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« inserito:: Dicembre 05, 2024, 12:10:16 pm »


FRANCIA, LE CRISI POLITICHE PER IL PRESIDENTE MACRON NON FINISCONO MAI: OGNI PREMIER CHE NOMINA VIENE RISPEDITO AL MITTENTE. LE PEN CONDANNA BARNIER: “È LA FINE DI UN GOVERNO EFFIMERO”. Questa sera la Francia vive l’ennesima crisi politica. Il primo ministro Barnier si è ritrovato di fronte al muro alzato da destra e sinistra: il Rassemblement di Marine Le Pen e lo schieramento dell’estrema sinistra con la France Insoumise di Melenchon in testa. A nulla sono valsi gli appelli di Barnier proprio a Le Pen, che all’inizio del mandato del primo ministro aveva promesso il suo appoggio. La leader della destra francese ha dichiarato: “È la fine di un governo effimero”. I dati parlano chiaro; i premier che si sono succeduti alla guida dei governi sotto il presidente Macron sono rimasti in carica progressivamente sempre meno: Edouard Philippe è stato il più longevo (3 anni e un mese), seguito, nell’ordine anche cronologico, da Jean Castex (un anno, 10 mesi), Elisabeth Borne (un anno e 7 mesi), Gabriel Attal (7 mesi). Barnier ha avuto al suo attivo un mandato di poco meno di tre mesi, prima di giungere al confronto di questa sera. Secondo i media francesi, il presidente Macron, al rientro dalla visita di stato in Arabia Saudita, nominerà il successore di Barnier nelle prossime 24 ore. Sul Fatto di domani leggerete le ultime notizie sulla crisi politica in Francia e una panoramica di pareri di coloro che hanno incensato le attività di Macron in questi anni, a dispetto dei risultati.
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CASO STELLANTIS: CONVOCAZIONE AL MINISTERO DELLE IMPRESE. INTANTO I SINDACATI CHIEDONO IL RISPETTO DEGLI IMPEGNI SUL CONTRATTO E L’AUMENTO DI 185 EURO SULLA PAGA BASE. Sul caso Stellantis è arrivata la convocazione dal Ministero delle Imprese; l’appuntamento è fissato per il 17 dicembre, alle 14. Oltre ai sindacati e i vertici di Stellantis, sono stati invitati rappresentanti delle regioni dove sono presenti gli stabilimenti: Piemonte, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Abruzzo, Basilicata. Il motivo è chiaro: la cassa integrazione a cui sono costretti gli operai preoccupa non poco, alla luce della crisi del gruppo e le dimissioni dell’ormai ex amministratore delegato, Tavares. La questione è complessa, il governo spera che gli Elkann battano un colpo, mentre le organizzazioni di categoria intendono richiamare i vertici dell’azienda al rispetto degli impegni; è stata inviata oggi a Cnh, Ferrari, Iveco e Stellantis, dopo il coordinamento unitario di Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr, la richiesta di rinnovo della parte economica del contratto collettivo specifico di lavoro (ccsl) per il biennio 2025-2026. L’aumento rivendicato è dell’8,8% sulla paga base, pari a 185,83 euro. Si vedrà cosa risponderanno gli Elkann – nel frattempo volati negli Stati Uniti – che vengono sollecitati, da destra e sinistra, a presentare un piano industriale credibile. Sul giornale di domani leggerete le ultime novità sulla crisi del comparto auto, e su come una parte della politica italiana continui a restare zitta su questa emergenza, e su chi ne ha la responsabilità.
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PAESI SICURI, CONTRATTI SEGRETI E SANZIONI PER LE ONG: NEL DECRETO FLUSSI IL SENSO DEL GOVERNO PER L’IMMIGRAZIONE. È attesa nelle prossime settimane la decisione della Cassazione sui ricorsi presentati dal Viminale contro la decisione dei giudici del tribunale di Roma che lo scorso 18 ottobre non avevano convalidato i trattenimenti dei primi migranti nel centro di Gjader, in Albania. Nel corso dell’udienza di oggi la procura generale, in tema di definizione di Paesi sicuri, ha chiesto di sospendere il giudizio in attesa della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Dopo gli interventi dei difensori dei migranti l’udienza si è chiusa e la decisione dei supremi giudici arriverà successivamente. Ma proprio in materia di Paesi sicuri, è arrivato contestualmente il via libera di Palazzo Madama al decreto flussi, che contiene appunto un nuovo elenco di nazioni che il governo considera sicure: tra queste, Bangladesh, Egitto e Marocco. Dalla lista sono stati esclusi Camerun, Colombia e Nigeria. Tra le novità del testo, però, c’è anche la secretazione dei contratti pubblici relativi a fornitura di mezzi e materiali per il controllo delle frontiere e delle attività di soccorso in mare (“In pratica significa non sapere più niente delle motovedette che cediamo a Libia o Tunisia”, il commento di Emergency). E c’è la tanto discussa competenza delle Corti d’Appello, e non più dei Tribunali specializzati, sulla convalida del trattenimento dei richiedenti asilo. Misura contestata dal plenum del Csm, secondo cui rallenterà i tempi delle Corti d’Appello facendo bucare il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Pnrr. Saranno più difficili, infine, i ricongiungimenti familiari: sarà necessario il requisito del soggiorno legale per almeno due anni. Sul Fatto di domani vedremocosa contiene il decreto, contro il quale si stanno scatenando anche le Ong: “Ancora sanzioni – scrivono, tra le altre, Mediterranea, Medici Senza Frontiere, Open Arms e Sea Watch – sia con fermi amministrativi sia con multe fino a 10mila euro, fino alla possibilità di confisca degli aerei impegnati in missioni di monitoraggio”.
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LE ALTRE NOTIZIE CHE LEGGERETE
Sud Corea, il presidente Yoon Suk-yeol sottoposto a impeachment. L’accusa verso il leader è quella di aver violato la Costituzione, dichiarando la legge marziale. La mozione di impeachment è stata presentata dai partiti dell’opposizione; si sostiene che l’azione di proclamare la legge marziale sia stata “motivata non da preoccupazioni per la sicurezza nazionale, ma dall’intento di eludere le indagini sulle accuse di rilievo penale che coinvolgono il presidente Yoon e la sua famiglia”.
Bologna, 12 arresti: cellula neonazista preparava “gravi attentati” nei confronti di Meloni e di un economista. Sono stati 12 gli arresti mirati a debellare una cellula neonazista, individuata dalla Digos e dalla Procura di Bologna. Gli investigatori contestano agli indagati anche la “preparazione di gravi attentati, anche nei confronti del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e di un economista del World Economic Forum”. Tra le altre accuse, l’attività di propaganda, proselitismo e predisposizione di azioni violente, come l’epurazione dei traditori del movimento.
New York, ucciso a colpi di pistola l’amministratore delegato della UnitedHealthcare. Omicidio a Manhattan: Brian Thompson, 50 anni, l’amministratore delegato della UnitedHealthcare, una delle compagnie di assicurazioni sanitarie più importanti degli Stati Uniti, è stato colpito a morte mentre si dirigeva a piedi all’hotel Hilton, dove avrebbe dovuto prendere parte ad un meeting della società. Non sembra una azione casuale; secondo gli investigatori il killer, che indossava una giacca color crema, una mascherina nera e uno zaino grigio, stava aspettando proprio Thompson. Dopo avergli sparato da circa cinque metri, l’assassino è fuggito con una bici.

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