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Autore Discussione: Un paio di cose scritte tra Noi. - ciaooo  (Letto 246 volte)
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« inserito:: Settembre 29, 2024, 03:09:15 pm »

Gianni Gaetano Giovanni Gavioli

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Bersani, uno dei pochissimi politici credibile e realmente democratico.
Bersani: "La battaglia sull'autonomia differenziata punto di partenza per costruire l'alternativa"

Corriere TV  video.corriere.it

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Bersani: "La battaglia sull'autonomia differenziata punto di partenza per costruire l'alternativa"
| Corriere TV
L’intervento alla Festa dell’Unità - Agenzia VISTA / Alexander Jakhnagiev /CorriereTv

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Antonio Marra
 
La religione non è solo una, ce ne sono centinaia.
La Spiritualità è una.
La religione è per chi dorme.
La Spiritualità è per coloro che sono svegli.
La religione è per coloro che hanno bisogno di qualcuno che gli dica cosa fare e vogliono essere  guidati.         
La Spiritualità è per coloro che prestano attenzione alla propria voce interiore.
La religione ha un insieme di regole dogmatiche.
La Spiritualità invita a ragionare su tutto, a mettere in discussione tutto.
La religione minaccia e spaventa.
La Spiritualità dà pace interiore.
La religione parla di peccato e di colpa.
La Spiritualità dice: "impara dall'errore".
La religione reprime tutto e in alcuni casi è falsa.
La Spiritualità trascende tutto, ti avvicina alla tua verità!
La religione parla di un dio; non è Dio.
La spiritualità è tutto e quindi è in Dio.
La religione inventa.
La Spiritualità trova.
La religione non tollera alcuna domanda.
La Spiritualità mette in discussione tutto.
La religione è umana, è un'organizzazione con regole degli uomini.
La Spiritualità è Divina, senza regole umane.
La religione è causa di divisioni.
La Spiritualità unisce.
La religione ti cerca perché tu creda.
La Spiritualità devi cercarla per credere.
La religione segue i precetti di un libro sacro.
La Spiritualità cerca il sacro in tutti i libri.
La religione si nutre di paura.
La Spiritualità si nutre di fiducia e fede.
La religione vive nel basso astrale.
La Spiritualità vive nella Coscienza Universale.
La religione si occupa del fare.
La Spiritualità ha a che fare con l'Essere.
La religione nutre l'ego.
La Spiritualità spinge a trascendere.
La religione ci fa rinunciare al mondo per seguire un dio.
La Spiritualità ci fa vivere in Dio, senza rinunciare a noi.
La religione è un culto.
La Spiritualità è la meditazione.
La religione ci riempie di sogni di gloria in paradiso.
La Spiritualità ci fa vivere la gloria e il paradiso qui e ora.
La religione vive nel passato e nel futuro.
La Spiritualità vive nel presente.
La religione crea claustri nella nostra memoria.
La Spiritualità libera la nostra Coscienza.
La religione ci fa credere nella vita eterna.
La Spiritualità ci rende consapevoli della Vita Eterna
La religione promette vita dopo la morte.
La Spiritualità promette di trovare Dio dentro di noi durante la vita e la morte.
Non siamo esseri umani che vivono un'esperienza spirituale. Siamo esseri spirituali che attraversano un'esperienza spirituale, in un corpo umano, in divenire...
(Pierre Teilhard de Chardin)

da fb del 27 agosto 2024

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LA MAFIA DENTRO DI NOI, LA MAFIA FUORI DI NOI.
   <A ciascuno il suo> di Elio Petri del 1967, tratto dall'omonimo capolavoro letterario di Leonardo Sciascia, è a mio parere una pietra miliare del cinema italiano e il miglior film girato sulla mafia.   
  Mai più, per me, la mafia sarà raccontata come in questo film, impreziosito dalle meravigliose musiche di Louis Bacalov. Nessun altro film quanto questo avrà la capacità di descrivere il "Fascino malefico" della mafia; e tutto ciò senza bisogno di mostrare alcuna violenza. Perché in fondo è mafia anche lo stare quietamente e senza costrizioni con il più forte; accettare, anche per maledetto bisogno, di barattare i propri ideali, i propri principi in cambio di un qualche aiuto; ritenere ciò un destino ineluttabile; ed è così che la mafia è già dentro di noi prima ancora che fuori di noi: è nell'aria che respiriamo tutti i giorni; nella rassegnazione e nell'accettazione di una realtà fatalmente destinata a restare immutabile. E tutto questo il film lo sbatte in faccia come acqua gelata. Già con il fulminante  dialogo a inizio film, in una alba siciliana di luce e di morte, tra Roscio e Manno andati a caccia, con il primo che nella campagna deserta dice: "A me la sicilia piace a quest'ora", e il secondo che risponde: "Vuoi dire che ti piace la Sicilia senza i siciliani".
 E così comprendi cos'è la mafia nella sua essenza; come questa vive di compromessi, di eterna accettazione della "legge del più forte", di silenzi, di ricatti; in una trama inestricabile di rapporti torbidi e omertosi, che destina alla sconfitta ragione e verità.
   E infatti il povero professore Laurana (un grande Gian Maria Volontè), intellettuale acuto ma ingenuo, incapace di comprendere "come va il mondo", offuscato dal sentimento verso la donna che lo tradirà perché succube e complice insieme del responsabile dei delitti, avendo intuito l'origine di questi e quindi chi sia a tessere le fila dell'intera vicenda delittuosa, sarà travolto dagli eventi; e alla fine bollato dai conniventi notabili del paese come "Cretino", per avere cercato la verità; quegli stessi notabili in prima fila a godersi lo spettacolo sinistro del trionfo del male, magistralmente descritto nella scena finale del matrimonio del potente avvocato Rosello (uno splendido e diabolico Gabriele Ferzetti) con la cugina, vedova Roscio (la magnifica Irene Papas). Il tutto con la benedizione della chiesa, del potere politico e dell'intera comunità, pronta a festeggiare i vivi e a dimenticare i morti.

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Un paio di cose scritte tra Noi.
ciaooo
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