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« inserito:: Agosto 13, 2023, 04:08:01 pm »

Sabato 15 luglio 2023
A cura di Andrea Giambartolomei


L'abuso di Nordio
 
C’è il forte rischio che questo spazio diventi una rubrica fissa su Carlo Nordio, il ministro della Giustizia definito da Alberto Vannucci un don Chisciotte a difesa dei potenti. Non passa settimana senza una sua iniziativa volta a scardinare reati e procedure per contrastare i crimini dei colletti bianchi.
 
Venerdì scorso misteriose “fonti ministeriali” – attraverso i comunicati del ministero della Giustizia – giudicavano necessarie la riforma degli avvisi di garanzia dopo il caso Santanché (la ministra dice di aver saputo di essere indagata dai media) e, dopo il caso riguardante il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, anche la riforma dell’imputazione coatta (cioè il rinvio a giudizio stabilito da un giudice in contrasto rispetto alla richiesta di archiviazione formulata dalla procura). Una giustizia riformata a seconda delle esigenze dei suoi colleghi al governo. Passa il weekend e martedì in un’intervista Nordio dichiara la volontà di “rimodulare” il concorso esterno in associazione mafiosa “senza interferire minimamente o ridurre la lotta alla mafia”. Mercoledì, in un convegno di Fratelli d'Italia, ha detto che è un “reato che non esiste”, anche se di recente ha portato alla condanna definitiva di Antonio D’Alì, uomo dei governi Berlusconi vicinissimo a Matteo Messina Denaro. Libera ha subito preso le difese di uno strumento per combattere le zone grigie. 
 
In quella stessa occasione Nordio ha ribadito la volontà di abolire l’abuso d’ufficio. Nello stesso giorno, sempre mercoledì, il giurista Marco Gambardella nella commissione “Politiche dell’Ue” della Camera e il procuratore di Roma Francesco Lo Voi audito in Antimafia sottolineavano invece l'importanza di questo reato per contrastare corruzione e infiltrazioni mafiose.

Da - https://a4x4b8.mailupclient.com/f/rnl.aspx/?fgl=qvuox5.0ke=q5ae&x=pv&=otz_6e1:f=08a1bh:ru&x=pp&qzaa2a:3:c&x=pv&397m=suuNCLM


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