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Autore Discussione: Ho sentito parlare di svenimento in diretta di Giletti e mi si è sbloccato ...  (Letto 1173 volte)
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« inserito:: Luglio 10, 2024, 12:29:55 pm »

Accadde oggi
2 anni fa
Gianni Gavioli
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Sergio Pistoi
  ·
UN RICORDO SVENEVOLE DI INIZIO SECOLO
Ho sentito parlare di  svenimento in diretta di Giletti e mi si è sbloccato un ricordo. Riguarda un altro mancamento Gilettiano a cui ebbi l'onore di assistere dal vivo, letteralmente da pochi centimetri di distanza.
Anno 2000,  Maratona Televisiva Telethon, io scrivevo i temi  (e a volte i testi)  a contenuto scientifico per i vari ospiti e conduttori che si alternavano. Quell'anno il filo conduttore era assicurato dalla "squadra" di Guardì, autore e regista dei Fatti Vostri- un programma nazionalpopolare del mattino che qualcuno forse ancora ricorda. Il conduttore in forza a Guardì era proprio lui, Giletti. Lavorai a lungo insieme alle  due sue autrici, una delle quali, quando era esasperata da qualche capriccio del suo capo,  gridava "Ao', e'mmerito mio se guello pare n'essere penzante!”. Scritto così non fa effetto ma detto da lei vi assicuro che rappresentava un piccolo capolavoro dadaista.
In quella maratona ebbi la fortuna di assistere al momento che ritengo più alto del genio Gilettiano, almeno per i canoni della TV italiana. Avvenne durante una  intervista a Renato Dulbecco.
In teoria si trattava semplicemente di chiedere a Dulbecco una battuta sul Progetto Genoma, di cui fu uno dei primi proponenti nel lontano 1986 con un articolo su Science.  Situazione dove un un normale umano televisivo  avrebbe iniziato in un altro modo, magari con "professore, lei che aveva preconizzato il Progetto Genoma, bla bla cosa ne pensa?".
Ma Giletti invece  iniziò la domanda con   "...mi ricordo che all'università, se non sbaglio nell'86, lessi su "Science" che lei, Professore, proponeva di leggere tutto il genoma umano, e mi colpì tantissimo!".
Quella cosa di Science, come tutto il resto, naturalmente, l'avevo scritta io: nessuno sano di mente immaginerebbe Giletti leggere "Science" all'università e ricordarsi dell'ancorché famoso articolo di Dulbecco in cui preconizzava il Progetto Genoma Umano.
Questo è normale in TV, vale per quasi tutti i conduttori e per questo esistono gli autori e i consulenti come il sottoscritto.

Eppure,  al  il pubblico a casa  sembrò  che quell'articolo non solo Giletti l'avesse letto da ragazzo, ma che gli avesse pure cambiato la vita. E lui sapeva benissimo che il suo target di riferimento non avrebbe mai fatto 2+2 e capito  quanto fosse improbabile che proprio lui leggesse avidamente Science, tanto per cominciare.
Peraltro, la domanda non doveva farla lui ma Luciano Onder, che in realtà conduceva l’intervista, mentre Giletti doveva fare semplicemente da spalla. L' occasione era evidentemente così ghiotta che Giletti, scorrendo sul momento il foglio con i testi e le note, la vide e non seppe resistere. Particolari, finezze che fanno la differenza tra un normale conduttore e un genio della torsione del reale.
Inutile dire che in quella occasione lo rivalutai moltissimo e compresi il motivo del suo successo, dovuto sicuramente anche ad un istinto eccezionale. Gran parte della TV italiana (e non solo) si basa fondamentalmente sul disprezzo riguardo al livello della audience di riferimento, spesso a buona ragione.
Considerato che gran parte dei telespettatori non capiscono un concetto molto elementare: la TV  è un palcoscenico come un altro, e quello che si vede, in un modo o nell'altro, è quasi sempre costruito. Una costruzione più o meno fedele alla realtà, ma pur sempre una rappresentazione con autori che scrivono, conduttori che danno il tono, regia che decide l'inquadratura, ospiti che devono adeguarsi ad un canovaccio e a un ruolo, colpi di scena quasi sempre concordati.
Ma veniamo allo svenimento. In diretta notturna (era una maratona, ricordate?) ero proprio davanti a Giletti, e dietro la camera, quando il Nostro si accasciò lentamente, quasi in slow motion, senza mai perdere di vista la camera con il suo vispo occhio Gilettiano e facendo naturalmente segno di continuare, che era tutto OK. 


Guardì, che aveva l’abitudine di intervenire in audio dalla regia anche durante la diretta, con tempismo eccezionale entrò in audio e ordinò di staccare sulla pausa pubblicitaria.

Ora io non so se il Nostro stesse davvero male o se fu solo un escamotage per attirare l’attenzione o per togliersi d’impaccio in un attimo  in cui, per qualche strana ragione, non sembrava arrivare alcun input da regia e autori.
Quello che  è certo è che partita la pubblicità, e con grande sollievo di tutti, Giletti si riprese molto rapidamente, pronto a ripartire con la diretta.
So anche che le maratone erano lunghe e pesanti, anche se non scalfirono mai conduttori come l’incrollabile Milly Carlucci, con cui avrei in seguito lavorato.
Insomma, il dubbio su quella caduta mi è rimasto, e mi fa piacere sapere che Giletti anche questa volta si sia ripreso alla grande.

da - fb
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