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« inserito:: Dicembre 28, 2023, 12:46:47 pm »

Anche a Natale la dieta mediterranea amica dei reni: ecco come comportarsi a tavola

Gazzetta Active:
Le linee guida della società italiana di nefrologia per godersi le feste in maniera sana e prevenire la malattia renale cronica
Francesco Palma  25 dicembre - 12:29 - MILANO

Natale e Capodanno, pranzi, cene e feste: sono i momenti più attesi dell’anno, ma per chi deve stare attento all’alimentazione possono anche destare preoccupazione. Per questo, la Società Italiana di Nefrologia (Sin) ha stilato delle linee guida per una dieta “amica” dei reni, rimarcando ancora una volta il ruolo chiave della dieta mediterranea come alleata insostituibile nella prevenzione e nel trattamento della malattia renale cronica (Mrc). La dieta mediterranea è patrimonio dell'Unesco in quanto modello alimentare per eccellenza, fondamentale per rimanere in salute. Il fulcro di questo modello alimentare è l'uso di prodotti stagionali, possibilmente locali e a chilometro zero, ma quando si parla di dieta mediterranea si intende uno stile di vita a tutto tondo, che comprende attività fisica, convivialità e benessere sociale.

I benefici della dieta mediterranea— 
I nefrologi della Sin hanno ricordato come la dieta mediterranea consenta di ridurre l’incidenza dell’ipercolesterolemia (eccesso di colesterolo LDL nel sangue, il cosiddetto “colesterolo cattivo”), la tendenza al diabete e all’ipertensione arteriosa: tutti fattori di rischio per lo sviluppo di una malattia renale. Solo in Italia vi sono oltre 3 milioni di pazienti con malattia renale cronica, ed è fondamentale promuovere uno stile di vita corretto. Ciò passa ovviamente dalla prevenzione, sia attraverso degli esami diagnostici come la misurazione della creatininemia – per valutare la funzione renale – e dell’albuminuria per capire se vi sono danni ai reni, sia attraverso un comportamento sano a tavola. In questo senso, vengono in aiuto le linee guida stilate dalla Sin.

L'importanza di una giusta dieta per i reni
La società italiana di nefrologia ha spiegato l'importanza di una dieta sana per i reni anche a Natale

La dieta per la salute dei reni— 
Allora, come comportarsi a tavola, anche quando si mangia di più? Secondo la Società italiana di nefrologia, innanzitutto, è bene privilegiare la dieta mediterranea. Bisogna poi evitare gli zuccheri complessi e ridurre il consumo di carni rosse, alimenti conservati e grassi animali in generale. La SIN, inoltre, consiglia di preferire il consumo di pesce, proteine di origine vegetale (come i legumi) e ridurre l’apporto di sale. Fondamentale anche l’idratazione, mentre le bevande alcoliche vanno consumate con moderazione. Infine, è bene astenersi dal fumo e praticare attività fisica, ovviamente commisurata all’età e alle proprie condizioni fisiche e cliniche.

Cos'è la malattia renale cronica— 
La malattia renale cronica (Mrc in italiano, Ckd in inglese) è una perdita graduale delle funzionalità renali. Nelle fasi iniziali spesso è asintomatica, ma può causare ipertensione e gonfiore dovuto alla ritenzione idrica. Nelle fasi successive, poi, può portare a un’insufficienza renale. È fondamentale mantenere un apporto proteico e glucidico equilibrato e non sovraccaricare i reni, evitando un consumo eccessivo di sale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Da - https://www.gazzetta.it/alimentazione/news/25-12-2023/dieta-mediterranea-per-la-salute-dei-reni-anche-a-natale-cosa-mangiare.shtml?utm_source=pocket-newtab-it-it
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« Risposta #1 inserito:: Gennaio 11, 2024, 12:24:51 pm »

I gatti sono una minaccia per centinaia di specie in via d'estinzione
Un nuovo studio calcola che i felini domestici predano oltre duemila specie, diverse delle quali a rischio o fondamentali per gli ecosistemi


I gatti domestici predano 2084 specie animali, 347 delle quali destano particolare preoccupazione negli esperti poiché fondamentali per la conservazione di alcuni ecosistemi. A rivelarlo è una nuova ricerca, pubblicata su Nature e condotta da Christopher Lepczyk, biologo dell'università di Auburn.
Lo studio
I ricercatori hanno raccolto e analizzato 533 testi scientifici sull'istinto predatorio e sulle abitudini alimentari dei felini e hanno scoperto che i gatti cacciano "praticamente qualsiasi animale riescano a catturare". Il 97% delle specie che vengono catturate ha una massa corporea inferiore ai 5 chilogrammi. Magli scienziati segnalano anche un numero "sorprendentemente alto" di insetti e invertebrati.

No, non siete pazzi: il vostro gatto parla eccome
Un nuovo studio ha scoperto che i felini domestici usano centinaia di espressioni facciali per comunicare, un po' come tutti noi
Delle 2084 specie individuate, il 47% sono uccelli, il 22% rettili, il 21% mammiferi, il 6% insetti e il 3% anfibi. I topi domestici (29,6%), il coniglio europeo (21,3%), il ratto nero (13,8%), il passero domestico (10,8%) e il ratto grigio (10,1%) sono le prede più frequenti.
Del totale degli animali registrati, il 16,6% è costituito da specie che devono essere preservate per mantenere l'equilibrio faunistico. Alcune di esse sono in pericolo critico di estinzione. La percentuale delle possibili prede è più alta nelle regioni insulari (25,2%) rispetto a quella nelle aree continentali (8,6%). Questo perché, in queste ultime, la selvaggina autoctona è meno esposta ai predatori, essendosi evoluta insieme ai gatti locali.
Come i gatti scelgono le loro prede
Gli autori dello studio sono convinti che il fatto che una specie sia più cacciata dai gatti in una determinata regione sia legato alla distribuzione e all'abbondanza delle prede nella zona, e non necessariamente a una preferenza alimentare.
"Una caratteristica che ha permesso ai gatti di essere predatori di successo è la loro dieta generalista. I gatti sono predatori opportunisti e carnivori. Da un punto di vista fisiologico, hanno una capacità limitata di regolare gli enzimi metabolici. Il loro organismo non è adatto a convertire gli alimenti vegetali in aminoacidi e vitamine. Anche se consumano vegetali, hanno bisogno di una dieta ricca di proteine animali per soddisfare il loro fabbisogno energetico", ha spiegato il team di Lepczyk.
I risultati potrebbero essere conservativi, avvertono gli scienziati. La maggior parte dei dati dello studio proviene da ricerche incentrate sull'Australia e sul Nord America, mentre la letteratura relativa all’Africa e al Sud America è sottorappresentata. Anche in queste condizioni, i ricercatori sostengono che i loro risultati siano fondamentali per comprendere l'impatto che le abitudini dei gatti domestici liberi hanno sui sistemi ecologici.
Il comportamento predatorio dei gatti è legato alla scomparsa di 63 specie di vertebrati in tutto il mondo: negli ecosistemi insulari i felini sono associati al 14% delle estinzioni di uccelli, mammiferi e rettili, e all’8% di quelle degli animali considerati in pericolo critico.
L’articolo è comparso originariamente su Wired en español.
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