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Autore Discussione: CONCHITA SANNINO.  (Letto 20977 volte)
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« Risposta #30 inserito:: Luglio 04, 2017, 05:11:45 pm »

L'accusa del giudice: "Domenico Diele pericoloso socialmente e insofferente alle regole “
E’ il ritratto che emerge dall’ordinanza di custodia emessa dal gip Fabio Zunica, che ha concesso all’attore gli arresti domiciliari dopo che ha travolto con l'auto e ucciso una donna in scooter

Dalla nostra inviata CONCHITA SANNINO
29 giugno 2017

SALERNO.  “Distratto dal cambio di un cd”, travolge e uccide Ilaria. Alla guida, c’è un indagato “dalla non trascurabile pericolosità sociale”. Un uomo “rivelatosi più volte insofferente alle regole”. E “la cui consuetudine con gli stupefacenti era già emersa in diverse precedenti occasioni”. Un soggetto per il quale - “pure a fronte dello status formale di incensurato” – esiste “un concreto e attuale pericolo di ulteriori condotte recidivanti”.  E’ il ritratto di Domenico Diele, così come emerge dall’ordinanza di custodia emessa dal gip Fabio Zunica che ha concesso all’attore gli arresti domiciliari.

A carico del talentuoso interprete 32enne (un volto in ascesa nelle serie tv Sky, “In Treatment”, “1992” e “1993”, oltre che di film come Acab) pesa l’accusa di omicidio stradale in cui ha perso la vita, l’altra notte, sull’autostrada Salerno-Roma, la 48enne Ilaria Dilillo, segretaria in uno studio legale. A ridosso della mezzanotte di venerdì, Diele era partito dalla Basilicata e si era messo al volante della sua Audi 3 : nonostante gli avessero sospeso la patente, dopo aver fatto uso di droghe e con l’assicurazione scaduta. In più stando ai rilievi della Stradale, Diele sfrecciava ad almeno 140 chilometri, ben sopra i limiti previsti.

Un grappolo di aggravanti, di assoluta gravità, conviene il gip. Che non a caso descrive minuziosamente l’immagine choc dell’incidente: lo scooter Honda della Dilillo viene arpionato dall’auto che, evidentemente corre ad alta velocità tanto che la moto penetra letteralmente, all’indietro, la parte anteriore dell’Audi guidata da Diele. E resta come saldata, in verticale, nella vettura. La targa del motorino vicinissima al motore. Mentre la donna, Ilaria, fa un tragico volo di quasi cento metri: con un’emorragia fatale degli organi interni. 
 
“A casa solo con il braccialetto”
In carcere a Fuorni da una settimana, Diele è ancora detenuto in attesa che a Roma sia reso disponibile un braccialetto elettronico per poter essere trasferito, sotto stretta sorveglianza, ai domiciliari nella casa di sua nonna nella capitale. Il gip, con articolata e dura motivazione, ha infatti deciso di subordinare, con accenti severi, la concessione della custodia domestica alla effettiva disponibilità dei predetti congegni elettronici per il controllo a distanza “.

Diele, così come viene riassunto dal gip che riporta il racconto dell’attore nel suo interrogatorio di garanzia, si è detto “più volte enormemente dispiaciuto” per il lutto che ha provocato con la sua condotta, e ha spiegato che “non si è proprio accorto della presenza dello scooter sulla strada, probabilmente perché è stato distratto dal cambio di un cd o da un messaggio” poi sopraggiunto sul cellulare. “Ha aggiunto che, tornato dal Sestriere dove stava girando un film con i mezzi della produzione cinematografica, aveva raggiunto da Roma la città di Matera vista la celebrazione del matrimonio di una sua cugina”.

Diele concede, annota il gip, la gravità della sua clamorosa condotta. “Ha ammesso di aver sbagliato a guidare con la patente sospesa”. Ma dopo, ecco il buio. Non ricorda come sia accaduta una tale tragedia. E proprio questo è il punto. In quali condizioni psicofisiche, tra le 2 e le tre del mattino, quindi nella notte tra venerdì e sabato, si trovava Diele?
 
“Ha agito in spregio di ogni norma”
Il gip scrive: “Diele ha agito in spregio delle più elementari norme di prudenza, mettendosi alla guida , per tragitto significativo (da Roma a Matera e poi da Matera a Roma) nonostante un provvedimento di sospensione della patente, peraltro violando in maniera palese le ulteriori previsioni del codice della strada in tema di rispetto della distanza di sicurezza e di obbligo di tenere una velocità adeguata alle condizioni della strada, e alla necessità di compiere manovre utili a evitare incidenti”.

Non solo. Continua il magistrato: “Il giudizio sulla ritenuta propensione specifica dell’indagato alla commissione di illeciti dello stesso genere di quello per cui si procede appare inoltre significativamente corroborato dalla circostanza che Diele si è messo alla guida della sua vettura, con una presenza, nell’organismo, di sostanze stupefacenti”. Concretamente, per stare alle carte in mano al gip, Diele è risultato “positivo ai test dei cannabinoidi e degli oppiacei”, quindi cannabis ed eroina.
 
“Il suo equilibrio psico-fisico”
Non solo: gli vengono trovati, nell’immediatezza della tragedia, quantità seppur irrisorie di altra droga: 0, 2 grammi di cocaina nel portafogli, e “nel posacenere della macchina accanto a una piccola quantità di tabacco, un pezzetto di hashish dal peso di 0,3 grammi”. Tutto questo, argomenta dunque il gip, “a prescindere dalla prova dell’effettiva incidenza sull’equilibrio psico-fisico, vale a delineare in termini ulteriormente negativi, la personalità dell’indagato, tanto più se si consideri che la consuetudine con gli stupefacenti era già emersa in precedenti, diverse occasioni” .

A partire da otto anni orsono, annota il giudice. “E’ emerso anche che Diele, il 7 gennaio 2009, era stato segnalato a Siena dalla Guardia di Finanza di Gioia Tauro perché in possesso di hashih”. Un quadro indiziario dunque molto grave, rispetto al quale il giudice – valutato lo status di incensurato e la “il leale comportamento” tenuto nell’immediatezza dei fatti, concede la custodia a casa ma solo a patto “della preventiva ricerca e disponibilità del braccialetto elettronico per il controllo a distanza”.   
 
Verso il ricorso della Procura di Salerno
Intanto la Procura, che sembra intenzionata a proporre ricorso al Riesame contro la decisione del gip, punta ad accertare il reale stato di salute di Domenico Diele. E apre ad un ventaglio di nuovi accertamenti. Si tratta, ovviamente, di un’azione contemplata nella dialettica processuale, lasciano intendere chiaramente in Procura: non contro la legittima e articolata motivazione del gip, dunque, quanto in coerenza con la richiesta del pm Elena Cosentino della custodia in carcere. L’indagato dovrà insomma ripetere gli esami tossicologici, questa volta con un prelievo di materiale cheratinico, come i capelli.

 L'accertamento tecnico irripetibile si svolgerà domani, venerdì.

Tutte le parti si ritroveranno negli uffici del pm Cosentino. E la famiglia di Ilaria Dilillo sta già valutando la nomina di un perito di parte che possa assistere alla procedura, così come considerato dall’avvocato dei Dilillo, il legale Michele Tedesco, Il pm sentirà anche testimoni. La partita giudiziaria sull’assurda morte di Ilaria non sembra del tutto chiusa.

© Riproduzione riservata 29 giugno 2017

Da - http://napoli.repubblica.it/cronaca/2017/06/29/news/l_accusa_del_giudice_domenico_diele_pericoloso_socialmente_e_insofferente_alle_regole_-169442334/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P5-S1.8-T1
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« Risposta #31 inserito:: Agosto 27, 2017, 09:19:27 pm »

Romeo: "Non sono io il corruttore di Consip. Mai visto Renzi padre"
La versione dell'imprenditore appena liberato: "Un'inchiesta piena di scorrettezze"


Di CONCHITA SANNINO e DARIO DEL PORTO
18 agosto 2017

ROMA. L'inchiesta Consip? "Zeppa di scorrettezze. Ma che dire: io sono l'imprenditore più intercettato al mondo". E i 100mila euro a Marco Gasparri? "Mai dato soldi. Magari Gasparri è un agente del nemico mandato per distruggermi ". E quel suo pizzino che si riferiva a Renzi senior: "30mila per T"? Alfredo Romeo, tornato libero dopo 168 giorni di arresti, sorride e, con un velo di sarcasmo, scandisce: "Mai visto quel foglietto: chissà come e dove l'hanno ricostruito".
 
Prima intervista, dopo il carcere, per il fondatore del gruppo Romeo, l'imprenditore-fulcro dell'inchiesta Consip, che resta indagato a Napoli e imputato a Roma (il processo per corruzione comincia il 19 ottobre). Al fianco dei suoi legali Francesco Carotenuto, Alfredo Sorge e Giovanbattista Vignola, Romeo, che tutti chiamano "avvocato", non si sottrae a nessuna domanda. Resistente, mordace, è perfettamente rientrato nell'abito (sartoriale) del napoletano di Posillipo. Spera, magari, che tutto finisca con un'assoluzione. Proprio come dieci anni fa.
 
Avvocato Romeo, comunque vada l'inchiesta, sembra che Consip fosse in mano a funzionari infedeli e a quelli che, come lei e i suoi rivali, miravano a pilotare le gare.
"Alt. La Procura esclude un mio coinvolgimento in eventuali turbative di gara. Posso dire invece che la Romeo Gestioni ha presentato esposti documentati, all'Anac e alla Antitrust, perché si accertassero anomalie che mi vedevano parte lesa. Gli sviluppi hanno dimostrato che le doglianze erano fondate".
 
Scusi, ma Marco Gasparri, ex dirigente prossimo al patteggiamento, ha confessato di aver intascato da lei 100mila euro. È corruzione.
"L'architetto Gasparri, nei tre interrogatori, ha via via modificato la sua versione: passando da soldi che gli sarebbero stati dati per truccare le gare, a soldi che gli sarebbero stati dati per informazioni prive di rilevanza. Poi le dazioni si sarebbero ridotte di entità, e infine le avrebbe attribuite a una mia prodigalità".

Ma lei: quei soldi li diede?
"No. A Gasparri non ho dato mai nulla, né avrebbe avuto senso, essendo lui figura del tutto ininfluente per le gare Consip. Piuttosto, sono tante le cose che di questo personaggio non si sono verificate: come il suo ruolo in un pranzo di lavoro con un politico, un alto dirigente Consip e il referente di un gruppo a me concorrente, per di più straniero..."

Un complotto, giusto?
"Ma, secondo lei, è malizia pensare che il signor Gasparri possa essere stato avvicinato dalle tante figure controverse che hanno agito in questa inchiesta piena di vulnus, imprecisioni e scorrettezze? Lei può escludere che Gasparri fosse un "agente del nemico"? Che sia stato indotto a danneggiarmi per favorire i concorrenti? Come spiega che sono arrivate offerte dall'estero per acquisire Romeo Gestioni?".
 
Per il Riesame di Roma, a marzo, lei era un imprenditore "spregiudicato" che usa "relazioni istituzionali". E "da 25 anni utilizza il metodo corruttivo ". Poi arriva la Cassazione, a giugno, e bastona quelle valutazioni. Per lei, è la svolta.
"Per fortuna, la Cassazione non ha i pregiudizi e i preconcetti che avevano avuto il sopravvento nei confronti di un imprenditore che dal Sud ha creato sviluppo e lavoro per migliaia di persone. Sì, la Cassazione, annullando il provvedimento, dice che non esiste il "sistema Romeo". Tra l'altro, scusi, sono incensurato, nonostante sia passato da più di un cerchio di fuoco insieme alle mie aziende, ma sono intercettato da dieci anni e più: in un modo che nemmeno i più pericolosi terroristi internazionali".
 
Nel caso Consip c'è molto altro. Lei ha fatto una cena con Tiziano Renzi, il padre dell'ex premier, e secondo i pm ha promesso soldi.
"Non ho mai cenato con Tiziano Renzi, né l'ho cercato. Oddio, se lui volesse conoscermi non avrei difficoltà a incontrarlo. Un signore che può raccontarmi dei suoi pellegrinaggi o di com'era il suo figliolo quando era scout. Che ci sarebbe di male?".
 
Ma lei raccontò della cena con Renzi senior ad Alfredo Mazzei, per i pm attendibile teste, il professionista che poi lo rivelò a Repubblica.
"Su Mazzei, direi alla toscana, che ha preso fischi per fiaschi".
 
Sono "fischi per fiaschi" anche gli appunti "30mila per T.": il pizzino che si ritiene scritto nel suo ufficio?
"Quello che lei chiama pizzino è qualcosa che non so cosa sia, che io e i miei legali non abbiamo mai visto, se non in una strana copia chissà dove e come ricostruita. Io prendo appunti solo per scrivere poesie, che non pubblicherò. In genere trattano della invidia e della meschineria. O della violenza proterva e gratuita".
 
Lei non riusciva a incontrare il leader Pd Matteo, e fece di tutto per agganciare il padre. Non è così?
"Le ho già risposto".
 
Perché allora dialogare e ospitare a Napoli Carlo Russo, presunto faccendiere toscano amico di Renzi senior, se non per arrivare a Tiziano?
"Incontro e conosco migliaia di persone, molte parlano a vanvera. Quanto a Russo, è stato ospite del mio hotel sì, ma non gli ho mai chiesto di incontrare il suo amico Tiziano. Deve capire che io non mi fido di nessuno".
 
Intercettato, lei dice che, pur di remunerare Russo e Renzi sr, si può utilizzare il canale "estero su estero", sfruttando la società londinese di suo figlio. Un altro abbaglio?
"Senta, hanno rivoltato le mie aziende come calzini. Certificando che tutte le attività amministrative sono perfette e tracciabili: non esistono attività estero su estero. Siamo un gruppo sano, efficiente, trasparente: la Romeo Gestioni, per il suo fatturato, è sottoposta anche a ciclici controlli della Finanza e di altri enti. Ma sa, quando si sente il nome Romeo tutti si eccitano nella certezza di qualche colpa. Forse, se mi chiamavo Agnelli o venivo da Milano, non mi trattavano così".
 
Ma lei disse "estero su estero". Perché?
"Parliamo di conversazioni non trascritte da un perito di un tribunale, ma da un organo di parte (il Noe, ndr) indagato a Roma per reati di falso, collegati proprio alla manipolazione di materiale investigativo".
 
Tante le fughe di notizie. Riguardano gli eccellenti. E anche i suoi accusatori.
" La presunzione di innocenza vale per tutti, anche per gli inquirenti. Comunque questo caso è una fiera di errori. Pm e giornalisti indagati per violazione del segreto, agenti e ufficiali del Noe a loro volta indagati e trasferiti dai Servizi segreti. Parole come "esperto di cleaning" diventano "esperto di crimine"".
 
Ma anche lei seppe in anticipo dell'esistenza dell'inchiesta.
"Certo, ma lo appresi dai giornali, e perché un mio dirigente fu indagato. Erano giorni in cui le veline della Procura di Napoli e i giornali si affannavano a ripetere che io non ero sotto inchiesta. Indagato no, ma intercettato sì. Strano, no?".

© Riproduzione riservata
18 agosto 2017

Da - http://www.repubblica.it/cronaca/2017/08/18/news/romeo_non_sono_io_il_corruttore_di_consip_mai_visto_renzi_padre_-173280631/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S1.8-T1
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« Risposta #32 inserito:: Novembre 20, 2017, 05:37:02 pm »

Operazione contro clan Lo Russo: colpo al traffico di droga a nord di Napoli
Sono 43 in tutto, i provvedimenti emessi dal Gip a carico dei soggetti ritenuti responsabili di associazione di tipo mafioso

Di DARIO DEL PORTO e CONCHITA SANNINO
20 novembre 2017

L'organigramma delle piazze di spaccio, con i rispettivi 'capi', cassieri e vedette. I fronti del riciclaggio. La suddivisione dei traffici - droga su tutti - comune per comune, o quartiere per quartiere. L'elenco delle armi e delle munizioni. C'è il racconto della più recente vita criminale del clan Lo Russo nell'ordinanza di custodia cautelare eseguita all'alba da carabinieri e polizia. E in cui sono finiti i racconti dell'ultimo e più "mondano" pentito dei narcos napoletani: Antonio Lo Russo, rampollo del papà boss Salvatore, il "ragazzo" che amava la Costa Azzurra e le belle donne, il camorrista che giocava a Playstation con il campione del Napoli, Lavezzi.

Finiscono in carcere - tra arresti e notifiche in cella - trafficanti e spacciatori dell'area a nord di Napoli: sono tutti 'assoldati a quel cartello di camorra che da decenni controlla il territorio, incassa milioni, investe in vari settori il fiume di denaro della droga. Sono 43, in tutto, i provvedimenti emessi dal Gip di Napoli a carico dei soggetti ritenuti responsabili - a vario titolo -di associazione di tipo mafioso, traffico di droga, armi da guerra e altri reati aggravati dall'art. 7 (che punisce il vantaggio dato ai clan). 
 
Camorra, blitz contro il clan Lo Russo: 43 arresti
L'operazione è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea. Ad aprire l'ultimo inquietante spaccato sono state le dichiarazioni di Antonio Lo Russo, il cui pentimento si è unito a quello degli zii Mario e Carlo. "Inguaiato" dalle  accuse dei parenti, pressato dalle condizioni del carcere duro, al giovane ex viveur della camorra non è toccato che seguire le loro orme: passare dalla parte della collaborazione.
 
Identificati gli spacciatori al dettaglio di cocaina, eroina, marijuana e hashish nei quartieri di Miano, Piscinola, Marianella e Chiaiano. Sequestrato l'arsenale del clan: un mitragliatore kalashnikov, 5 fucili e 6 pistole, 3 giubbotti antiproiettile e centinaia di munizioni.

© Riproduzione riservata 20 novembre 2017

Da -  http://napoli.repubblica.it/cronaca/2017/11/20/news/operazione_contro_clan_lo_russo_colpo_al_traffico_di_droga_a_nord_di_napoli-181588866/?ref=RHPPLF-BH-I0-C4-P7-S1.4-T1
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« Risposta #33 inserito:: Febbraio 02, 2018, 10:54:42 pm »

Il giudice Cioffi si astiene, dopo l'inchiesta di "Repubblica" lascia il processo

Dalla nostra inviata CONCHITA SANNINO
02 febbraio 2018

AVERSA. Alla fine è costretto a fare dietrofront. Lascerà quel processo. Giuseppe Cioffi, il giudice dei Cesaro nel Tribunale di Aversa-Napoli Nord, che non disdegnava di coltivare relazioni con i big di Forza Italia o partecipare a riunioni e convention pubbliche di partito, testimoniate anche da fotografie apparse sui social, ha presentato istanza di astensione dal dibattimento che vede imputati per collusioni con la camorra i fratelli del plurinquisito deputato di Fi (oggi candidato al Senato da Berlusconi), Luigi Cesaro.

Una scelta diventata ineludibile, a tutela di tutti e soprattutto dell'immagine della magistratura, - oltre che dell'indipendenza e terzietà della funzione - dopo l'inchiesta di "Repubblica". "Non mi asterrò, non ricorrono i motivi", aveva continuato a replicare il giudice Cioffi, fino all'altra sera. Ma dopo che testimonianze e nuove foto avevano contraddetto le sue versioni, Cioffi, presidente di collegio nel processo dove sono imputati Raffaele e Aniello Cesaro, ha consegnato la sua istanza. Ora la valutazione passa alla presidente del Tribunale, Elisabetta Garzo, che stando alle indiscrezioni aveva auspicato questa soluzione. E che si prepara a provvedere con urgenza, in mattinata, stando a quanto risulta negli ambienti giudiziari.

© Riproduzione riservata 02 febbraio 2018

Da - http://napoli.repubblica.it/cronaca/2018/02/02/news/il_giudice_cioffi_si_astiene_dopo_l_inchiesta_di_repubblica_lascia_il_processo-187866925/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S1.8-T1
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