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Autore Discussione: Oggi l'unica cosa che possiamo fare è divertirci come ci viene, ed è ...  (Letto 1759 volte)
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« inserito:: Marzo 03, 2024, 12:01:29 am »

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Roberto Cocchis  -  eotrpdoSsnt351a9i lam41c333ch8h5g2mah28tg559hu0gg3hil1cla11h  ·

Ieri sera ho partecipato a una delle tante surreali iniziative culturali messe in piedi da Marco Palasciano a Capua.

Nella dimessa ma affascinante, e soprattutto gelida, cornice di palazzo Fazio, ci è stato presentato un work in progress, ossia il romanzo storico che Wanda Marasco, autrice della scuderia Neri Pozza e candidata al premio Strega nel 2017, sta scrivendo sulla figura di Ferdinando Palasciano. È venuta proprio l'autrice, con i suoi fogli dattiloscritti e le sue correzioni a matita, a leggercene un capitolo intero.
Poi, ovviamente, si è passati a quella sorta di teatro senza soggetto, recitato a braccio, improvvisato e interattivo, che è sempre la cifra principale del rapporto tra Marco e chi lo segue. Come sempre, per quanto interessante, è cominciato tardi ed è durato troppo, così gran parte dei convenuti se n'è andata mentre era ancora in corso. Il momento di maggior partecipazione, come prevedibile data l'ora e la temperatura, è stato quello in cui è stato aperto il buffet, cui tutti avevano contribuito con qualcosa.
Per qualche ragione che dovrà essere indagata prima o poi, le occasioni conviviali tra persone che si conoscono ma si frequentano poco riescono sempre benissimo, perché mancano sia la diffidenza dell'estraneità sia la sguaiatezza dell'eccessiva confidenza. Nemmeno l'Aglianico e il prosecco che hanno annaffiato le portate hanno scalfito il nostro aplomb.
La contemporanea presenza di un altro evento presso un centro di yoga e culture orientali poco distante, che prometteva a sua volta un buffet macrobiotico, ha fatto sì che alcuni dei partecipanti si muovessero tra le due sedi in modo da essere presenti in entrambe al momento giusto.
L'occasione è stata buona anche per essere premiato quale secondo miglior amico di Marco nell'anno precedente (l'ambitissima classifica dell'Amicarium) e nominato vicepresidente onorario dell'Accademia Palasciania, una sorta di Regno di Redonda che anziché nei Caraibi è localizzato a Capua. Nonché per rivedere qualche amico perso di vista e incontrarne di nuovi.
Si direbbe che, in confronto a un salotto letterario ufficiale o a uno spettacolo a pagamento con tanto di diritti SIAE, certe iniziative culturali rappresentino qualcosa di molto povero, diciamo pure un po' pezzente. Eppure la Storia ci insegna che una importante parte della cultura che ci è stata tramandata nei secoli ha preso forma e si è diffusa soprattutto in questo modo. A noi manca essenzialmente il momento in cui lo spettacolo della cultura diventa business, ossia qualcosa che ha preso forma solo tra la fine del XIX secolo e il XX e poi si è imposto tramite la televisione. Ossia qualcosa che è molto importante per l'idea di cultura che si fanno le persone estranee ad essa, molto influenzata dai suoi risvolti commerciali, ma non per la cultura di per sé.
Di iniziative come le nostre ce ne sono sempre state tante, ce ne sono ancora tante, poche sono state tramandate ai posteri ma ciò è dipeso da circostanze differenti da quelle più strettamente connesse al business investito.
È possibilissimo che le antologie scolastiche (ammesso che esistano ancora la scuola e le antologie), tra tre o quattro secoli, tramandino il ricordo delle nostre serate in una saletta gelida, con la pizza casereccia e le patatine dell'Eurospin, anziché quello di kermesse per le quali si spendono milioni e dietro le quali si svolgono chissà quali trame per accaparrarsi fette di mercato. Non possiamo certo saperlo oggi.
Oggi l'unica cosa che possiamo fare è divertirci come ci viene, ed è esattamente ciò che abbiamo fatto.

Da Facebook del 25 febbraio 2024
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