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Autore Discussione: Mamma che ha ricevuto una fattura sgradita due anni dopo la morte del figlio.  (Letto 69 volte)
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« inserito:: Settembre 13, 2023, 05:03:08 pm »

UNA FATTURA DI TROPPO

Buongiorno, ecco una serie di notizie selezionate per te dal Corriere del Veneto.
Andrea Priante, inviato, racconta la storia di una mamma che ha ricevuto una fattura sgradita due anni dopo la morte del figlio.

Buona lettura!

«Non è per i soldi. Quella fattura l’ho già saldata, anche se l’ho trovata ingiusta. Il problema è che, su tragedie così, oltre a metterci la Legge ci vorrebbe un po’ di cuore». La fattura di cui parla Barbara Vedelago è quella che riguarda il prezzo per la «bonifica» della strada in cui suo figlio Davide Pavan ha perso la vita, nel maggio del 2021, a 17 anni: 183 euro finiti sotto la voce «Smaltimento dei rifiuti e assorbente per sversamento liquidi». «La somma ci è stata chiesta per la pulizia del luogo dell’incidente: togliere i rottami e spargere la “segatura” sul sangue di Davide e sui liquidi del motore rimasti sull’asfalto» ha spiegato.

Un cortocircuito frutto di una burocrazia che non si ferma neppure di fronte alla morte di un ragazzino travolto e ucciso dall’auto guidata da un poliziotto ubriaco. Ma di chi è la colpa? Del carrozziere, secondo i carabinieri di Treviso che fanno sapere come quella sera la ditta di autosoccorso non fu incaricata di svolgere la bonifica ma solo di rimuovere i mezzi incidentati, finiti sotto sequestro. «La prassi – spiegano dal Comando – è che, se gli sversamenti sono modesti, l’operatore del carro attrezzi sparga anche della sostanza assorbente, per evitare ulteriori problemi alla circolazione. Ma in genere l’azienda non chiede un extra, e anche ammesso che le spetti, avrebbe dovuto presentare la fattura all’ente gestore della strada (in questo caso il Comune di Paese, ndr) e non alle persone coinvolte o ai loro eredi».

La sindaca Katia Uberti mette le mani avanti: «Noi abbiamo una convenzione con una ditta di pulizia delle strade, ma la notte dell’incidente il Comune non fu minimamente coinvolto. Queste cose non dovrebbero capitare». Infine c’è Augusto Boldrin, il titolare della ditta, che la mette in questi termini: «Le forze dell’ordine mi chiamarono per rimuovere i mezzi. In casi come quello, quando la bonifica non richiede l’intervento di ditte specializzate, è normale che ce ne occupiamo noi. Ma è altrettanto normale che chiediamo di essere pagati, perché smaltire i materiali ha dei costi. Ho sempre mandato il conto ai proprietari dei veicoli, e nessuno l’ha mai contestato. Sono papà anch’io e mi sanguina il cuore al pensiero di quella mamma, ma faccio l’artigiano e per mettere la cena in tavola non posso lavorare gratis».

Se volete scriverci la mail è: web@corriereveneto.it

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