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Autore Discussione: Enzo Sapere L'angolo del Sapere Il gigante ed il pigmeo. (pensiero imbarazzante)  (Letto 10 volte)
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« inserito:: Dicembre 08, 2025, 07:25:46 pm »

Enzo Sapere
L'angolo del Sapere
Il gigante ed il pigmeo

Anche se l'episodio biblico di Davide e Golia potrebbe trarre in inganno, un gigante sconfigge sempre un pigmeo, soprattutto se al pigmeo, mancano coraggio ed astuzia, oltre che, la grandezza!
Accade così che il pigmeo Europa, armato di una sola fionda, neppure supersonica, si è messo nella testa di sconfiggere il gigante Russia che se non bastasse da sola, sta tessendo una ragnatela di amicizie con i Paesi emergenti, i Brics, ma non solo!
Dopo Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica nel 2024 sono diventati membri effettivi anche l’Egitto, l’Etiopia, l’Iran e gli Emirati Arabi Uniti e durante l’ultimo vertice tenutosi a Kazan, in Russia, anche altri Paesi sono diventati partner: Bielorussia, Bolivia, Cuba, Indonesia, Kazakistan, Malesia, Thailandia, Uganda e Uzbekistan.
Lo scopo primario dei BRICS è promuovere una via alternativa alla politica mondiale, mirando a riformare la governance globale, ridurre la dipendenza dal dollaro USA e creare un ordine mondiale più "multipolare".
I 3 stati principali, Russia Cina ed India insieme fanno circa 3 miliardi di abitanti.
Il pigmeo Europa, con tutti insieme appassionatamente, fa 450 milioni di cui 50, stranieri di nascita.
L'ombrello americano sta per chiudersi e la UE, invece di approfittare per riavvicinarsi alla Russia (è divisa solo dagli Urali, non dall'Oceano!) non solo si allontana, ma si prepara ad affrontarla militarmente, almeno a proclami.
Con una economia stagnante l'Europa, nonostante le iniezioni di ricostituente dei miliardi del PNRR, che a breve finiranno, si è gettata a capofitto nel conflitto ucraino, come se fosse un suo territorio.
Se non tira il mercato dell'auto, investiamo in armi, il pensiero dei governanti europei e da noi lasciamo morire l'Ilva/Italsider che è stata una delle maggiori aziende siderurgiche italiane del XX secolo, intanto auto e armamenti li compriamo dalla Cina e dagli USA.
La spesa per la fornitura di nuovi armamenti è già aumentata e quest’anno si prevede che supererà quella statunitense per la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale.
Serviranno 250 miliardi di euro aggiuntivi di spesa per toccare il target del 3,5%.
E mentre da un lato le economie europee annaspano (gravate anche dai dazi americani) dall’altro è forte il costo a sostegno all’Ucraina, circa 100 miliardi.
Per molti Paesi, ormai, le politiche di rilancio della spesa della Difesa assumono priorità assoluta anche sulle finanze del Paese, avviate verso una pericolosa fase di austerità nella spesa pubblica.
Insomma, la prospettiva è che il combinato disposto tra un riarmo sempre più pressante e l’Ucraina (la sua ricostruzione)
assorbiranno importanti quote delle risorse pubbliche a disposizione degli Stati europei.
Non saranno certamente gli asset russi, 200 miliardi, "congelati" a ridare ossigeno a questa Europa che potrebbe essere al capolinea della sua Unione (nata per garantire una pace duratura, prevenire futuri conflitti e favorire la prosperità economica) rivelatasi fallimentare, restituendo la sovranità ai singoli Stati, come sostiene Elon Musk in un tweet sul suo social X .

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