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Autore Discussione: Dal cielo di Melilli piove catrame, così chi vive nelle aree industriali ci ...  (Letto 377 volte)
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« inserito:: Settembre 06, 2024, 06:37:33 pm »

di Massimo Lorello


Dal cielo di Melilli piove catrame, così chi vive nelle aree industriali ci rimette la salute per il benessere di tutti

Cara lettrice, caro lettore,
qual è il prezzo del nostro benessere? Chi è costretto a pagare per tutti noi?
Sono le due domande che abbiamo il dovere di porci davanti alle pale di ficodindia macchiate dal catrame piovuto su Melilli. Rapidissimo recap: raffineria di Priolo, una pressione anomala nell’area per la distillazione del greggio fa saltare le valvole di sicurezza, questo permette sì di evitare pericolose esplosioni ma l’idrocarburo si disperde nell’aria raggiungendo i centri abitati. Cose che accadono dove l’inquinamento è compagno di vita. E talvolta di morte.
Perché le raffinerie danno lavoro e benessere, sempre che poi non ci si ammali. Dice il sindaco di Melilli Giuseppe Carta: "Chiudere questo polo significa chiudere la Sicilia orientale. Se non si crea una seria alternativa, è chiaro che il polo industriale rimane l’unica azione economica compatibile con il territorio. In provincia di Siracusa, il 60% del Pil è determinato dalla zona industriale, con una disoccupazione appena del 5%".
Il dilemma se difendere la salute o il lavoro è comune a tutti i centri abitati nei dintorni delle aree industriali più inquinanti. Non una novità, anzi: è un dramma che va avanti da almeno mezzo secolo. E da almeno mezzo secolo si dibatte sulla riconversione dei siti e sulle fonti alternative di energia. Mentre il problema resta lì implacabile sulla pelle e dentro i polmoni di chi è quotidianamente esposto ai veleni che sono l’effetto collaterale del nostro benessere. È il capitalismo cannibale, straordinaria definizione dell’economista americana Nancy Fraser, è la condizione sociale che porta l’uomo a divorare sé stesso.

Da la repubblica




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