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Autore Discussione: Osservatorio Ali: nel 2022 le librerie italiane tengono ma ci sono difficoltà...  (Letto 1560 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Dicembre 29, 2022, 06:10:38 pm »

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Osservatorio Ali: nel 2022 le librerie italiane tengono ma ci sono difficoltà di liquidità.
Ambrosini:” Su editoria scolastica e universitaria è urgente un intervento delle istituzioni”.

29 novembre 2022

Dalla consueta "fotografia" semestrale (Osservatorio sulle librerie in Italia 2022) sul mondo dell'editoria e delle librerie indipendenti “Nuove chiavi di lettura sul mondo delle librerie: numeri, prospettive e tendenze”, scattata dall'Associazione Librai italiani, in collaborazione con Format Research,  si vede che nel 2022 tiene la fiducia delle librerie indipendenti ed è in miglioramento in vista delle festività natalizie; stabili i ricavi e l’occupazione.

Tuttavia l’aumento dei costi, l’impatto dell’inflazione e lo scenario economico incerto, si riflettono sulla carenza di liquidità (in calo l’indicatore che si assesta a 38 punti contro i 43 di dicembre 2021) e sulla necessità di far fronte al fabbisogno finanziario (per il 77% delle librerie che accedono al credito); quasi otto librerie su dieci lamentano un aumento "abnorme" dei prezzi praticati dai propri fornitori e, di queste, circa la metà registra un aumento dei prezzi superiore al 20%; il 54% delle librerie segnala una crescita di clienti e il 55% un aumento dei libri venduti, anche in valore, rispetto al 2021.

Si confermano le difficoltà sul fronte della scolastica: nove librerie indipendenti su dieci che distribuiscono testi scolastici hanno avuto difficoltà nell’approvvigionamento e ritengono inadeguato il margine riconosciuto dagli editori sia per i libri scolastici sulle nuove edizioni che sui titoli a catalogo, mentre oltre l’80% è insoddisfatto delle case editrici.

La distribuzione di libri scolastici e universitari costa molto alle librerie anche per importanti investimenti aggiuntivi e dà margini esigui o addirittura inesistenti: concorrenza dei megastore online (per l’81,4%) e bassi margini di guadagno riconosciuti dagli editori (per l’80%) sono i principali ostacoli allo sviluppo delle librerie che trattano testi universitari. In particolare, per la concorrenza dei megastore online, oltre il 60% di queste librerie ha perso negli ultimi due anni una quota di fatturato compresa tra il 20% e il 50%, mentre una su dieci ha perso addirittura più del 50% del fatturato.

Da sinistra: il Vice Presidente Vicario di Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, il Presidente di Ali Confcommercio, Paolo Ambrosini e il Presidente di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, Carlo Fontana.
Paolo Ambrosini (Presidente Ali Confcommercio): "Le librerie hanno tenuto nella tempesta"

Commentando i dati dell'Osservatorio sulle librerie, il presidente di Ali, Paolo Ambrosini, ha sottolineato che “le nostre imprese stanno attraversando una tempesta senza eguali prima per via del Covid e ora per l’aumento delle materie prime, la guerra e l’inflazione. Ciò nonostante nel complesso le librerie reggono salvo alcuni comparti specifici, come scolastica e universitaria, per i quali è urgente un intervento delle istituzioni che risolva i forti squilibri che sono presenti nell'editoria scolastica e il vantaggio competitivo che, anche a causa di un sistema distributivo ancora inadeguato, consente agli operatori online, e tra questi al principale operatore mondiale, di schiacciare le librerie universitarie che garantiscono professionalità, contribuiscono al presidio socio-economico delle nostre città e favoriscono la diffusione dei saperi fondamentali per lo sviluppo e il benessere del Paese”.
Stoppani: "I librai sono i terminali commerciali della cultura del Paese"

Il vicepresidente vicario di Confcommercio, Lino Stoppani, è intervenuto alla presentazione dell'osservatorio semestrale di Ali. "Intervengo con piacere a questo evento e vi porto il saluto del presidente Sangalli. Ali è sempre stata di grande stimolo per le iniziative di Confcommercio". "I librai - ha detto Stoppani - sono i terminali commerciali e culturali del nostro Paese. E lo fanno tra grandi difficoltà svolgendo un'attività imprenditoriale con prezzi imposti da altri". Stoppani ha poi ribadito l'impegno della confederazione sui grandi temi del fisco, del lavoro e del credito. "Abbiamo la responsabilità - ha concluso Stoppani - di dare speranza agli imprenditori in questa difficilissima congiuntura economica. Dobbiamo sfruttare la grande opportunità del Pnrr anche se alla cultura e al turismo sono state assegnate risorse inadeguate".     
Fontana: "Le librerie sono luoghi della socialità"

Il presidente di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, Carlo Fontana, ha rivolto il suo saluto durante la presentazione dell'osservatorio sulle librerie. "All'interno di Impresa Cultura Italia, Ali è certamente una della realtà più interessanti e vivaci. E' molto importante reagire ad una situazione che ha visto il mondo della cultura e dello spettacolo attraversare il deserto della pandemia e successivamente affrontare la crisi energetica e quella economica". "In questo contesto - ha osservato Fontana - nel quale le famiglie riducono le spese per i consumi culturali serve un supporto dello Stato che rafforzi la nostra identità d'impresa". "La nostra prima battaglia dovrebbe essere quella di ottenere la defiscalizzazione delle spese culturali. Un sostegno indiretto che stimoli gli imprenditori nelle loro attività". Un altro tema toccato da Fontana è stato quello del digitale. "Il digitale non deve essere vissuta come una cosa negativa ma deve essere considerato uno strumento promozionale rispetto al consumo culturale".     
Osservatorio sulle librerie 2022

scaffale libro
I numeri e la mappa del settore

Sono 3.640 le librerie in Italia, di cui 2.405 indipendenti, e occupano oltre diecimila e 700 addetti. In otto anni (2012-2020) si sono ridotte di 261 unità. Il 59% sono ditte individuali, il 24% sono società di persone, il 15% sono società di capitali, solo il 2% sono cooperative.

Al Sud le librerie rappresentano il 33,3% dell’intero comparto, mentre il Nord Est ha la quota più bassa (17,3%). Lombardia, Lazio e Campania sono le prime tre regioni per numero di librerie, mentre oltre 3 addetti su 5 operano nelle librerie del Nord Ovest (39,6%) e del Centro (23,7%).

Clima di fiducia e andamento economico

Tiene la fiducia delle librerie indipendenti nel 2022 ed è destinata a migliorare in vista delle festività natalizie. Stabili i ricavi e la situazione occupazionale con l’indicatore pari a 50 a fine 2022.

In calo l’indicatore relativo alla liquidità che si assesta a 38 punti contro i 43 di dicembre 2021.  Di fatto anche le librerie stanno soffrendo l’impatto dell’aumento dei costi e lo scenario economico incerto. Una libreria indipendente su quattro ha chiesto un fido o un finanziamento nel corso degli ultimi mesi. Il 70% di queste ha visto interamente accolta la domanda di credito. La richiesta di credito è motivata soprattutto da esigenze di liquidità e di cassa (per il 77%).

Quasi otto librerie su dieci lamentano un aumento dei prezzi praticati dai propri fornitori. Di queste, il 48% registra un aumento dei prezzi superiore al 20%. Il 54% delle librerie segnala un aumento dei clienti entrati in libreria e il 55% un aumento dei libri acquistati dai clienti, anche in valore, rispetto al 2021. Sul totale dei clienti che hanno acquistato almeno un articolo in libreria, il 70% appartiene alla clientela storica del negozio.
Il fabbisogno finanziario

Fonte: Osservatorio sulle librerie 2022 Ali-Confcommercio e Format Research

 
Il mercato dell'editoria scolastica

Poco meno della metà delle librerie indipendenti (47,9%) distribuisce testi scolastici e, di queste, nove su dieci hanno avuto difficoltà nell’approvvigionamento dei testi.

Gran parte delle librerie che effettuano distribuzione scolastica sono insoddisfatte del servizio offerto loro dalle case editrici (81,6%) e la stragrande maggioranza non ritiene adeguato il margine riconosciuto dagli editori sia per i libri scolastici sulle nuove edizioni (95%) che sui titoli a catalogo (92,3%).
Per saperne di più leggi anche la news: "Editoria scolastica, le proposte dell'Associazione librai"

Oltre il 70% delle librerie che trattano testi scolastici per le scuole primarie, dal momento dell’acquisto dei libri, al momento del saldo della fattura, restano esposte finanziariamente tra i 30 e i 60 giorni (media: 57 giorni). L’insoddisfazione riguarda anche i tempi di evasione degli ordini dei libri scolastici, ritenuti "più lenti" rispetto al mercato dell’editoria di varia (libri di narrativa, saggistica, per bambini…) dall’88,3% delle librerie. Le librerie dichiarano di aver riscontrato difficoltà nell’approvvigionamento delle nuove edizioni (55,6%) e dei titoli di catalogo (59,9%).

Nel 65% dei casi, la chiusura estiva dei distributori /editori di scolastica ha penalizzato il lavoro di distribuzione dei testi scolastici da parte delle librerie. Per gestire la scolastica, una libreria su quattro (il 24,9%) si è dotata di personale aggiuntivo. Distribuire libri scolastici, dunque, costa molto alle librerie anche alla luce di importanti investimenti aggiuntivi a fronte di margini esigui quando non inesistenti.

Per una libreria su due (49,2%) la scolastica incide fino al 20% dei ricavi totali e nel 12,7% dei casi incide per oltre il 50%. L’impatto medio sui ricavi della scolastica sulle librerie che trattano i libri scolastici è pari al 28%. Ipotizzando di dover abbandonare la scolastica, un quarto delle librerie (il 25,4%) cesserebbe l’attività, mentre il 22,3% rimarrebbe aperta ma cambiando organizzazione (rinnovo del personale, cambiamento dell’offerta, trasferimento della sede della libreria).
 

Fonte: Osservatorio sulle librerie 2022 Ali-Confcommercio e Format Research
 
Il mercato dell'editoria universitaria

Il 17% delle librerie indipendenti è specializzata anche nella vendita di libri universitari. Concorrenza dei megastore online (per l’81,4%) e bassi margini di guadagno riconosciuti dagli editori (per il 70%) sono i principali ostacoli allo sviluppo delle librerie che trattano testi universitari.

Il 41,4% dei librai ritiene che la concorrenza delle copisterie sia aumentata negli ultimi due anni; oltre sette librai su dieci ritengono aumentata la concorrenza dei megastore online.

Il 62% delle librerie ha perso negli ultimi due anni una quota di fatturato compresa tra il 20% e il 50% a causa della concorrenza dei megastore online. Il 10% ha perso oltre il 50% del fatturato. Si tratta di perdite elevatissime.

Quasi la metà delle librerie (il 45,7%) ritiene che la relazione con le case editrici della distribuzione universitaria sia «da migliorare» e oltre l’11% la reputa pessima. I principali motivi di insoddisfazione verso le case editrici sono i lunghi tempi di evasione (per il 55%) e gli alti costi del servizio (42,5%).

A giudizio dei librai il principale vantaggio dell’acquisto dei testi universitari online da parte degli studenti ha a che fare con i tempi ridotti di evasione e consegna degli ordini, mentre la convenienza dell’acquisto nelle librerie riguarda la possibilità di ricevere assistenza da parte del personale e l’assenza dei costi di spedizione.
 

Fonte: Osservatorio sulle librerie 2022 Ali-Confcommercio e Format Research
Osservatorio 2021: migliora il clima di fiducia ma crescono le spese

Dopo un 2021 record, l'editoria segna una battuta d'arresto nei primi sei mesi del 2022, con il 3,6% di copie vendute in meno e il 4,2% in meno del valore del venduto (il prezzo di copertina) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A confronto invece con i periodi pre-pandemia, i dati sono positivi, con un aumento del 14,5% a copia e più del 14,7% a valore. Queste le stime di Aie, l'Associazione italiana editori su rilevazioni Nielsen BookScan.

Crescono però le librerie indipendenti, in netto miglioramento rispetto ai livelli pre-Covid, passando dai 38 punti del 2019 ai 50 di fine 2021, con una vendita di libri per l'anno in corso di 353,8 milioni, ben 21 milioni in più rispetto all'anno precedente. Perdono quota invece quelle online (circa 43 milioni di euro in meno rispetto al 2021). Le librerie fisiche in qualche caso hanno anche aumentato i propri organici e migliorato la capacità di far fronte al fabbisogno finanziario. “I dati del primo semestre - ha commentato il presidente di Ali – Associazione Librai Italiani, Paolo Ambrosini - risentono del difficile contesto internazionale ma confermano la forza del canale libreria, l'unico oggi in grado di offrire quell'esperienza d'acquisto da sempre ricercata dal lettore”. Senza le librerie non sarebbero possibili gli incontri con autori, gruppi di lettura, festival.

Secondo l'”Osservatorio sulle librerie in Italia 2021”, realizzata da Ali, in collaborazione con Format Research sono in miglioramento anche i ricavi delle librerie indipendenti, seppure con una dinamica espansiva leggermente inferiore rispetto all’andamento economico dell’impresa. Per questo è più che mai indispensabile che il governo e il Parlamento "diano priorità al sostegno delle librerie che ci consentono di vivere il libro come relazione e non come semplice consumo", ha aggiunto il presidente Ambrosini.

Nel corso del 2021 oltre il 50% delle librerie ha segnalato un aumento dei clienti entrati nei negozi e un aumento dei libri (anche in valore) acquistati, rispetto all’anno della pandemia. Tra tante note positive c'è purtroppo un dato che pesa in senso negativo, quello relativo al settore della scolastica. Il 52,2% delle librerie indipendenti distribuisce testi scolastici, di queste, quasi 9 su 10 si dicono insoddisfatte delle case editrici, il 65,9 riscontra molte difficoltà nell’approvvigionamento delle nuove edizioni e il 61,9% anche nell’approvvigionamento dei titoli di catalogo. Alle librerie indipendenti distribuire libri scolastici costa molto e comporta importanti investimenti aggiuntivi a fronte di margini esigui, quando non inesistenti.

Il clima di fiducia migliora a fine 2021, grazie anche all'aumento dei ricavi prodotti. Oltre il 55% delle librerie ha segnalato una crescita dei clienti nella seconda parte dell'anno, il 58,6% un aumento dei libri acquistati. Insieme al miglioramento dei "conti" sul fronte della domanda, abbiamo un netto peggioramento per le spese di gestione delle librerie. Secondo i dati dell'Osservatorio, ad oggi "fare libreria" costa molto di più rispetto agli anni passati e la situazione è destinata a peggiorare nel 2022.

Le librerie indipendenti investono su stesse. Negli ultimi due anni, infatti, il 39% ha attuato degli investimenti e il 30,8% ha in programma di effettuarne in futuro, puntando soprattutto sul digital marketing, nei social media e in nuovi impianti per i locali della libreria. Sette librerie su dieci, infine, ritengono che le misure adottate dal governo per la filiera editoriale siano state adeguate. Grazie ad esempio all'App18, il 73% delle librerie hanno aumentato i propri ricavi, mentre il 76,9% grazie alla Carta docente.

 
Ambrosini: "Introdurre un aggio fisso minimo garantito per le librerie"

Il presidente di Ali Confcommercio, Paolo Ambrosini, commenta cosìi dati dell'Osservatorio: “Nel 2021 sono emersi i limiti organizzativi dell’editoria scolastica che hanno portato problemi e ulteriori difficoltà di gestione. Occorre, come più volte richiesto, introdurre un aggio fisso minimo garantito per le librerie, a tutela del lavoro svolto. È intollerabile quanto in questi giorni sta facendo l’editore Raffaello con un taglio del margine riconosciuto alle librerie del 2%. Tutto ciò mette a serio rischio la sopravvivenza del settore così come documentato dal nostro osservatorio. Siamo certi che il Ministro e il Parlamento interverranno a tutela delle famiglie e delle imprese a servizio degli studenti".

"La nostra associazione - ha concluso Ambrosini - rimane disponibile al dialogo perché solo attraverso il confronto e non con provvedimenti unilaterali si possono trovare misure in grado di tenere conto delle esigenze di tutta la filiera”.

Mappa del settore delle librerie

In Italia le imprese sono oltre 3,5 milioni, di cui quelle del commercio al dettaglio sono oltre 580mila; tra queste, 3.564 sono librerie. Le librerie al Sud Italia rappresentano il 31,2% dell’intero comparto. La presenza più bassa di librerie si registra al Nord Est, 17,6%. Lazio, Lombardia e Piemonte sono le prime tre regioni per numero di librerie in Italia. Considerando anche le unità locali, in Italia esistono circa 4.200 imprese del commercio al dettaglio di libri nuovi e di seconda mano. Nel 2012 esistevano 3.901 librerie. In sette anni (2012-2019) si è assistito ad una diminuzione delle librerie pari a -337 in termini di variazione assoluta. Le librerie in Italia occupano undicimila addetti. Il 39,3% degli addetti delle librerie operano presso le imprese del Nord Ovest, il 23,4% operano al Centro.

La Lombardia, la Toscana e il Lazio occupano quasi il 50% degli addetti totali che operano nelle librerie. Il Lazio, con il 12,6 delle librerie, dà lavoro all’8,8% degli addetti in Italia nel settore delle librerie. La Lombardia, con il 12% delle librerie, dà lavoro al 29,2% degli addetti delle librerie. Sul totale delle librerie in Italia, il 59% sono ditte individuali, il 24% sono società di persone, il 16% sono società di capitali, solo il 2% sono cooperative. Sulle oltre tremila librerie che insistono sul territorio nazionale, il 34,4% è stata costituita prima del 2000, il 18,1% di librerie è nata negli ultimi quattro anni.
Clima di fiducia

La fiducia delle librerie indipendenti alla fine del 2021 migliora sia rispetto ai primi mesi dell’anno, sia rispetto alla fine del 2020. Al miglioramento della fiducia delle librerie corrisponde un miglioramento dei ricavi prodotti.

Presso le librerie indipendenti migliora anche la situazione occupazionale l’indicatore a fine 2021 è pari a 51, rispetto alla fine del 2020, quando il livello dell’indicatore era pari a 45.

Le librerie indipendenti chiudono il 2021 con un indicatore relativo alla liquidità leggermente migliore rispetto al dato registrato alla fine del 2020. In miglioramento la situazione dei costi generali di gestione della libreria: il dato del 2021  è in ripresa rispetto a quello che era stato registrato alla fine del 2020 e si avvicina all’ultimo valore che era stato registrato prima della pandemia.
Andamento economico

Facendo un bilancio del 2021, oltre il 50% delle librerie segnala, rispetto al 2020, un aumento dei clienti entrati in libreria, lo affermano il 54,5% delle librerie, un aumento dei libri acquistati dai clienti -secondo il 52,3% del campione ed aumento del “valore” dei libri acquistati (50,8%). Sul totale dei clienti che nel corso dei primi mesi del 2021 hanno acquistato almeno un articolo in libreria, il 73% appartiene alla clientela storica del negozio.
Il mercato della scolastica

Poco più della metà delle librerie indipendenti (52,2%) distribuisce testi scolastici. Il 47,8% delle librerie indipendenti non distribuisce libri scolastici perché il settore è difficoltoso e impegnativo, e molte librerie hanno preferito specializzarsi in altre tipologie di libri. Per l’83,5% delle librerie che trattano libri scolastici, lo slittamento delle adozioni scolastiche da parte delle scuole ha penalizzato l’organizzazione del lavoro estivo nelle librerie.

I maggiori ritardi da parte dei gruppi editoriali nella distribuzione dei testi alle librerie sono stati riscontrati per Mondadori (nel 58,5% dei casi). Seguono Rizzoli, Giunti, La Scuola/Sei, La Spiga/Eli, con percentuali superiori al 40%.

Ad inizio anno scolastico per quali gruppi editoriali ha riscontrato maggiori ritardi nella distribuzione dei testi?

Fonte: Ali-Format Research

La quasi totalità delle librerie che trattano libri scolastici ha riscontrato alcune difficoltà al momento dell’approvvigionamento dei testi scolastici, specialmente con riferimento ai testi delle scuole superiori. Oltre l’80% delle librerie che trattano testi scolastici per le scuole primarie, dal momento dell’acquisto dei libri, al momento del saldo della fattura, restano esposte finanziariamente tra i 30 e i 60 giorni (media: 57 giorni). Le librerie che trattano testi scolastici hanno dichiarato di aver riscontrato difficoltà nell’approvvigionamento delle nuove edizioni (65,9% hanno avuto difficoltà) così come nell’approvvigionamento dei titoli di catalogo (a riferirlo sono il 61,9% delle librerie). La quasi totalità delle librerie che effettuano distribuzione scolastica sono insoddisfatte verso il servizio offerto loro dalle case editrici: gli insoddisfatti sono l’87,8%, i soddisfatti sono appena il 12,2%). Il 97,7% delle librerie indipendenti che trattano testi scolastici non ritengono adeguato il margine riconosciuto dagli editori per i libri scolastici sulle nuove edizioni, il 96,5% non ritengono adeguato il margine riconosciuto sui titoli a catalogo. L’insoddisfazione riguarda anche i tempi di evasione degli ordini dei libri scolastici, ritenuti «più lenti» rispetto al mercato dell’editoria di varia (libri di narrativa, saggistica, per bambini…) dall’89% delle librerie. Nel 73,5% dei casi, la chiusura estiva dei distributori /editori di scolastica ha penalizzato il lavoro di distribuzione dei testi scolastici da parte delle librerie. Per fare la scolastica, più di una libreria su quattro (il 27,1%) si è dotata di personale aggiuntivo. In sintesi distribuire libri scolastici costa molto alle librerie, comportando importanti investimenti aggiuntivi a fronte di margini esigui quando non inesistenti. Presso il 48,1% delle librerie la scolastica incide fino al 20% dei ricavi totali. Nel 17,4% dei casi incide per oltre il 50%.
Soddisfazione verso le case editrici

Fonte: Ali-Format research

L’impatto medio sui ricavi della scolastica sulle librerie che trattano i libri scolastici è pari al 30%. Ipotizzando di dover abbandonare la scolastica, il 28,8% delle librerie cesserebbe l’attività. Il 21,3% rimarrebbero aperte ma cambiando organizzazione (rinnovo del personale, cambiamento dell’offerta, trasferimento della sede della libreria). Presso il 50% circa delle librerie l’abbandono della scolastica non avrebbe effetti significativi sulla propria attività.
Incidenza della scolastica sui ricavi

Fonte: Ali-Format Research
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