaci, che l'hanno portata al novembre 2011. La vecchia politica non deve tornare. Il governo tecnico non sarebbe stato chiamato se la gestione della cosa pubblica fosse stata nelle mani di politici capaci e credibili». Lei è ormai un ex tecnico, presidente, non lo dimentichi. «D'accordo. Oggi gli italiani hanno di fronte una straordinaria opportunità con una proposta politica seria e del tutto nuova». A voler essere precisi le novità sono diverse, compreso il Movimento 5 Stelle. L'ha mai conosciuto Grillo? «No, ma non avrei difficoltà ad incontrarlo. La sua discesa nei consensi credo abbia a che vedere con la nostra iniziativa. Scelta Civica pesca molto, e bene, fra gli indecisi o fra coloro che pensavano, sbagliando, di astenersi. Noi e Grillo siamo due espressioni differenti dell'insofferenza popolare. Iconografia della rabbia la sua, gestuale, vivace ma temo inconcludente. Seria, composta, con tante persone capaci, e ormai con esperienze di governo, in Italia e in Europa, la nostra».

A Bergamo verrà scritta, o meglio aggiornata, anche l'Agenda Monti. Il professore è riservato su questo punto. Ma il piatto forte sarà costituito da una nuova, e dalle indiscrezioni dirompente, proposta sul mercato del lavoro. L'idea di trasformare, all'insegna della flexicurity , ovvero flessibilità più sicurezza, all'inizio in forma sperimentale, i contratti precari in contratti a tempo indeterminato per i quali l'articolo 18, quello famoso sui licenziamenti, verrebbe sospeso almeno nei primi due o tre anni. Una riforma che prevederebbe anche il reddito minimo di cittadinanza. E una sicura collisione con il Pd e con la Cgil. Anche, chiedo al presidente una sconfessione della legge Fornero, o no? «Da lei, direttore, sto apprendendo molte cose. Varie persone stanno lavorando ad affinare l'Agenda. Per ora non c'è, su questa materia specifica, nessun orientamento deciso».
La nuova Agenda conterrà anche alcune proposte in tema di giustizia e una posizione più ferma sulla lotta alla corruzione, segno che la legge approvata si è rivelata del tutto insufficiente. «Una constatazione corretta». E la già annunciata riformulazione dell'Imu con beneficio dei piccoli proprietari.
Sul finire di questa lunga conversazione, chiedo al presidente del Consiglio e al leader di Scelta Civica se su liberalizzazioni, privatizzazioni e terapie antidebito non fosse, anche lì, il caso di fare di più. E la risposta è positiva. «Qualche timidezza da parte nostra, è probabile; e qualche ostacolo imprevisto in quel Parlamento che a dispetto dei voti di fiducia, si è rivelato piuttosto refrattario alle vere riforme». E se non sia il caso di parlare di più alla gente comune, alle famiglie, alle piccole imprese che non tirano la fine del mese e che esprimono una più che giustificata insofferenza. «Un governo che avesse di fronte a sé cinque anni e non l'ultimo anno di una legislatura; un governo che nascesse in una situazione finanziaria tranquilla e non nell'allarme rosso, potrebbe e dovrebbe permettersi una ben maggiore attenzione al sociale. Nel novembre 2011 era diverso. Bisognava mettere gli italiani di fronte a verità colpevolmente negate fino al giorno prima. I finti buoni li avrebbero portati al fondo del precipizio, dal quale ci siamo fortunatamente allontanati. Oggi possiamo guardare alla crescita con maggiore ottimismo ed è possibile parlare, senza alcuna incoerenza, di una graduale riduzione delle tasse. Con senso di responsabilità. Senza esagerare in promesse che non si possono mantenere».

Ferruccio de Bortoli

20 gennaio 2013 | 10:47© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/politica/13_gennaio_20/monti-lavoro-nuova-agenda_dac2c90e-62d0-11e2-b1d5-38c6a83a1ea2.shtml
« Ultima modifica: Gennaio 21, 2013, 07:33:18 pm da Admin » Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #58 inserito:: Gennaio 21, 2013, 07:32:39 pm »

Monti: La riforma Fornero è ancora un cantiere aperto. Vogliamo andare più avanti ma nulla è deciso

20 gennaio 2013


«Sul lavoro, vogliamo andare più avanti di quanto una strana e a volte responsabile maggioranza, non la voglio disprezzare, abbia consentito di fare l'anno scorso». Soprattutto per via di un «blocco socio-sindacale prevalentemente di sinistra». Lo stesso, «con ostacoli che in questo caso sono venuti prevalentemente da destra, anche per ragioni storiche e personali che conosciamo, vogliamo fare nel campo della giustizia, della trasparenza, della lotta alla corruzione».

Mercato del lavoro, niente di deciso: «Siamo un cantiere aperto»
Questo uno dei passaggi in cui il premier uscente, Mario Monti, ha delineato oggi gli obiettivi della nuova coalizione centrista da lui guidata, prendendo la parola alla presentazione dei candidati di Lista Civica presso il parco scientifico tecnologico Kilometro Rosso, a Bergamo. Al suo discorso è subito seguita una conferenza stampa, in cui lo stesso Monti ha voluto frenare sull'idea di un ripensamento dei centristi sulla riforma del lavoro Fornero. Per ora, ha tenuto a precisare, «non c'è nessun orientamento deciso, siamo in un cantiere aperto». Sul tema mercato del lavoro stanno riflettendo «diverse persone molto esperte», che hanno «angolature diverse e complementari».

Io alla guida dei moderati? «Occorre federare i riformatori!»
In apertura del suo intervento, Monti aveva spiegato il suo no alla richiesta di Berlusconi di guidare i moderati: «Non si tratta di federare i moderati, l'Italia non ha bisogno di moderazione o di mezze misure, ha bisogno di riforme radicali per coloro che sono al di fuori dei fortini protetti delle corporazioni, per i giovani. Occorre federare i riformatori e i riformisti».

«Non prendetemi per un politico», ma «mi è venuta la passione»
Quando è salito sul palco della kermesse Monti è stato accolto da un lungo applauso. Tanti anche in piedi. E lui ha sfoggiato la sua ironia. «Non vorrei - ha detto - che mi aveste preso per un politico. Oggi abbiamo parlato di speranza e di una cosa che sarebbe un po' assente in noi, la passione. Vi assicuro che a me è venuta la passione».

Costi della politica, servono facce nuove per cambiare le cose
Uno dei temi centrali del discorso è stato quello dei costi della politica, cosa, ha spiegato il Professore, «Non amo di sventolare come un panno rosso per aizzare gli istinti di deresponsabilizzazione della società». anche se «Ci sono costi e mancanze di efficienza dell'apparato pubblico che abbiamo appena cominciato ad intaccare», pur dovendo fare i conti con un Parlamento dove «si annidano resistenze che rendono difficilissimo andare avanti». Per questo, ha spiegato, «Vogliamo che nel Parlamento ci sia un afflusso di nuove persone e nuova cultura che favorisca un'evoluzione e non faccia resistenza».

Ddl costituzionali per taglio parlamentari e riforma Titolo V
Monti immagina anche di rispondere a una domanda su cosa intende fare al primo Consiglio dei ministri, nel caso sia chiamato di nuovo a fare il premier. « Direi senz'altro un ddl di riforma costituzionale per ridurre il numero dei parlamentari - spiega - e un ddl di riforma costituzionale per un riassetto dello Stato che lo renda meno costoso e più proficuo». Non solo: all'ordine del giorno «anche un ddl costituzionale per rivedere la riforma del Titolo V della Costituzione, adottata qualche anno fa a fin di bene, come sempre quando si interviene su questo fronte....ma che ha di fatto paralizzato la capacità dell'Italia di essere competitiva con infrastrutture rispettose dell'ambiente», ma anche con politiche energetiche adeguate e un settore turismo che non sia penalizzato dalla dispersione delle competenze.

Autocritica per collaborare con Vendola: «Ma scherziamo?»
Parlando dal palco di Bergamo, Monti trova anche spazio per replicare con parole inequivocabili alla richiesta avanzata dal leader di Sel Nichi Vendola di fare autocritica come condizione per collaborare dopo il voto. «Vendola ieri ha dichiarato, dopo una serata molto operativa sulla drammatica questione Ilva, "in fondo potremo anche collaborare con Monti e suoi per le riforma costituzionali purché faccia autocritica". Ma scherziamo? Ci sono a sinistra importanti e apprezzabili impulsi liberalizzatori, relativamente recenti, c'è stato un apprezzabile avvicinamento, ma noi li abbiamo dagli anni Novanta e dovremmo rinnegarli dopo che, con sforzi, una parte della sinistra arriva a questo?», ha detto Monti.

Commozione nel finale pensando ai nipoti
Nelle battute finali del suo discorso, Monti ha ricordato che «C'è una terza coalizione rispetto alla quale crediamo di essere migliori: quella dei non votanti, che pensano di fare un dispetto alla politica non andando a votare». Non volete fare una scelta politica? Ha quindi chiesto il premier, concludendo: «Fate la scelta civica». Con riferimento al nome della sua lista centrista. Al termine il presidente del Consiglio si é commosso ricordando i nipoti. «Pensando ai miei quattro e presto cinque nipotini - ha detto Monti - e dopo questo impegno civico-militare di tredici mesi, ormai, avrei voluto occuparmi più di loro, ma avrei fatto torto a loro e ad altri tanti nipoti italiani. Non fatemi commuovere... Ora vi chiedo di raddoppiare lo sforzo da qui al 24 febbraio».

Sul dopo voto: «Non parteciperò a governi che non siano riformisti»
Ma alla conferenza stampa successiva al discorso che il Monti politico riserva ulteriori indizi sulla direzione che intende dare alla nuova coalizione centrista. Dopo aver chiarito che sui possibili cambiamenti alla riforma Fornero lo stadio è quello di un «cantiere aperto» che coinvolge vari studiosi con idee diverse, Monti chiarisce il suo atteggiamento sulle alleanze politiche post elettorali: «Non parteciperò a Governi che non hanno un forte orientamento riformista, questa sarà la cartina tornasole», rifiutando di pronunciarsi «in termini di alleanze».

Da escludere una nuova manovra di bilancio
Monti esclude anche, apparentemente da tecnico, l'ipotesi di una nuova manovra di bilancio: «Il fatto che la congiuntura vada meno bene non implica la necessità di una manovra aggiuntiva. Abbiamo dato corso agli impegni presi con l'Europa da Berlusconi con l'obiettivo di pareggio di bilancio nel 2013. Obiettivo introdotto nell'estate del 2011 come richiesta europea per dare un segno di volontarismo. Ho ritenuto doveroso per non compromettere questo obiettivo mettere in opera tutte le azioni necessarie -ha concluso Monti- per consegnare il pareggio di bilancio strutturale e riteniamo di essere sulla strada di questo obiettivo».

Rimodulazione Imu «Ipotesi da valutare»
Quanto alla proposta Pd di rimodulare l'Imu, alleggerendo il carico fino allo zero per i patrimoni immobiliari più modesti e compensando sui grandi patrimoni «è una ipotesi da valutare anche quantitativamente. Singole misure di politica fiscale possono essere prese in considerazione, ma è il pacchetto che conta, è difficile dare un giudizio su un elemento del pacchetto», ribadendo quindi un concetto già emerso nel suo discorso: «non è contraddittorio che chi ha fatto parte di un Governo che ha dovuto esser piuttosto rigido sulle imposte in prospettiva possa proporre una graduale riduzione» delle stesse.

Voto studenti Erasmus, il 22 gennaio Cdm
L'incontro di Bergamo è anche l'occasione per annunciare novità alla sua agenda politica. Intanto una nota di Palazzo Chigi segnala che il premier ha invitato il ministro dell'Interno e quello degli Affari Esteri «a fare tutto quanto è possibile per consentire il voto» agli studenti Erasmus. Lo si legge in una nota di palazzo Chigi in cui si aggiunge: «Sul tema i due Ministri riferiranno al Consiglio dei ministri convocato per martedì 22».

Possibili modifiche alla legge Fornero
Alcune anticipazioni di queste novità sono apparse sul Corriere della Sera. «Non possiamo rimettere l'Italia nelle mani degli incapaci, che l'hanno portata al novembre 2011», ha detto Monti al direttore del quotidiano di via Solferino, Ferruccio de Bortoli. Segnalando poi i lavori in corso sull'agenda degli impegni per la prossima legislatura «"Varie persone stanno lavorando ad affinare l'Agenda», anche se per ora «su questa materia specifica, non c'è nessun orientamento deciso». «L'idea è di trasformare, all'insegna della flexicurity, ovvero flessibilità più sicurezza, all'inizio in forma sperimentale i contratti precari in contratti a tempo indeterminato per i quali l'articolo 18, quello famoso sui licenziamenti, verrebbe sospeso almeno nei primi due o tre anni. Una riforma che prevederebbe anche il reddito minimo di cittadinanza».

Bombassei: priorità per lavoro e occupazione
«Lavoro e occupazione» sono due delle priorità che dovrà avere il governo, secondo Alberto Bombassei, patron della Brembo e già vicepresidente di Confindustria, candidato alla Camera nella lista Monti. Bombassei oggi partecipa all'incontro con il premier al Kilometro rosso. «Credo che lo sforzo - ha aggiunto Bombassei - debba essere corale per far diventare il Paese più competitivo».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-01-20/monti-prepara-agenda-prossima-124744.shtml?uuid=Ab8xJDMH&p=3
Registrato
Admin
Utente non iscritto
« Risposta #59 inserito:: Gennaio 21, 2013, 07:48:34 pm »

Politica
20/01/2013 - l’analisi

Un ruolo a Nord e società civile

Monti: “Noi siamo il vero nuovo”

La sfida del Professore da Bergamo

Michele Brambilla

Mario Monti ha aperto oggi la sua campagna elettorale a Bergamo, al «kilometro rosso» dell’imprenditore Alberto Bombassei, che correrà per un posto in parlamento. L’ha aperta davanti ai suoi candidati: ma il messaggio che ha voluto lanciare è diretto a tutto il Paese. Ed è un messaggio che vuole innanzitutto ricordare quanto di buono ha fatto il suo governo, un governo che oggi - con argomenti diversi ma per motivazioni identiche - sia la destra che la sinistra, che pure l’avevano appoggiato, rinnegano. 

Monti ha voluto ricordare che il Paese davvero era sull’orlo del fallimento, e ha rivendicato con orgoglio i risultati ottenuti. Ma il premier ha voluto soprattutto guardare al futuro. Ha voluto dire che il prossimo governo non dovrà, come il suo, partire da una situazione di allarme rosso, proprio perché il pericolo di un default non c’è più, e quindi «non è per nulla incoerente» che lui oggi parli di una «graduale riduzione delle tasse». Monti ha voluto guardare avanti soprattutto presentando i candidati della sua lista «Scelta civica», dei quali nessuno è mai stato parlamentare. «Noi siamo il vero nuovo», ha insomma voluto dire Monti, perché tutti i candidati vengono davvero dalla società civile. Ma anche e soprattutto perché nuova è l’anima di questa sua formazione, che vuole superare davvero i vecchi schemi di destra e sinistra.

Ha voluto partire dal Nord, il premier. «Dalla mia Lombardia», ha detto. E poi ha parlato della «sua» Varese. Territori che vent’anni fa hanno dato origine ad altre avventure nate dalla società civile o dal popolo, e quindi fuori dalla politica come fuori dalla politica è l’origine di Monti e dei suoi candidati. Forza Italia e la Lega, insomma. Le quali però, ha detto Monti, hanno tradito, portando avanti promesse vuote e illusorie. La sfida partita oggi a Bergamo è proprio questa: ridare un ruolo al Nord e alla società civile con un altro stile, con altri obiettivi e con un’altra politica.

da - http://lastampa.it/2013/01/20/italia/politica/un-ruolo-a-nord-e-societa-civile-monti-noi-siamo-il-vero-nuovo-Jz11idydqrDOcogPcUMzWP/pagina.html
Registrato
Pagine: 1 2 3 [4] 5 6
  Stampa  
 
Vai a:  

Powered by MySQL Powered by PHP Powered by SMF 1.1.21 | SMF © 2015, Simple Machines XHTML 1.0 valido! CSS valido!