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Autore Discussione: BERLUSCONI. COME MARK TWAIN  (Letto 645 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Giugno 12, 2023, 07:46:25 pm »

BERLUSCONI.  COME MARK TWAIN
 
 
LA SUA LEZIONE DI POLITICA ESTERA CI PORTA NEL FUTURO
 
 SILVIO BERLUSCONI NON E' SOLO UN RICORDO
 
STEFANO CARLUCCIO
 
Usa e Russia amici, così scriveva Mark Twain allo Zar Alessandro II
"Il 26 agosto, – ricorda Aksyonov  – i visitatori  furono ricevuti dall’imperatore Alessandro II, che riposava a Livadia. Mark Twain scrisse un saluto solenne all’imperatore a nome degli ospiti americani. Ecco una citazione: “L’America deve molto alla Russia. È debitrice alla Russia per molti aspetti e soprattutto per l’amicizia immutabile durante gli anni delle sue grandi prove… Non dubitiamo per un minuto che la gratitudine alla Russia e del suo sovrano vivrà a lungo nel cuore degli americani".
Oggi tutto questo è stupidamente Utopia. Tranne che per il grande scrittore americano e Silvio Berlusconi.

Il migliore statista italiano anni 90 in politica estera. Il suo capolavoro è stato l’accordo tra usa e Russia a Pratica di mare. La miopia dei governi europei e della Nato l’ ha lasciata cadere come cosa controproducente. Per gli Usa e la Nato, la Russia è rimasta dopo Elsin il corrotto, un nemico da contenere e distruggere perché non disposto a farsi saccheggiare, ma tendente ad intese di collaborazione con l Europa, un concorrente da liquidare. Ed eccoci oggi dopo anni alla reazione di Mosca e alla guerra Ucraina. Anche Berlusconi si è detto sconvolto e amareggiato dalla reazione di Putin. Ma ne ha dichiarato le ragioni di reazione difensiva senza nulla togliere ala condanna del'invasione.
Anche la promozione delle linee di distribuzione del gas in particolare dal Kazakistan hanno innervato l' economia (non solo sua personale) ma europea. La dipendenza dalle risorse energetiche non e colpa dei russi ma degli europei e dei Verdi in particolare ( a seguire dei 5 stelle).
Abilissimo a muoversi su più tavoli e stato fermato, lasciando una scia di delusione in chi sperava in un partito liberaldemocratico e socialista di centro. Il suo errore: schiacciarsi sul Centro destra lasciando il centro del pentapartito completamente vuoto e conformandosi al “nuovismo” degli anni 90 che ha dato la stura all’ anti politica .
Oggi è finita la seconda repubblica che ha creato cercando di correggerne il profilo giustizialista, ma è stato fermato e anche lui stesso ha avuto troppa fiducia nella sua capacita di compromesso.
Ha dato retta a Casini ed è entrato nel Ppe che lo ha abbandonato ed abbattuto.
Craxi lo ha sempre sollecitato invece ad entrare nei Lib Dem europei e ricostruire un centro inedito tra laici e mondo cattolico liberale schiacciando la destra, ancora inesistente e la sinistra a pezzi. E tagliando la strada alla Lega, alleandosi con Bossi contro tutti.
Grande in politica estera, mediocre in politica interna.

Generoso come nessuno.

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