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Autore Discussione: Genova, il presidente del porto agli arresti domiciliari  (Letto 2568 volte)
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« inserito:: Febbraio 04, 2008, 11:41:42 pm »

CRONACA

Il manager indagato per concussione nell'inchiesta sui terminal

Coinvolto l'armatore Grimaldi e Sergio Carbone, consulente legale

Genova, il presidente del porto agli arresti domiciliari

 
GENOVA - Terremoto ai vertici del porto di Genova: il presidente Giovanni Novi è agli arresti domiciliari e indagati con lui sono l'armatore Aldo Grimaldi; il professore Sergio Carbone, ordinario di diritto privato e internazionale, ex presidente della Finmeccanica negli anni '90, consulente legale del porto, e l'ex segretario generale dell'Autorità portuale Sandro Carena. L'inchiesta per la quale il giudice ha ordinato gli arresti riguarda la gestione dei terminal. Fu proprio lui, il presidente Novi, a denunciare per primo presunte irregolarità nella gestione del porto ma i giudici ritengono che abbia agevolato alcuni terminalisti in cambio di consistenti favori. "Per il Multipurpose ho chiarito tutto con il pm già a settembre", dichiarò nei giorni scorsi Giovanni Novi, 72 anni. "Il rilascio delle concessioni è avvenuto secondo la legge, con voto unanime del comitato portuale".

I militari della Guardia di Finanza hanno perquisito gli uffici di Palazzo San Giorgio, storica sede dell'Autorità Portuale, e l'abitazione del presidente Novi. I motivi per cui la procura ha chiesto al gip il provvedimento cautelare per Novi sono il pericolo di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato. Dopo il provvedimento di arresto, il presidente del porto ha comunicato con un fax al ministro dei Trasporti la sua decisione di dimettersi.

Le accuse nei confronti di Novi sono quelle di turbativa d'asta, relativa a due episodi di assegnazione delle aree del terminal Multipurpose nel 2004 e nel 2007; concussione ai danni della compagnia di armatori e terminalista Ignazio Messina; truffa aggravata per il versamento di 1.728.000 euro alla compagnia unica CULMV.

L'inchiesta della magistratura prese avvio diversi mesi fa sulle procedure di assegnazione del terminal Multipurpose, uno dei più ambiti dello scalo marittimo genovese, il maggiore d'Italia. Il presidente del porto è indagato per aver fatto pressioni su alcuni terminalisti per farli ritirare dalla gara di assegnazione del terminal dopo la rinuncia di Msc.

La procura vuole fare luce anche su quel milione e 720 mila euro dati dall'Autorità Portuale alla Compagnia unica il cui leader Paride Batini, storico esponente dei camalli genovesi, ottenne come rimborso degli extracosti sostenuti nel 2005 per la gestione temporanea del Multipurpose.

Proprio domani, la nomina alla guida dell'ente concessa nel 2003 a Novi, sarebbe decaduta a favore del candidato Luigi Merlo. La formalizzazione del nuovo mandato da parte del ministro dei Trasporti deve superare però un ultimo passaggio: il parere della commissione Trasporti del Senato che dovrebbe riunirsi tra due giorni.

(4 febbraio 2008)

da repubblica.it
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