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Autore Discussione: Luigi Marattin CHI SONO IN UN PO’ DI PIU’ DI DUE RIGHE Sono nato a Napoli . . .  (Letto 28 volte)
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« inserito:: Oggi alle 10:34:11 am »

Chi sono

CHI SONO IN DUE RIGHE
Un professore universitario con la passione della cosa pubblica. Credo nello studio, nel sacrificio, nella competenza e nel merito. Sono convinto che quasi tutto ciò che in Italia sembra immodificabile in realtà non lo sia (ho detto “quasi”). Tifo Juve, sono un po’ arrogante e dico sempre quello che penso senza preoccuparmi delle conseguenze. Ma oltre a questi pregi, ho anche tanti difetti.

CHI SONO IN UN PO’ DI PIU’ DI DUE RIGHE
Sono nato a Napoli il 20 Febbraio 1979 da entrambi genitori napoletani, mio padre ingegnere chimico, mia madre casalinga. Mio nonno era originario di San Stino di Livenza (Venezia), era un militare di stanza a Napoli durante la Seconda Guerra Mondiale e fu ucciso da un bombardamento sei mesi dopo la nascita di mio padre.
Ho frequentato gran parte delle scuole elementari a Brindisi  per poi, all’età di nove anni, trasferirmi con i miei genitori a Ferrara, dove ho completato l’ultimo anno delle scuole elementari alla scuola “Alda Costa” (1988-1989). Ho poi frequentato la scuola media “Torquato Tasso” (1989-1992) e il Liceo Scientifico “Roiti” (1992-1997). In quegli anni nacque la passione politica: sono stato rappresentante di istituto, direttore del giornale studentesco “Acido Roitico”, coordinatore del sindacato studentesco di Ferrara e presidente della Consulta Provinciale degli Studenti. Mi sono diplomato nel luglio 1997 con il punteggio di 60/60. Del mio esame di maturità  ricordo particolarmente la prova scritta di italiano, in cui scelsi la traccia che richiedeva un commento su una frase tratta dal libro di Norberto Bobbio “Politica e cultura” (1955).
Dopo il liceo scelsi di iscrivermi al nuovo corso di laurea quadriennale in Economia delle Amministrazioni Pubbliche e Istituzioni Internazionali presso l’Università di Ferrara, dove ho fondato e diretto il giornale studentesco di facoltà “La Nuova Economia”. Ho avuto la fortuna di trascorrere l’intero secondo anno all’Università di Birmingham (UK) con il programma Erasmus, che mi fece capire che c’è un mondo, là fuori, tutto da scoprire e da cui imparare.  Sono stato uno dei primi due studenti a partecipare alla prima sessione di laurea della facoltà, il 19 luglio 2001, con una sessione di anticipo rispetto alla scadenza dei quattro anni del corso di studio. Ho discusso una tesi dal titolo “L’allargamento dell’Unione Europea: Market Integration e Policy Integration”, laureandomi col punteggio di 110 e lode.
Meno di due mesi dopo sono tornato nel Regno Unito dove ero stato ammesso ad un Master of Science in Economics presso l’Università di Warwick, titolo che ho conseguito nel settembre 2002. Il mese successivo sono rientrato in Italia per iniziare un Dottorato di Ricerca in Economia Politica in lingua inglese e della durata quadriennale presso l’Università di Siena. Al terzo anno ho vinto la borsa di studio Fulbright e nel gennaio 2005 mi sono trasferito a New York, dove per sei mesi ho frequentato corsi e ho svolto attività di ricerca presso i dipartimenti di economia della Columbia University, New York University e New School University. Rientrato in Italia, ho iniziato l’attività di assistenza alla didattica al corso di Macroeconomia della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna che ho poi proseguito per i successivi quattro anni. Nel maggio 2007 ho concluso il mio dottorato a Siena difendendo la tesi “Essays on Fiscal Policy” e ho conseguito il titolo di dottore di ricerca in Economia Politica.

Dopo il dottorato, proprio a Bologna ho iniziato il periodo di precariato che accompagna l’avvio di ogni carriera universitaria. Sono stato assegnista di ricerca (2005-2007) e poi borsista post-dottorato (2007-2008) e a dicembre 2008 ho vinto il concorso da ricercatore a tempo indeterminato in Economia Politica. Nel 2013 ho conseguito l’Abilitazione Nazionale a Professore Associato e a Professore Ordinario, e nel 2020 ho preso servizio come Professore Associato di Economia Politica. Negli anni ho tenuto corsi in lingua italiana e inglese di Macroeconomia, Microeconomia, Economia Internazionale, Politica Monetaria Avanzata, Strumenti e Mercati Finanziari. Ho anche tenuto dei corsi presso la LUISS Guido Carli e la James Madison University di Firenze.  I miei interessi di ricerca si concentrano sulla macroeconomia, sui principali temi di finanza pubblica e sui meccanismi di trasmissione della politica fiscale. Essendo convinto che nessun lavoratore pubblico che prenda sul serio il proprio impegno debba aver paura della valutazione, su questo stesso sito potete trovare l’elenco dei miei lavori di ricerca e i risultati dei questionari di valutazione della didattica che i miei studenti compilavano prima della fine di ogni corso. Dal marzo 2018 ho interrotto ogni attività didattica, essendo in aspettativa obbligatoria per mandato parlamentare. Il mio percorso accademico mi ha insegnato tante cose. Le principali sono il rigore nel lavoro e nel ragionamento, la curiosità verso le cose che non conosco, l’importanza della solidità dei contenuti e una passione sconfinata per l’insegnamento.

IL MIO PERCORSO POLITICO
Fin da ragazzo mi sono definito un liberale progressista. Fin dai primi Anni Novanta ho cercato un partito autenticamente liberale, ma non sono mai riuscito a trovarlo. Allora decisi di unirmi ad una minuscola corrente liberale dei Democratici di Sinistra (si chiamava “Libertà Eguale” ed esiste ancora), che nei congressi faticava a raggiungere il 3% dei consensi ma che diceva le cose in cui credevo allora e in cui credo ancora adesso: la necessità di una rivoluzione liberale, di riforme istituzionali in senso maggioritario, di una liberalizzazione dei mercati e della fine delle rendite di posizione, del ripristino dei meccanismi di formazione, selezione e ricambio della classe dirigente, della rottura di alcuni vecchi tabù della politica tradizionale e dello statalismo.
Ho partecipato da subito alla fondazione del Partito Democratico: il 14 ottobre 2007, alle primarie fondative di quel partito, sono stato eletto all’Assemblea Nazionale nelle liste a sostegno della candidatura di Walter Veltroni a segretario nazionale; sono poi stato rieletto membro dell’Assemblea Nazionale alle primarie del 8 dicembre 2013 a sostegno della candidatura di Matteo Renzi, di cui ho appoggiato l’esperienza politica sin dal 2008. Il 23 marzo 2018 sono stato eletto alla Camera dei Deputati nelle liste del Partito Democratico nella circoscrizione Parma-Piacenza- Reggio Emilia. Nel settembre 2019 ho partecipato alla fondazione di Italia Viva (qui ho spiegato le ragioni per cui sono uscito dal Pd) di cui sono membro della cabina di regia nazionale e responsabile economico, ruoli confermati dopo il primo congresso nazionale dell’autunno 2023 (al quale ho partecipato presentando questo documento politico a sostegno della candidatura di Matteo Renzi).
Sono stato uno dei sostenitori più convinti dell’avvio di un percorso di collaborazione e integrazione con Azione, nell’ottica della formazione di un vero e proprio partito liberal-democratico (qui un mio “manifesto”). Alle elezioni del 25 settembre 2022 sono stato rieletto alla Camera dei Deputati nella lista unica “Italia Viva-Azione”, come capolista nel collegio plurinominale Cuneo-Asti-Alessandria. Per i quattro mesi in cui è stata in piedi, sono stato membro del comitato politico della federazione Iv-Azione, con delega alla politica economica.
La rottura traumatica  del cosiddetto “Terzo Polo” (aprile 2023) e la successiva decisione di Italia Viva di abbandonare il progetto di costruzione di un partito liberal-democratico e riformatore e aderire strutturalmente alla coalizione di centro-sinistra (luglio 2024) hanno comportato il mio abbandono di Italia Viva nel settembre 2024  e la fondazione dell’associazione di cultura politica “Orizzonti Liberali”, dedicata alla continuazione del progetto politico liberal-democratico.

IL MIO PERCORSO ISTITUZIONALE
Il mio debutto fu a vent’anni alle elezioni del consiglio circoscrizionale “Giardino-Arianuova- Doro” di Ferrara del giugno 1999, dove risultai il primo dei non eletti. A 25 anni, nel giugno 2004,  sono stato eletto in consiglio comunale, e per cinque anni ho fatto parte della Commissione Bilancio e della Commissione controllo sui servizi pubblici locali.
Nell’ottobre 2009, il sindaco mi nominò nel Consiglio di Amministrazione di Holding Ferrara Servizi, la neo-costituta holding per razionalizzare e riorganizzare le partecipazioni societarie del comune di Ferrara. Dopo più di un anno, fui nominato assessore al Bilancio e alle Partecipazioni, carica che ho rivestito per circa quattro anni. In quel periodo – molto complicato a causa dei forti tagli ai trasferimenti ai comuni – riuscimmo a diminuire la spesa corrente, diminuire le tasse comunali e soprattutto a ridurre di più di un terzo il debito del comune, che era diventato troppo elevato.
Dieci anni nell’amministrazione locale, in tre ruoli diversi, mi hanno consegnato un inestimabile patrimonio di esperienza, perché impari sul campo cosa realmente significa occuparsi della cosa pubblica per la tua comunità. Tanto che, ancora oggi, so riconoscere dopo pochi minuti se la persona che ho di fronte ha avuto un’esperienza amministrativa a livello locale oppure no.
Nel settembre 2014 l’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi mi chiamò a Roma a far parte del suo team di consiglieri economici, un incarico che ho mantenuto anche sotto il suo successore Paolo Gentiloni, fino a marzo 2018. In quei quasi quattro anni ho lavorato a tutti i principali dossier economici di finanza pubblica, in particolare quelli attinenti i rapporti con gli enti locali (la fine dei tagli ai trasferimenti, la riforma delle regole fiscali con la sostituzione del Patto di Stabilità interno con la regola del pareggio, l’abbandono del criterio della spesa storica, l’inizio della semplificazione dei vincoli).
Dal marzo 2016 al giugno 2018 ho anche ricoperto il ruolo di Presidente della Commissione Tecnica sui Fabbisogni Standard.  Dopo l’elezione in Parlamento nel marzo 2018, sono stato Capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio, e poi dal settembre 2019 al marzo 2021 vicecapogruppo d’aula di Italia Viva. Fino al 29 marzo 2022 sono stato membro della Commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, ma mi sono dimesso per divergenze sulla sua conduzione (qui trovate le mie ragioni).
Nel giugno 2020 ho ricoperto il ruolo di relatore di maggioranza del Decreto “Rilancio” che – con 55 miliardi di indebitamento netto e 150 di saldo netto da finanziare – è stato il provvedimento economico più corposo degli ultimi decenni.
Il 30 luglio 2020 sono stato eletto presidente della Commissione Finanze della Camera, ruolo che ho svolto fino alla conclusione della legislatura, nell’ottobre 2022.
Essendo convinto che la politica non debba necessariamente essere sempre il luogo dell’approssimazione e dello slogan, nell’autunno 2020 mi sono fatto promotore di una approfondita iniziativa parlamentare per iniziare un cammino rivolto a giungere – a mezzo secolo dall’ultima riforma strutturale – ad una complessiva ma meditata rivisitazione del sistema fiscale italiano. Così, assieme alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato, l’11 gennaio 2021 abbiamo dato il via ad una lunga indagine conoscitiva sulla riforma dell’Irpef e altri aspetti del sistema tributario, che ha visto 61 audizioni, 12 memorie scritte inviate, la presentazione di position paper da parte di tutti i partiti e lunghi e approfonditi dibattiti nelle commissioni. Il 30 giugno 2021 abbiamo approvato a larghissima maggioranza un documento conclusivo (trovate tutto qui) che il Governo Draghi ha quasi integralmente trasposto nel disegno di legge delega sulla riforma del sistema fiscale, approvato dal Consiglio dei Ministri il 5 ottobre 2021 e dalla Camera dei Deputati nel giugno 2022. La caduta del governo Draghi nel luglio 2022 – e il rifiuto di alcuni partiti di calendarizzare comunque l’approvazione in Senato – hanno poi impedito che diventasse legge dello Stato.
Una piccola parte della riforma (la riduzione delle aliquote Irpef da 5 a 4 e l’abolizione dell’Irap circa un milione di persone fisiche) è comunque entrata in vigore con la Legge di Bilancio 2022.
L’anno seguente – nella nuova legislatura –  gran parte del lavoro svolto è stato comunque utilizzato dalla legge delega di riforma fiscale presentata dal governo Meloni e approvata dal Parlamento nell’agosto 2023.

Dopo essere stato per due anni capogruppo di Italia Viva nella Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione, dal settembre 2024 ho aderito al Gruppo Misto

Da - https://www.luigimarattin.it/chi-sono/

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« Risposta #1 inserito:: Oggi alle 10:38:05 am »

PERCHÉ SULLA SANITÀ TUTTI MENTONO.
Pubblicato il 18 ottobre 2024 di Luigi Marattin   
Difficile capire perché – su un tema così importante come la sanità – le forze politiche sentano sempre questo impellente bisogno di mentire in continuazione.
1) La destra continua a ripetere la cialtronata dei “37 miliardi alla sanità” nel decennio scorso.
Il Fondo Sanitario Nazionale è sempre aumentato: nel 2000 era 66 miliardi, ora è più del doppio, ed è sempre costantemente aumentato.  Quelli che vengono definiti “tagli”, sono in realtà aumenti minori del previsto (come se io guadagnassi 1.000 euro, aumento a 1.700 ma dico che mi hanno tagliato 300 euro perché mi aspettavo invece di arrivare a 2.000).
2) La destra continua anche a dire che ha “fatto il record” di risorse stanziate sulla sanità.
E’ vero.  Ma lo aveva fatto anche l’anno scorso.
E lo avevano fatto, ogni anno, anche tutti i governi precedenti nell’ultimo quarto di secolo, di ogni colore politico,
Perché una linea che cresce sempre, ogni anno, per definizione, “fa il record”.
3) La sinistra continua a dire che si spende poco in sanità perché nel 2020 la spesa era superiore al 7% del Pil, mentre ora è poco più del 6%.
Non dice però che nel 2020 il Pil crollo’ di quasi il 9%.
E una frazione il cui denominatore scende così tanto, aumenta di tanto. Ma non certo perché si è speso di più in sanità.
4) La sinistra continua anche a dire che il modo corretto per misurare se uno Stato sta spendendo adeguatamente in sanità è vedere se ogni anno questo benedetto rapporto tra spesa sanitaria e Pil cresce o meno.
Ma è una falsità.
Sarebbe come dire che se l’anno prossimo il mio reddito aumenta di 100 euro, dovrò aumentare di almeno 101 euro rispetto all’anno scorso la cifra che spendo per curarmi. Altrimenti vuol dire che sto trascurando la mia salute.
E così mentre la sanità va a rotoli, la commedia politica vi intrattiene con la gara a chi spara la balla più grossa.
Da - https://www.luigimarattin.it/2024/10/18/perche-sulla-sanita-tutti-mentono/
Pubblicato in blog Taggato destra, Fondi, governo, Marattin, Sanità, sinistra   
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