Buongiorno,
nei prossimi giorni, due paesi che un tempo facevano parte dell'Unione Sovietica dovranno decidere da che parte della geopolitica – e forse della storia – stare: se continuare l’avvicinamento all'Occidente e all'Unione europea, o tornare nella sfera d'influenza di Mosca. Come l'esito della guerra in Ucraina, queste scelte determineranno, in parte, l'Europa di domani.
Il 20 ottobre cittadini e cittadine in Moldova saranno chiamati a votare alle elezioni presidenziali e a scegliere, con un referendum, se vogliono modificare la Costituzione per consentire al paese di entrare nell'Ue.
Il 26 ottobre, i georgiani e le georgiane sono chiamati alle urne per eleggere il parlamento e decidere se mettere fine a dodici anni di governo del partito filo-russo Sogno georgiano e consegnare il paese all'opposizione filo-europea.
Per comprendere meglio la posta in gioco in queste due elezioni cruciali, abbiamo chiesto un contributo a una giornalista georgiana, Anna Gvarishvili, già nota ai nostri lettori e lettrici; dal canto mio, invece, ho approfittato di un recente viaggio in Georgia per raccogliere testimonianze di persone che fanno parte della società civile georgiana.
Gvarishvili e il giornalista di OC Media Shota Kincha saranno con noi in diretta da Tbilisi il 18 ottobre, alle 12.00 ora italiana, per il nostro Voxeurop LIVE sulle elezioni georgiane. Segui questo link per registrarti.
L'importanza di queste elezioni si riflette nella rassegna stampa di Claudiu Pop sull'Europa sudorientale, che racconta che anche Romania e Bulgaria sono chiamate al voto. La rassegna di Paulina Siegień sull'Europa orientale analizza, invece, l'atteggiamento dei russi nei confronti del loro governo e il ruolo delle donne nella società ucraina in guerra.
Non succede tutti i giorni, ma cominciamo ad abituarci
l'inchiesta di Stefano Valentino e Emanuela Barbiroglio sul greenwashing di Michelin in Indonesia e quella di Stefano e Giorgio Michalopoulos sulla finanza verde sono state premiate con il prestigioso Climate Journalism Award, a Copenhagen lo scorso 10 ottobre.
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Gian-Paolo Accardo firma
