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Autore Discussione: IL DDL SULLA CARNE SINTETICA CHE PIACE A TUTTI  (Letto 2819 volte)
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« inserito:: Aprile 03, 2023, 11:03:15 am »


Elio Truzzolillo

IL DDL SULLA CARNE SINTETICA CHE PIACE A TUTTI

Il DDL sul divieto della carne sintetica (o meglio sui cibi sintetici), uno dei più surreali della storia della Repubblica Italiana, non è solo il fruttodi una destra illiberale, nazionalista e corporativista.

Ma prima di vedere perché permettetemi di argomentare brevemente perché sia uno dei punti più bassi del populismo italico, per quanto i suoi effetti saranno probabilmente molto parziali se i cibi sintetici saranno approvati a livello UE.

1) Leva la libertà ai consumatori di scegliere cosa mangiare senza che ci sia nessuna evidenza scientifica sulla mancanza di sicurezza. Lo fa sulla base di presupposti puramente emotivi e corporativistici. Un po’ come se io proponessi di vietare le ostriche solo perché a me non piacciono e perché mio cugino ha un allevamento di cozze.

2) Ma chi decide se un alimento o un procedimento sono sicuri? Tocca all’EFSA (European Food Safety Authority) con sede proprio a Parma. Nell’EFSA ci sono ricercatori e scienziati che sul tema ne sanno un po’ di più di Lollo-il vieta tutto (ironia per indicare il ministro Lollobrigida). Poi spetta alla Commissione Europea prendere la decisione “politica” basandosi su tali evidenze.

3) Leva agli imprenditori la libertà di investire (a loro rischio e pericolo) in un settore che per moltissimi analisti è destinato a crescere in modo vertiginoso nei prossimi anni. Un settore che potrà essere fonte di diversificazione economica e di nuovi posti di lavoro qualificati e ben pagati.

4) Nel complesso sarà un altro settore in cui le imprese italiane rischieranno di perdere il treno dell’innovazione scientifica e della ricerca a meno di non delocalizzare all’estero i loro impianti di produzione.

5) Non tralascerei l’aspetto ambientale anche se sul punto è difficile essere precisi. Infatti, non sappiamo ancora con quanta efficienza questi cibi potranno essere prodotti in grandi quantità e a quali costi. Ma ricerca, innovazione, concorrenza ed economie di scala servono proprio a questo, anche se in Italia sono parolacce perché le uniche parole che piacciono sono “artigianato” e “tradizione”, come spesso capita nei paesi culturalmente, economicamente e demograficamente in declino.

Torniamo ora al punto iniziale. Come si diceva il DDL non è solo frutto di una destra illiberale, corporativista, anti scientifica e populista. Queste caratteristiche sono infatti trasversali a tutte le forze politiche anche se ognuno si “specializza” nei temi che crede siano più attraenti per il proprio elettorato. Siamo pur sempre il paese del no al nucleare, del no agli OGM, del no ai termovalorizzatori, del no al glifosato, del no alla direttiva Bolkstein, del no al 5G, del no alle farine di insetti, del no al TAP, del no ai rigassificatori, del no ad Amazon, del no a Uber, del no alla vendita di Alitalia, del no a troppi centri commerciali, ecc. ecc.. Un paese che difende strenuamente le sue corporazioni dalla concorrenza e dall’innovazione e poi si lamenta degli stipendi troppo bassi dando la colpa al troppo liberismo . Ma se il nostro sogno inconfessato è produrre come si produceva 100 anni fa (da qui l’entusiasmo italiano per il biologico) poi dovremmo accettare anche di avere gli stessi stipendi di 100 anni fa. Non si scappa. Gli stati ricchi sono gli stati in cui una gran parte dei cittadini fa lavori ad alto valore aggiunto e se quei lavori non li crei poi la gente in gamba preferisce andare all’estero.

Come molti sapranno quella grande lobby conservatrice e corporativista che è Coldiretti, senza la quale nessun governo va molto lontano, è stata un po’ la madrina di questo surreale DDL che il mondo ci invidia.

La sua petizione contro il cibo sintetico che invocava una legge in tal senso, che credo abbia ormai superato le 500.000 firme, è stata accolta con entusiasmo in modo trasversale da tutti i potentati nazionali piccoli e grandi: ministri, parlamentari nazionali ed europei, sindaci, personalità della cultura dello sport e dello spettacolo, consigli regionali, imprenditori, vescovi, giunte di camere di commercio, ONG e associazioni varia natura.

Per questo le opposizioni che fanno le pulci a ogni respiro del governo sul punto tacciono o fanno un’opposizione molto tiepida (con qualche notevole eccezione).

Come farebbe a contestare questo DDL il presidente del PD Bonaccini che ha firmato con entusiasmo quella petizione insieme al suo assessore all’agricoltura? Come farebbe a contestarlo il presidente della regione Toscana Giani che oltre a firmare la petizione ha impegnato l’intero consiglio della sua regione con una mozione contro il cibo sintetico? Che dire della Campania di De Luca che si è preoccupata di fare una delibera per vietare il cibo sintetico anticipando lo stesso Lollo-il vieta tutto? E poteva mancare il presidente della Puglia, nonché grillino mancato, Michele Emiliano?

Che dire dell’ANCI (l’associazione dei comuni italiani) arruolatasi con puntualità per combattere la sacra battaglia? Tacciamo per carità cristiana e per brevità su parlamentari e consiglieri di secondo piano che hanno risposto “presente” alla chiamata di Coldiretti. Le motivazioni? Tutte in fotocopia: tutela della salute dei cittadini e della biodiversità (se qualcuno mi spiega cosa c’entri la biodiversità gli offro una cena).

Come si diceva fanno tenerezza questi politici di sinistra sempre pronti a misurare i percentili di fascismo del governo ma molto timidi quando si devono contestare iniziative populiste in campo economico (si veda anche il silenzio sul solito rinvio della legge sulla concorrenza).

Uno splendido esempio in tal senso ci è stato fornito da Pierluigi Bersani. Martedì sera a una domanda puntuale di Lilli Gruber sulla questione, non potendo né elogiare né criticare il governo sul punto, si è limitato a non rispondere parlando d’altro. Una cosa che risulta molto facile con i nostri inadeguati conduttori. Ma prima di parlare d’altro ha tenuto a sottolineare, con un compiaciuto sorriso che ho cercato di immortalare nel fotogramma, che anche lui preferisce il “maiale vero” (non era questa la domanda). Bravo Bersani, non sia mai che Coldiretti si incazzi…

da FB del 30 marzo 2023

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