L'ERRORE E LA MORTE DI ANILA
Buongiorno, ecco una serie di notizie selezionate per te dal Corriere del Veneto. Silvia Madiotto, redattrice, parla della morte sul lavoro di Anila Grishaj.
Buona lettura.
C’è una famiglia stretta nel dolore, a Miane (Treviso). Quella di Anila Grishaj, morta sul lavoro, stritolata da un macchinario che stava controllando: attenta come sempre, da quando era diventata responsabile di linea alla Bocon di Pieve di Soligo.
E c’è un suo collega, ancora sotto choc, indagato per omicidio colposo. Erano in fabbrica insieme quel pomeriggio. Lei aveva spento la macchina per gli imballaggi (nuova, arrivata da cinque mesi), lui per errore l’ha accesa, non si era accorto che Anila era lì. È rimasta schiacciata. Morta a 26 anni.
La Procura di Treviso per il momento ha inserito solo il collega nel registro, perché senza quell’errore Anila sarebbe ancora viva, ma le indagini sono appena iniziate. E qualsiasi mancanza, lacuna nella sicurezza o carenza nell’applicazione delle procedure sarà attentamente valutata per capire se ci sono altre responsabilità.
Intanto Miane è un paese sospeso fra silenzio e lacrime. Anila e la sua famiglia (genitori di origine albanese, sorella più grande e fratello più piccolo) sono conosciuti e apprezzati, sempre presenti, gran lavoratori. Stanno arrivando i parenti, dal Friuli, dalla Lombardia, da tanti luoghi del Veneto, perché così vuole la tradizione: uniti nel lutto. Per ricordare una ragazza solare, generosa, disponibile, che in un istante è diventata l’ennesima vittima sul lavoro.
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