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Autore Discussione: Rachele Gonnelli - Ancora mortadella di An sotto casa di Prodi  (Letto 2181 volte)
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« inserito:: Gennaio 26, 2008, 05:54:33 pm »

Disgustorama.

Ancora mortadella di An sotto casa di Prodi

Rachele Gonnelli


I rifiuti che attanagliano Napoli, secondo il parigino Le Monde, sono l'emblema di quanto sta succedendo al panorama politico e sociale italiano. Un Paese stanco, ripiegato su piaghe purulente che non riesce a affrontare né guarire, un Paese autofago, che continua a mangiare e respirare i suoi stessi veleni, in piena crisi di sistema.

Anche se si tratta di una immagine distorta, quella che ci viene riflessa dalle pagine dei giornali esteri - non solo Le Monde associa l'emergenza infinita dei rifiuti con l'attuale situazione generale del Belpaese - non ci si può certo arrabbiare, questa volta, con i cugini francesi. Il digustorama non colpisce solo loro.

La seduta del Senato in cui si è consumata la crisi del governo Prodi ha avuto dei picchi di volgarità veramente inconsueti nelle democrazie non soltanto occidentali. Sputi, malori, offese da bar del porto, dileggi e sceneggiate hanno trasformato la Camera Alta in qualcosa di postribolare. Molto più simile al bivacco di un manipolo di legionari mussoliniani che a un sancta santorum della democrazia nata dalla Resistenza. Due i protagonisti dell'apoteosi del disgustorama. Sono il senatore-lama Tommaso Barbato e il collega ultras Nino Strano, di An.

Il Barbato, che dell'Udeur è persino capogruppo, ha cercato poi di negare ciò che tutti gli italiani hanno visto nel televisore di casa. Eppure il moviolone parlamentare ce lo ha mostrato chiaramente mentre veniva rincorso dai commessi, che con scatto da giaguaro lo hanno intercettato appena prima che si gettasse sul collega dissidente Nuccio Cusumano, colpevole di aver "tradito" la disciplina del partito di Ceppaloni. Il tutto mentre il collega Strano, con un pullover rosso annodato negligentemente al collo come in tribuna Tevere, faceva del suo meglio per corroborarlo dai banchi della destra accusando lo stesso Cusumano di essere nientemeno che un escremento. «Merda ..merda», gridava con il tono usato da Fiorello nella pubblicità con l'appretto per dire: chiudi!.

L'esimio onorevole di An è stato poi immortalato a fine seduta, sempre tra gli scranni di velluto rosso, mentre si abboffava di fette di mortadella particolarmente unte, in segno di soddisfazione gaudente per il mancato raggiungimento del quorum della fiducia a Prodi.

La performance della mortadella affettata e divorata a dispetto di Prodi - già inaugurata da Storace nell'ultima manifestazione del centrodestra- è piaciuta talmente che è stata poi riproposta il giorno appresso a Bologna dal senatore Filippo Berselli e camerati, sotto casa del premier dimissionario. Per quanto nauseante, l'abboffata d'opposizione continua anche in assenza di maggioranza contro cui scagliarsi. Si può pensare che Calderoli e i suoi maiali a passeggio sui terreni dove dovrebbero sorgere luoghi sacri ad altri culti siano stati propedeutici a questa grande, infinita, abbuffata porcina.

Chissà se dopo anni di tv-spazzatura, alle anziane signore di popolo che già hanno imparato a dire parolacce impensabili un tempo in bocca a care vecchine, piacerà questo stilema della politica alla "Amici miei". Magari è un'abile e studiata strategia mediatica.

È sicuro che per alcuni elettori il disgusto e la vergogna sono tali da coinvolgere nel ribrezzo l'intero panorama parlamentare. Almeno questo è ciò che ci hanno scritto centinaia di messaggi e-mail ieri sera: un'inondazione, un fiume in piena di "vergogna", "basta",che qualcuno potrà anche chiamare anti-politica. Ma qualcun'altro anche carità di patria.


Pubblicato il: 25.01.08
Modificato il: 25.01.08 alle ore 15.55   
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