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Autore Discussione: "Che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme contro la violenza, ...  (Letto 4235 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Novembre 25, 2023, 05:24:01 pm »

IL TEMPO DEL DISAMORE

Buongiorno, ecco una serie di notizie selezionate per te dal Corriere del Veneto.
Vera Slepoj, psicologa, scrittrice e editorialista, parla della storia di Giulia e Filippo. Buona lettura!

Quello di Barcis è un piccolo lago in mezzo alle montagne e per arrivarci la strada costeggia rupi, montagne solitarie, paesaggi piuttosto isolati, ed è difficile immaginarsi un corpo, quello di Giulia. che abbiamo conosciuto in questi giorni, con l’ansia che almeno questa vicenda non fosse come le altre, che potesse avere un finale diverso, e invece il corpo è lì, abbandonato o buttato, adagiato o sospeso al giudizio che possiamo darne.
È il duplice volto della violenza, unito a quello dei sentimenti malati, quelli che chiamiamo amori tossici. A Giulia, pur con tutte le attenuanti, il dolore per il lutto recente della madre, il traguardo della laurea, il desiderio di lottare, guarire, uscire, rigenerarsi, risorgere, tutto questo non è bastato.  L’epilogo è stato lo stesso, quello che dell’amore ancora la mente collettiva non riesce a distinguere, ad avere quegli strumenti per intercettare il male, il pericolo che sta dentro la spirale dell’amore che sconfina spesso e velocemente nell’ossessione, nell’egoismo di chi pensa che siccome si ama si ha diritto sull’«altro».
Giulia, anima bella, non vede il pericolo, non lo sente e così è per tutte le vittime di questo tipo di violenza. Credono che bastino le parole, l’accompagnamento alla separazione. Giulia, anima generosa, guardava avanti e pensava bastasse la sua solidarietà per gestire una situazione imprevista, e spesso questo meccanismo fa precipitare l’amore nel baratro, quello dell’altro, preso dall’ossessione, da quel pensiero che fa vedere l’altro come l’unica soluzione della propria vita.
L’amore purtroppo si può raccontare, forse anche educare, ma non è proprio così, non è uno strumento che si può imparare a usare, è il sentimento più controverso, meraviglioso e terribile allo stesso tempo. Dovremmo capire che siamo nel tempo del disamore, esattamente il suo contrario. Amare è l’esperienza comportamentale più importante che ci fa transitare nel mondo dell’altro, che fa attraversare il proprio egotismo, è il sentimento più importante per imparare il limite di noi stessi. L’amore è la libertà nel bene dell’altro. Si ama a prescindere dall’epilogo, dalla sua destinazione, chi ama dovrebbe essere felice che l’altro esiste, ma non si esiste perché l’altro ti ama.
L’amore non può essere una risposta ai nostri desideri, alle nostre utopie, ai nostri bisogni, non può essere la soluzione di ciò che non hai e forse di chi non sei. L’amore, ricordiamoci, non è dipendenza, è autonomia, è incontro con la verità della vita. E su questi temi il mondo virtuale - internet e dintorni - purtroppo non ha nessuna influenza. L’amore non è passione e le farfalline famose che dovrebbero comparire sono una strada infantile, trasposizione di ciò che in realtà è l’emozione. L’amore passionale, in realtà, spesso è fuorviante perché ti toglie il sonno, il ragionamento, ma alla fine si trasforma in un legame malato che vuol dire appunto non esisto.
Giulia adesso è morta, accanto ad un lago triste, come quel sentimento di un ragazzo, Filippo. Ma ha dato a Giulia troppe responsabilità perché chi fallisce deve imparare a capire che l’amore non è una vittoria o una sconfitta, è un evento che ha molto a che fare con tutta la nostra storia, la nostra crescita, dove il rispetto per l’altro non è solo una faccenda sentimentale. Infine, ci sono quelle terribili macchie di sangue, il simbolo più eclatante della violenza, c’è sempre il meccanismo della vendetta in quelle persone che rinunciano alla realtà ed entrano nell’ossessione e costruiscono nella responsabilità dell’altro non solo la violenza ma l’eliminazione di colui che ritengono responsabile del proprio stato mentale.

E poi il grande discorso sull’affettività, quella relazione che si impara dall’infanzia ed è la costruzione della possibilità di avere la capacità di amare correttamente e riguarda il ruolo dei genitori, di tutti i genitori: è necessario comprendere che i propri comportamenti determinano l’evoluzione negli amori tossici o nell’anaffettività. I bambini vanno amati, non adorati, vanno accompagnati, educati al sentimento; andare bene a scuola non ci salva dal tumulto dei sentimenti inesatti che spesso si trasformano nell’evoluzione più tremenda, quella di lottare per lottare per la propria vita e di perderla nel tentativo di aiutare il nostro peggiore nemico: l’«ex».

Se volete scriverci la mail è: web@corriereveneto.it

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Dal - Corriere del Veneto.
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« Risposta #1 inserito:: Dicembre 17, 2023, 07:09:22 pm »

Esplora Sky Tg24, 
Funerale Giulia Cecchettin, il padre Gino: "La sua morte deve segnare un punto di svolta"
05 dic 2023 - 11:43

"Che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme contro la violenza, che la sua morte sia la spinta per cambiare", ha detto Gino Cecchettin durante il suo messaggio ai funerali della figlia. "Giulia era proprio come l'avete conosciuta, una giovane donna straordinaria, allegra e vivace, mai sazia di imparare". E si è rivolto a tutti gli uomini: "Dovremmo essere agenti del cambiamento. Difendere il patriarcato non abbatte le barriere. Insegniamo ai nostri figli ad accettare le sconfitte"
È il giorno del dolore, quello dei funerali di Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta. La cerimonia, iniziata alle 11 nella Basilica di Santa Giustina a Padova, si è conclusa intorno alle 12.1,5 con un lunghissimo applauso delle migliaia di persone presenti in piazza Prato della Valle che ha accompagnato l'uscita dalla basilica del feretro di Giulia.
Struggente il discorso del padre di Giulia, Gino Cecchettin, che ha ringraziato le istituzioni, le forze dell'ordine, e la folla per il sostegno "di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili".
Il discorso di Gino Cecchettin
"Carissimi tutti, abbiamo vissuto un momento di profonda angoscia: ci ha travolto una tempesta terribile e anche adesso questa pioggia di dolore sembra non finire mai. Ci siamo bagnati, infreddoliti, ma ringrazio le tante persone che si sono strette attorno a noi per portarci il calore del loro abbraccio", ha detto prendendo la parola.
"Mi scuso per l'impossibilità di dare riscontro personalmente, ma ancora grazie per il vostro sostegno di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili. La mia riconoscenza giunga anche a tutte le forze dell’ordine,  al vescovo e ai monaci che ci ospitano, al presidente della Regione Zaia e al ministro Nordio, e alle istituzioni che congiuntamente hanno aiutato la mia famiglia".
"Giulia, una giovane donna mai sazia di imparare"
"Mia figlia Giulia, era proprio come l’avete conosciuta, una giovane donna straordinaria. Allegra, vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare  dopo la prematura perdita della sua amata mamma. Oltre alla laurea che si è meritata e che ci sarà consegnata tra pochi giorni, Giulia si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma nonostante la sua giovane età era già diventata una combattente, un oplita, come gli antichi soldati greci, tenace nei momenti di difficoltà: il suo spirito indomito ci ha ispirato tutti".
"Responsabilità educativa ci coinvolge tutti"
"Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne, vittime proprio di coloro avrebbero dovuto amarle e invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi fino a perdere completamente la loro libertà prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo? Come è potuto accadere a Giulia? Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti: famiglie, scuola, società civile, mondo dell’informazione".
"Uomini dimostrino di essere agenti del cambiamento"
Mi rivolgo per primo agli uomini, perché noi per primi dovremmo dimostrare di essere agenti di cambiamento contro la violenza di genere. Parliamo agli altri maschi che conosciamo, sfidando la cultura che tende a minimizzare la violenza da parte di uomini apparentemente normali. Dovremmo essere attivamente coinvolti, sfidando la diffusione di responsabilità, ascoltando le donne, e non girando la testa di fronte ai segnali di violenza anche i più lievi. La nostra azione personale è cruciale per rompere il ciclo e creare una cultura di responsabilità e supporto".
"Insegniamo ai nostri figli ad accettare le sconfitte"
"A chi è genitore come me, parlo con il cuore: insegniamo ai nostri figli il valore del sacrificio e dell’impegno e aiutiamoli anche ad accettare le sconfitte. Creiamo nelle nostre famiglie quel clima che favorisce un dialogo sereno perché diventi possibile educare i nostri figli al rispetto della sacralità di ogni persona, ad una sessualità libera da ogni possesso e all’amore vero che cerca solo il bene dell’altro".
"Viviamo in un'epoca in cui la tecnologia ci connette in modi straordinari, ma spesso, purtroppo, ci isola e ci priva del contatto umano reale. È essenziale che i giovani imparino a comunicare autenticamente, a guardare negli occhi degli altri, ad aprirsi all'esperienza di chi è più anziano di loro. La mancanza di connessione umana autentica può portare a incomprensioni e a decisioni tragiche. Abbiamo bisogno di ritrovare la capacità di ascoltare e di essere ascoltati, di comunicare realmente con empatia e rispetto".
"La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione dei nostri figli. Dobbiamo investire in programmi educativi che insegnino il rispetto reciproco, l'importanza delle relazioni sane e la capacità di gestire i conflitti in modo costruttivo per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza. La prevenzione della violenza di genere inizia nelle famiglie, ma continua nelle aule scolastiche, e dobbiamo assicurarci che le scuole siano luoghi sicuri e inclusivi per tutti."
"Anche i media giocano un ruolo cruciale da svolgere in modo responsabile. La diffusione di notizie distorte e sensazionalistiche non solo alimenta un’atmosfera morbosa, dando spazio a sciacalli e complottisti, ma può anche contribuire a perpetuare comportamenti violenti".
 "Difendere il patriarcato non abbatte le barriere"
"Chiamarsi fuori, cercare giustificazioni, difendere il patriarcato quando qualcuno ha la forza e la disperazione per chiamarlo col suo nome, trasformare le vittime in bersagli solo perché dicono qualcosa con cui magari non siamo d’accordo, non aiuta ad abbattere le barriere. Perché da questo tipo di violenza che è solo apparentemente personale e insensata si esce soltanto sentendoci tutti coinvolti. Anche quando sarebbe facile sentirsi assolti".
"Servono leggi e programmi educativi per proteggere le vittime"
"Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell’ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo".
"Ma in questo momento di dolore e tristezza, dobbiamo trovare la forza di reagire, di trasformare questa tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia, la mia Giulia, ci è stata sottratta in modo crudele, ma la sua morte, può anzi deve essere il punto di svolta per porre fine alla terribile piaga della violenza sulle donne. Grazie a tutti per essere qui oggi: che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme per creare un mondo in cui nessuno debba mai temere per la propria vita".

"Vi voglio leggere una poesia di Gibran che credo possa dare una reale rappresentazione di come bisognerebbe imparare a vivere: 'Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà. Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno. La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia…'".
"Insegnaci a danzare sotto la pioggia"
"Cara Giulia, è giunto il momento di lasciarti andare. Salutaci la mamma. Ti penso abbracciata a lei e ho la speranza che, strette insieme, il vostro amore sia così forte da aiutare Elena, Davide e anche me non solo a sopravvivere a questa tempesta di dolore che ci ha travolto, ma anche ad imparare a danzare sotto la pioggia. Sì, noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che, un po’ alla volta, impareremo a muovere passi di danza sotto questa pioggia. Cara Giulia, grazie, per questi 22 anni che abbiamo vissuto insieme  e per l’immensa tenerezza che ci hai donato. Anch’io ti amo tanto e anche Elena e Davide ti adorano. Io non so pregare, ma so sperare: ecco voglio sperare insieme a te e alla mamma, voglio sperare insieme a Elena e Davide e voglio sperare insieme a tutti voi qui presenti: voglio sperare che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite e voglio sperare che un giorno possa germogliare. E voglio sperare che produca il suo frutto d’amore, di perdono e di pace. Addio Giulia, amore mio.

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« Risposta #2 inserito:: Gennaio 25, 2024, 07:38:40 pm »

Come proteggersi da una persona cattiva
La cattiveria di alcune persone è un'arma che può far soffrire molto e mettere a repentaglio la propria autostima, ma con la giusta consapevolezza può essere ridimensionata e resa inoffensiva.


di Redazione

Nella nostra vita quotidiana, ci troviamo a relazionarci con una vasta gamma di personalità, che non sempre, purtroppo, ci influenzano in modo positivo. Ecco allora che ci capita di chiederci come sia possibile proteggerci da una persona cattiva.
Soprattutto quando queste persone ledono il nostro benessere, facendo leva sulla nostra emotività.
Difendersi dalla cattiveria altrui può sembrare una sfida ardua, che a tratti rischia di gettare nello sconforto, perché si ha la sensazione che a vincere siano spesso le persone scorrette, che tentano di svilire e sopraffare il prossimo.
Eppure,
con la giusta consapevolezza, lavorando su sé stessi e imparando a leggere gli altri per quello che sono, reagire in modo diverso ed efficace è possibile. Scopriamo allora i segnali distintivi delle persone cattive e alcune strategie utili per affrontarle al meglio.

Quali sono i comportamenti di una persona cattiva?
Per proteggersi da una persona cattiva è fondamentale imparare a conoscere i comportamenti che rendono una persona tale. Bisogna infatti capire come distinguere tra il male, che può manifestarsi per diversi motivi, e la vera cattiveria. Mentre il male può derivare da incomprensioni o problemi personali, la cattiveria è spesso intenzionale e mira a ferire o danneggiare gli altri senza una valida ragione.
Le persone cattive tendono a manifestare dei comportamenti ricorrenti. Ecco alcuni segnali da tenere d’occhio:
•   manipolazione e inganno: le persone cattive sono spesso manipolatrici, utilizzano tattiche per ottenere ciò che vogliono dagli altri, sfruttandone la fiducia o inducendo in loro sensi di colpa
•   critiche costanti: la critica costruttiva è una cosa, la critica gratuita è un’altra. ll confronto costruttivo può essere un’opportunità di crescita personale e si fonda sempre sul rispetto nei riguardi dell’interlocutore e delle sue opinioni.
•   Le critiche mosse da persone cattive sono invece distruttive: sono fatte per sminuire gli altri e per sentirsi superiori. È essenziale dunque imparare a distinguere tra le due
•   narcisismo ed egoismo: l’egocentrismo è un tratto comune nelle persone cattive, che si preoccupano principalmente dei propri interessi e della gratificazione personale, senza curarsi delle conseguenze che i loro atteggiamenti possono avere sugli altri
•   comportamenti passivo-aggressivi: la cattiveria può esprimersi talvolta come aggressività indiretta attraverso comportamenti subdoli, come sabotare le azioni degli altri o ignorare deliberatamente i loro bisogni
•   disonestà e mancanza di empatia: la cattiveria spesso si accompagna a una mancanza di sincerità ed empatia. Porta le persone a mentire, tradire e ferire gli altri senza sentirsi in colpa

Come reagire di fronte alla cattiveria?
Reagire alla cattiveria, e a quella gratuita in particolare, richiede un controllo emotivo e delle strategie ben ponderate. Riconoscere i comportamenti cattivi altrui, rispondere con calma e proteggere sé stessi sono passi fondamentali per mantenere la propria salute mentale e il proprio benessere emotivo. Mostrare compassione ed empatia è possibile, ma non significa permettere alle persone cattive di danneggiare la propria felicità e il proprio equilibrio.
Vediamo insieme alcuni consigli utili per rispondere agli affronti di una persona cattiva.

Mantenere la calma
Quando si affrontano delle persone cattive il primo passo è quello di non cedere alla tentazione di reagire d’istinto e cercare al contrario di mantenere un equilibrio emotivo. Rispondere con rabbia o irritazione può infatti sembrare una buona idea sul momento, un modo per ripagare l’altra persona con la sua stessa moneta, ma finisce per fare il suo gioco, alimentando ulteriormente le energie negative ricevute.

Stabilire dei confini
Far comprendere alle persone che si comportano in modo cattivo che il loro comportamento non verrà tollerato è importante per tracciare una linea tra ciò che è accettabile e ciò che non lo è. L’assertività è un elemento chiave che può essere affermato con gentilezza, e proprio per questo può essere ancor più efficace: mettere le cose in chiaro e farlo in modo pacato è il miglior modo per trasmettere all’altro la propria sicurezza e integrità.


Non prendere nulla sul personale
È bene ricordare sempre che la cattiveria altrui spesso riflette i problemi personali dell’altro, e non dice nulla sul proprio valore. Non bisogna interpretare gli attacchi di altri come un giudizio su sé stessi, ma contestualizzarli per quello che sono, mettendo una distanza tra di essi e la propria idea di sé.

Provare a instaurare un confronto
Se sembra esserci spazio per una comunicazione aperta, è possibile tentare una discussione calma e sincera con la persona cattiva. Quando si ha a che fare con comportamenti sgradevoli e irrispettosi, la migliore arma è infatti comunicare con franchezza alle persone che li hanno commessi quanto siano stati nocivi e fonte di sofferenza.
Esprimere i propri sentimenti può portare nel migliore dei casi a una maggiore comprensione reciproca, nel peggiore a sfogare il proprio malessere senza soffocarlo dentro di sé e a sviluppare una maggiore sicurezza, proprio per il fatto di non aver taciuto ma di aver messo l’altro di fronte alle conseguenze delle proprie parole o azioni.

Cercare supporto
Condividere con amici, familiari o un professionista della salute mentale le esperienze avute con persone cattive può fornire il giusto sostegno emotivo durante situazioni difficili. Costruire attorno a sé una rete di persone su cui poter contare in ogni momento è importante per ridimensionare le sensazioni dannose che la cattiveria può trasmettere.

Come difendersi dalle persone cattive e invidiose?
Per avere a che fare con persone con comportamenti cattivi o invidiosi è necessario sviluppare un atteggiamento mentale resiliente: solo così è possibile proteggersi ed evitare di farsi coinvolgere nella negatività degli altri. Ma da dove si parte per maturare questo stato d’animo?
Serve una combinazione di diversi ingredienti: comprensione, empatia, autostima, controllo emotivo e capacità di guardare alle cose positive. Vediamo come svilupparli.

Capire le ragioni che scatenano la cattiveria e l’invidia
Prima di reagire a comportamenti cattivi o invidiosi, è importante cercare di capire le motivazioni sottostanti a quegli atteggiamenti. Spesso, le persone cattive agiscono così a causa di insicurezze e frustrazioni personali. Capire queste ragioni può aiutare a gestire meglio la situazione.

Coltivare l’empatia
Bisogna essere una persona empatica per comprendere cosa muove le azioni degli altri: provare a immedesimarsi in loro e analizzarne i meccanismi psicologici è fondamentale.
I comportamenti dannosi vanno riconosciuti e confinati, è vero, ma sempre considerando che possono essere sintomo di disagio, di paura e frustrazione. Le persone possono diventare cattive come reazione a un vissuto problematico, sfogano sugli altri ciò che non riescono a risolvere dentro sé stesse. Prendere coscienza di queste implicazioni consente di avere una prospettiva più lucida su queste situazioni.

Lavorare sulla propria autostima
Le persone cattive possono cercare di minare l’autostima altrui. Per resistere a questi tentativi distruttivi serve quindi avere fiducia nelle proprie abilità e nel proprio valore. Lavorare sulla propria interiorità è il solo modo per non lasciarsi scalfire dalla negatività che arriva dall’esterno.
Diventare sicuri e padroni di sé stessi significa infatti essere liberi e indipendenti e non concedere a nessun altro il potere di mettere in discussione il proprio baricentro. Ciò che pensano e fanno gli altri non sarà più così importante.

Rinunciare alle reazioni emotive
Oltre a tentare di intaccare l’autostima degli altri, le persone cattive cercano spesso di provocare in loro una reazione emotiva. Per difendersi efficacemente da questi attacchi, è perciò essenziale mantenere un solido autocontrollo e non farsi coinvolgere. Rispondere con razionalità invece che emotivamente è un ottimo metodo per indebolire l’influenza dell’altro sul proprio equilibrio: spiazzerà totalmente le sue aspettative.
Va da sé, dunque, che proteggersi da una persona cattiva significa anche non vendicarsi. La vendetta è una reazione guidata dall’istinto e raramente porta a una soluzione positiva. Incamerare energie negative non può che produrre altro male, stress e insoddisfazione; non porta ad alcuna liberazione.

Concentrarsi sulle relazioni positive
Perché concentrarsi sulle persone che nuocciono quando si possono dedicare tempo ed energia alle relazioni positive nella propria vita?
Coltivare amicizie e connessioni emotive significative aiuta a mantenere un’integrità e un atteggiamento positivo e a superare con maggiore slancio i momenti critici.
(19 Settembre 2023)

Da - https://psiche.santagostino.it/proteggersi-da-persona-cattiva/
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« Risposta #3 inserito:: Febbraio 23, 2024, 07:48:27 pm »

OLIVO POLICONICO E TERRITORIO. PIATTAFORMA INDIPENDENTE.

Gianni Gavioli  · dStosrenpohemim94fl7uu1udsclm81f1hf1as1cl3ghl42Aocg0l10gi05a  ·

Informazione.

P.S.: a proposito di informazione "OLIVO POLICONICO PIATTAFORMA SOCIOPOLITICA" sarà registrato a mio nome.

Quando il Gruppo dei 30 aderenti ed eventuali altri interessati al Sito sarà operativo e assestato, passerà a loro, con precisi accordi di autentica operatività, nel tempo, come da Statuto (in preparazione).

Gianni Gavioli - ciaooo

Italia - IO SU - FB - il 23 febbraio 2024.
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« Risposta #4 inserito:: Marzo 04, 2024, 10:58:23 am »

“INTESA DELL'OLIVO"
È UN PROGETTO DELLA “OPINIONE PUBBLICA ORGANIZZATA”.
NON UN PARTITO, NON UNA COALIZIONE.

“OLIVO POLICONICO”
È LA BASE VIRTUALE DELLA “OPINIONE PUBBLICA ORGANIZZATA”, NEL TERRITORIO.

Ho avuto una IDEA, ho bisogno di CRITICHE per farla incamminare.
ggiannig
ggianni41@gmail.com
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« Risposta #5 inserito:: Marzo 06, 2024, 07:35:18 pm »

Sino ad ora NON ho avuto contatti o offerta di collaborazione, UTILIZZABILI.

L'Indifferenza ci cammina a fianco, alzando soltanto polvere inutile e fumosa.

ggiannig

P.S.: anche persone straniere sono OPINIONE PUBBLICA nei loro paesi, saranno i benvenuti.

ggianni41@gmail.com
http://forum.laudellulivo.org/index.php
« Ultima modifica: Marzo 15, 2024, 05:44:17 pm da Admin » Registrato

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