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Autore Discussione: IL POST quotidiano da seguire (non necessariamente condividere) per informarsi.  (Letto 1152 volte)
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« inserito:: Giugno 25, 2023, 11:59:04 am »

il Post

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il Post è un quotidiano online italiano, edito e diretto dal 2010 da Luca Sofri.
La redazione al Festival di libri e altre cose di Pescara nel 2017
La lettura del quotidiano è gratuita e non richiede iscrizione. Il modello d'impresa si basa fin dalla fondazione sulla presenza di inserzionisti e, dal giugno 2019, sulla sottoscrizione di un abbonamento che dà diritto a contenuti speciali.[2] A dicembre 2020 ha avuto 632 000 visitatori unici giornalieri.[3]
 
Logo e nome
Il logo del progetto ha richiami grafici diretti alle testate degli storici quotidiani statunitensi, a cui il nome del progetto fa riferimento: post non solo come il Washington Post,[4] ma anche come i post dei blog, l'unità di base della scrittura su internet.
La testata si è ispirata, nell'approccio, alla capacità di aggregazione e confezione di contenuti esistenti sfruttata in alcuni progetti americani come l'Huffington Post[5] e allo stile di testate online come Slate o The Daily Beast. Sofri ha presentato il progetto come «un prodotto elitario per maggioranze», e lo ha definito «per metà aggregatore, per metà editore di blog».[6]

Storia
Parte della redazione al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia nel 2011.
Aperto il 19 aprile 2010,[7] il Post è stato ideato come un aggregatore di contenuti della stampa italiana e internazionale, selezionati e commentati dalla redazione, composta di una ventina di redattori.[8]
Oltre ai contenuti originali prodotti dalla stessa redazione, si contano contributi da numerosi collaboratori, come Massimo Mantellini, Filippo Facci, Ivan Scalfarotto, Giuseppe Civati, Simona Siri, Antonio Dini. La testata ospita anche i blog di alcuni illustratori e vignettisti, tra cui Makkox, che ha pubblicato a lungo vignette di attualità, Gipi o Stefano Tartarotti. Nel 2010 il Post ha vinto la terza edizione del Premio Ischia Social Network per l'informazione online, assegnato nel corso del Premio Ischia internazionale di giornalismo.[9]

Da maggio del 2012 è l'unico quotidiano italiano a pubblicare ogni giorno le strisce a fumetti dei Peanuts;[10] in passato ha pubblicato anche le strisce di Doonesbury.[10][11]
Nel maggio 2013, a seguito di una ricapitalizzazione per far fronte alle perdite della società, rispettivamente di 360 000 e di 480 000 euro nel 2011 e 2012, la presidenza del CdA è passata a Paolo Ainio, amministratore delegato di Banzai S.p.A., che detiene la maggioranza relativa del capitale; la notizia è stata pubblicata il 23 luglio da Italia Oggi in un breve articolo in cui si dava anche conto della nuova ripartizione delle quote societarie: Banzai 30,53%, Kme e View different Inc. circa 24% ciascuno, Giorgio Gori 10,9% e Sofri 8%.[12][13] Il giorno successivo Paolo Ainio ha scritto a Italia Oggi, giudicando «romanzata» la ricostruzione delle vicende societarie del Post fatta dalla testata, per precisare che a seguito all'avvenuto riassetto sia Banzai sia Sofri avevano incrementato le loro quote, passando rispettivamente al 24% e al 22%.
Il 2014 segna un anno di svolta per la crescita del Post, dopo il miglioramento progressivo e continuo degli anni precedenti: con un incremento dei ricavi pubblicitari di oltre il 100% rispetto al 2013 (da 378 741 euro dell'anno precedente a 776 540 euro) e una stabilizzazione dei costi di produzione (da 846 770 euro del 2013 a 834 988 euro nel 2014), il Post chiude l'esercizio 2014 con un Ebitda in sostanziale pareggio[14] e quello del 2015 in attivo. In questo periodo, il Post comincia a occuparsi dell'organizzazione del Festival di libri e altrecose di Pescara, sotto la direzione artistica di Sofri.[15]

Alla fine di maggio 2019 il Post introduce una forma di abbonamento facoltativo con cui è possibile commentare gli articoli, non visualizzare la pubblicità sul sito, avere accesso a tutte le newsletter e podcast (alcune newsletter e podcast sono aperte anche alle persone non abbonate); gli articoli restano però gratuiti.[2] A fine 2020 gli abbonamenti rappresentano il 40% dei ricavi[16].
Il bilancio del 2020 si chiude con un attivo di 400 000 euro[16] e di 659 000 euro nel 2021[17]. Il bilancio del 2022 mostra un utile di 1 676 000 euro[18].

da – https://it.wikipedia.org/wiki
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