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Autore Discussione: Il ddl sull'autonomia differenziata delle Regioni a statuto... (la MALANOVA)  (Letto 975 volte)
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« inserito:: Luglio 03, 2024, 06:12:13 pm »

Autonomia differenziata delle Regioni è legge: da Lep a tempi di attuazione, cosa prevede

POLITICA
©Ansa

Introduzione
Dopo l’ok del Senato, la Camera ha dato il via libera definitivo al ddl Calderoli con 172 sì, 99 voti contrari e un astenuto. Il testo, in 11 articoli, definisce le procedure legislative e amministrative per definire le intese tra lo Stato e quelle Regioni che chiedono l'autonomia differenziata nelle 23 materie indicate nel provvedimento

Quello che devi sapere
L’autonomia differenziata è legge
L’autonomia differenziata delle Regioni è legge. Dopo l’ok del Senato e una lunga maratona notturna alla Camera, è arrivato il secondo e definitivo sì al disegno di legge. L'Aula di Montecitorio ha licenziato il provvedimento con 172 sì, 99 voti contrari e un astenuto. Ma cosa prevede il testo?

Per approfondire: Dl autonomia, ok della Camera con 172 sì. La riforma è legge
11 articoli

Il ddl sull'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario - anche noto come ddl Calderoli - è una legge puramente procedurale per attuare la riforma del Titolo V della Costituzione messa in campo nel 2001.
In 11 articoli definisce le procedure legislative e amministrative per l'applicazione del terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione.
Si tratta di definire le intese tra lo Stato e quelle Regioni che chiedono l'autonomia differenziata nelle 23 materie indicate nel provvedimento. Questi i punti principali


Le richieste
Nel testo è specificato che le richieste di autonomia devono partire su iniziativa delle stesse Regioni, sentiti gli enti locali. In particolare, si legge: “Si stabilisce che l'atto di iniziativa sia preso dalla Regione interessata, sentiti gli enti locali, secondo le modalità previste nell'ambito della propria autonomia statutaria. L'iniziativa di ciascuna Regione può riguardare la richiesta di autonomia in una o più materie o ambiti di materie e le relative funzioni. Segue il negoziato tra il governo e la Regione per la definizione di uno schema di intesa preliminare”

Le materie
Le materie su cui si può chiedere l’autonomia sono 23. Tra queste ci sono Tutela della salute, Istruzione, Sport, Ambiente, Energia, Trasporti, Cultura e Commercio estero. Quattordici sono poi le materie definite dai Lep, Livelli essenziali di prestazione

Determinazione dei Lep
La concessione di una o più “forme di autonomia” - è specificato nel testo - è subordinata alla determinazione dei Lep, cioè i criteri che determinano il livello di servizio minimo che deve essere garantito in modo uniforme sull'intero territorio nazionale. La determinazione dei costi e dei fabbisogni standard, e quindi dei Lep, avverrà a partire da una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell'ultimo triennio
Principi di trasferimento

L'articolo 4, modificato in Aula al Senato da un emendamento di FdI, stabilisce i principi per il trasferimento delle funzioni alle singole Regioni, precisando che sarà concesso solo successivamente alla determinazione dei Lep e nei limiti delle risorse rese disponibili in legge di bilancio. Dunque senza Lep e il loro finanziamento, che dovrà essere esteso anche alle Regioni che non chiederanno la devoluzione, non ci sarà autonomia

Cabina di regia
Il testo prevede anche una cabina di regia: composta da tutti i ministri competenti, assistita da una segreteria tecnica, collocata presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio. Dovrà provvedere a una ricognizione del quadro normativo in relazione a ciascuna funzione amministrativa statale e delle regioni ordinarie e all'individuazione delle materie o ambiti di materie riferibili ai Lep sui diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale

I tempi
Il governo entro 24 mesi dall'entrata in vigore del ddl dovrà varare uno o più decreti legislativi per determinare livelli e importi dei Lep. Mentre Stato e Regioni, una volta avviata, avranno tempo 5 mesi per arrivare a un accordo. Le intese potranno durare fino a 10 anni e poi essere rinnovate. Oppure potranno terminare prima, con un preavviso di almeno 12 mesi

La clausola di salvaguardia
L'undicesimo articolo, inserito in commissione, oltre a estendere la legge anche alle Regioni a statuto speciale e le province autonome, reca la clausola di salvaguardia per l'esercizio del potere sostitutivo del governo. L'esecutivo può sostituirsi agli organi delle Regioni, delle città metropolitane, delle province e dei comuni quando si riscontri che gli enti interessati si dimostrino inadempienti, rispetto a trattati internazionali, normativa comunitaria oppure vi sia pericolo grave per la sicurezza pubblica e occorra tutelare l'unità giuridica o quella economica. In particolare, si cita la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni sui diritti civili e sociali

I 4 ordini del giorno di Forza Italia
Prima del via libera definitivo al provvedimento, la Camera ha approvato i 4 ordini del giorno con cui Forza Italia ha inteso porre la propria impronta al disegno di legge sull'autonomia. Dopo il parere favorevole espresso dal governo per voce del ministro Roberto Calderoli, sono stati accolti i paletti azzurri che prevedono lo stop ai negoziati con le Regioni fino alle definizioni dei Lep con legge delega anche "sugli atti di iniziativa sui quali il confronto sia stato già avviato prima dell'entrata in vigore della presente legge"; la relazione tecnica sull'impatto finanziario da accompagnare ai decreti legislativi sulle intese; l'analisi dell'impatto dell'eventuale trasferimento di materie non-Lep da presentare al vaglio delle Camere; e un'applicazione "rigorosa" della facoltà del Consiglio dei ministri di limitare l'ambito delle materie oggetto di intesa

Leggi anche: Premierato, ecco come la riforma cambia la Costituzione

da - https://tg24.sky.it/politica/2024/06/19/autonomia-differenziata-regioni-cosa-prevede?card=10
« Ultima modifica: Luglio 03, 2024, 06:14:04 pm da Admin » Registrato

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« Risposta #1 inserito:: Luglio 07, 2024, 01:17:21 am »

Autonomia differenziata delle Regioni è legge: da Lep a tempi di attuazione, cosa prevede
POLITICA
19 giu 2024 - 09:50
©Ansa

Introduzione
Dopo l’ok del Senato, la Camera ha dato il via libera definitivo al ddl Calderoli con 172 sì, 99 voti contrari e un astenuto. Il testo, in 11 articoli, definisce le procedure legislative e amministrative per definire le intese tra lo Stato e quelle Regioni che chiedono l'autonomia differenziata nelle 23 materie indicate nel provvedimento

Quello che devi sapere
L’autonomia differenziata è legge
L’autonomia differenziata delle Regioni è legge. Dopo l’ok del Senato e una lunga maratona notturna alla Camera, è arrivato il secondo e definitivo sì al disegno di legge. L'Aula di Montecitorio ha licenziato il provvedimento con 172 sì, 99 voti contrari e un astenuto. Ma cosa prevede il testo?

Per approfondire: Dl autonomia, ok della Camera con 172 sì. La riforma è legge
11 articoli
Il ddl sull'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario - anche noto come ddl Calderoli - è una legge puramente procedurale per attuare la riforma del Titolo V della Costituzione messa in campo nel 2001. In 11 articoli definisce le procedure legislative e amministrative per l'applicazione del terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione. Si tratta di definire le intese tra lo Stato e quelle Regioni che chiedono l'autonomia differenziata nelle 23 materie indicate nel provvedimento. Questi i punti principali

Le richieste
Nel testo è specificato che le richieste di autonomia devono partire su iniziativa delle stesse Regioni, sentiti gli enti locali. In particolare, si legge: “Si stabilisce che l'atto di iniziativa sia preso dalla Regione interessata, sentiti gli enti locali, secondo le modalità previste nell'ambito della propria autonomia statutaria. L'iniziativa di ciascuna Regione può riguardare la richiesta di autonomia in una o più materie o ambiti di materie e le relative funzioni. Segue il negoziato tra il governo e la Regione per la definizione di uno schema di intesa preliminare”

Le materie
Le materie su cui si può chiedere l’autonomia sono 23. Tra queste ci sono Tutela della salute, Istruzione, Sport, Ambiente, Energia, Trasporti, Cultura e Commercio estero. Quattordici sono poi le materie definite dai Lep, Livelli essenziali di prestazione

Determinazione dei Lep
La concessione di una o più “forme di autonomia” - è specificato nel testo - è subordinata alla determinazione dei Lep, cioè i criteri che determinano il livello di servizio minimo che deve essere garantito in modo uniforme sull'intero territorio nazionale. La determinazione dei costi e dei fabbisogni standard, e quindi dei Lep, avverrà a partire da una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell'ultimo triennio
Principi di trasferimento

L'articolo 4, modificato in Aula al Senato da un emendamento di FdI, stabilisce i principi per il trasferimento delle funzioni alle singole Regioni, precisando che sarà concesso solo successivamente alla determinazione dei Lep e nei limiti delle risorse rese disponibili in legge di bilancio. Dunque senza Lep e il loro finanziamento, che dovrà essere esteso anche alle Regioni che non chiederanno la devoluzione, non ci sarà autonomia

Cabina di regia
Il testo prevede anche una cabina di regia: composta da tutti i ministri competenti, assistita da una segreteria tecnica, collocata presso il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio. Dovrà provvedere a una ricognizione del quadro normativo in relazione a ciascuna funzione amministrativa statale e delle regioni ordinarie e all'individuazione delle materie o ambiti di materie riferibili ai Lep sui diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale

I tempi
Il governo entro 24 mesi dall'entrata in vigore del ddl dovrà varare uno o più decreti legislativi per determinare livelli e importi dei Lep. Mentre Stato e Regioni, una volta avviata, avranno tempo 5 mesi per arrivare a un accordo. Le intese potranno durare fino a 10 anni e poi essere rinnovate. Oppure potranno terminare prima, con un preavviso di almeno 12 mesi

La clausola di salvaguardia
L'undicesimo articolo, inserito in commissione, oltre a estendere la legge anche alle Regioni a statuto speciale e le province autonome, reca la clausola di salvaguardia per l'esercizio del potere sostitutivo del governo. L'esecutivo può sostituirsi agli organi delle Regioni, delle città metropolitane, delle province e dei comuni quando si riscontri che gli enti interessati si dimostrino inadempienti, rispetto a trattati internazionali, normativa comunitaria oppure vi sia pericolo grave per la sicurezza pubblica e occorra tutelare l'unità giuridica o quella economica. In particolare, si cita la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni sui diritti civili e sociali

I 4 ordini del giorno di Forza Italia
Prima del via libera definitivo al provvedimento, la Camera ha approvato i 4 ordini del giorno con cui Forza Italia ha inteso porre la propria impronta al disegno di legge sull'autonomia. Dopo il parere favorevole espresso dal governo per voce del ministro Roberto Calderoli, sono stati accolti i paletti azzurri che prevedono lo stop ai negoziati con le Regioni fino alle definizioni dei Lep con legge delega anche "sugli atti di iniziativa sui quali il confronto sia stato già avviato prima dell'entrata in vigore della presente legge"; la relazione tecnica sull'impatto finanziario da accompagnare ai decreti legislativi sulle intese; l'analisi dell'impatto dell'eventuale trasferimento di materie non-Lep da presentare al vaglio delle Camere; e un'applicazione "rigorosa" della facoltà del Consiglio dei ministri di limitare l'ambito delle materie oggetto di intesa

Leggi anche: Premierato, ecco come la riforma cambia la Costituzione

da - https://tg24.sky.it/politica/2024/06/19/autonomia-differenziata-regioni-cosa-prevede?card=10
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« Risposta #2 inserito:: Agosto 05, 2024, 11:46:19 pm »

MicroMega <micromega@substack.com>    
a me
   Autonomia differenziata, sì definitivo: è la fine dell'unità della Repubblica
Dopo l'approvazione al Senato, la legge sull'autonomia differenziata è passata anche alla Camera, nel giubilo leghista.

Jun 19

La legge sull'autonomia differenziata, il DDL Calderoli, è passata anche alla Camera nello sventolio di bandiere indipendentiste, ricevendo il sì definitivo. È la fine della Repubblica parlamentare italiana, lo smantellamento della cosa pubblica. Da cittadini democratici, passiamo a essere residenti di regione.
La legge sull’Autonomia differenziata è passata alla Camera dopo una seduta fiume durata l’intera notte, al termine della quale i deputati della Lega hanno sventolato gaudenti le bandiere del sedicente indipendentismo del Nord, a pochi giorni dall’aggressione squadrista al deputato Donno (M5s) che aveva tentato di consegnare a Calderoli un tricolore.
L’esultanza antirepubblicana dei leghisti ha senso, dal loro punto di vista: hanno portato a casa la legge che distrugge l’esistenza della Repubblica italiana. Dall’entrata in vigore del Ddl – c’è sempre l’eventualità che il Presidente della Repubblica non lo firmi, e certo le eccezioni di costituzionalità tali per cui si potrebbe rifiutare non mancano –, noi cittadini italiani non saremo più tali di fatto; diventeremo residenti di regione. Su MicroMega abbiamo parlato tanto, e da tempo, dei pericoli di questo disegno eversivo, e abbiamo dato conto delle lotte dei comitati riuniti da anni per fermarlo. Abbiamo dedicato al tema numerosi articoli, due speciali della nostra newsletter MM+, uno nel 2023, l’altro nel 2024. E nel primo numero della rivista bimestrale di quest’anno, “La Costituzione e i suoi nemici“, numerosi interventi di costituzionalisti e studiosi spiegano con spaventosa chiarezza il nesso antidemocratico che c’è fra autonomia differenziata, premierato e separazione delle carriere in magistratura.

“CONTRO AUTONOMIA DIFFERENZIATA E PREMIERATO, ORA E SEMPRE RESISTENZA”: MM+ SPECIALE DEL 25 APRILE 2024.
“SALVARE LA DEMOCRAZIA DALLO SMANTELLAMENTO”: MM+ SPECIALE DEL 1° GIUGNO 2023.

Non di meno, abbiamo sempre segnalato la riluttanza delle opposizioni a seguire la rotta tracciata dai Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, oltre che delle associazioni di costituzionalisti, e a farne davvero ragione di battaglia unitaria; una riluttanza dovuta anche alle compromissioni dirette con questo progetto di tanti notabili del fu centro-sinistra, oggi in gran parte riuniti sotto l’insegna del Partito Democratico, che di tale disegno eversivo si sono fatti latori in prima persona nel corso del tempo. Innanzitutto, fissandone le precondizioni quando nel 2001 il governo Amato modificò il titolo V della Costituzione: fu lo scempio che ha consentito tutti quelli successivi. E, in seguito, con le intese Stato-regione che hanno consentito a Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, sotto il governo Gentiloni, di avviare l’iter per procedere alla definizione della espropriazione di poteri e risorse allo Stato, così com’è stata approvata ieri. L’Autonomia differenziata è una cessione di titolarità alle regioni sull’amministrazione della cosa pubblica, riguardo a una quantità di campi talmente numerosa, che di fatto non rimane fuori nulla.
Titolarità che consiste, a conti fatti, in una cosa sola: la privatizzazione di tutta la cosa pubblica, dalla sanità alla scuola alla fiscalità tutta, alle politiche sull’ambiente, al commercio, alle infrastrutture eccetera. Diventiamo utenti di servizi e non più cittadini. Perdiamo non solo l’unità della Repubblica, ma la titolarità all’autogoverno della stessa, la sua sovranità, e dunque la democrazia, attraverso una esautorazione definitiva del Parlamento; senza colpi di Stato militari, senza instaurare dittature. Nella distrazione generale.
La tardiva sveglia dei partiti cui abbiamo assistito ieri, quando le opposizioni sono scese in piazza per protestare contro l’approvazione della legge che sarebbe avvenuta di lì a poche ore, è ancora pochissima cosa rispetto alla portata della rivolta che sarebbe necessaria. Dalla piazza, ieri i comitati hanno indicato alcune delle azioni che si possono intraprendere per impedire l'attuazione della legge, innanzitutto da parte delle regioni. Ma questo è il tempo in cui siamo chiamati in causa tutti e ciascuno, in quanto cittadini e cittadine. La responsabilità di sapere cosa sta succedendo e di salvare la democrazia fa capo a ogni singola persona; registriamo dunque, con un atto di serietà, il fatto che la stragrande maggioranza della popolazione non ha prestato attenzione in questi anni, mentre ci sfilavano dalle mani i nostri diritti democratici. Ora è il momento di comprendere, è il momento di reagire.

Federica D’Alessio

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Micromega Edizioni SRL, Viale Bruno Buozzi 32, 00197 Roma

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« Risposta #3 inserito:: Agosto 06, 2024, 02:23:55 pm »

19 GIUGNO 2024 - (il giorno della Malora e della Malanova. Dio ci aiuti).
Ma di concreto e immediato cosa c'è?
A parte le chiassose emissioni di liquido seminale, di esaltati ballerini di terza fila con azoospermia incapace di generare, Nulla che non si possa annullare!
Di valore etico personale, l'amore, la giustizia, la famiglia, la correttezza, l'onestà, la trasparenza, la competenza, l'entusiasmo, l'umorismo, il rispetto e molto altro ancora, tutto é stato SFASCIATO, infangato, annullato, calpestato in questa data.
Avevamo la consapevolezza che non si era ancora arrivati all'Unità, tra Italiani diversi ma con un viaggio in comune da terminare insieme, oggi ci hanno tolto anche lo STATUS DI ESSERE ITALIANI.
Siamo dei Regionali che prendono il nome da dove abitano.
Microscopici esseri umani sotto la tutela di mezzemaniche intente a far di conto su quanto rende alla Regione, l'autonomia al netto di risorse che non spartiranno con altre regioni.
Con il compito di non deludere i politici locali a loro volta sotto tutela delle grosse famiglie di locali potentati dominanti.   
ggg   
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