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Autore Discussione: "Straordinaria debolezza delle reti informatiche"  (Letto 660 volte)
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« inserito:: Marzo 06, 2024, 07:53:29 pm »

Melillo ascoltato sul caso dossieraggio, evitare il rischio di letture strumentali

Il procuratore ha parlato di "fatti gravissimi" ma anche di "polemiche strumentali"

06 marzo 2024

GIOVANNI MELILLO - ANTIMAFIA - DOSSIERAGGIO
PROCURA PERUGIA

AGI - "La nostra richiesta di essere auditi nasce da un semplice, sincero spirito di collaborazione istituzionale che crediamo sia doveroso" e "la richiesta di convocazione nasce anche da un'esigenza dell'interesse pubblico a una informazione completa e obiettiva, che eviti letture strumentali e insinuazioni". Lo ha affermato il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, nel corso dell'audizione davanti alla commissione antimafia riguardante l'inchiesta dei Pm di Perugia su una presunto dossieraggio ai danni di politici, vip e imprenditori. Nell'ambito dell'inchiesta sono indagate 15 persone, tra cui un finanziere della Dna che avrebbe effettuato diversi accessi alle banche dati per fini non investigativi e tre giornalisti del quotidiano Domani.

"Per non parlare - ha aggiunto il procuratore - delle punte di scomposta polemica che sembrano mirate non ad analizzare la realtà e a contribuire alla sua comprensione e all'avanzamento degli equilibri del sistema ma a incrinare l'immagine dell'ufficio e a delegittimare l'idea di istituzioni neutrali come la procura nazionale antimafia e magari anche la Banca d'Italia".

"Tutto ciò non toglie nulla alla gravità delle cose in corso di individuazione nell'inchiesta del collega Cantone, che è estrema. Ma è estrema anche la complessità dell'uso delle banche dati nelle quali confluiscono queste e non meno delicate informazioni che è necessario raccogliere a fini di prevenzione e repressione dei reati".

LEGGI ANCHE:  L'inchiesta sul dossieraggio si allarga. Melillo e Cantone chiedono di essere sentiti e intanto la politica insorge

I pm umbri vogliono capire se la fuga di informazioni è stata utilizzata solo a fini giornalistici o anche per altro scopi. Tra gli 'spiati' Crosetto e altri quattro ministri, Marta Fascina, Fedez e Massimiliano Allegri
"Le segnalazioni di operazioni sospette sono strumenti essenziali nel campo della lotta alla mafia e al finanziamento del terrorismo e per l'impulso e il coordinamento investigativo del mio ufficio. Ma sono anche strumenti delicatissimi, contenenti dati, notizie e informazioni in grado di profilare chiunque, inclusa la natura delle sue relazioni personali e sociali. Il corollario è che nell'uso deve esserci massimo rigore nelle procedure di accesso e controllo, nei limiti delle attribuzioni delle singole istituzioni coinvolte" e ha ribadito "senza tema di smentita, la consapevolezza della delicatezza di uno strumento come quello delle Sos e il rispetto delle regole sin dal primo giorno del mio incarico hanno guidato l'esercizio delle mie responsabilità. Ma non basta enunciare le regole, bisogna monitorarne la quotidiana e concreta attuazione".

"Straordinaria debolezza delle reti informatiche"
"Va sottolineata la straordinaria debolezza delle nostre reti informatiche, soprattutto dell'amministrazione della giustizia. E questo non solo davanti agli attacchi - interni o esterni - a dati riservati ma per la oggettiva sproporzione tra la dimensione digitale della criminalità e del terrorismo e le capacità di contrasto del nostro sistema di law enforcement. Già oggi, anzi da tempo, ritengo impossibile indagare efficacemente contro mafie e terrorismo senza governare adeguatamente la dimensione cibernetica" ha sottolineato il procuratore "Nel giugno '22, quando ho assunto anche direttamente la responsabilità delle risorse tecnologiche, dei flussi e della sicurezza dell'ufficio, chiesi all'Ispettorato generale del ministero della Giustizia una ispezione sullo stato dell'informatizzazione e degli applicativi in uso alla Dna: ne emersero un quadro di preoccupante vulnerabilità e tutta una serie di criticità di tipo organizzativo, strutturale e di sicurezza, unite a una generale obsolescenza dei software che esponevano ad attacchi le postazioni dei singoli magistrati, me compreso. Il fatto che avrebbero potuto esserci attacchi - ha concluso il procuratore - non significa che tali attacchi ci siano stati, anzi possiamo escludere che ci siano stati ma questo non può tranquillizzarci".


https://www.agi.it/cronaca/news/2024-03-06/giovanni-melillo-cosa-ha-detto-in-commissione-antimafia-25595154/
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