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« inserito:: Giugno 28, 2007, 05:45:08 pm » |
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TECNOLOGIA & SCIENZA
Presentata la sensazionale scoperta degli archeologi. Ricostruita al Cairo la sua identità grazie a una Tac.
In un dente la prova inconfutabile
"Ecco la mummia di Hatshepsut" svelato il mistero della faraona
FRANCESCA MALANDRUCCO
IL CAIRO - Era stata condannata alla damnatio memorie dal figliastro Thutmose III. Il suo nome era stato cancellato da statue e monumenti. Il suo sarcofago profanato. Allora nessuno avrebbe mai immaginato che un giorno la mummia di Hatshepsut, il faraone donna che ha regnato sull'Egitto 3500 anni fa durante la XVIII dinastia, avrebbe nuovamente visto la luce. Quel corpo di regina, avvolto nelle bende di lino e cosparso di resine profumate, era stato spostato dalla sua tomba, la Kv20 nella Valle dei Re a Luxor, ad una vicina, la Kv60. E lì era rimasto per tutto questo tempo
E' stato Zahi Hawass, il capo del Consiglio Superiore delle Antichità Egizie, insieme ad un team di ricercatori, a restituire l'identità a quella mummia femminile. E lo ha fatto attraverso una vera e propria indagine scientifica, avvalendosi della stessa macchina per la Tac della Siemens che due anni fa era servita per accertare le cause della morte di Tutankhamon, il faraone fanciullo
A risolvere un mistero che va avanti da almeno un secolo, da quando nel 1903 Howard Carter trovò la tomba al cui interno era custodita la mummia senza nome, non è stata solo l'analisi del Dna. Bensì un dente, un molare per la precisione. E' stata questa la prova inconfutabile che ha permesso ad Hawass di risolvere l'enigma della regina scomparsa. Il molare era conservato magicamente in un vaso canopo dove 3500 anni fa erano stati sigillati parte degli organi interni di Hatshepsut, come testimonia il cartiglio inciso sul contenitore che riporta, scritto in geroglifico, il nome del faraone donna
Il team di scienziati e archeologi ha iniziato la sua ricerca oltre un anno fa. Una ricerca che è diventata una vera e propria indagine, degna della trama di un noir, ed è stata filmata passo dopo passo da Brando Quilici, il regista produttore specializzato nella ricostruzione delle storie di mummie. Il documentario, che verrà presentato negli Stati Uniti da Discovery Channel a luglio e uscirà in Italia il prossimo ottobre, si intitola proprio Secrets of Egypt's Lost Queen. Tutti i dettagli della scoperta verranno presentati questa mattina al Cairo dal ministro della Cultura egiziano, Farouk Hosni, e da Zahi Hawass che annuncia: "Si tratta della scoperta più importante dopo quella che ha rivelato la causa della morte di Tutankhamon".
La ricerca è partita dall'analisi delle quattro mummie prive di un'identità certa che, nel corso dell'ultimo secolo, erano state attribuite alla regina Hatshepsut. Tutte, infatti, sono legate in qualche modo alla storia del faraone donna, e tutte sono state ritrovate nella Valle dei Re. I primi due corpi erano stati rinvenuti accanto alle mummie di Tutmosi I e Tutmosi II, rispettivamente il padre e il marito di Hatshepsut. Una terza mummia era stata portata dalla tomba Kv60 al Museo del Cairo molti anni fa, e di lei se ne erano perse le tracce. Si tratta di Siter In, la nutrice di Hatshepsut. L'ultimo corpo femminile indagato, infine, era proprio quello dimenticato per secoli sempre nella tomba Kv60, che Elisabeth Thomas, una ricercatrice americana, qualche anno fa aveva attribuito per prima ad Hatshepsut
Come in una vera e propria inchiesta, gli scienziati hanno tracciato l'identikit del faraone donna, i suoi segni particolari, la sua età (tra i 40 e i 50 anni), e le affinità con le mummie note di Tutmosi I e di Tutmosi II. Attraverso i raggi X hanno scattato migliaia di foto ai quattro corpi femminili. Infine hanno effettuato la prova del Dna sulle uniche due mummie che corrispondevano alle caratteristiche del Faraone donna. Ma per avere i risultati del test scientifico, gli esperti avrebbero dovuto aspettare ancora settimane. Quel dente, magicamente conservato nel vaso canopo, che poteva appartenere ad una mummia soltanto, ha permesso di rivelare subito chi fosse la vera Hatshepsut
(27 giugno 2007)
da repubblica.it
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