Maurizio Morabito
Ha studiato Relazioni Internazionali presso Birkbeck, University of London (Ha conseguito la laurea nel 2002)
Qual è la differenza tra nazismo e fascismo?
Il Fascismo si basava sulla idea che la mente delle persone, le loro idee, i desideri, la morale, etc dovessero essere asserviti al bene della Società, con una mutua intesa fra gli strati sociali per risolvere il problema della lotta di classe. Una specie di “volemose bene” dove però chi non sia d'accordo è automaticamente classificato come “cattivo” e da isolare (cioè mandare lontano, al confino).
Il Nazismo espandeva questa idea dalla mente al corpo: ognj atto individuale diventava proprietà dello Stato, che poteva quindi disporre del cittadino a suo piacimento. Le classi sociali erano serve dello Stato che ne impediva ogni lotta e conflitto. Malati, strani, curiosi, pensatori independenti diventavano oggetti da eliminare, per il bene della società e quindi del mondo: da cui uccisioni di massa poi diventate sterminio. Come se le persone fossero cavie da laboratorio completamente alla mercè dello studioso/scienziato/tecnocrate di turno.
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Giuseppe Cappelluti
Collaboratore di Eurasia (2013 - oggi)2 anni
Repubblicano: dipende da cosa si intende. Letteralmente “repubblicano” significa “sostenitore di un sistema politico repubblicano” in contrapposizione a “monarchico”.
In Italia i repubblicani erano delle sorte di liberali sociali, progressisti sul piano sociale e moderati su quello economico.
In Irlanda del Nord, però, repubblicano è chi sostiene l’unificazione delle due Irlande usando anche la forza (ed in questo caso parliamo solitamente di un progressista o di una persona di sinistra), mentre negli USA repubblicano è un membro del Partito Repubblicano di centrodestra-destra.
Fascista: chi si riconosce nell’ideologia fascista.
Autoritario: chi vuole governare col pugno di ferro (o comunque senza dover tener conto di poteri in grado di limitare il suo potere decisionale), o in alternativa sostiene una tale forma di governo.
A dispetto di quanto si possa credere, “autoritario” non vuol dire necessariamente “di destra”: varie ideologie di sinistra, come il comunismo e il progressismo postmoderno, sono intrinsecamente autoritarie.
Ciò che conta, se vogliamo, è lo spirito.
Conservatore: chi sostiene un ordine sociale di tipo tradizionale, basato su valori come la patria e la famiglia (in contrapposizione al progressista che invece di tale ordine ha una visione negativa).
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Alberto Rebellato
Appassionato di storia
Nessuna, la differenza c'è tra i regimi "autoritari" e "totalitari".
Un regime autoritario è un tipo di governo dove il potere è detenuto nelle mani di un solo organo (che può essere una persona o un partito), non è ammessa l'opposizione politica e la partecipazione del popolo è estremamente limitata e sottoposta a rigidi controlli.
Si distingue da un regime totalitario nel fatto che si "limita" a governare la nazione e non prova a controllare anche l'andamento della società, mentre i regimi totalitari pretendono di controllare anche la mentalità e lo stile di vita della popolazione.
Una dittatura può essere un regime autoritario (come le dittature romane) oppure un regime totalitario (le dittature fasciste e comuniste).
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Paolo Lo Re
Laurea magistrale in Fisica, Università "Federico II" (Ha conseguito la laurea nel 1980)
Che differenza c'è tra democrazia illiberale e dittatura?
Nel quotidiano di chi vive nel Paese, poco.
Ma per la politica estera e gli scambi commerciali cambia moltissimo.
Cambiano le apparenze, che contano parecchio.
Chi, fra gli Stati, "sarebbe costretto" per motivi di immagine ad ostentare distacco da una dittatura può invece fingere di non vedere la falsità della democrazia e pretendere di aver a che fare "solo con Paesi liberi e democratici".
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Romano Toppan
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Ex DOCENTE UNIVERSITARIO IN CONGEDO (1978–2016)1 anno
Correlato
Qual è la differenza tra fascismo, dittatura e totalitarismo?
E' una differenzia sottile e solo nominalistica: fascismo è una espressione linguistica o denominazione italiana, che deriva dal concetto dei "fasci", termine che deriva dagli antichi romani: i consoli e le autorità supreme dello stato erano accompagnati dai "littori", militi che portavano sulle spalle un fascio di bastoni di legno legati con strisce di cuoio, normalmente intorno a una scure, a rappresentare il potere di vita e di morte sui condannati romani e simboleggiavano il potere supremo. Nella sua forma di governance, il fascismo è una della infinite forme di dittatura totalitaria, nelle quali il comando supremo è di una persona sola, circondata da un gruppo di "oligarchi" che formano la squadra di comando assoluto. In sostanza, quindi, non viè nessuna differenza sostanziale: il sovrano assoluto (tipo il re sole e tutti i monarchi dell'ancien régime), il dittatore, il duce il Führer). E' proprio contro questo modello che nasce la democrazia greca, primissimo esempio del "potere dei molti", come lo chiamava Lisia, grande oratore come Demostene, contrapponendolo al "potere dei pochi" (o di uno solo), contro i "tiranni". Per onestà intellettuale e morale, occorre dire che:a) il potere dei pochi o addirittura di uno solo occupa il 90% della storia umana; b) il potere dei molti (nelle varie forme di democrazia pioù o meno perfetta) ha caratterizzato una parte infima della storia umana; c) contorsioni oligarchiche più o meno latenti sono tangibili, oggi, anche in Italia e in quasi tutti i paesi che si definiscono democratici (a parole), mentre la verità nuda e cruda è che tutti gli stati "democratici" sono distesi una gamma più o meno marcata di oligarchia: o perché comandano i ricchi e i potenti, che pagano quelli che governano per i loro interessi (se non li attaccano sui loro giornali e tv), o perché esistono forme occulte di potere di burattinai legati di vincoli inconfessabili (per esempio i legami tra massoneria, mafia e servizi segreti sono presenti ovunque, senza nessuna eccezione). Teniamoci stretti quel barlume di democrazia che ancora abbiamo, senza cedere al fascino dell'uomo forte, dell'uomo solo al comando: ricordando che il termine fascinum a Roma significava l'organo maschile, e veniva esposto in simboli sull'uscio di casa contro il malocchio. I dittatori, di solito, rubano a manbassa e con loro il loro cerchio magico. Quindi sono il malocchio per definizione.
169 visualizzazioniRisposta richiesta da Campagnuccio Matteo
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Giovanni Dal Mas
Ex impiegato Notarile presso Studio Notarile (2020–2022)
Il comunismo può esistere solo sotto regimi dittatoriali?
Per prima cosa dico subito che sono d’accordo con Gabriele Giordano e anche io dico che il comunismo propriamente detto è esistito (forse) solo nelle teste di Marx ed Engels.
Facciamo un rapidissima riflessione e chiediamoci cosa siano stati realmente i più famosi regimi comunisti della storia (senza alcuna valutazione etica, limitiamoci alla politica).
L’URSS nasce come soggetto a vocazione globale volto a superare il vecchio Impero Zarista. Solo che alla fine ne è la continuazione tanto da preservarne i sistemi di potere interni. La Corte si trasforma nei Soviet, Lo Zar e il consiglio ristretto diventano il PCUS e la Ohrana diventa la Ceka (poi GPU, quindi NKVD e alla fine KGB). L’Urss, in tutto questo, persegue con Stalin (fautore della ben più realistica corrente del “comunismo in un solo paese) le stesse ambizioni geopolitiche del defunto Impero (accesso ai mari caldi, controllo dell’Europa Orientale, del Caucaso e dell’Asia Centrale).
La Cina fece grosso modo lo stesso. Di fatto sostituendo il Celeste Impero con qualcosa di molto simile. Stesse logiche di potere e medesime vocazioni imperiali.
Mi fermo qui e concludo con un’ultima osservazione.
Non è dato sapere se un sistema comunista possa esistere senza dittatura. Di certo però ad oggi possiamo dire che molti dittatori hanno trovato comoda l’ideologia comunista (di facciata) per nascondere i loro veri intenti e le loro vere ambizioni.
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