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Autore Discussione: I terroristi gettano all’interno alcune bombe a mano, devastando il velivolo ..  (Letto 1650 volte)
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« inserito:: Giugno 19, 2024, 11:56:57 pm »

Strage di Fiumicino (RM) - 1973
17 dicembre 1973 - Fiumicino (RM)
•   Il fatto
•   Le vittime
Attentato terroristico compiuto da un commando palestinese che ha provocato 32 vittime.
Lunedì 17 dicembre 1973, poco prima delle 13, tra l’area transiti e la piazzola delle partenze A/15 dell’aeroporto romano di Fiumicino, un commando di cinque terroristi palestinesi, che si sospettava appartenessero al gruppo Settembre Nero, prende alcuni ostaggi e attacca un Boeing della PanAm che si trova sulla pista in attesa di partire.
I terroristi gettano all’interno alcune bombe a mano, devastando il velivolo e massacrando orribilmente trenta passeggeri, a cui si aggiungono poi altre vittime uccise mentre fuggono con nove ostaggi a bordo di un altro Boeing della Lufthansa, che fa tappa ad Atene per rifornimenti.
Il bilancio complessivo dell’azione è di 32 vittime, di cui 6 italiane: i tre componenti della famiglia De Angelis, Giuliano, Emma e la loro figlioletta Monica, l’ingegner Raffaele Narciso, il giovane finanziere Antonio Zara (ucciso mentre cercava di fermare i terroristi in fuga) e il tecnico della compagnia di servizi aeroportuali Domenico Ippoliti (rapito a Roma e ucciso ad Atene). La drammatica fotografia che coglie l’Appuntato della Finanza Antonio Zara a terra, agonizzante, sotto l’aereo, scattata dal fotografo Elio Vergati, vince il premio Pulitzer.
In cambio del rilascio degli ostaggi, i terroristi ottengono di atterrare in Kuwait e di essere consegnati all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), che li sottopone a un processo interno, davanti a un tribunale presso il Cairo. L’Italia non ne chiede la consegna, né allora, né successivamente, e la vicenda sprofonda ben presto nel silenzio, quasi certamente per ragioni di opportunità politica.
Il Governo italiano, infatti, per motivi d’interesse economico e strategico, intratteneva speciali rapporti diplomatici con il mondo palestinese e stipula in quegli anni un lodo d’intelligence che garantisce il libero transito di armi e uomini dei gruppi palestinesi sul suolo italiano, purché non compiano attentati. L’accordo è negoziato grazie alla mediazione del Colonnello Stefano Giovannone, con Mariano Rumor premier e Aldo Moro Ministro degli Esteri, da cui la denominazione utilizzata di frequente lodo Moro.
Stando ad alcune segnalazioni dei servizi segreti, si sospetta che la strage sia una rappresaglia contro l’Italia per l’arresto di cinque militanti palestinesi avvenuto a Ostia il 5 settembre 1973. Sebbene due dei cinque arrestati siano già stati liberati il 30 ottobre (episodio a cui è stato poi collegato l’abbattimento nei cieli sopra Marghera il 23 novembre 1973 del bimotore militare Argo 16 in uso ai servizi segreti italiani, utilizzato per trasportarli), il processo per gli altri tre avrebbe dovuto aprirsi a Roma proprio il 17 dicembre.
Questa ipotesi però è contraddetta dal fatto che i dirottatori chiedono la liberazione di alcuni palestinesi detenuti in Grecia, senza menzionare quelli arrestati Italia. Sia i palestinesi detenuti, sia il Fronte popolare di Liberazione della Palestina (FPLP, uno dei principali componenti dell’OLP accanto ad Al Fatah di Yasser Arafat, che dal 1967 aveva l’egemonia nell’organizzazione) dichiarano la propria estraneità dall’attentato; lo stesso fa Arafat.
Una ricostruzione credibile attribuisce l’efferato attentato alla piccola formazione estremista palestinese Assifa ('tempesta'), che agiva di concerto con il Consiglio Rivoluzionario di Al Fatah di Abu Nidal, la fazione più estremista della galassia palestinese, espulsa dall’OLP (Abu Nidal sarà condannato come mandante della seconda Strage di Fiumicino del 1985), mentre non ha trovato riscontri convincenti l’ipotesi che alle spalle dell’attentato vi fosse la Libia di Gheddafi.
L’uso del dirottamento aereo a fini di lotta armata e di propaganda era iniziato fin dagli anni Trenta del Ventesimo secolo, contestualmente alla crescita dell’aviazione civile. Negli anni Cinquanta si erano segnalati vari casi in America Latina. Nel 1968, il FPLP aveva dirottato ad Algeri un volo della compagnia israeliana El Al, mentre l’anno dopo, proprio a Fiumicino, un commando palestinese di cui faceva parte la famosa terrorista Leila Khaled aveva catturato un volo TWA dirottandolo a Damasco.
Queste azioni si iscrivono nella nuova tattica, a base di clamorosi attentati terroristici (assalti alle ambasciate, sequestri e dirottamenti di aerei, che poi si trasformano in vere e proprie stragi) che l’OLP adotta dopo la disfatta degli stati arabi contro Israele nella Guerra dei Sei Giorni del 1967, per imporre all’attenzione delle potenze occidentali la propria causa e la necessità di giungere a una soluzione negoziata per la questione palestinese. Il terrorismo palestinese, volto a pubblicizzare idee politiche, si iscrive dunque nel quadro complesso dei conflitti in medio Oriente.
Il gruppo Settembre nero, per esempio, attivo tra il 1971 e il 1974, prende il nome dall’aspro conflitto civile che si consuma in Giordania quando re Hussein decide l’espulsione dei profughi palestinesi, segnato da episodi cruenti come i massacri compiuti dall’esercito giordano nei loro campi, e si conclude con l’esilio dei militanti dell’OLP superstiti in altri Paesi, soprattutto in Libano. Dal 1968, firma un’escalation di attentati in cui si iscrivono la clamorosa azione contro gli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972 e l’attentato efferato che nel 1974 fa esplodere, poco dopo lo scalo ad Atene, un aereo della compagnia statunitense TWA in volo da Israele a New York, uccidendo 88 persone (quanto alla strage di Fiumicino, non vi sono prove di un coinvolgimento di questa sigla). Una tattica che si rivela efficace: nel novembre 1974, il leader dell’OLP Arafat è invitato a tenere un discorso all’ONU.
I dodici anni che separano l’attentato del 17 dicembre 1973 dalla seconda Strage di Fiumincino, il 27 dicembre 1985, sono costellati di attentati di terrorismo di matrice mediorientale, in particolare a Roma. La ragione sta nella collocazione strategica dell’Italia nel cuore di Mediterraneo, che la rende crocevia e territorio di transito, insieme alle posizioni spesso ambigue del Governo italiano.

Bibliografia
Francesco Benigno, Terrore e terrorismo, Einaudi, Torino 2019
Luigi Bonanate, Terrorismo internazionale, Giunti, Firenze 1994, 2001
Salvatore Lordi e Annalisa Giuseppetti, Fiumicino 17 dicembre 1973. La strage di Settembre nero, Rubbettino, Soveria Mannelli 2010
Gabriele Paradisi e Rosario Priore, La strage dimenticata. Fiumicino, 17 dicembre 1973, Imprimatur, Reggio Emilia 2015
Giacomo Pacini, Il lodo Moro. L’Italia e la politica mediterranea. Appunti per una storia, in Mario Caligiuri (a cura di), Aldo Moro e l’intelligence. Il senso dello Stato e le responsabilità del potere, Rubbettino, Soveria Mannelli 2018
Documentari
Il terrore dimenticato, Rai Cultura
Da - https://www.memoria.san.beniculturali.it/la-storia/-/event/fact/be3c59cc-71ff-4f64-a3e2-912d9595e559%239b7dc6e2-8d6d-42d1-86f0-1c7e153be6de/Strage+di+Fiumicino+%28RM%29+-+1973
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