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Autore Discussione: LIBERTÀ E DEMOCRAZIA NON SONO PIÙ COMPATIBILI, PER LA DESTRA  (Letto 333 volte)
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« inserito:: Giugno 08, 2025, 06:05:46 pm »


Post di Marco M. F.

Marco M. F.

LIBERTÀ E DEMOCRAZIA NON SONO PIÙ COMPATIBILI, PER LA DESTRA
La prima volta che ho sentito dire queste parole è stato dal Presidente Sergio Mattarella nel 2019 a Cremona, e oggi appaiono sempre più vere.
Il principio che muove oggi le destre europee e occidentali non è un progetto di società, ma una negazione mascherata di libertà e democrazia. L’unico credo che davvero le unisce è l’idea – più o meno esplicitata – che libertà e democrazia non siano più compatibili.
È un capovolgimento di senso: nel nome della libertà, urlata ad ogni comizio, si attacca la democrazia. Libertà come egoismo, come diritto individuale senza responsabilità, come arbitrio. Non come conquista collettiva, come strumento di emancipazione o come garanzia per tutti, soprattutto per i più deboli.
Il problema è che questa torsione semantica penetra sempre più in profondità in una società che ha smesso di esercitare spirito critico. La crisi della scuola, l’erosione del pensiero complesso, il predominio dell’immagine e dello slogan hanno consegnato una parte consistente della cittadinanza a una condizione di passività cognitiva. Si vota sulla base di emozioni, risentimenti, slogan ripetuti ossessivamente sui social. E le destre lo sanno benissimo.
È su questa banalizzazione sistematica che costruiscono il loro potere: ridurre ogni questione complessa – l’immigrazione, il cambiamento climatico, l’Europa, la povertà urbana, il lavoro – a una frase urlata, a un capro espiatorio, a un nemico. La politica si trasforma in un grande racconto di guerra culturale, dove chi ha perso potere d’acquisto o dignità cerca un colpevole, non una soluzione. E la destra glielo offre, ogni volta.
In tutto questo, ciò che davvero viene colpito è il cuore del progetto europeo: l’idea di mettere in comune alcune sovranità per affrontare insieme le sfide del nostro tempo. Sovranità come collaborazione, come responsabilità condivisa, come forza collettiva. Le destre non lo accettano. Non vogliono un’Europa capace di decidere, ma una somma di egoismi nazionali. In questo modo, condannano il continente all’impotenza geopolitica, alla vulnerabilità economica, alla marginalità tecnologica.
Per questo oggi la battaglia è culturale prima ancora che politica. Perché se le parole vengono svuotate, se la libertà diventa prevaricazione e la democrazia viene ridotta a voto senza pensiero, a consenso senza coscienza, allora la sconfitta è già avvenuta dentro ciascuno di noi.
SENZA LA RIAPERTURA DI SPAZI PER LA COMPLESSITÀ, PER IL DUBBIO, PER LA RESPONSABILITÀ CONDIVISA, PER LO SPIRITO CRITICO, NESSUNA DEMOCRAZIA PUÒ SOPRAVVIVERE.

La terza faccia della medaglia
tutto vero, ma non capisco perchè non ti accorgi che a sx fanno lo stesso, quando mettono i diritti davanti ai doveri o l'individuo davanti alla famiglia.

Luciano Prando
caro marco m. freddi sono sempre in estatica ammirazione dei suoi scritti retoricamente, linguisticamente, argomentativamente straordinari, che mi lascisno sempre il dubbio se lei condivida quello che scrive o faccia solo abilissima propaganda per anime belle piene di buoni sentimenti, soddisfatte di stare con lei tra gli eletti, gli intelligenti, amanti della giustizia per l'intero mondo, complimenti, e ancora complimenti! purtroppo in questa europa così come l'hanno voluta tedeschi ed olandesi, con la truffa dell'euro che li ha favoriti e li favorisce, con tutti gli altri paesi europei in deficit import-export nei loro riguardi, cioè derubati, con l'olanda che sorregge i propri bilanci grazie a iva e aggio sui dazi delle importazioni extra europee, accusare le destre di essere nemiche della democrazia in nome della libertà individuale e sovranista si connota come abilissima copertura della volontà autocratica, male oscuro storico della sinistra, messa al servizio di interessi stranieri.

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Gianni Gavioli
Il SFASCISMO esaltato e diffuso come programma elettorale da 2 movimenti ben individuabili, sia a destra, sia a sinistra, sono accomodati su scranni Fascisti e ispirandosi allo SFASCIO dell'Esistente ci stanno distruggendo come Nazione e come Stato.
ggg

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Marco M. Freddi
Gianni, se vuoi contribuire al dibattito, per cortesia, scrivi in modo che tutti possano comprendere.

Rispondi
Gianni Gavioli
Marco M. Freddi Io non voglio contribuire al dibattito, voglio provocarlo in voi (sono Euristico) ma se non comprendete chi sono i Sfascisti di oggi (fascisti di ieri) e non ricordate la campagna elettorale di Grillo e dei 5Stelle di oltre ventanni fa e cosa c'è nello Statuto della Lega circa la secessione, io ho già smesso di funzionare anche come provocatore. ciaooo

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Marco M. Freddi
Caro Gianni, la provocazione – se autentica – è un gesto nobile, perché scuote, interroga, costringe a pensare. E il tuo modo di "essere euristico", come lo definisci, lo rispetto molto. Ma per provocare davvero occorre anche voler restare dentro il dialogo, non solo accenderlo per poi andarsene.
Hai ragione: c’è una continuità tra i "sfascisti" di oggi e i fascismi di ieri, anche se si mascherano da novità, da spontaneità, da rivolta contro il sistema. Ma sotto la patina resta intatto il disprezzo per le istituzioni, per la democrazia deliberativa, per i corpi intermedi, per il sapere.
E sì, la memoria conta. Conta ricordare il grillismo della prima ora, il culto dell’uomo solo al comando, la retorica contro tutto e tutti, l’attacco sistematico alla politica come mediazione. Conta ricordare la Lega che voleva la secessione, prima di diventare un’altra cosa ma con lo stesso impianto ideologico di fondo: mettere contro, separare, alimentare identità chiuse.
Io non smetto di cercare il confronto, anche quando è difficile. Non mi rassegno al rumore che soffoca il pensiero. Se tu sei stanco di provocare, allora forse tocca a noi restituire senso alla parola "dibattito": senza paura, senza insulti, ma con la forza di chi non dimentica e continua a credere che la politica sia ancora una cosa seria.

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« Risposta #1 inserito:: Giugno 08, 2025, 06:12:09 pm »


Post di Marco M. Freddi

Marco M. Freddi

CREDO PROFONDAMENTE NELLA FORZA DELLA SOLIDARIETÀ E NELLA CENTRALITÀ INALIENABILE DEI DIRITTI CHE LA NOSTRA COSTITUZIONE CI GARANTISCE.
Per questo, l'8 e il 9 giugno, voterò cinque volte Sì, animato dalla ferma convinzione che questi referendum non siano un mero sguardo al passato, ma traccino con determinazione la strada verso un futuro più giusto: un mercato del lavoro più equo e una comunità che, senza riserve, includa ogni persona.
Le giovani donne e i giovani uomini del nostro Paese meritano stabilità, non l'incertezza infinita di contratti a termine che si prorogano senza fine. Abrogare quelle norme che hanno trasformato l'instabilità in prassi consolidata significa restituire dignità e certezze a milioni di persone, ponendo un freno definitivo al paradosso dei rinnovi a costo zero. Ripristinare l'obbligo di motivazione per ogni contratto inferiore ai dodici mesi è un passo essenziale per ridare senso e valore al lavoro, impedendo che diventi una merce usa e getta, sacrificabile sull'altare di un profitto miope.
Accorciare il periodo di residenza necessario per la cittadinanza da dieci a cinque anni non è un semplice adempimento burocratico; è un gesto profondo di umanità. È il riconoscimento dovuto a quelle ragazze e a quei ragazzi che sono cresciuti nelle nostre scuole, che parlano l'italiano come lingua madre e che hanno costruito legami indissolubili con questa terra. Con questo Sì, affermiamo con chiarezza che chi studia, lavora e ama in Italia non è un ospite, ma un cittadino a tutti gli effetti, titolare di diritti e di ineludibili responsabilità.
A tutte le italiane e a tutti gli italiani, e in particolare a coloro che negli ultimi anni hanno scelto di astenersi dal voto, rivolgo un appello urgente, un grido che scuota le coscienze: non possiamo più permetterci di delegare ad altri la cura del nostro futuro e quello dei nostri figli. Votare è un dovere civile imprescindibile, un atto di responsabilità profonda verso chi ci sta accanto e verso le generazioni che verranno.
L'8 E IL 9 GIUGNO ABBIAMO TRA LE MANI UN'OPPORTUNITÀ STORICA, LA POSSIBILITÀ DI SCEGLIERE UN'ITALIA PIÙ GIUSTA, PIÙ SICURA E PIÙ COESA. NON SPRECHIAMOLA! VOTIAMO CINQUE VOLTE SÌ!
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