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« inserito:: Marzo 05, 2025, 12:21:50 am »

Merz raggiunge l'accordo Cdu e i socialdemocratici: stimolo all'economia tra gli 800 e i mille miliardi

di Mara Gergolet

La sua Cdu e i socialdemocratici si sono messi d’accordo per uno straordinario stimolo all’economia. Il prossimo governo varerà un fondo speciale per le infrastrutture e si prepara ad allentare il «freno al debito»

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DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE

BERLINO – Friedrich Merz usa perfino le parole di Mario Draghi: «Whatever it takes». E detto da un rigorista come lui, allergico alla parola debito, spiega qual è il passaggio epocale che si appresta a fare il suo governo per la Germania. La sua Cdu e i socialdemocratici si sono messi d’accordo per uno straordinario stimolo all’economia. Il prossimo governo varerà un fondo speciale per le infrastrutture del valore di 500 miliardi in dieci anni e si prepara ad allentare il «freno al debito», il vincolo costituzionale, riguardo a quelle per la difesa, che potranno superare (a deficit) l’1% del Pil. Anche per la difesa, quindi, si tratterà di una dotazione di centinaia di miliardi. In sostanza, Berlino si prepara a mettere sul tavolo un pacchetto monstre tra gli 800 e i mille miliardi.
È stata la prima conferenza stampa dei negoziatori del nuovo governo. Usciti alle 19, hanno confermato le voci che a Berlino giravano dal fine settimana: che cioè Merz aveva intenzione di muoversi molto velocemente e che avrebbe fatto un fondo per le spese militari ben superiore a quello di 200 miliardi che aveva ipotizzato l’agenzia Bloomberg. E così, i due capi negoziatori — Friedrich Merz e Lars Klingbeil per la Spd, uno vicino all’altro, entrambi alti poco sotto i due metri — hanno spiegato che i «colloqui esplorativi» stanno andando bene e che l’intesa sulle finanze è molto avanzata. Merz, d’altra parte, voleva che fosse pronta entro giovedì, per il vertice europeo.
L’inversione a U del cancelliere in pectore, rispetto a quelle che sono sempre state le sue idee — in linea con le tesi di Schäuble — e perfino a quel che aveva detto in campagna elettorale fino a due settimane fa, ha lasciato molti di stucco. Ma Merz è stato veloce nel mostrare di cogliere il momento eccezionale che arriva dall’America di Trump: ha fatto capire che muoversi secondo i vecchi schemi per lui non ha più senso. E così come la domenica elettorale, seppellendo il suo forte filo-atlantismo, ha detto che probabilmente sulla sicurezza l’Europa dovrà diventare «autonoma» passo dopo passo dagli Stati Uniti, così ha messo in soffitta anche l’altro credo, quello del pareggio in bilancio.
I socialdemocratici, che proprio su questo hanno fatto la campagna elettorale e che lo chiedevano da anni, non aspettavano di meglio.
Si vedranno nei prossimi giorni i dettagli. In ogni caso, il voto sul freno al debito, la famigerata Schuldenbremse, che è stata un vero freno agli investimenti in un’economia in crisi, ci sarà già la prossima settimana. Siccome nel prossimo Parlamento l’Afd e la Linke hanno la «minoranza di blocco», che consente loro di mettere il veto su modifiche costituzionali, la misura sarà sottoposta al Parlamento uscente. Qui dovrebbe passare senza problemi con il sì dei Verdi, che consentirà all’ampia maggioranza di superare la soglia del 66% dei voti necessari. Il Parlamento sarà quindi convocato in seduta speciale nei trenta giorni dopo l’elezione, prima che venga sciolto: era successo una sola volta, nel 1998, quando si dovette far passare una misura sulla guerra nell’ex Jugoslavia.
Anche la Bundesbank quest’oggi ha proposto di allentare il freno al debito. Secondo un documento diffuso dalla Süddeutsche Zeitung, la banca centrale tedesca propone di concedere al governo federale — ma anche ai Länder — maggiori possibilità di indebitamento. Viene suggerito di alzare il limite massimo per i nuovi prestiti dallo 0,35% del Pil all’1,4% (la maggior parte dei quali da destinare agli investimenti), se la Germania rispetterà il rapporto debito/Pil del 60% previsto dall’Ue. Se invece questo limite venisse superato, per la Bundesbank il nuovo debito dovrebbe ammontare solo allo 0,9%.
La Germania ha ampio margine di manovra fiscale, avendo Angela Merkel lasciato le finanze in ordine, con il debito di poco superiore al 60% del Pil. Nessun altro Paese del G7 ha simili numeri. E Merz non solo ha usato le parole dell’italiano Mario Draghi, ma si prepara a imbracciare il doppio bazooka. Berlino può trovare fondi per riarmarsi ed è intenzionata a farlo.

4 marzo 2025
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