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Autore Discussione: La voce del Sfascismo per egoismo regionale, antiStato e antiEuropeismo.  (Letto 3741 volte)
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« inserito:: Maggio 12, 2024, 07:14:23 pm »

Cybersicurezza, il voto europeo è sotto attacco?
    
di Paolo Decrestina
    
Fakenews, deepfake, AI. A un mese esatto dal voto europeo si alza il livello di attenzione della cybersicurezza. L’ultimo attacco  oggi stesso: nel mirino degli hacker filorussi Noname057(16) sono finite di nuovo le istituzioni italiane. Colpiti il sito personale della premier Giorgia Meloni, quello del ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini  e quello dello Sviluppo economico di Adolfo Urso. L’agenzia per la cybersicurezza nazionale è intervenuta immediatamente tamponando i disservizi e bloccando il pericolo.
Ma quanto sono a rischio influenze e “contaminazioni” le prossime elezioni? Che impatto possono avere azioni di questo tipo in vista di una campagna in cui la parte “digitale” giocherà il ruolo di protagonista assoluto?
Secondo gli analisti, il pericolo è concreto e le istituzioni dovranno difendersi da attacchi diversificati e multidirezionali. L’ultimo report di Mandiant, il colosso americano della sicurezza informatica, sussidiaria di Google, rivela che il rischio più grave per questa campagna sono le attività informatiche portate avanti da gruppi legati ai governi del continente. La minaccia arriverà da Mosca e Teheran. In particolare, secondo l’analista Jamie Collier,  le operazioni russe si svolgeranno “in tutta Europa e tenteranno di minare il sostegno all’Ucraina, alla Nato e all’Ue”.
La tensione, come detto, resta altissima. E proprio la gestione della strategia contro cyberattacchi ha messo in crisi sistema di difesa di  Bruxelles. Nel mirino delle istituzioni europee è finito il Chief Information Security Officer del Parlamento a Strasburgo, Pascal Paridans, sottoposto a incessanti critiche da parte dell’assemblea per le scelte in materia di cybersicurezza.
Un mese di campagna e sarà voto. Il sistema di protezione dovrà reggere l’urto.
 
    
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« Risposta #1 inserito:: Giugno 03, 2024, 11:55:30 am »

L'allarme di Gratteri sulla 'ndrangheta che sciocca Milano, le parole sfuggite di mano al procuratore antimafia

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« Risposta #2 inserito:: Giugno 18, 2024, 06:13:36 pm »

Autonomia, la Lega alza la voce: «Tutti in piazza per sostenere la riforma»

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« Risposta #3 inserito:: Giugno 18, 2024, 06:19:53 pm »

Roberto Vannacci, il segretario della Lega di Silea (Treviso): «L’ho votato, rispecchia i nostri valori originari»

di Silvia Madiotto

Treviso, Moreno Vanzin: «Immigrati e gay, lui mi ricorda Gentilini. E non sarà un fuoco di paglia»
Moreno Vanzin e Roberto Vannacci
La Lega veneta in parte l’ha disconosciuto, dal segretario regionale Stefani al governatore Zaia sono stati in molti a dire «io voterò i veneti», ma il territorio l’ha premiato: primo nella Lega e 70 mila preferenze per Roberto Vannacci. E una buona parte del movimento è con lui. Moreno Vanzin è il segretario della sezione di Silea (Treviso) della Lega e non nasconde che lui, la campagna elettorale per Vannacci, l’ha fatta. «Anche per il nostro Manera, sia chiaro - premette - ma Vannacci rispecchia i valori della Lega degli inizi. Sono militante dal 1997, ho ritrovato quello spirito nelle sue affermazioni. Mi ricorda molto lo sceriffo Gentilini».
Vanzin, ma lei condivide anche i contenuti di ciò che dice Vannacci? Su immigrati, omosessuali, disabili…
«Molte volte viene frainteso. Ma quando afferma che in Africa non hanno i nostri caratteri somatici, dice una cosa sbagliata? Non mi pare». [an error occurred while processing this directive]
Per un leghista, votare un non leghista, e per di più un non veneto, va bene?
«Ho votato anche un trevigiano, infatti, ma Vannacci è un leghista nei contenuti, gli stessi in cui credevo e continuo a credere. Oggi, tanti altri non hanno più quei sani principi. Mi fido di lui, con coraggio dice le cose che noi leghisti dicevamo fino a qualche anno fa».
Anche sull’omosessualità? Non le sembrano concetti fuori tempo?
«Rispetto tutto quello che succede in camera da letto, ma non che invadano le città con i gay pride. Non sarò mai favorevole alle adozioni o all’utero in affitto. La mamma è una. L’ha pensato anche mezzo milione di italiani».

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Allora Salvini ha fatto bene a candidarlo?
«La Lega avrebbe perso almeno due punti senza Vannacci. Io l’avrei votata lo stesso, credo nel movimento e so che ci sono ancora spazi di miglioramento, ma tanti non ci avrebbero votati senza di lui. Chi l’ha votato, l’ha fatto con convinzione».
Il sindaco di Treviso, Conte, dice che è un’operazione di marketing ben riuscita, ma che funziona solo a breve termine e bisogna ripartire dagli amministratori.
«Vero, ripartire dal territorio. Ma Vannacci non è un fuoco di paglia. Può fare quello che serve davvero: cambiare questa Europa. Non da solo, ma spero possa fare massa critica. Se lo facesse un veneto per me sarebbe meglio, sono sempre un uomo di partito».
Però come fa un leghista a votare chi è contro l’autonomia?
«Neanche i leghisti sono tutti a favore, alcuni sono andati in altri partiti e sono contrari. E non sono stato l’unico a votarlo, o farlo votare, fra i militanti della Lega».
Oggi molti leghisti dicono che il partito deve aprirsi di più, ascoltare la gente, interpretare i tempi. Lei non crede che sia necessario seguire le evoluzioni della società?
«Non quando stiamo esagerando, bisogna metterci un freno. La società sta cambiando troppo velocemente».
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da - il Corriere del Veneto

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