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Autore Discussione: Overtourism: quando il turismo diventa una forma di colonialismo moderno.  (Letto 314 volte)
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« inserito:: Maggio 15, 2025, 11:23:44 pm »

Roberto Damico

Overtourism: quando il turismo diventa una forma di colonialismo moderno

Yoshino Belli ha recentemente affrontato nel suo video una questione cruciale ma spesso trascurata: l'overtourism. Questo fenomeno rappresenta l'altra faccia, oscura e devastante, di un'industria che globalmente vale 9.000 miliardi di dollari ma che sta trasformando molte città in parchi a tema per ricchi turisti.
La doppia natura del turismo di massa
Il turismo viene comunemente visto attraverso la lente dell'esperienza individuale:
Il viaggiatore che sogna i torii giapponesi
Le cartoline delle Fiji incontaminate
L'Etna che erutta "al momento giusto" per i selfie
Mondello come set fotografico perfetto
Ma raramente si considera che:
1. L'industria turistica è tra le più inquinanti al mondo, responsabile dell'8% delle emissioni globali di CO₂
2. Il 70-80% dei profitti finisce nelle tasche di grandi catene alberghiere e piattaforme digitali, non nelle comunità locali
3. Ogni 10 posti di lavoro creati nel settore, 7-8 vengono persi in altri ambiti a causa della gentrificazione
Gli effetti collaterali devastanti
L'impatto reale sulle città d'arte e sulle destinazioni esotiche è drammatico:
1. Gentrificazione estrema
A Barcellona, gli affitti sono aumentati del 58% in 10 anni
A Venezia, la popolazione residente è crollata da 175.000 nel 1951 a meno di 50.000 oggi
Lisbona ha perso il 20% dei residenti nel centro storico in un decennio
2. Perdita di identità culturale
I negozi di quartiere diventano souvenir shop
I ristoranti autentici vengono sostituiti da catene per turisti
Le tradizioni locali si trasformano in spettacoli folkloristici
3. Danni ambientali irreparabili
Le navi da crociera a Venezia erodono le fondamenta della città
Le spiagge thailandesi devono chiudere periodicamente per riprendersi dal sovraffollamento
Il Machu Picchu rischia di collassare sotto il peso dei visitatori
Il caso Firenze: promesse mancate
Durante la pandemia, il sindaco Dario Nardella aveva finalmente riconosciuto il problema, parlando della necessità di "riequilibrare" il turismo. Ma a distanza di anni:
Nessuna seria limitazione agli affitti turistici
Nessuna tassa significativa sui grandi flussi
Nessuna protezione reale per i residenti
Il risultato? Firenze è diventata un museo a cielo aperto dove:
I fiorentini non trovano più case a prezzi accessibili
Le botteghe storiche chiudono per far spazio a negozi di pelletteria low-cost
La vita culturale autentica si è praticamente estinta
Verso un turismo sostenibile: è possibile?
Alcune città stanno reagendo:
1. Amsterdam ha vietato i nuovi hotel e limitato i tour dei coffee shop
2. Barcellona ha bloccato le licenze per nuovi alloggi turistici
3. Il Bhutan applica da anni una "tassa di sviluppo sostenibile" di 200$ al giorno
Ma serve una rivoluzione più profonda:
Tassare pesantemente i grandi operatori turistici
Limitare drasticamente gli affitti brevi
Creare zone residenziali protette
Educare i turisti a un approccio più rispettoso
Il turismo come malattia e cura
L'overtourism non è un effetto collaterale inevitabile, ma il risultato di precise scelte politiche ed economiche. Continuare su questa strada significa condannare le nostre città a diventare:
Disneyland per adulti benestanti
Musei senza vita
Cartoline animate senza anima
Come scriveva Marco d'Eramo: "Il turista distrugge ciò che cerca trovandolo". Forse è giunto il momento di ripensare radicalmente il nostro modo di viaggiare, prima che non ci sia più nulla da vedere se non il riflesso della nostra avidità.

da FB del 10 maggio 2025
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