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Autore Discussione: La signora ha spaccato non é andata come voleva. (giustamente se non si libera)  (Letto 784 volte)
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« inserito:: Giugno 22, 2024, 06:57:51 pm »

Trento, Meloni sfida Schlein sul premierato: «O la va o la spacca».
La leader Pd: «Democrazia non è acclamare un capo»

Di Paola Di Caro

Entrambe sul palco del Festival dell'Economia, ma non insieme. Scintille dopo il confronto tv saltato in vista delle Europee

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Non è un duello televisivo, per il quale Elly Schlein si dice «sempre disponibile, ovunque e comunque», ma è lo stesso un botta a risposta a distanza quello tra la leader del Pd e la premier Giorgia Meloni. E avviene a Trento, dove si tiene il festival dell’Economia (organizzato dal Gruppo 24 Ore e Trentino marketing), e dove prima la leader di FdI e poi Schlein sono invitate e si lanciano messaggi, approfondendo ciascuna i propri temi forti di campagna elettorale.
È scontro sul premierato, che Meloni vuole a tutti i costi perché «è una riforma necessaria», e se si fa carico di una vita molto faticosa, dice «è perché io voglio lasciare qualcosa, e o la va o la spacca. Nessuno mi chieda di scaldare la sedia o stare qui sopravvivere, non sarei la persona giusta per ricoprire questo incarico». Poi ributta la palla all’avversaria: «Mi potrà rispondere e mi risponderà». E Schlein replica. «Siamo andati con sei proposte per rafforzare la stabilità dell’esecutivo: ad esempio la sfiducia costruttiva, che evita crisi al buio, non l’hanno nemmeno considerata questa proposta. Per me la democrazia è più complessa che la libertà di acclamare un capo una volta ogni 5 anni per poi lasciargli fare quello che vuole». Da cambiare, piuttosto, è «la legge elettorale».
Altro tema di scontro è il lavoro. Meloni attacca: «Grazie alla segretaria del Pd perché ci ricorda i disastri della sinistra al governo. Io sono fiera che in un anno e mezzo abbiamo fatto ricrescere i salari. Le lezioni da chi ha fatto calare dell’1,5% i salari quando era al governo no». È irritata, due ore dopo, Schlein: «Fino a quando la premier continuerà a scaricare le responsabilità sui governi precedenti? Certo, se la sinistra avesse fatto tutto bene in questi anni, una come me non avrebbe mai vinto le primarie del Pd, ma ora al governo c’è lei e tocca a lei dare risposte».
Naturalmente opposte le visioni su Superbonus e Redditometro, non tanto nel merito quanto sul metodo. Sul primo, Schlein rimprovera a Meloni di aver sostenuto la misura quando era all’opposizione, sul secondo di avere davanti un governo «confuso», mentre la premier dice che ha bisogno ancora di tempo prima di decidere sul decreto, che infatti è stato sospeso.
Su molti altri temi naturalmente le differenze sono nette, dall’immigrazione al trattamento dei casi Forti e Salis, ma qui è chiaro che ciascuno porta avanti la propria linea in vista del voto europeo. Meloni ne parla anche esplicitamente aprendo la porta a Marine Le Pen: «Con lei ci sono dei punti in comune, è evidente, sul contrasto all’immigrazione illegale, sull’approccio alla transizione verde, sulla difesa della identità europea, ci sono dei punti di contatto».
E sempre sull’Unione, parte un attacco duro: sull’assegno unico «abbiamo un problema che riguarda l’Ue, perché la commissione apre una procedura di infrazione contro l’Italia su questo strumento con motivazioni surreali. Dice che se vogliamo mantenerlo dobbiamo riconoscerlo anche ai lavoratori comunitari e potenzialmente anche a quelli extracomunitari», ma «non potrei permettermelo», quindi «intendo dare battaglia» perché sono «procedure di infrazione folli». Al contrario, Schlein sembra dare ragione alla presidenza Ue su più di un punto, come la direttiva per le case green: «La destra la sta attaccando, io non credo che facciamo l’interesse nazionale se andiamo a piagnucolare a Bruxelles sulle scadenze». Invece, la leader del Pd è «preoccupata» per lo sviluppo dell’automotive, e si dice «non aprioristicamente contraria» a dazi su auto elettriche cinesi. Alla fine, con la sua avversaria, è un punto di incontro.

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Da - https://www.corriere.it/politica/24_maggio_25/premierato-sfida-meloni-schlein-la-premier-o-la-va-o-la-spacca-la-leader-pd-democrazia-non-e-acclamatare-un-capo-b0a41dc3-752e-42f6-b63d-768b1602axlk.shtml?bsft_clkid=60b632eb-fffa-4a16-8f3c-c968af61d685&bsft_uid=f02a4890-ff86-4bda-b333-0a8a473c8f8a&bsft_mid=d8a3b7b5-617b-4c25-a910-68bff28178bc&bsft_eid=cb5ed262-7f3d-26bc-76ff-8d85e75453dd&bsft_txnid=eb66bef4-fab6-4ea5-a689-6814ddf3defb&bsft_utid=f02a4890-ff86-4bda-b333-0a8a473c8f8a-Newsletter_COR_ORE12&bsft_mime_type=html&bsft_ek=2024-05-25T10%3A00%3A59Z&bsft_aaid=72bb9dec-3452-4075-a63c-0f8d60246a1e&bsft_lx=4&bsft_tv=117
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« Risposta #1 inserito:: Giugno 28, 2024, 06:53:00 pm »

28 GIUGNO 2024
11:34
Giorgia Meloni dopo lo strappo sulle nomine Ue: “Italia isolata? Non è vero, io rispettata dai colleghi”
“Non ho sostenuto questa proposta, come avevo annunciato in Parlamento. Lo considero un grande errore e una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini europei”: lo ha detto Giorgia Meloni commentando l’approvazione dei leader europei sulle nomine per i vertici dell’Ue.

A cura di Annalisa Girardi
Giorgia Meloni non ha sostenuto la rosa di nomi proposta da Popolari, Socialisti e Liberali per i vertici dell'Unione europea e al termine della cena del Consiglio Ue, parlando con i giornalisti, ha espresso tutta la sua amarezza. Già nei giorni scorsi la presidente del Consiglio aveva lamentato di essere stata esclusa dai negoziati, affermando che non fosse giusto che tre gruppi politici – alcuni dei quali avevano perso consensi rispetto all'ultima tornata elettorale – prendessero decisioni a tavolino. "La proposta formulata da Popolari, Socialisti e Liberali era sbagliata nel merito e nel metodo – ha detto Meloni – Nel merito perché non è stata nemmeno anticipata da una discussione sul mandato da dare a chi ricoprirà questi incarichi, a seguito di elezioni nelle quali i cittadini hanno chiesto una linea nuova e diversa. Nel metodo perché la logica imposta è di maggioranza e opposizione, che secondo me no ha alcun senso nei massimi incarichi delle istituzioni europee. Quindi non ho sostenuto questa proposta, come avevo annunciato in Parlamento. Lo considero un grande errore e una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini europei e del loro voto".
Durante la cena del Consiglio europeo, i leader hanno votato le nomine per i cosiddetti top jobs confermando la proposta di PPE-S&D-Renew: la popolare Ursula von der Leyen per un secondo mandato alla Commissione, il socialista Antonio Costa a capo del Consiglio e la liberale Kaja Kallas come Alta rappresentante per gli Affari esteri. Meloni si è astenuta su von der Leyen, votando contro Costa e Kallas, una presa di posizione che la isola rispetto agli altri principali leader che hanno invece sostenuto la proposta: "Io non condivido questa lettura. Se fosse come si dice, cioè che se non sei d'accordo con alcune decisioni ci sarà qualcuno che te la farà pagare, io penso che sarebbe vergognoso. Escludo che sia così. All'Italia verrà riconosciuto quello che le spetta, non in base alla simpatia per le posizioni espresse in questa occasione".
E ancora: "Lavorare con l'Italia, per il ruolo che ha il nostro Paese, è una necessità dell'Europa. Penso che si abbia molta più autorevolezza nell'esprimere le proprie posizioni, motivandole con chiarezza e lealtà, piuttosto che non farlo. Io mi sono guadagnata il rispetto tra i miei colleghi anche perché sono abituata a dire le cose come le penso quando non sono d'accordo".

Le reazioni politiche dell'opposizione alle parole di Giorgia Meloni sull'inchiesta Fanpage
Sull'astensione rispetto a Ursula von der Leyen, Meloni ha precisato di averlo fatto "soprattutto per rispetto delle differenti posizioni all'interno della maggioranza" di governo. Per poi ribadire: "Il tema non è Ursula von der Leyen, il tema è quali sono le politiche che intende portare avanti. E su questo noi ancora non abbiamo risposte. Prima di andare in Parlamento lei dovrà dire quello che vuole fare e noi la valutazione la faremo a valle e non a monte".
Poi ha concluso, rispondendo ai giornalisti che la incalzavano: "Io sull‘isolamento non la vedo come voi. Accodarsi e aspettare che qualcosa arrivi non è la soluzione, io penso che ci si ritrovi meno isolati quando si è in grado di esercitare una leadership. Penso che questo sia il ruolo che spetta all'Italia".

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