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Autore Discussione: Il settennato di Veltroni e il modello Roma  (Letto 2330 volte)
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« inserito:: Febbraio 13, 2008, 11:13:53 pm »

2008-02-13 18:49

Il settennato di Veltroni e il modello Roma


Poche ore di sonno, la sveglia sempre presto, i giornali divorati già prima delle 8, una memoria di ferro, la mania della puntualità, la passione per il balconcino del suo studio, quello con "la vista più bella del mondo" sul Foro Romano. Poi le frasi-guida che lo hanno accompagnato nei suoi sette anni in Campidoglio: da "nessuno resti solo" al "modello Roma" fatto di "sviluppo e inclusione sociale".

E' il Walter Veltroni sindaco che, eletto nel 2001 la prima volta e riconfermato nel 2006, ha sempre avuto l'ambizione di essere "il sindaco di tutti". Veltroni, 53 anni, sposato con Flavia e padre di Vittoria e Martina, che oggi si è dimesso da sindaco di Roma, nel suo settennato sul colle capitolino ha voluto lasciare il segno. Primo tra tutti, il nuovo piano regolatore, approvato ieri dopo cento anni dal consiglio comunale, un atto definito dallo stesso Veltroni "il più importante della storia di un secolo della città dal punto di vista amministrativo, un evento storico". Accanto a questo, l'apertura dell'Auditorium di Renzo Piano e i lavori per le nuove metropolitane, metro C e il prolungamento della metro B, destinati a cambiare radicalmente la mobilità cittadina. Poi un altro fiore all'occhiello che ricalca una delle passioni più forti del sindaco: la Festa del Cinema, voluta fortemente e "senza intenti competitivi con Venezia", come ha sempre precisato. E ancora la 'Notte Bianca', per la prima volta a Roma e in Italia, che ha portato più di due milioni di cittadini, soprattutto giovani, nelle strade fino all'alba, "senza nessun incidente". L'intento, quello di far vivere, a chi non se lo può permettere, di assistere a spettacoli ed eventi di prima qualità.

Uno dei suoi chiodi fissi, la musica. Ma da condividere gratuitamente, anche quella con i nomi più altisonanti, come Elton John, Simon&Garfunkel, i Pink Floyd, per citare alcuni big che si sono esibiti a Roma. Un sindaco che ha guardato sempre oltre il Campidoglio, ben prima di lanciarsi nell'avventura politica del Pd: le numerose iniziative interreligiose per la pace, come la fiaccolata dal Campidoglio al Colosseo del 2002 per la pace in Medio Oriente, culminata con la stretta di mano tra Shimon Peres e Mohamed Rashid, perché, disse allora, "non si può rimanere indifferenti". Sotto il suo mandato sono stati eletti i primi consiglieri aggiunti, in rappresentanza degli immigrati, e sempre sua è stata l'idea di dare la cittadinanza onoraria di Roma a papa Wojtyla. Non solo mancati i momenti difficili. I più brutti li ha ricordati proprio oggi, nel suo discorso di commiato da sindaco: l'esplosione per una fuga di gas in via Ventotene, dove morirono, nel novembre del 2001, tre vigili del fuoco e quattro donne, e il più recente omicidio di Giovanna Reggiani ad opera di un romeno.

Sul fronte amministrativo, memorabili i continui braccio di ferro con i tassisti: dopo scioperi e proteste si è arrivati ad un aumento di licenze e di tariffe. Massimo l'impegno sulle scuola e la sfida di aumentare i posti negli asili nido comunali, raddoppiati dal 2001. E verso le periferie, valorizzate con nuove biblioteche o l'esperimento riuscito di portare a Tor Bella Monaca un teatro. Grandi progetti che porteranno a tre campus universitari in zone decentrate, come la Città dello Sport a Tor Vergata. Tante le visite nelle scuole e quasi la pretesa che gli studenti delle superiori diventassero ambasciatori dei problemi del mondo, soprattutto dell'Africa, dove in più di un'occasione li ha portati: dal Mozambico al Malawi al Ruanda. Ma li ha voluti anche nuovi testimoni per "non dimenticare e far sì che non si possa più ripetere la tragedia della Shoah", con i viaggi nel campo di sterminio di Auschwitz. Infine, l'attenzione per i più deboli. Una realizzazione per tutte: la Sala operativa sociale, punto di riferimento per gli emarginati della città, attiva 24 ore su 24. 

da ansa.it
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