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Autore Discussione: Adesso vi farò partecipi di una mia teoria metaquantistica, un po’ folle? ...  (Letto 1299 volte)
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« inserito:: Giugno 11, 2023, 06:23:53 pm »

Giovanni Provvidenti
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Adesso vi farò partecipi di una mia teoria metaquantistica, un po’ folle? Valutate voi
Secondo me l'universo si comporta come un immenso registratore di immagini e suoni, nel contempo come un immenso schermo nel quale proietta tali immagini, che, necessariamente sono anche vibrazioni cosmiche sonore.
Non dimentichiamoci che tutto ciò che è materia è altrettanto energia e quindi luce. Luce che viaggia da un punto x verso indefiniti punti dello spazio siderale e che porta con sè tutte le informazioni registrate. E non dimentichiamoci che anche noi siamo luce e che abbiamo cominciato ad emanarla e a proiettarla nella vastità cosmica fin dal primo istante della nostra venuta al mondo. Bene, noi, esistendo come corpi solidi e, nello stesso tempo in forma di energia che emana luce, è come se la luce registrasse di noi stessi ogni singolo frangente della nostra vita e, nel frattempo, è come se ogni essere umano viaggiasse nello spazio siderale e indefinito, in quanto viaggia la luce che emaniamo e proiettiamo nel cosmo. Tant'è che se un ipotetico abitante di un pianeta lontano tot anni luce possedesse un potentissimo telescopico atto a catturare, non solo la luce che emana il pianeta Terra, ma addirittura la luce che emana ogni singolo essere umano, avrebbe la possibilità di osserverlo, agire e fisicamente vivente, seppur sulla Terra defunto da centinaia o migliaia o addirittura milioni o miliardi di anni, perchè non osserverebbe il presente ma il passato... Che, detto tra parentesi, diverrebbe non soltanto osservabile ma persino modificabile, poiché modificabile nella percezione dell'ipotetico osservatore che vede osservando da una prospettiva multidimensionale secondo il suo punto di vista e con un'ottica sempre cangiante. Ora, mettiamo per ipotesi che ci fossero sparsi per la galassia, o nell'intero universo, miriadi e miriadi di mondi abitati da esseri alieni e che anch'essi in possesso di telescopi molto potenti e in grado di osservarci (ognun pianeta posto a distanze diverse nello spazio profondo, ovviamente), e mettiamo il caso che siffatti ipotetici abitanti si prendessero la briga di osservare la Terra e i suoi abitanti: in ognun mondo alieno ogni singolo essere umano non verrebbe considerato ancora vivo, seppur morto da un pezzo? Tuttavia osservato da miriadi di prospettive diverse, poiché ogni singolo telescopio catturerebbe un frangente differente rispetto a un altro. In questo caso è puramente logico suppore che nessuno di noi muore veramente e che attraverso la luce che si è stati si continuerà ancora ad essere, e se siamo già stati tutto ciò che venne alla luce e che nella luce vive, allora continuerà ancora a vivere attraverso essa fino alla fine dei tempi. Ed ecco che l'eterno ritorno dell'uguale nietzscheano, in questo caso specifico, assume un senso e uno aspetto puramente metaquantistico, ovvero che và oltre la quantistica canonica ed è affatto campato in aria, come i più tendono a credere. E, perdipiù è possibile che attraverso tale meccanicistico, metaquantistico riverbero della luce ci siamo, ognuno di noi, probabilmente, già conosciuti in altre "dimensioni", appunto perché messi in relazione gli uni con gli altri proprio da quegli ipotetici osservatori alieni con le loro osservazioni dai vari punti di vista differenti; ma non una volta potrebbe essere stato possibile, ma miriadi di volte! Che diventano, per semplice equazione logico-matematica, infinite volte. Tutti noi, quì ed ora e ieri, non possiamo e non potevamo saperlo, non ne possiamo nè potevamo avere contezza, inquantochè di noi stessi osserviamo la vita scorrere in linea retta: dalla culla alla tomba e non è possibile viceversa. Dunque Il passato ci passa accanto attraverso il presente - che è un falso indizio, cioè illusorio - e lo possiamo processare andando avanti verso il futuro: allora possiamo altresì modificarlo modificando il presente. Un paradosso, dunque? Una contraddizione? Eppure il passato si comporta tale e quale ad Achille il quale rincorre velocemente la tartaruga - che in questo caso è il futuro - senza mai poterla sorpassare, cosicché il paradosso inchioda il passato e il futuro eternamente nello stesso punto di partenza: l'attimo. E se il passato non è altro che un futuro che ritorna a se stesso, tanto quanto fa il futuro nei confronti del passato, il passato è modificabile in quanto possiamo modificare il futuro, ed è proprio l'attimo che ce lo consente. Se noi ci riteniamo non in grado di detenere siffatto potere è perché siamo assuefatti a pensare che il tempo da un punto A scorra linearmente ed infinitamente verso un punto B, non concepiamo insomma che il punto B ritorni invece continuamente al punto A, perché punto A e B sono di fatto prigionieri dell'attimo: si ruotano attorno senza soluzione di continuità: diventano indissolubilmente l'attimo! Insomma io ritengo che il passato è modificabile in quanto è modificabile il presente, il vero problema è se dobbiamo affidarci al libero arbitrio o alla volontà di potenza. Il libero arbitrio non ci consente alcuna modifica del passato, la volontà di potenza sì, per ragioni che reputo ovvie. Reputo altrettanto possibile che molte volte abbiamo vissuto e rivivremo la nostra stessa vita, in ogni frangente uguale a se stessa, proprio perché osservati da quegli ipotetici alieni, tuttavia, per i motivi che ho (spero chiaramente) illustrati, non ce ne possiamo rendere conto e mai lo potremo fare, inquantochè il nostro punto di osservazione è troppo ravvicinato ed effimero. Se fossimo noi stessi gli abitatori di quegli ipotetici mondi lontani, allora ce ne renderemmo conto e con stupore, e ci sembrerebbe che a viaggiare nello spazio siderale fosse, in realtà, la nostra anima. E, forse, è proprio così. Ma nulla di metafisico, nulla di sovrannaturale, ma di una fisicità sorprendente!

da FB - 8 giugno 2023

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