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Autore Discussione: I Pfas hanno contaminato l’acqua potabile di ottanta comuni tra le province ...  (Letto 2635 volte)
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« inserito:: Maggio 07, 2024, 05:51:37 pm »

QUATTROMILA MORTI
 
Buongiorno, ecco una serie di notizie selezionate per te dal Corriere del Veneto. Gloria Bertasi, redattrice, parla dello studio choc sulla zona rossa delle sostanze perfluoroalchiliche (Pfas). Buona lettura!
 
Quasi quattromila decessi in più rispetto alle previsioni statistiche che per l’«area rossa» dei Pfas stimavano circa 47 mila morti tra gli anni Ottanta e il 2018. Invece sono stati 51 mila. Con un aumento significativo di patologie quali i tumori ai reni e ai testicoli, la cui correlazione con l’esposizione alle sostanze chimiche che compongono i Pfas è stata largamente certificata. Ma anche malattie dell’apparato cardiovascolare. Sono i risultati del nuovo studio realizzato da un team di esperti guidati da Annibale Biggeri, professore di Statistica medica all’università di Padova con la collaborazione del Servizio statistico dell’Iss e del Registro tumori dell’Emilia-Romagna.
 
La ricerca, finanziata con 39 mila euro dalla Regione Veneto, è la prima che mette in evidenza la correlazione di ischemie e ictus con i Pfas. «Che aumentano il colesterolo», spiega il docente. Già Airc a dicembre aveva sancito il rischio per la salute di queste sostanze, certificando che sono cancerogene. Ma a oggi un’analisi incrociata di dati con un campione così ampio (il più ampio al mondo con circa 350 mila cittadini esposti) non era mai stata portata avanti.
 
I Pfas hanno contaminato l’acqua potabile di ottanta comuni tra le province di Verona, Vicenza, Padova. Con epicentro il vicentino Trissino, dove fino al 2018 ha operato Miteni, azienda chimica sotto processo (dal 2021) con l’accusa di disastro ambientale, avvelenamento di acque e altre ipotesi di reato legate alla salute.
 
Ora i comitati, in prima fila le Mamme No Pfas, tornano a chiedere che siano messe al bando queste sostanze. E che si proceda con analisi più approfondite sugli esposti. Anche perché dallo studio di Biggeri emerge che i più colpiti dalle patologie più serie sono i nati negli anni Settanta e Ottanta: le loro madri, di contro, sono sane; pare plausibile che i Pfas siano stati trasferiti al feto e con l’allattamento. Inoltre, risulta evidente che chi è stato esposto tra i 5 e i 9 anni ha un rischio maggiore di ammalarsi.
 
Se volete scriverci la mail è: web@corriereveneto.it

Da – corriere del Veneto  7 maggio 2024
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