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Autore Discussione: Il potere zeppo di contradizioni confonde metà degli italiani, ma l'Europa NO.  (Letto 621 volte)
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« inserito:: Giugno 28, 2024, 06:55:58 pm »


Meloni attacca l'Europa sulle nomine: «Per i ruoli apicali no alla logica dei caminetti esclusivi»
di Cesare Zapperi

La presidente del Consiglio in vista del Consiglio Ue per le nomine: «Rimane  più debole nella sua capacità di incidere sugli scenari globali»

Meloni attacca l'Europa sulle nomine: «Per i ruoli apicali no alla logica dei caminetti esclusivi»

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Giorgia Meloni va all'attacco sulle manovre politiche in corso in Europa in queste ore. Contesta l'esclusione dell'Italia dalla scelta dei vertici (dalla Commissione alla presidenza del Parlamento) e parla di logiche da «caminetto». «Alcuni hanno sostenuto che non si debba parlare con alcune forze politiche. Le istituzioni Ue sono state pensate in una logica neutrale. Gli incarichi apicali sono stati affidati tenendo in considerazione i gruppi maggiori, indipendentemente da logiche di maggioranza e opposizione. Oggi si scegli di aprire uno scenario nuovo e la logica del consenso viene scavalcata da quella dei caminetti, dove una parte decide per tutti. Una "conventio ad excludendum" che a nome del governo italiano ho contestato e non intendo condividere».

Poi la premier guarda a quel che è successo in alcuni paesi alleati: «Se c'è un dato indiscutibile che arriva dalle urne è la bocciatura delle politiche portate avanti dalla forze politiche al governo in molti della grandi nazioni europee, che sono anche in molti casi le forze che hanno impresso le politiche europee degli ultimi anni». La presidente del Consiglio cita le percentuali ottenuti nei singoli Paesi Ue dai partiti di governo: «16% in Francia, 32% in Germania, in Spagna il 34%. Solo in Italia il 53% degli eletti è espressione delle forze di governo»
E ancora, con tono fermo: «Nessun autentico democratico che creda nella sovranità popolare può in cuor suo ritenere accettabile che in Europa si tentasse di trattare sugli incarichi di vertice ancora prima che si andasse alle urne.
E poi ci si stupisce dell'astensionismo...». Le conseguenze, secondo la premier, non mancheranno:  «L'errore che si sta per compiere con l'imposizione di questa logica» nelle nomine ai ruoli apicali Ue, «con una maggioranza tra l'altro fragile e destinata probabilmente ad avere difficolta' nel corso della legislatura», «e' un errore importante non per la sottoscritta oppure per il centrodestra, neanche solo per l'Italia, ma per un'Europa che non sembra comprendere la sfida che ha di fronte o che la comprende ma preferisce in ogni caso dare priorita' ad altre cose».

In sede di replica, Meloni tiene il punto della polemica: «Non faccio inciuci con la sinistra» e «il Patto di stabilita' non e' inciucio. Un inciucio e' guidare un governo, essere sfiduciati e poi mettersi d'accordo con l'opposizione per restare al governo, quello e' un inciucio non il Patto di stabilita'». E ancora: «Sulla maggioranza vedremo in corso di legislatura: si materializza non distribuendo degli incarichi e cercando di sommare delle debolezze, si materializza in Parlamento, mettersi d'accordo sui top jobs non vuol dire avere una maggioranza e sicuramente non vuol dire avere avere una maggioranza solida».

«Il livello di attenzione e di gradimento tra i cittadini europei per le istituzioni comunitarie è sempre più basso. Il gradimento è oggi intorno al 45%, un dato sensibilmente più basso di quello che si registrava qualche decennio fa, mentre la disaffezione si è plasticamente materializzata anche con un astensionismo in costante crescita». La presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva usato parole preoccupate aprendo le sue comunicazioni alla Camera in visto del Consiglio Ue.

«Lo abbiamo visto molto bene in Italia dove è andato a votare il 48,3% degli aventi diritto, con una diminuzione di circa 6 punti rispetto alle europee di 5 anni fa, del 2019. Il dato  basso di sempre e con una partecipazione che per la prima volta scivola sotto il 50%. Ma un fenomeno che ha attraversato molte nazioni in tutto il continente e che non può lasciarci indifferenti. Non può lasciare indifferente questo Parlamento e a maggior ragione non può e «non deve lasciare indifferenti le classi dirigenti europee, a partire da quelle che anche in questi giorni sembrano purtroppo tentate dal nascondere la polvere sotto il tappeto, dal continuare con vecchie e deludenti logiche come se nulla fosse accaduto», rifiutandosi di cogliere i segnali chiari che giungono da chi ha votato e dai tanti che hanno deciso di non farlo».

 L'Ue si e' trasformata «in una sorta di gigante burocratico» impregnato di «scelte ideologiche» che hanno determinato «la distanza che oggi esiste fra cittadini e istituzioni comunitarie. La percezione e' quella di un'Unione troppo invasiva», aggiunto la presidente del Consiglio, «negli aspetti che riguardano la vita quotidiana». «Rimane invece piu' debole nella sua capacita' di incidere sugli scenari globali», spiega Meloni, con «il risultato di rendersi sempre piu' vulnerabile agli shock esterni».

«E' indispensabile per l'Unione europea dotarsi di strumenti per sostenere gli investimenti che si e' chiamati a fare e per stimolare gli investimenti privati diretti verso mercati piu' intraprendenti.  Applicare il metodo che questo governo sta applicando in Italia: non disturbare chi vuole fare», sottolinea la premier, secondo la quale cio' vuol dire «essere attrattivi per gli altri» e cio' si puo' ottenere «disboscando la selva burocratica». «Tutte le forze politiche, in questi mesi, hanno sostenuto la necessità di un cambiamento nelle politiche europee. Nessuno, tanto meno i partiti presenti in quest’Aula, si è presentato agli elettori dicendo che l’Europa andasse bene così com’era, che non c’era nulla che andasse cambiato e che sarebbe stato sufficiente mantenere lo status quo. Tutti hanno concordato su un punto: l’Europa deve intraprendere una direzione diversa da quella percorsa finora». 

Meloni parla anche della gestione dei flussi migratori. «Prima si parlava solo di redistribuzione, mentre ora il paradigma è cambiato ma è fondamentale che questo approccio sia consolidato e diventi strutturale: la stessa lettera che la presidente della Commissione von der Leyen ha ieri indirizzato ai capi di Stato e di governo va in questa direzione, stabilendo che questo approccio debba rimanere al centro anche delle priorità anche del prossimo ciclo istituzionale».

 La presidente del Consiglio si sofferma anche sul caso di cronaca che ha fatto scalpore negli ultimi giorni. «Un episodio di cronaca che mi ha lasciato esterrefatta, parlo dell'orribile morte di Satnam Singh, il bracciante che veniva dall'India, una morte orribile e disumana per il modo atroce ma ancor di più per l'atteggiamento schifoso del suo datore di lavoro. Questa è l'Italia peggiore. La piaga del caporalato è tutt'altro che sconfitta nonostante gli impegni di tutti i governi, ma non intendiamo smettere di combatterla»

da  https://www.corriere.it/politica/24_giugno_26/meloni-l-europa-e-un-gigante-burocratico-troppo-invasivo-6ebc953e-56ff-47a8-bbc3-d91a5ec5dxlk.shtml?bsft_clkid=23b82655-ff23-412b-b84e-e1a009647986&bsft_uid=f02a4890-ff86-4bda-b333-0a8a473c8f8a&bsft_mid=1b2e3fbb-4e4e-4782-b8db-f55a03cfab58&bsft_eid=5520f418-055d-fc6e-1848-0c90e11f15f8&bsft_txnid=dc333c1d-3b28-4b1e-8228-f117efa26398&bsft_utid=f02a4890-ff86-4bda-b333-0a8a473c8f8a-Newsletter_COR_ORE12&bsft_mime_type=html&bsft_ek=2024-06-26T10%3A01%3A02Z&bsft_aaid=72bb9dec-3452-4075-a63c-0f8d60246a1e&bsft_lx=4&bsft_tv=72
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