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« inserito:: Aprile 25, 2025, 12:27:11 pm » |
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Storie Post della sezione Notizie Corriere della Sera
Enrico Santo Pagani
Mauro Roversi Monaco
Il "cocco" di Pertini, il quale dovette insistere parecchio perché fucilasse Osvaldo Valenti (innocente, ma Pertini non volle esaminare le carte: troppo "preso" ....) e Luisa Ferida (incinta). Io non ho certezze assolute, ma qualcuno mi ha riferito che Pertini, messo al corrente della gravidanza, abbia sibilato "Due piccioni ....".
Gianfranco Stella
Giuseppe Marozin, il partigiano Vero
Il comandante Vero fu un prodotto del resistenza rossa: con una decina di armati, astuzia e crudeltà, nell’aprile del ’45 seppe giungere al comando generale del CVL dal quale riuscì ad ottenere riconoscimento del proprio ruolo, quantunque un’altra autorità resistenziale, il comando veneto del CVL, avesse decretato la sua condanna a morte per una lunga serie di omicidi, stupri e rapine (nov. ’44). Come si vedrà tra i suoi obiettivi c’era il trafugamento del tesoro monetario della Repubblica sociale, depositato alla zecca di Milano della quale era riuscito ad avere le chiavi. A Milano s’era stabilito verso l’inverno del ’44, quando abbandonò la sua zona, la valle vicentina con sua Brigata Vicenza, che nel Milanese s’era trasformata in Divisione Pasubio. Ex fascista, camicia nera in Spagna, si scoprì socialista, tanto che dichiarandosi comandante d’una formazione Matteotti, diceva di riconoscersi nell’archetipo pertiniano, ovvero di Sandro Pertini, grazie all’amicizia del quale non dovette mai rispondere dei suoi molteplici delitti. Quando la sua caterva di eccessi, rubricati in omicidi, stupri, rapine, furti eccetera, fu vagliata dalla magistratura di Vicenza, nel ’60, ne ottenne ampio proscioglimento: tutte ‘azioni’, le sue, secondo le sentenze istruttorie, compiute contro il fascismo, dunque soggette ad amnistia. Ma si vedano alcuni suoi crimini: nel marzo del ’44 a Crespadoro, una minuscola località nella valle del Chiampo, teatro di gran parte delle atrocità del Marozin, con la sua banda di otto partigiani aveva ucciso Ernesto Cortese, locale segretario del partito fascista repubblicano. La notte del 12 aprile ’44 a Durlo di Crespadoro furono uccisi Luigi Guiotto di 50 anni e la moglie Giuseppina Zarantonello di 44, prelevati da otto partigiani nella loro abitazione a Cornedo Vicentino. La Zarantonello fu violentata da sette di questi partigiani sotto gli occhi del figlio Danilo, che si salvò fuggendo e nascondendosi. I cadaveri dei coniugi Guiotto furono riesumati nel ’47 in una fossa comune a Crespadoro. Uccise a pugnalate Tiberio Ferro. A Crespadoro il 7 giugno fece fucilare sei giovani militi della Guardia nazionale del locale presidio, mai identificati. Nel luglio del ‘44 a Zermeghedo uccise il partigiano Lepre, al secolo Paolino Guarda. Alla fine di quel mese a Selva di Progno fece fucilare due ufficiali polacchi facenti parte di formazioni partigiane e a Durlo di Crespadoro il 30 luglio aveva ucciso a raffiche due uomini e una donna, Roberto Vinco, Arturo Presa e Adele Grisi. Sempre a Durlo di Crespadoro nell’agosto del ’44 fece fucilare i partigiani Volpe, al secolo Bernardo Simonelli e Treno, Lino Visentin. A Nogarole Vicentino fece uccidere Gilberto Meggiolaro, suo partigiano col nome Mila, sorpreso a dormire in un turno di guardia. Non fu svegliato e, con un colpo di pistola alla testa passò dal sonno alla morte (18.8.’44). Sempre in agosto uccise a Selva di Trissino Otello Cabianca. Questi era un suo giovanissimo partigiano, aveva 15 anni. Insistette per farsi arruolare e alla fine Marozin lo aveva acconten- tato. Dopo un paio di giorni di turni di guardia, di faticose mansioni eccetera, decise di tornarsene a casa. Marozin temendo che una volta in famiglia potesse rivelare la posizione della sua formazione, lo fece uccidere. Nel settembre del ’44 a Crespado- ro fece fucilare il partigiano Avio, al secolo Aldo Bertelli. E così fino al maggio del ’45. Nato ad Arzignano nel 1915, ivi morì durante un soggiorno estivo nel 1966, fulminato da un infarto.
da FB del 13 aprile 2025
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Storie Post della sezione Notizie
Dario Forti
Ma c’è qualcuno che ha ancora voglia di leggere quanto è successo quel giorno?
Roberto Damico
7 Ottobre: L’Inferno delle Donne Israeliane – Quando il mondo voltò le spalle alle ebree Non è finzione. È un urlo strozzato in gola. Una ferita che non smette di sanguinare. Perché quello che è successo il 7 ottobre non è solo un massacro. È stato uno stupro all’umanità stessa. Donne strappate alla vita, bambine violate davanti ai genitori, corpi ridotti a trofei di guerra. E il mondo? Il mondo ha guardato altrove. "Mamma, mi fanno male" – Le voci che il mondo non vuole ascoltare Le testimonianze sono macigni sullo stomaco. Sopravvissute con gli occhi vuoti, che ripetono frasi spezzate dal dolore: "Hanno preso mia figlia di 16 anni. L’hanno legata a un letto. Sentivo le sue urla. Poi… solo risate. Quando l’ho ritrovata, era nuda, piena di sangue. Avevano scritto cose sul suo corpo." – Testimonianza di una madre dal kibbutz Be’eri "Mi hanno violentato in tre. Uno mi teneva giù, l’altro rideva, il terzo filmava. Dicevano: ‘Ora Israele saprà cosa abbiamo fatto a una delle loro puttane’." – Shira (nome cambiato), sopravvissuta al festival di Re’im I medici che hanno visitato le vittime parlano di corpi distrutti oltre ogni immaginazione: - Fratture pelviche da violenza ripetuta - Morsi, bruciature di sigaretta sui seni, sulle cosce - Donne uccise subito dopo lo stupro, alcune con proiettili nella schiena, altre sgozzate Bambine. Sì, Bambine. Se questa parte non ti spezza il cuore, rileggila. Perché è successo davvero. - Una bambina di 12 anni, trovata nuda, legata a un letto, con segni di abusi prima di essere uccisa. - Una neonata di 10 mesi, strappata dalla culla e decapitata mentre i genitori venivano torturati. - Adolescenti stuprate in gruppo, poi fatte saltare in aria con granate. Era una bambina. Aveva ancora il pigiama con gli unicorni. Perché? Perché le hanno fatto questo?" – Soldato israeliano in lacrime durante i soccorsi "Ci violentavano cantando inni alla Jihad" – Gli ostaggi raccontano Le donne rapite a Gaza hanno vissuto mesi di inferno. Alcune, liberate, raccontano: "Mi legavano le mani dietro la schiena. Mi violentavano più volte al giorno. Se piangevo, mi picchiavano. Se svenivo, mi svegliavano con l’acqua fredda e ricominciavano." – Testimonianza anonima di una ostaggio rilasciata Una ragazza con me è impazzita. Continuava a chiamare la mamma. L’hanno portata via e non l’ho più vista." – Altra testimonianza dai tunnel di Hamas Il silenzio del mondo è un tradimento. Mentre le donne ebree venivano stuprate e massacrate: - Le femministe occidentali tacevano. - I diritti umani si sono "dimenticati" di loro. - Le piazze urlavano "From the river to the sea", come se quelle vittime non contassero. Perché? Perché lo stupro di una donna ebrea non indigna abbastanza? Non è "Resistenza". È puro odio. Hamas ha filmato le violenze. Ha celebrato gli stupri. Ha mandato i video alle famiglie delle vittime. Questo non è conflitto. È sadismo. Se leggi questo e non senti niente, allora sei complice. Perché il male trionfa quando i buoni tacciono. Perché quelle donne urlavano, e nessuno le ha ascoltate. Perché quelle bambine non torneranno mai più. Ora tocca a te. Leggi. Condividi. Urlalo forte. Perché il loro dolore non può essere dimenticato. Fonti: Testimonianze raccolte da The New York Times, BBC, Times of Israel, sopravvissuti intervistati dall’esercito israeliano. Ogni parola è verificata. Ogni dolore è reale. Condividi. Non lasciare che il mondo lo cancelli. FB 13 aprile 2025
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