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Autore Discussione: Le nuove frontiere geopolitiche LA MIA AFRICA di Rita Lofano  (Letto 1001 volte)
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« inserito:: Febbraio 26, 2024, 11:29:43 pm »

Le nuove frontiere geopolitiche

LA MIA AFRICA
di Rita Lofano

N° 59 - Africa in Transition

L’asse geopolitico globale si sta spostando, l’Europa da tempo non è più al centro del mondo. L’Africa è il luogo del futuro: che si tratti di clima, transizione, sviluppo o sicurezza.
Lavorare “con” l’Africa, le molte Afriche, è l’unica strada

“L'Africa”, dicono nei dibattiti, come se fosse un’entità omogenea, indivisibile, con una sola cultura. “L’Africa”, si legge sui giornali, più o meno come servire un prodotto omogeneizzato. “L’Africa” di chi? Forse quella di un Occidente che dopo secoli ancora sembra non aver fatto passi avanti rispetto a una visione del “noi e loro”, senza comprendere che “loro” sono tanti, una moltitudine di diversi, un quinto della popolazione mondiale, giovane, in crescita esponenziale.  L’Europa al centro del mondo è finita nelle mappe della geopolitica, resta ancora un baluardo di conoscenza, di storia, di istruzione possibile e sviluppo. Ecco, qui c’è quello che possiamo fare insieme per le molte Afriche che (non) conosciamo: fornire una cassetta degli attrezzi, un set di domande e risposte, competenze per costruire futuro, quello che spesso non riusciamo più a immaginare per noi stessi. Non è (solo) una questione filosofica (il 50 percento delle scuole secondarie dell’Africa subsahariana non ha l’elettricità mentre il Brookings Institution indica come meno del 25 percento degli studenti intraprenda carriere legate alle materie STEM con una conseguente forte dipendenza da personale straniero nel settore dell’energia). Il mondo concreto di We – World Energy è un caleidoscopio di filosofie, a cominciare dalla scuola del realismo e del pragmatismo, con un tocco di sognatrice utopia, è un programma possibile.
 
Durante la Conferenza degli Ambasciatori alla Farnesina, questa visione dell’Africa plurale è stata oggetto e soggetto della riflessione, ne sono venute fuori le molte Afriche. L’energia del “Continente nero” è una questione prima di tutto culturale, riguarda noi europei, la nostra forma mentis, non è solo un problema di transizione energetica, di petrolio e gas che pure, con la giusta visione (non ideologica e non a spese di un’energia accessibile e affidabile per tutti), possono rappresentare un trampolino verso uno sviluppo sostenibile.
 
“Dall’Africa c’è sempre qualcosa di nuovo”, scriveva Plinio Il Vecchio. Un monito difficile da ignorare. La (ri)scoperta dell’Africa è nata da una necessità storica: il disaccoppiamento dalle forniture energetiche della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Il punto di non ritorno, la fine di una stagione politica. In quel momento l’Italia si è ritrovata con un ruolo di potenziale pivot del Mediterraneo: chi meglio di noi può lanciare una politica per il Mediterraneo come hub energetico dell’Europa? Nessuno. Il ruolo di Eni in questo scenario è quello di una forza storica proiettata nel futuro, la presenza del Cane a sei zampe è un dato di fatto, non è un desiderio è una realtà. L’Africa è il luogo del futuro: che si tratti di cambiamenti climatici, transizione, economia inclusiva e sicurezza. La sfida è ora. La posta in gioco è alta. Lavorare “con” l’Africa, le molte Afriche, è l’unica strada

da
https://www.worldenergynext.com/articolo/2024-02-13/africa-clima-transizione-sviluppo-25017908
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« Risposta #1 inserito:: Marzo 13, 2024, 02:31:21 pm »

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RUSSIA  13 gennaio 2024
Confermata la morte del giornalista Gonzalo Lira, detenuto in Ucraina dal regime di Kiev
La Redazione de l'AntiDiplomatico
 
Confermata la morte del giornalista Gonzalo Lira, detenuto in Ucraina dal regime di Kiev
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Il giornalista cileno-statunitense Gonzalo Lira, che copriva il conflitto in Ucraina ed era critico le pratiche del regime di Kiev, è morto in una prigione ucraina, secondo quanto riferito da diverse fonti, che citano il padre. Successivamente, il Dipartimento di Stato USA e il Ministero degli Esteri cileno hanno confermato la sua morte.
"È stato torturato, vittima di estorsione, tenuto in isolamento per 8 mesi e 11 giorni e l'ambasciata statunitense non ha fatto nulla per aiutare mio figlio. Il responsabile di questa tragedia è il dittatore Zelenski, con il consenso di un presidente statunitense rimbambito, Joe Biden", ha scritto il padre.
Secondo la lettera pubblicata dal giornalista Alex Rubinstein, Lira aveva una polmonite bilaterale, uno pneumotorace e un caso molto grave di edema. Nella lettera si legge che le malattie si sono aggravate a metà ottobre e le autorità carcerarie lo hanno ignorato fino al 22 dicembre.
"Gonzalo Lira, padre, dice che suo figlio è morto all'età di 55 anni in una prigione ucraina, dove era detenuto per il reato di aver criticato i governi Zelenski e Biden. Gonzalo Lira era un cittadino statunitense, ma l'amministrazione Biden ha chiaramente appoggiato la sua detenzione e la sua tortura", ha scritto il giornalista statunitense Tucker Carlson sul suo account X.
Dopo le prime notizie sulla sorte del giornalista, il Dipartimento di Stato nordamericano ha confermato a Sputnik che Gonzalo Lira è morto in Ucraina. Tuttavia, si è rifiutato di fornire ulteriori informazioni, citando la necessità di rispettare la famiglia del defunto.
Lira viveva a Kharkov e curava un blog con lo pseudonimo di "CoachRedPill", ma è passato ai commenti su YouTube dopo lo scoppio del conflitto ucraino. Nel maggio 2023 è stato arrestato dal Servizio di sicurezza dell'Ucraina (SBU) con l'accusa di "screditare" le autorità e le forze armate ucraine.
La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha ricordato che questa non era la prima volta che Lira scompariva, poiché il 15 aprile 2022 era stato arrestato da membri dell'SBU.
Per poi aggiungere che "hanno confiscato i suoi computer portatili e lo hanno privato dell'accesso a tutti i suoi account, ma poi lo hanno rilasciato a causa dell'ampia pubblicità che i media hanno dato alla sua scomparsa".
La Russia è convinta che le autorità del regime di Kiev siano le principali responsabili della morte del giornalista cileno-statunitense, ha dichiarato la rappresentanza diplomatica russa presso le Nazioni Unite.
Secondo i diplomatici di Mosca, gli Stati Uniti, alleati dell'Ucraina, cercheranno di mettere a tacere la morte del loro cittadino, che criticava la politica occidentale.
Diverse personalità pubbliche, secondo quanto riporta Sputnik, hanno fatto reagito alla morte in un carcere del regime di Kiev di Gonzalo Lira.
"L'amministrazione Biden avrebbe potuto recuperare Gonzalo Lira con una telefonata, ma non ha mosso un dito. Il governo ucraino sapeva quindi di poter agire impunemente. Tuttavia, la pura sfacciataggine di uccidere un cittadino statunitense in custodia rivela un regime criminale", ha denunciato l'uomo d'affari, autore e investitore David Sacks.
Il miliardario statunitense Elon Musk ha risposto a questo messaggio, definendo la situazione "un disastro".
Il figlio dell'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, Donald Trump Jr, ha affermato di sperare in una copertura adeguata dell'accaduto da parte dei media statali, ma si è detto sicuro che questo non accadrà mai.
"Quindi ora permettiamo ai nostri beneficiari di assistenza sociale stranieri come Zelenski di uccidere i nostri cittadini e i nostri giornalisti?", ha chiesto Donald Trump Jr.
L'inazione del governo statunitense nel caso di Gonzalo Lira ha fatto arrabbiare anche lo scienziato e analista economico statunitense Chris Martenson, che ha definito l'amministrazione Biden "pura malvagità e un disastro morale".
“Gonzalo era uno dei buoni, assassinato da un dittatore da quattro soldi e dalla negligenza degli Stati Uniti”, ha poi aggiunto.
"Gonzalo Lira è morto oggi in una prigione ucraina per la sola colpa di essere un giornalista che voleva che il mondo conoscesse la vera natura del regime nazista in Ucraina (...) Voleva solo la verità, voleva solo la giustizia. Riposa in pace amico mio", ha affermato l’analista Angelo Giuliano.
Iln commentatore politico statunitense, Jackson Hinkle, ha affermato che la situazione di Gonzalo Lira lo ha ispirato a "esporre la verità sull'impero guerrafondaio degli Stati Uniti".
"Non dimenticherò mai ciò che Zelenski e il suo governo nazista ucraino ti hanno fatto per volere dell'amministrazione Biden. Sei stato imprigionato, torturato, e infine ucciso per aver detto la verità", ha denunciato Hinkle.
Il primo vicepresidente della Commissione per lo sviluppo dei Mass Media e delle Comunicazioni di Massa della Camera civica russa, Alexandr Malevich, ha proposto di candidare il giornalista al Premio mondiale per la libertà di stampa. "Presenteremo la nostra candidatura all'UNESCO nei prossimi giorni".

Da –
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-confermata_la_morte_del_giornalista_gonzalo_lira_detenuto_in_ucraina_dal_regime_di_kiev/45289_52314/
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