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Autore Discussione: Fra il 2015 e il 2019 abbiamo speso per interessi 265 miliardi.  (Letto 636 volte)
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« inserito:: Agosto 28, 2024, 11:53:42 pm »

Costantino de Blasi

Allora, spieghiamo all'euronorevole Piernicola Pedicini - Portavoce M5S al Parlamento Europeo e al giornalista Vito Lops che cosa non hanno capito del funzionamento degli interessi sugli acquisti di titoli di Stato e perché quello che sostiene il primo sui social e il secondo su Il Sole è una cazzata.
La BCE effettua da anni acquisti sul mercato secondario dei nostri titoli di debito pubblico. Per effettuare gli acquisti si avvale delle 6 banche centrali che fanno parte dell'eurosistema, quindi anche la Banca d'Italia.
Gli attivi della Banca, fra cui anche gli interessi, concorrono al bilancio d'esercizio. Se il bilancio si chiude in utile vengono distribuiti dividendi, se il bilancio si chiude in passivo NON vengono distribuiti dividendi.
NON è vero che gli interessi sul debito pubblico spettano al Dipartimento del Tesoro. La confusione dei due improvvidi paladini della monetizzazione deriva dal fatto che l'art. 38 dello Statuto della Banca d'Italia prevede che gli utili siano così destinati:
fino al 20% a riserva
fino al 6% ai partecipanti al capitale
fino al 20% a riserva straordinaria
il residuo allo Stato
I 7,87 miliardi del 2019 destinati allo Stato sono reali (per la precisione 7.866.849,566) ma non sono interessi sul debito. Sono il residuo degli utili.
Inoltre la quota detenuta da banca d'Italia su un totale di titoli circolanti di 2.000 miliardi è a fine 2019 il 19,8%, 395 miliardi. Il costo per cassa del debito pubblico è il 2,74%; nel 2019 la spesa per interessi è stata di 60 miliardi. Pur ammettendo di recuperare sempre questi 7,8 miliardi (ma prima o poi arriverà il tapering e quanto distribuito entra in parte nel fondo di ammortamento, in parte nel conto di tesoreria e in altra parte nel bilancio del MEF) resta uno squilibrio che per il 2019 sarebbe stato di 52,2 miliardi. Significa che avremmo un costo per cassa invece che del 2,74% del 2,37%; altro che indebitiamoci a tasso zero grazie alla BCE!
Non solo, con il DEF e il decreto liquidità il fabbisogno di nuove emissioni è stato portato da 83 miliardi a 155 miliardi; se, come probabile, la BCEdovesse riequilibrare gli acquisti in base al capital key, la quota di nuovo debito acquistato in base al PEPP sarà prossimo al 12,31%, circa 18 miliardi. Restano scoperti 130 e passa miliardi.
Infine, anche se il costo del debito MES fosse lo 0,8% (ma è inferiore perché l'onorevole imputa a costo il margine di negoziazione) non sarebbe ancora molto più conveniente di quanto paghiamo su quello orgogliosamente domestico?
Fra il 2015 e il 2019 abbiamo speso per interessi 265 miliardi. Non è il caso di avere polluzioni notturne per un risparmio (presunto) di 35
da FB
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