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« Risposta #2 inserito:: Maggio 12, 2008, 11:47:57 pm » |
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Salone del Libro, paura su misura
Oreste Pivetta
La segnalazione più precisa, più ironica e pungente, ci giunge dal Giornale: la sinistra, appunto, che si divide un’altra volta, Bertinotti nel mirino della contestazione. Perché Rifondazione ha dato forfait e Bertinotti, che aveva preferito le sale del Salone, poi ha disertato anche quelle. Niente.
«Cane che abbaiò non morde», scrive ancora il Giornale. In questo caso a torto, perché quelli di Askatasuna, il centro sociale, o di Free Palestine, in testa nell’organizzazione del corteo anti Lingotto, avranno abbaiato ma non avevano alcuna intenzione di mordere (da segnalare l’ossimoro di un occhiello che si legge in una pagina interna della Stampa: «I falchi di Askatasuna: nessuno sfidi la polizia»...). Tutti, centri sociali e associazioni varie e comitati unitari di base, la scorsa settimana, avevano tante volte manifestato l’intenzione di un corteo per la Palestina, in pace però, per alzare bandiere della Palestina durante giornate in cui si sono viste soprattutto quelle di Israele.
Avevano anche spiegato (anche sull’Unità attraverso la voce di un rappresentante di Askatasuna) che le bandiere bruciate in coda al Primo Maggio dovevano solo giocare da richiamo per la stampa. Che ha accolto l’invito, interpretando il messaggio come un annuncio di guerra e iniziando così a tempestarci di “zone rosse”, violenze annunciate, bandiere offese, come se il finesettimana dovesse diventare un sabato di guerra.
Incurante della cauta tranquillità del sindaco Chiamparino e persino della misura del prefetto e del questore, che assicuravano come di “zone rosse” non si dovesse parlare, dal momento che il Salone del libro doveva sempre considerarsi aperto al pubblico, assicuravano la massima vigilanza ma anche dell’inesistenza di notizie d’allarme.
Si fanno i conti dei danni e, evidentemente, con il rammarico di alcuni, non si elencano vetrine rotte, ma solo biglietti invenduti: è calata l’affluenza.
Naturalmente si tenta di addebitare il calo alla minaccia rappresentata dai manifestanti (che si sono mantenuti ben lontani dal Lingotto, come in doverosa cultura legalitaria avevano concordato con il prefetto, e che per giunta erano solo poche migliaia), senza ombra d’autocritica e d’allusione al peso dell’allarmismo diffuso. Se si scrive una volta, due volte, tre volte che il sabato sarà un girone d’inferno attorno al Lingotto, è ovvio che molti preferiscana rimanere a casa. Agitando lo spettro della guerra civile, sono un po’ riusciti nell’impresa: il boicottaggio
Che non sia successo nulla è un sollievo. La dimostrazione che si possano manifestare anche in modo fragoroso convinzioni aspre nella loro alterità, senza danni, senza botte, senza lacrimogeni in mezzo, conforta. Sta nelle regole e nelle espressioni della democrazia.
Peccato che a Torino, malgrado i tentativi di molti, si sia persa una occasione. Non si sarebbe suggellata tra le bancarelle del Salone la pace in Israele, in quelle stanze non si sarebbe costruita una speranza di vita per i palestinesi, ma un segnale lo si sarebbe potuto dare. Detto che lo Stato d’Israele non si tocca, forse si sarebbe potuto discutere del suo governo. Soprattutto si sarebbero potute esaltare, tra le differenze, le contiguità della cultura degli uni e degli altri, il malessere di una parte e lo strazio dell’altra, sconfessare certe immagini militaresche e bombarole. In quella terra tormentata (usiamo pure il plurale: in quelle terre tormentate) ci sono anime che soffrono e menti che si tormentano: la cultura, a interrogarla senza reticenze, ne offrirebbe un quadro ricco.
Peccato che le domande siano rimaste in silenzio. Colpa di chi ha pensato che bastasse un corteo per porle e di chi non ha osato abbastanza per raccoglierle. Sinceramente pensiamo che dal Salone del libro, ventennale ormai, sarebbe stato necessario il coraggio di rappresentare con la certezza di uno Stato anche la conseguenza dei conflitti. Ma, come qualcuno ha già scritto e detto, la complessità è una parola che mette paura.
Pubblicato il: 12.05.08 Modificato il: 12.05.08 alle ore 15.29 © l'Unità.
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