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Autore Discussione: Falsità, offese, minacce sotto traccia, il pretesto come arma. = Leghismo puro.  (Letto 2859 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Gennaio 20, 2024, 06:13:22 pm »

Gimbe: “Cittadini costretti a migrare al Nord per curarsi, con Autonomia aumentano le diseguaglianze”

È netto il giudizio della fondazione Gimbe sull’Autonomia differenziata: aumenterà la frattura tra Nord e Sud, aumentando la migrazione sanitaria verso le Regioni più ricche e mettendo a repentaglio il diritto costituzionale alla salute di tutti i cittadini.

A cura di Annalisa Girardi

Uno schiaffo al Meridione, così la fondazione Gimbe descrive il progetto di Autonomia differenziata, denunciando come il Sud rischia di diventare sempre più dipendente dalla sanità del Nord, obbligando moltissime persone a recarsi nelle Regioni settentrionali per curarsi. Un report della fondazione analizza il fenomeno di mobilità sanitaria interregionale ed evidenzia che nel 2021 sia stata raggiunta la cifra di 4,25 miliardi di euro, con saldi estremamente variabili a seconda della Regione. La capacità di attrazione dei pazienti da altre Regioni è molto diversa: se in cima alla classifica troviamo tutte Regioni del Nord – cioè Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto – quelle del Mezzogiorno sono fanalino di coda: il 76,9% del saldo passivo si concentra infatti in Calabria, Campania, Sicilia, Lazio, Puglia e Abruzzo.

Perché la fondazione Gimbe critica il progetto di Autonomia
Il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, sottolinea come la mobilità sanitaria rifletta "le grandi diseguaglianze nell'offerta dei servizi sanitari tra le varie Regioni e, soprattutto tra il Nord e il Sud del Paese" che si sono ormai trasformate in una "frattura strutturale destinata ad essere aggravata dall'Autonomia differenziata". In sanità il progetto dell'Autonomia, sempre secondo Cartabellotta, "legittimerà normativamente il divario Nord-Sud, amplificando le inaccettabili diseguaglianze nell'esigibilità del diritto costituzionale alla tutela della salute".
Oggi il Senato avvia la discussione in Aula del ddl Calderoli, che contiene appunto il progetto di Autonomia differenziata. La fondazione ritiene che sia un errore concedere maggiore autonomia alle Regioni in materia sanitaria, anche a causa della grave crisi che sta affrontando il Servizio sanitario nazionale, che spesso impedisce di stanziare risorse sufficienti ad assicurare livelli essenziali di assistenza, figuriamoci a colmare le diseguaglianze. C'è anche un problema legato al personale sanitario: "una maggiore autonomia in termini di contrattazione del personale rischia di provocare una fuga di professionisti sanitari verso le Regioni in grado di offrir condizioni economiche più vantaggiose", sottolinea il report.

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Secondo Gimbe il progetto dell'Autonomia è in contrasto con uno degli obiettivi trasversali del Pnrr, ciò quello di ridurre le diseguaglianze regionali e territoriali. "Risulta ai limiti del grottesco la posizione dei presidenti delle Regioni meridionali governate dal Centro-Destra, favorevoli all’autonomia differenziata. Una posizione autolesionistica che dimostra come gli accordi di coalizione partitica prevalgano sugli interessi della popolazione", aggiunge Cartabellotta.

La mobilità sanitaria tra le Regioni
Nel 2021 le principali Regioni a registrare un saldo positivo a causa della mobilità sanitaria interregionale erano Emilia-Romagna (€ 442 milioni), Lombardia (€ 271,1 milioni) e Veneto (€ 228,1 milioni); le principali in saldo negativo, invece, Abruzzo (-€ 108,1 milioni), Puglia (-€ 131,4 milioni), Lazio (-€ 139,7 milioni), Sicilia (-€ 177,4 milioni), Campania (-€ 220,9 milioni), Calabria (-€ 252,4).
Il report della fondazione spiega come l'86% della mobilità sanitaria riguardi i ricoveri ordinari e in day hospital (69,6%) e le prestazioni di specialistica ambulatoriale (16,4%). Per fare poi il punto sulla mobilità verso le strutture private.

La mobilità verso il privato
Oltre 1 euro su 2 speso per i ricoveri e le prestazioni specialistiche va nelle casse del privato: parliamo di 1.727,5 milioni  di euro (54,6%), rispetto ai 1.433,4 milioni (45,4%) delle strutture pubbliche. "Il volume dell’erogazione di ricoveri e prestazioni specialistiche da parte di strutture private varia notevolmente tra le Regioni ed è un indicatore della presenza e della capacità attrattiva delle strutture private accreditate, oltre che dell’indebolimento di quelle pubbliche", commenta Cartabellotta.
Il presidente della fondazione, quindi, prosegue: "I flussi economici della mobilità sanitaria scorrono prevalentemente da Sud a Nord, in particolare verso le Regioni che hanno già sottoscritto i pre-accordi con il governo per la richiesta di maggiori autonomie. E che oltre la metà del valore delle prestazioni di ricovero e specialistica ambulatoriale vengono erogate dal privato accreditato, ulteriore segnale d’indebolimento della sanità pubblica". Secondo Cartabellotta sono dati che confermano non solo come ci sia un divario tra il Nord e il Sud del Paese, ma anche come questo sia "inevitabilmente destinato ad aumentare se verranno concesse maggiori autonomie alle più ricche Regioni settentrionali", compromettendo "l’uguaglianza dei cittadini nell’esercizio del diritto costituzionale alla tutela della salute".

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« Risposta #1 inserito:: Febbraio 01, 2024, 12:45:55 pm »

Ilaria Salis, la Lega zittisce Schlein: “La sinistra si accorge solo di alcuni detenuti all’estero…”
Un messaggio diretto al Partito democratico e ad Elly Schlein. Una nota per mettere a tacere le solite chiacchiere della sinistra. Sul caso di Ilaria Salis, detenuta in Ungheria, è arrivato un nuovo comunicato della Lega, che fa chiarezza sulla posizione del partito in merito alla vicenda della 39enne incarcerata e apparsa incatenata a mani e piedi nell’aula del tribunale magiaro: “Bene sta facendo il governo per tutelare la dignità di Ilaria Salis, che va salvaguardata esattamente come tutti gli altri 2mila italiani incarcerati all'estero, molti dei quali da molti anni, alcuni con sentenze particolarmente controverse come quella di Chico Forti e senza essere stati bloccati perché in possesso di manganello e in compagnia di estremisti”.
“Rassicuriamo Elly Schlein, la Lega è attenta alla dignità umana. È però sorprendente che - fanno notare dal Carroccio - la sinistra si accorga dei detenuti italiani all'estero solo quando tocca a qualche compagno. La Lega e Matteo Salvini non prendono lezioni sui diritti, confidiamo che possa dire lo stesso la famiglia politica accusata di aver chiuso gli occhi sulle violazioni in Qatar in cambio di denaro”.

Da - https://www.iltempo.it/politica/2024/02/01/news/ilaria-salis-lega-elly-schlein-detenuti-italiani-estero-compagni-dignita-sinistra-38295195/
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« Risposta #2 inserito:: Febbraio 03, 2024, 01:03:59 am »

Gianni Gavioli

Qualcuno può chiedersi, "ma chi é l'Imperatore".
Io penso: - che a una realtà regionale così meschina, da ridursi un nulla di importanza mondiale, l’Imperatore NON serve.


Nella divisione del mondo economico e politico in Poli NEO-IMPERIALISTI, già in atto da tempo nel modo peggiore, basterà vendersi volta per volta, al miglior offerente.
Come già avviene, di fatto, oggi.

Ma lo Stato/Nazione dava fastidio agli interessi locali, quindi avanti con la secessione.
Poi si vedrà!


E questo deve preoccuparvi.
Soprattutto voi giovani e il vostro futuro.

ggiannig
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« Risposta #3 inserito:: Febbraio 05, 2024, 04:18:05 pm »

Gianni Gavioli
nsoorpSdethgh89fg7acg6 0gcufu390a5400hlc086t512261ag34t9h1lf  ·
Contenuto condiviso con: Tutti
 
Il grande inganno:
l'autonomia è di fatto la volontà di Sfasciare la Nazione e lo Stato Italiano, da parte di negazionisti dell'Unità d'Italia.
Un ritorno alla logica del medioevale feudalesimo, con la variante del tentativo in atto da tempo, da parte delle Lega, del dominio di intere regioni da parte di famiglie dominanti.
Una strategia furbescamente studiata e condotta, con determinazione populista, sfruttando la tendenza al miope egoismo atavico di popolazioni, culturalmente chiuse al solo interesse personale, manipolabili allo scopo di isolarle dal contesto nazionale e internazionale, per sottometterle alla casta di vassalli e valvassori locali.
Una secessione e un separatismo pericolosi, che porteranno a piccoli e grandi scontri anche violenti.
ggg.
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« Risposta #4 inserito:: Febbraio 29, 2024, 11:46:11 am »

Gianni Gavioli
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LA SQUADRA CHE NON CAMBIA
Buongiorno, ecco una serie di notizie selezionate per te dal Corriere del Veneto. Michela Nicolussi Moro, redattrice esperta di sanità, parla di conferme e nuove nomine nelle aziende sanitarie venete. Buona lettura!
Nessun colpo di scena alla fine del terzo anno di mandato dei dodici direttori generali delle aziende sanitarie: il governatore Luca Zaia li ha confermati tutti per il prossimo biennio e fino al 4 marzo 2026. Nessuna nuova nomina per la guida dell’Usl Dolomiti, dal 19 aprile 2023 rimasta orfana della brava Maria Grazia Carraro e che resta affidata al commissario Giuseppe Dal Ben, rinnovato fino al prossimo maggio e ulteriormente prorogabile.
Quattro invece i dg che cambiano sede, tre dei quali sono le uniche donne della squadra: Maria Giuseppina Bonavina lascia l’Usl Berica per tornare all’Istituto oncologico veneto, dove aveva ricoperto l’incarico di direttore sanitario dal 2006 al 2007 e dal 2017 al 2020; al suo posto, a Vicenza, arriva Patrizia Simionato, che consegna l’Usl polesana a Pietro Girardi, finora alla guida dell’Usl scaligera.
Restano al loro posto Giuseppe Dal Ben, anche come direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Padova; Edgardo Contato (Usl Serenissima), Francesco Benazzi (Usl Marca Trevigiana), Mauro Filippi (Usl Veneto Orientale), Paolo Fortuna (Usl Euganea), Carlo Bramezza (Usl Pedemontana), Callisto Bravi (Azienda ospedaliera Verona) e Roberto Toniolo (Azienda Zero).
«Squadra che vince non si cambia - dice Zaia - e questo è un magic team».

dal  web@corriereveneto.it

---

Gianni Gavioli
Autore
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Sono i cittadini, che non se ne rendono conto e i malati che NON cambiano in meglio.

Loro sanno il perché non li cambia, conoscono troppo, della sanità pubblica regalata quella privata.


ciaooo
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« Risposta #5 inserito:: Marzo 01, 2024, 05:11:44 pm »

LA SQUADRA CHE NON CAMBIA

 
Buongiorno, ecco una serie di notizie selezionate per te dal Corriere del Veneto. Michela Nicolussi Moro, redattrice esperta di sanità, parla di conferme e nuove nomine nelle aziende sanitarie venete. Buona lettura!
 
Nessun colpo di scena alla fine del terzo anno di mandato dei dodici direttori generali delle aziende sanitarie: il governatore Luca Zaia li ha confermati tutti per il prossimo biennio e fino al 4 marzo 2026. Nessuna nuova nomina per la guida dell’Usl Dolomiti, dal 19 aprile 2023 rimasta orfana della brava Maria Grazia Carraro e che resta affidata al commissario Giuseppe Dal Ben, rinnovato fino al prossimo maggio e ulteriormente prorogabile.
 
Quattro invece i dg che cambiano sede, tre dei quali sono le uniche donne della squadra: Maria Giuseppina Bonavina lascia l’Usl Berica per tornare all’Istituto oncologico veneto, dove aveva ricoperto l’incarico di direttore sanitario dal 2006 al 2007 e dal 2017 al 2020; al suo posto, a Vicenza, arriva Patrizia Simionato, che consegna l’Usl polesana a Pietro Girardi, finora alla guida dell’Usl scaligera.
 
Restano al loro posto Giuseppe Dal Ben, anche come direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Padova; Edgardo Contato (Usl Serenissima), Francesco Benazzi (Usl Marca Trevigiana), Mauro Filippi (Usl Veneto Orientale), Paolo Fortuna (Usl Euganea), Carlo Bramezza (Usl Pedemontana), Callisto Bravi (Azienda ospedaliera Verona) e Roberto Toniolo (Azienda Zero). «Squadra che vince non si cambia - dice Zaia - e questo è un magic team».
 
 Se volete scriverci la mail è: web@corriereveneto.it

 
   


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