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Autore Discussione: Psicopatici al potere: la follia è spesso il motore dei potenti Tuttoscienze  (Letto 372 volte)
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« inserito:: Settembre 24, 2025, 12:30:59 am »

> 24.04.2014
Psicopatici al potere: la follia è spesso il motore dei potenti
Tuttoscienze

Jon Ronson · Psicopatici al potere

«Avete mai incontrato una persona intelligente, affascinante, attenta, egocentrica, grandiosa, con tendenza alla noia, con continuo bisogno di stimoli, ma che non s’interessa al dolore, alla felicità, alle conquiste dell’umanità come vengono presentate nella scienza, nella letteratura e nell’arte? E che, soprattutto, è privo della capacità di accorgersi che gli altri soffrono o provano emozioni? Se avete incontrato una persona del genere, e vi ha ingannato, manipolato, e avete subito dei danni dall’incontro, ebbene, ci sono buone probabilità che abbiate incontrato uno psicopatico.

“Psicopatia” è un termine molto utilizzato dagli psichiatri per definire il disturbo mentale di persone prive di empatia e che non hanno il minimo scrupolo a utilizzare mezzi distruttivi per affermarsi. La sindrome non è inclusa nel Dsm-5, il manuale internazionale di riferimento degli psichiatri. Una certa scuola di pensiero vorrebbe, infatti, farla coincidere con il disturbo antisociale di personalità. Questo, però, non include i “corporate psychopaths”, gli psicopatici di successo che non compiono necessariamente azioni delittuose. Sono persone cresciute in ambienti favorevoli, che hanno potuto sviluppare una notevole competenza sociale e riescono a perseguire i loro fini manipolativi e distruttivi senza dare l’impressione di essere psicologicamente disturbati.

Gli psicopatici, infatti, non sono soltanto i serial killer o i mafiosi che uccidono i figli dei pentiti senza il minimo turbamento (o magari con piacere). La categoria più diffusa tra gli psicopatici si trova, semmai, tra le persone di potere, dalla politica alla finanza, fino all’industria.

Gli psicopatici sostengono che il mondo è fatto di predatori e prede e hanno un’affettività superficiale, ma sono in grado di disperarsi per il danno recato a una loro proprietà, come un incidente all’automobile o la morte del loro cane. Le alte capacità cognitive, di solito, permettono loro di sapere esattamente come devono comportarsi nelle situazioni sociali e, quindi, sono in grado di fingere di provare emozioni ed empatia in caso di sofferenze o problemi degli altri, facendosi così passare per normali. Quasi tutti gli individui affetti da psicopatia hanno presentato seri problemi comportamentali da bambini -come bullismo e vandalismo- spesso con genitori conniventi che li hanno protetti in modo simbiotico.

Jon Ronson è famoso per aver scritto il libro da cui è stato tratto L’uomo che fissa le capre. Dopo aver partecipato a un corso di Robert Hare, considerato il maggiore specialista sul tema, ha approfondito l’argomento e ha scritto un saggio, Psicopatici al potere, Codice Edizioni, nel quale intervista numerose persone affette proprio da questa sindrome: Emmanuel “Toto” Constant, per esempio, leader del gruppo paramilitare Fraph (il Fronte Rivoluzionario Armato per il Progresso di Haiti), creato per terrorizzare i sostenitori del presidente Jean-Bertrand Aristide, mandato in esilio. I membri del Fraph erano in grado di “asportare” la faccia agli oppositori, senza la minima pietà, o di dar fuoco alle loro case, facendo prima entrare le persone dentro (anche i bambini).

Ma i peggiori sono gli psicopatici aziendali: “I serial killer rovinano famiglie -spiega- mentre gli psicopatici ai vertici dell’economia, dell’industria e della politica rovinano società intere”».

Maurilio Orbecchi, TST TuttoScienze e Tecnologia – La Stampa

da - https://www.codiceedizioni.it/rassegne/psicopatici-al-potere-la-follia-e-spesso-il-motore-dei-potenti/

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Gianni Gavioli
O.P.O.N. - Una delle ragioni per cui le Persone, di questa Opinione Pubblica che vuole Organizzarsi come Corpo Vivo della Società, dovranno essere Indipedenti e dotate di Libero Pensiero, é per non correre il rischio di impegnarsi e farsi condizionare da un Partito con a capo un Folle. Sono decine i casi nel Mondo, alcuni anche in Italia. ciaooo

IO su FB OPON  23 settembre 2025

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Lorenzo Tosa
 srnpoSteod3a45u9uuau0h13f099673mh4m0ul3tc4gii mtf11g2hchg2u7  ·
La migliore risposta alla destra meloniana-salviniana dopo il vergognoso sciacallaggio della commerazione di Charlie Kirk, l’ha data per tutti Gianni Cuperlo.

Poco fa si è alzato in piedi alla Camera e, con stile, garbo, senza mai alzare la voce ma grande fermezza, gliele ha dette veramente tutte.

“L'uccisione di Charlie Kirk è un crimine, chi gli ha sparato è un assassino.
Per noi la condanna di quel crimine e la pietà verso quella vittima non sono in discussione. Chiunque, fuori e dentro quest'aula, polemizzi su questo, taccia.
Dinanzi alla morte, chi non abbassa il capo coltiva i semi dell'odio.
Non l'ha fatto la moglie al funerale, l'ha fatto il Presidente degli Stati Uniti. Dinanzi a quella bara, Trump ha detto: ‘Io odio i miei avversari’.
Ha aggiunto che Charlie Kirk era un simbolo della libertà.
‘Penso che Michelle Obama abbia il cervello più piccolo di una donna bianca’.
‘Se stuprano mia figlia, io le dico devi tenerti il bambino. Devi. Perché? Legge di Dio’.
‘La pena di morte io la metterei in televisione, che la vedessero i bambini’.
Chi ha parlato così era un uomo che, come tutti in democrazia, aveva il diritto di pronunciare anche delle bestialità, ma chi ha parlato così non era un simbolo della libertà.
Quanto a noi, quanto a voi, solo una ignoranza colpevole può indicare in questa parte, non del Parlamento ma del Paese, il terreno di cultura della violenza politica.
Solo il cinismo può calpestare la Storia, evocando il clima brigatista che abbiamo combattuto.
La violenza politica ha ucciso Kirk e a giugno ha massacrato Melissa Hortman, deputata democratica del Minnesota, e il marito, senza che noi alzassimo il dito contro qualcuno, senza che voi in quest'Aula abbiate pronunciato una sola parola di condanna.
Solo chi non prova vergogna può titolare un giornale ‘assassinato a colpi di bella ciao’c perché non si è squadristi solo con un manganello in mano, lo si è nell'uso delle parole usate come badili.
‘Abbiamo una diapositiva non della sinistra italiana, della sinistra mondiale’. Lo ha detto Giorgia Meloni.
Che imbarazzo, che tristezza. Un tempo c'è stato chi voleva trasformare quest'Aula in un bivacco per i suoi manipoli, ma la democrazia ha prevalso.
Andate dove vi portano la natura e il cuore, noi resteremo qui e qui ci troverete sempre”.
Grazie per averlo detto per tutti.
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